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Luglio elettrico 2023: vendite deludenti

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Luglio elettrico 2023: le vendite non decollano, superano di poco le 4 mila unità. E  l’Italia resta l’unico mercato in cui si vendono più ibride plug-in che EV.

Luglio elettrico 2023: quota inchiodata al 3,4%

luglio elettrico 2023

Mentre l’Europa corre veloce sull’auto elettrica, in Italia le immatricolazioni stentano ancora a decollare. A luglio, in particolare, sono state registrate nella penisola 4.094 nuove vetture full electric (+13,8% vs luglio 2022, -19,7% vs luglio 2021). In leggero recupero la quota di mercato, che passa dal 3,3% di luglio 2022 al 3,4%, ma al di sotto del valore messo a segno nello stesso mese del 2021 (4,6%). Nei primi 7 mesi dell’anno le auto elettriche immatricolate in Italia sono 36.778, con un progresso del 29,6% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 4% sui 7 mesi del 2021. A fronte di questi dati, segnala Motus-e, il parco circolante elettrico italiano ha raggiunto al 31 luglio le 203.873 unità. Complessivamente, le nuove immatricolazioni di auto in Italia segnano a luglio un progresso dell’8,8% a 119.814 unità e nei 7 mesi salgono del 20,9% a 963.901 unità.

Ancora prima Tesla Model Y, davanti a 500e e Smart

luglio elettrico 2023

Deboli anche le vendite dei singoli modelli, con la solita Tesla Model Y a primeggiare, ma con solo 399 immatricolazioni. Segue la 500e, a quota 332, e la Smart ForTwo a 317. Quota la prima delle cinesi, la MG4, a 222. Tra le alimentazioni, segnala l’analisi Unrae, le auto a benzina perdono 1,2 punti, fermandosi al 28,6% di quota (28% nel cumulato). Le diesel scendono al 18% delle immatricolazioni (-2,7 p.p. e al 19,2% nei 7 mesi). In buona crescita il Gpl, che si porta al 9,8% di quota (+1,9 p.p., all’8,9% in gennaio-luglio), mentre il metano si ferma allo 0,1% sia nel mese sia nel cumulato. Le ibride salgono al 35,7% nel mese e al 35,3% nel cumulato, con un 7,6% per le “full” hybrid e 28,1% per le “mild” hybrid. Come anticipato, la quota delle BEV si ferma al 3,4% i (3,8% nel cumulato) e quella delle ibride plug-in (PHEV) al 4,4% (4,6% nei 7 mesi).

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57 COMMENTI

  1. Io metterei gli incentivi anche sull’acquisto delle auto usate, il mercato dell’usato elettrico si sta infoltendo e con degli incentivi i prezzi potrebbero essere ancora più interessanti per auto praticamente pari al nuovo

  2. Il cliente ha sempre ragione.
    Io invece sono sempre in attesa che gli aerei funzionino con l’elettrico. Dicono che il problema sono le colonnine di ricarica.

    • Con gli aerei le cose si complicano abbastanza. Se le batterie diminuiranno ancora un po’ di peso per le tratte brevi forse ce la facciamo. Per le tratte lunghe al momento l’unica opzione sembrano essere e-fuel o biofuel (questi ultimi se sostenibili).
      Per le colonnine se un aereo termico occupa la piazzola speriamo nella rimozione forzata. 😜

  3. È un dato che riflette la situazione economica del nostro Paese. Poi sarebbe interessante capire come è distribuito sul territorio questo 4% scarso di Bev, di sicuro una grossa fetta delle immatricolazioni è nel Centro Nord Italia dove non solo gli stipendi sono mediamente più alti ma anche l’infrastruttura è più capillare.

  4. Puntiglioso coi puntigliosi, polemico coi polemici, dubbioso coi Dubbioso (ramdomize)
    In realtà, per ottimizzare i commenti, era una citazione diretta a quello col nick-ossimoro.

