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Frutteto elettrico con agrovoltaico e robot

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Il frutteto e l’agricoltura industriale con sfruttamento intensivo dei fattori della produzione – la terra diventa sterile, l’acqua scarsa o troppo abbondante con gli eventi estremi, la chimica culturalmente è sempre meno tollerata – non è più sostenibile. Le alternative? Una soluzione possibile è il frutteto elettrico. Agrovoltaico, robot e macchine da lavoro a emissioni zero.  

Ci sono nuove strade da percorrere per rendere più sostenibile l’agricoltura ma serve ancora studio e sperimentazione. Luci e ombre, ma c’è ottimismo come è emerso in un convegno recente che si è tenuto in Romagna, a Lugo per la precisione, nel Campus Unitec.

fotovoltaico campi

L’agricoltura deve cambiare, il frutteto elettrico è la soluzione?

Iniziamo dagli aspetti positivi. Esistono già in commercio veicoli e macchine da lavoro agricole a propulsione elettrica che permettono di lavorare senza disperdere idrocarburi ed emettere emissioni nocive, molto pericolose per i lavoratori. Uno dei robot progettati a Bologna è quello di Field Robotics, ne abbiamo scritto qui, poi ci sono macchine danesi, francesi, israeliane e non solo.

robot agricoli
Il robot agricolo di field Robotics

L’energia? Con l’agrovoltaico è possibile produrla salvaguardando la produzione agricola, diversificando le fonti di reddito e garantendo il fabbisogno aziendale, mezzi elettrici compresi.

Nel convegno è stata presentata un’analisi sulla convenienza economica di adottare soluzioni di coltivazione automatica, elettrica del frutteto: “Ha messo in evidenza come, già con le soluzioni oggi presentate e che si apprestano ad entrare sul mercato, sia possibile ottenere un contenimento dei costi rispetto a soluzioni alimentate con combustibili fossili“.

 

I partecipanti al convegno di Lugo

La frutticoltura industriale ha esaurito la sua spinta propulsiva

Il docente universitario  Luca Corelli Grappadelli, già relatore a un convegno organizzato da Vaielettrico a FieraAgricola (leggi qui) ha ricordato: “Il paradigma di frutticoltura industriale introdotto in queste terre agli inizi del ‘900, da tempo ormai mostra di aver esaurito la propria spinta propulsiva. Poiché la Frutticoltura italiana non può scomparire, è necessario individuare un nuovo paradigma“.

Gli aspetti positivi li abbiamo elencati, vediamo le criticità. “Sono ancora poche le realtà agrivoltaiche in giro per il mondo” ha sottolineato il professor Corelli Grappadelli “e questo perché c’è grande incertezza sulla reale possibilità di mantenere le performance agronomiche del frutteto, se questo viene a trovarsi in condizioni di scarsa luminosità”.

Più nel dettaglio. “I dati che sono stati mostrati dai ricercatori impegnati sul lato ecofisiologico sono infatti in chiaroscuro. Da un lato la fotosintesi non subisce penalizzazioni, e sono possibili risparmi idrici fino al 50% grazie alla riduzione del carico radiativo, ma aspetti legati alla qualità del frutto possono essere a volte penalizzati“.

Con i sensori per controllare il processo

I limiti sono stati individuati. Soluzioni? “E’  necessario implementare soluzioni di sensori smart, che permettano al frutticoltore di monitorare in tempo reale lo stato di salute del frutteto, e decidere in modo oggettivo la quantità di radiazione da sottrarre di volta in volta”.

Ricordiamo anche la funzione protettiva che possono svolgere i pannelli, vedi la foto sotto su un impianto fruttivoltaico dedicato ai piccoli frutti, nella protezione di eventi climatici estremi.

Un impianto fruttivoltaico in Olanda per la coltivazione dei piccoli frutti

La conclusione generale del convegno è ottimista: “Ci sono molte opportunità di innovare la coltivazione di frutta sposandola alla generazione fotovoltaica di elettricità. Sono tuttora presenti parecchie ombre, sulle quali però i ricercatori hanno espresso cauto ottimismo circa la possibilità di trovare in tempi rapidi rimedi opportuni”. La direzione è chiara, ci sono da capire i tempi.

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