Il nostro articolo sulle colonnine dimenticate ha aperto un “vaso di Pandora” di segnalazioni. Non riguardano solo la rete di Be Charge; nel mirino ci sono anche Enel X Way, A2A, Duferco. E’ risaputo che mediamente oltre il 20% delle stazioni di ricarica italiane (ed europee) sono normalmente fuori servizio. Spesso si tratta di problemi di affidabilità dell’infrastrttura: guasto, manutenzione, blocco momentaneo. Ma la vera piaga italiana è il rapporto tra operatori della ricarica e distributori di elettricità. La conseguenza sono tempi biblici per l’allacciamento alla rete di distribuzione. I nostri lettori, così, continano a scovare casi limite di colonnine fuori uso da mesi o anni. Ecco l’ennesimo, segnalato da Alessio, con relativo sfogo. Comprensibile, ma a nostro giudizio eccessivo. Inviate i vostri quesiti a info@vaielettrico.it.
A Ostia l’inferno della ricarica si chiama Enel X Way
Tre anni con la spina staccata. E nessuno sa perchè
“E quello che Vi segnalo è un caso estremo, dal quale magari una piccola inchiesta potrebbe far emergere interessanti risvolti: la colonnina di EnelX (perché parlare solo di BeCharge???), numero 20XM32T7KK4AR00052 sita in Roma a Via Bernardino da Monticastro.
Trattasi di super-beffa, perché sarebbe una colonnina veloce (la seconda a Ostia, se non erro, solo che la prima è fortunatamente attiva!). E veniamo al punto.. da quanto tempo è installata e inattiva? Non dico uno, non dico due, ma dico tre anni!!! Oltre qualsiasi pessimistica statistica o aspettativa. Potrei sbagliare e amerei essere contraddetto, ma detta colonnina veniva installata (con tanto di divieto di parcheggio) PRIMA dell’estate 2020, e quindi questa estate ha compiuto 3 anni.
Risulta ovviamente nelle trionfalistiche propagande di Roma Agenzia per la Mobilità, con tanto di pallino rosso sulla mappa dei punti di ricarica (rosso= in attivazione). Oltretutto sul luogo vige inutilmente da tre anni un divieto di sosta che irrita notevolmente chi va al mare (località Ostia), incitando ai gesti di vandalismo, che a Ostia non scarseggiano certo.
Ad aggravare la cosa, la colonnina è dotata di propri cavi, il cui rame probabilmente fa gola ai ladruncoli che in passato non hanno esitato a vandalizzare la ferrovia Roma-Lido per procurarsi il prezioso metallo. Insomma pare che quella installazione “cerchi rogna col lumicino”, come si dice a Roma„
Colonnine dimenticate, le segnalazioni dei clienti pure
- a EnelX, società che gestisce la colonnina: il 17 febbraio 2023 (più di una volta)
- Al corpo dei Vigili Urbani, perché almeno sospendessero il divieto di sosta in data 24 febbraio 2023
- All’Assessore alla Mobilità del Comune di Roma in data 12 aprile 2023
Qui giace senza vita la mobilità elettrica
Tutto vero, tutto comprensibile. Andiamoci piano, però
Risposta- Tutto vero, tutto comprensibile. Ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca. Gli operatori della ricarica (CPO) stanno facendo un lavoro ciclopico per infrastrutturare l’Italia (oltre 45.000 puti di ricarica installati) pur un presenza di un mercato dell’auto elettrica gravemente arretrato. Gli investimenti sono di centinaia di milioni, e ad oggi in perdita per tutti. Tanto che i piani finanziari sono a 10-12 anni. E’ legittimo che gli utenti segnalino quel che non va, e doveroso da parte nostra registrarlo. Tuttavia sparare nel mucchio non serve a risolvere i problemi.
Facciamoci qualche domanda, diamoci qualche risposta
Chiediamoci, per esempio, come mai disservizi anche clamorosi riguardino indistintamente tute le principali reti di ricarica. Può dipendere solo da loro, o dipende da un sistema pieno di “buchi”?
Chiediamoci poi come mai alcune (anche molte) colonnine siano abbandonate a sè stesse, mentre altre- decine di migliaia – funzionano a dovere. Le prime fanno tanto rumore, ma le altre permettono alla maggioranza di noi di goderci in silenzio la nostra esperienza di “early adopter” di veicoli elettrici. Saranno forse cortocircuiti fra i troppi attori, pubblici e privati, del processo di installazione-attivazione dei caricatori a generare i paradossali disservizi ci vengono denunciati?
Da parte nostra chiediano solo più trasparenza. Abbiamo diritto di sapere caso per caso quale sia il problema. Errori da correggere? Negligenze da punire? Inciampi burocratici da ricolvere? Snodi regolamentari da riformulare? Ditecelo, per favore.
Perchè è vero, come lamentano gli operatori, che ogni inefficienza erode i loro margini economici. Ma è vero anche quello che scrivemmo noi ieri: tutto si scarica sugli utenti. In assurdi disagi e on costi di ricarica che non accennano a diminuire.