    Relativamente ai 40 secondi, io ho inteso che sia il numero di veicoli che escono dallo stabilimento di Shanghai e i conti più o meno tornano. Però è anche il tempo del mega cast, per cui non ne sono affatto sicuro.
    In ogni caso rispetto alle 9 ore dichiarate da VW per una ID.3 è un belll’andare.

  5. Di negativo vedo il fatto ineluttabile che di questo andazzo in Italia non verrà ad investire mai più nessuno nell’importante e imponente settore industriale dell’automotive e di tutta la sua filiera, milioni di posti di lavoro che saranno persi e non più recuperati. Poi fra dieci anni non bisognerà lamentarsi e prendersela col governo di turno perché non c’è più lavoro o con l’Unione europea, o con gli industriali, o con i sindacati o con gli immigrati, perché i nostri figli hanno meno possibilità di lavoro rispetto i coetanei di tutta Europa o di tutto il mondo, bisognerà solo prendersela con quegli italiani che 10 anni prima sostenevano a spada tratta una tecnologia altamente inquinante e nociva, arretrata, poco efficiente, costosa e ormai morta come quella dell’auto con motore a scoppio. Mi auguro, per il bene delle prossime generazioni di italiani che avvenga presto la svolta verso una mobilità più sostenibile, per la salute delle persone e dell’ambiente, stimolando e spingendo la transizione elettrica. Rappresenta un investimento per il futuro, di tutti gli italiani. Basta solo provare, informarsi, farsi qualche piccolo calcolo e la transizione sarebbe facile a rapida, come in tutti gli altri paesi europei e non. Conviene

    • Io sono moderatamente ottimista, ovvero io vedo una partenza a scoppio ritardato. Semplicemente gli italiani non hanno portafogli per i listini delle elettriche di oggi. Negli USA stanno facendo lo stesso ragionamento, dicendo che le elettriche oggi non sono compatibili con gli stipendi della classe operaia. Ma è anche vero che siamo una prateria per quei produttori che puntano al mass market, ovvero cinesi e americani. La Tesla a 25000 euro potrà fare faville. MG “rischia” una crescita esponenziale. DR e Dacia possono fare benissimo. Il prossimo anno debutteranno Alps e Firefly. Fisker ci darà la Pear. E poi forse Renault 5, VW id2all, id1 … Coraggio e incrociamo le dita…

    • Il problema di questa tecnologia è che non è una scelta, ma un obbligo, con costi tra l’altro proibitivi per la maggior parte degli italiani.
      Inoltre come mai non vengono eliminati tutti gli sport motoristici? Formula1, rally, motogp ecc…?
      Forse Verstappen e Bagnaia non inquinano?
      I governi hanno per caso eliminato tutte le forme di produzione dell’elettricità inquinanti?
      Perché se ricarichi la tua auto elettrica da una fonte proveniente da una centrale nucleare, o a carbone, per esempio ecco che non sei molto green.
      Eliminiamo anche tutti i riscaldamenti non elettrici, eliminiamo i trasporti aerei e navali finché non si convertiranno all’elettrico.
      Magari smettiamo anche di litigare e proviamo a capire che ognuno ha i propri gusti, esigenze e disponibilità economiche ed è quindi giusto che acquisti il mezzo di locomozione che ritiene più idoneo per se stesso.
      Personalmente passerò all’elettrico, quando tutto il sistema di infrastrutture sarà adeguato per questo tipo di tecnologia, perché al momento, almeno in Italia non lo è affatto.

