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Energia prodotta sulle strade, non è un’idea?

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La ciclabile "solare" insalata a Friburgo, in Germania, dal Fraunhofer Insistute.

 

Energia prodotta sulle strade, ricoprendole con pannelli fotovoltaici? Una soluzione anche per alimentare l’auto elettrica? Lo chiede un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Energia prodotta dalle stradeEnergia prodotta sulle strade, con auto alimentate come i treni: sarebbe possibile?

“Non sarebbe una buona idea coprire le nostre strade, specie (ma non solo), quelle a 4 o 6 corsie e più, con una struttura metallica simile  a quelle dei capannoni industriali? E coprirla con pannelli fotovoltaici? È ormai un secolo che le ferrovie sono state elettrificate. E sono..farcite di milioni di pali di sostegno delle migliaia e migliaia di km di linee elettriche da cui si alimentano i treni. Fu un sacrificio anche finanziario di enorme portata che all’epoca apparve mostruoso. Ma venne affrontato sapendo che sarebbe stata la soluzione per le molteplici problematiche anche (e non solo) di tipo ambientale che avrebbe contribuito a risolvere. Ebbene: considerando che lo spazio occupato specie da strade e autostrade è  complessivamente di migliaia e migliaia di kmq. Mi chiedo se una copertura in fotovoltaico di tutto quello spazio non darebbe una mano a risolvere il grande problema energetico che scuote la nostra società. Senza peraltro ulteriore consumo di suolo, in quanto su terreni già di proprietà pubblica“.

Energia prodotta sulle strade
Gli ombrelloni fotovoltaici utilizzati in Inghilterra (foto: Solar Botanic).

Ci si sta provando, ma i problemi non mancano

Risposta. Ci sono tante sperimentazioni in corso. In Germania, a Friburgo, c’è per esempio una ciclabile tutta ricoperta da pannelli solari. È una striscia di 300 metri dove pedali coperto da 900 moduli fotovoltaici: produrrà 280 MWh all’anno per il Fraunhofer Institute. Ma c’è un evidente problema di costi per esportare esperienze di questo genere su larga scala. E c’è anche un interrogativo non trascurabile su dove stoccare e accumulare l’energia prodotta e non consumata immediatamente. Le Ferrovie dello Stato non auto-producono (per ora) l’energia, la fanno arrivare ai treni ovunque. E al momento assorbono il 2% dei consumi complessivi italiani. Anche se ora hanno varato un programma per auto-produrre da rinnovabili il 40% del fabbisogno. Già sarebbe un bel risultato se in tutte le aree di servizio in autostrada si investisse sul fotovoltaico per coprire buona parte dei consumi. In parte lo si sta già facendo, anche con soluzioni fantasiose. In Inghilterra, per esempio, si sono inventati degli ombrelloni fotovoltaici che producono energia e riparano le auto in ricarica dal sole.

  • Sull’auto elettrica circolano troppi pregiudizi (e qualche bufala come questa): il VIDEO di Paolo Mariano

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13 COMMENTI

    • Da quello che scrive lei, si denota c’ha lunga esperienza in questa prassi.
      Lucidità, prima di scrivere, grazie.

  1. …io, ingenuamente, pensavo che l’ubriaco fosse l’amico che ha lanciato l’idea di ricoprire di pannelli solari tutta la rete stradale italiana.
    Ma voi che gli rispondete, signori miei, siete perlomeno al terzo fiasco di vino!
    E continuate a darci dentro!!!
    ALLEGRIA!!!

    • Preferisco essere un sognatore tra i più umili, con visioni da realizzare, piuttosto che il principe di un popolo senza sogni nè desideri
      (Kahlil Gibran)

  2. seguendo il ragionamento, lo stesso varrebbe dunque per tutte le linee già elettrificate delle ferrovie: pannelli ai lati (o sopra o dove meglio funziona) per migliaia di Km.
    Ma poi alla fine, abbiamo talmente tanti capannoni e palazzi in zone periferiche o comunque non sotto vincolo paesaggistico, che il consumo di suolo potrebbe non essere proprio un problema.

  3. I verticali hanno anche il vantaggio che se nevica si liberano della poca neve che vi si deposita,, velocemente e senza intervento esterno.

  4. Lungo le autostrade, almeno su uno dei due sensi di marcia o anche come divisorio centrale, avrebbe forse senso avere i pannelli verticali bifacciali: un pannello bifacciale ha una resa paragonabile ad uno orizzontale ben orientato e offre una copertura più costante in termini di produzione durante la giornata soprattutto se in orientamento est-ovest (per ovvi motivi), non consuma suolo, costa molto meno in termini di struttura, funge da barriera antirumore/antispruzzi di acqua/antiabbagliamento, se posto tra le due corsie avrebbe l’effetto di non distrarre a guardare l’altra corsia. Idem per le tangenziali, qui in funzione di barriera antirumore, quindi sui lati esterni.
    Classica cosa che coniugata con le comunità energetiche attrarrebbe investimenti anche di privati: non ho il tetto perchè sono in un condominio da 15 piani, investo 2/3.000€ da qualche parte (non mi importa geograficamente dove), mi torna indietro sotto forma di sconto di kWh sulla bolletta per i successivi 20 anni proporzionalmente alla produzione che ha fatto il “mio” pezzo di impianto.

  5. E non dimentichiamo la Francia, che, con una legge che entrerà in vigore il 1º luglio prossimo, obbligherà la copertura fotovoltaica dei parcheggi con più di 40 posti auto entro il 2028, con una produzione a regime stimata in oltre 11 MWh all’anno, l’equivalente di 3-4 moderne centrali nucleari.

    • Pienamente d’accordo. Le aree di parcheggio dovrebbero essere le prime a venire usate. Con fotovoltaico bisogna cercare di produrre energia il più vicino possibile a dove si consuma. Vicino a molte fermate della metropolitana vi sono enormi parcheggi che potrebbero essere usati per produrre l’energia usata dalla metro

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