Un piccolo florilegio di colonnine dimenticate
Chiudiamo con un sintetico florilegio delle segnalazioni ricevute via mail nella sola giornata di ieri. Altre le trovate tra i commenti all’articolo precedente
Scrive Fabio che «Anche a Milano in via Feltre è stata installata una colonnina a bassa potenza a Giugno 2022 ma mai attivata». Lorenzo di Grezzana (Vr) è disposto ad offrirci il pranzo se faremo qualcosa per attivare «le colonnine di Be Charge dimenticate che sono più di qualcuna» nel suo comune, mentre Manuel sostiene che le colonnine Be Charge a Rimini/ Riccione «sono quelle messe meglio e molto capillari». A differenza delle Duferco di Senigallia che sono «imbarazzanti a dire poco». Nicola Sacchi cita il caso di colonnine BeCharge installate a maggio 2023 e ancora inattive nel quartiere Balduina a Roma (largo Maccagno). Si tratta di una postazione di ricarica con 4 posti auto e attacco tipo 2. «Chiaramente è indicato il divieto di sosta, ignorato da tutti perché le colonnine sono inattive e nessuno ci ricarica mai. Questo abitua gli utenti della strada a parcheggiare nei post dedicati alla ricarica elettrica» sottolinea.
Un passato glorioso, finito nel 2021
Torniamo a Nord con Michele Brunelli per una colonnina ad Avio (VR) segnata su Nextcharge, ma non attiva. «Dalle recensioni di Nextcharge sembra aver funzionato in passato (2021) ma Be Charge telefonicamente ha confermato che la colonnina non risulta attiva».
«Vi segnalo anch’io questa colonnina Eni BeCharge da 150 kW nuova di zecca e mai attivata che da mesi e mesi sta all’interno del distributore Eni di via Udine a Tarcento». Vincenzo Poma ci manda anche la foto.
Ricordo a tutti che Enel X è di Enel la cui maggioranza è in mano al ministero delle finanze, il cui ministro è giorgetti (noto nemico delle auto elettriche).
il problema ricarica non riguarda solo le colonnine pubbliche, basta ricordare il bonus per le wallbox per privati con l’impossibilità evidente di scrivere un decreto attuativo, per le colonnine pubbliche ci sono incentivi che magari a chi le piazza bastano, le tasse sui carburanti (dal 1995 in percentuale fissa , rimosso ogni riferimento risibile tipo guerra etiopica o vajont) sono importanti, le colonnine funzionano sempre per chi vuole veramente la mobilità elettrica tipo tesla
ricordando che tesla sta via via rendendo le sue colonnine disponibili a tutti i privati possono organizzarsi con la condivisione, chi può offre la ricarica al suo domicilio gratis o al prezzo della bolletta, si fa un bel circuito così e tutti felici
una volta vidi in rete che qualcuno ci aveva già pensato e almeno una cinquantina di persone aveva aderito ma ho perso le informazioni
io sarei disponibile
in ogni caso il futuro non è l’auto privata quindi le colonnine pubbliche non sono un gran business
Vorrei ricordare almeno 4 colonnine Lidl che a Bergamo sono spente da almeno 4 mesi
Hanno fatto bene a spegnerle! Era pieno di scrocconi che arrivavano con due auto (mercedes e audi) e se ne andavano con una delle due lasciando l’altra in carica.
In questa catena di responsabilità c’è un ultimo anello a capo di tutto e con la responsabilità finale. Si chiama governo.
Lungi da me voler difendere questo governo fatto da ignoranti ed incompetenti, ma la responsabilità è di chi ha installato la colonnina e del gestore. Evidentemente ci sono degli interessi dei quali siamo all’oscuro. Altra ragione non c’è.
O di chi non concede l’allacciamento?
Chi non concede l’allaccio, potrebbe avere degli interessi, ma a me pare che si arrivi alla concessione dello spazio , al montaggio della colonnina e chi di dovere ha già avuto il proprio interesse. E li si ferma perché non si sentono tuonare le aziende per i mancati allacci, ma solamente lo sconforto degli utenti.
Me lo chiedo anch’io. Mugugnano a mezza bocca e basta. Facendo i maliziosi potremmo ipotizzare una guerra sotterranea di ricatti fra operatori della ricarica e distributori, che sono poi aziende controllate dagli stessi gruppi, ciascuna con il suo territorio di competenza. I principali distributori sono: E-Distribuzione (Enel); Unareti (A2A); Areti (Acea Roma); Ireti (Iren); Edyna (Alperia-Neogy); Set Distribuzione (Dolomiti Energia-Neogy); Inrete Distribuzione Energia (Hera); Megareti (AGSM); AcegasApsAmga (Hera); ASM Terni (Acea). Plenitude-Be Charge del Gruppo Eni non figura nell’elenco dei distributori di energia, quindi opera sempre “in casa d’altri”.
Gli interessi che citi, evidentemente, coincidono con quelli governativi, non giriamoci intorno.