      • Gian Mario, ritengo in buona fede, ma ha infilato nella sua risposta una serie di luoghi comuni smentiti fino alla nausea.
        “Perché se ricarichi la tua auto elettrica da una fonte proveniente da una centrale nucleare, o a carbone, per esempio ecco che non sei molto green.” converrà che se il mix energetico nazionale ha il 30% di rinnovabile, indiscutibilmente inquino per il 30% in meno. Può dire la stessa cosa di una termica? Se quel mix passa al 50%, ecco che TUTTE le auto elettriche in giro, anche quelle stravecchie, inquinano il 50% in meno. Di nuovo: può dire la stessa cosa di una termica?
        “liminiamo anche tutti i riscaldamenti non elettrici, eliminiamo i trasporti aerei e navali finché non si convertiranno all’elettrico” ma è quello che si sta facendo… a parte i trasporti aerei, esistono aerei civili elettrici (ad uso privato, da 9 posti) per brevi tratte, però nuovamente ricadiamo in una fallacia logica: se non potremo mai convertire gli aerei elettrici, non dovremmo dunque fare niente negli altri campi perchè vale la regola del tutto o niente? Se togliamo il RESTO, non è già MOLTO?
        “Il problema di questa tecnologia è che non è una scelta, ma un obbligo” esatto, è un obbligo, se non lo faremo la civiltà per come la conosciamo oggi non esisterà più. Venezia sarà il paradiso dei subacquei, la Sicilia si desertificherà, la pianura Padana diventerà un lago salato e la nuova ricchezza non sarà il denaro, ma avere il condizionatore più potente. Se la temperatura continua a salire, un giorno si scioglierà tutto il permafrost, rilasciano gigatonnellate di metano imprigionato, che accelererà il processo. E sarà la fine della civiltà che conosciamo, processo irreversibile, fine dei giochi. Quindi è un obbligo. Gli esseri umani sono stupidi: fanno le guerre e si ammazzano tra di loro, c’è da stupirsi?

      • Ci sono diversi problemi con quello che scrive,.purtroppo dovrò andare per punti:

        1) L’auto elettrica non è un obbligo, almeno per ora
        2) Gli sport motoristici sono una bazzecola in confronto alle emissioni di tutte le auto messe insieme che vanno in giro quotidianamente.
        3) Anche le forme di produzione di elettricità inquinanti sono in fase di riduzione e probabilmente in futuro anche disincentivate
        4) Le centrali nucleari non emettono CO2 anche se coprono solo in piccola parte il fabbisogno energetico mondiale e hanno altri problemi.
        5) Perché dobbiamo cominciare con gli aerei visto che non esiste una soluzione come nel caso delle auto?
        6) È giusto che ognuno possa acquistare ciò che meglio crede, ed è così ancora oggi, ma se causa un danno alla collettività è giusto anche che paghi il prezzo di questi danni.
        7) C’è ancora tempo per passare all’elettrico e si sta proprio lavorando per migliorare l’infrastruttura per questo.

        Considerazione finale: per chi ha budget limitati è vero che le auto elettriche costano ancora troppo. Il mistero resta sul perché chi non ha problemi di budget e di ricarica scelga ancora auto termiche. C’è ancora troppa diffidenza per una tecnologia che molti italiani stentano a capire.

  6. Anziché ripetere i commenti del mese scorso (tanto i dati sono sotto gli occhi di tutti), notavo i dati di vendita in Cina, dove le plugin non vanno male. Vendono la metà rispetto alle bev ma questo è dovuto essenzialmente a 2 fattori: i migliori incentivi per le bev e il fatto che non tutti i brand offrono le plugin. Ormai le plugin cinesi, con i loro 100 km di autonomia CLTC, sono auto perfette perché richiedono l’uso del motore a scoppio solo quando strettamente indispensabile (ovvero quando non si ha il tempo di ricaricare). Peccato che plugin con queste autonomie da noi sono economicamente proibitive.

    I brand che crescono di più in Cina sono BYD e Li Auto ed entrambi offrono tante plugin. L’auto più venduta nei primi mesi in Cina (incluso il mese di luglio) è stata la BYD Qin Plus (di cui si stima che la metà sia plugin e il resto benzina), con la Model Y che in Cina si piazza terza.

