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Fonti rinnovabili e auto elettrica, Armaroli smonta le tesi di Toyoda & C.

C’è una campagna mediatica in atto contro le fonti rinnovabili e l’auto elettrica. Una valanga di falsità. Nell’intervista a Vaielettrico Nicola Armaroli (qui il video), direttore di ricerca del CNR, non usa giri di parole per commentare le recenti esternazioni del presidente di Toyta , signor Toyoda, sui costi della transizione alla mobilità elettrica. Ma il suo giudizio è ancora più drastico nei confronti di un recente intervento di Enrico Mariutti su Econopoly e Il Sole 24 ore intitolato “La grande eresia, la rivoluzione verde è un’enorme fake news?“.

 

All’auto elettrica bastano le fonti rinnovabili

Armaroli si occupa da anni di energia sostenibile da fonti rinnovabili e per il CNR coordina una ricerca internazionale sulla fotosintesi artificiale. Ha appena pubblicato per le Edizioni Dedalo il libro Emergenza Energia-Non abbiamo più tempo ora in vendita in tutte le liberie e su Amazon. Armaroli è anche, da oltre tre anni, un convinto automobilista elettrico (leggi).

A Toyoda contesta le valutazioni sui presunti costi di infastruttura per l’elettrificazione dei trasporti. Non è vero, sostiene Armaroli, che un parco auto elettrico farebbe esplodere la richiesta di energia elettrica: per alimentarlo servirebbe appena il 15% dell’attuale produzione. Una quota ininfluente anche alla luce del forte calo di richiesta di energia primaria totale a causa dell’efficientamento energetico.

Mitigare i costi sociali della transizione

I problemi, semmai, potrebbero venire dalla richiesta di picco. Se tutte le auto elettriche fossero in ricaica contemporaneamente assorbirebbero circa 50 GW. Ma  questo non si verificherà mai grazie alle nuove reti intellligenti, capaci di regolare la distribuzione dei carichi. Armaroli condivide invece le preoccuazioni di Toyoda per i costi sociali della conversione dell’industria automobilistica.

Un settore che, assieme alla filiera del petrolio, rappresenta il 10% circa del Pil modiale.  Sarà quindi necessario mitigare gli effetti di una transizione energetica che dovrà concludersi in soli 10-20 anni, mentre quelle del passato hanno richiesto circa un secolo. L’urgenza della conversione deriva dall’emergenza in atto: i cambiamenti climatici già producono effetti devastanti sul Pianeta e nei prossimi 5-10 anni saranno sotto gli occhi di tutti.

Salvare il clima in zona Cesarini

La mobilità elettrica, ci dice Armaroli, è solo uno degli elementi di una strategia energetica rivolta ad azzerare le emissioni di CO2 e degli altri gas serra enro il 2050. La rivoluzione verde è una necessità assoluta e non è affatto una fake news come scrive Il Sole 2 Ore. Le fonti rinnovabili sono in grado di fornirci tutta l’energia di cui abbiamo bisogno. Sfruttarle, con pannelli solari, impianti eolici, centrali idroelettriche e sistemi di accumulo e stoccaggio  richiede certamente l’utilizzo di enormi quanità di materie prime. Anche rare come rame, litio, cobalto, nichel, manganese.

Fonti rinnovabili ed economia circolare

Si tratta però di materie prime tutte riciclabili in un’economia circolare. Non sono riciclabili, invece, i carburanti fossili. Dopo la combustrione, estrememente inefficiente, il “residuo” è la CO2 che viene stoccata in atmosfera aumentando la concertazione di gas serra.  Un’auto diesel, per esempio, cosuma nell’arco di vita 5 volte il suo peso in gasolio ed emette 20 volte il suo peso in CO2. La vera fake news, invece, è la soluzione caldeggiata da Mariutti, cioè la cattura e il sequestro della CO2. E’ tecnicamente impossibile ed economicamente insostenibile. Senza considerare che sfruttare le riserve di idrocarburi, gas e petrolio, è sempre più complicato e costoso. Si esauriscono infatti i giacimenti più accessibili e quelli ancora  disponibili hanno costi di estrazione in crescita esponenziale.

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