    In questa fase di transizione, garantire un ventaglio ampio di possibilità ai prezzi migliori sembra essere premiante. Il sorpasso di BYD su tutti è dovuto proprio a questa strategia, con le sue plugin che rappresentano nella fascia medio-bassa le migliori auto per rapporto prezzo/prestazioni mentre nella fascia medio-alta delle plugin lo scettro va a Li Auto. Per darvi un’idea, la Qin Plus accelera da 0-100 in 5.5 s (3.8 la versione più potente), il prezzo va da 19000 dollari a 25700 dollari.

    La stessa strategia commerciale si applica anche in Italia dove MG cresce molto più di Tesla. Da notare che solo il 10% circa (perdonatemi ma non ho sottomano il dato esatto) delle MG è elettrico, il resto del venduto è costituito da benzina e plugin. Per Volkswagen, che pure cresce nel comparto elettrico, solo il 7% del suo venduto è una elettrica, eppure per il 2030 vuole che la quota arrivi all’80%. Questo sì che è ottimismo.

    Ciò a cui si sta assistendo è un raffreddamento della domanda delle elettriche, ovvero cresce la domanda ma meno rispetto a quanto inizialmente previsto. Numeri al ribasso rivisti da tanti produttori, con i piazzali che si riempiono di elettriche invendute e ora molti produttori stanno rivedendo al ribasso le stime di quest’anno. Male un po’ tutti i brand (si salva la solita Tesla e solo per il Cybertruck si parla di 2 milioni di prenotazioni – anche se poi va visto quante saranno confermate quando usciranno i prezzi e le specifiche definitive): oltre a Ford, che deve rivedere le stime, Mazda ha cessato la vendita della MX30 negli USA per gli scarsi risultati e VW ha dovuto ribassare ulteriormente i prezzi in Cina per un rimbalzo nelle vendite (ma comunque il dato complessivo resta inferiore allo scorso anno).

    Non a caso il consumo di carburante è dato in crescita anche nei prossimi anni. In Cina il picco dovrebbe arrivare tra il 2024 e il 2025, in altri paesi si parla del 2028.

    Tornando alle plugin, secondo me le auto plugin non sono morte: sono in difficoltà oggi, ma quando il mercato delle bev comincerà a saturarsi, se dovessero emergere problemi con la disponibilità e l’affidabilità delle colonnine, plugin con buona autonomia in elettrica torneranno a essere richieste (se offerte a prezzi abbordabili perché il problema alla fine è proprio il prezzo). Sperando che i cinesi, DR o Dacia ce le offrano.

    • Ciao Enzo, spunti interessanti, ti leggo sempre con attenzione

      altri mi sembrano un po’ biased, so preferiresti prolungare i motori termici 🙂

      alla fine ribalti l’interpretazione del dato crudo europeo,
      il dato (almeno in Europa) è che le ibride stanno diminuendo e le BEC crescono

      anche il “raffreddamento delle elettriche”, un rimbalzo in certe aree o su alcuni marchi,
      se guardi i dati annuali non c’è, persino Vw con i suoi difetti di gioventù, è cresciuta tanto

      tra l’altro da noi non abbiamo molti modelli ibridi/range extender fatti bene, la maggior parte sono ibride con 40-50km di autonomia reale ?

      // i migliori incentivi per le bev //
      che io sappia in Cina gli incentivi per le Bev sono già stati tolti, da qualche mese mi pare, dai 7000e iniziali, negli anni erano scalati a 1250e, poi tolti anche questi

      // in Cina il picco dovrebbe arrivare tra il 2024 e il 2025//
      pare il 2024, comunque gli do una interpretazione opposta alla tua: il numero di persone che in cina comprano auto cresce ancora, ma stanno per avere un calo dei consumi di carburante.. crescono le BEV (mi pare sono a 30%?)..se sono anche ibride, le usano in elettrico se il carburante comunque è previsto che calerà

      //le sue plugin che rappresentano nella fascia medio-bassa le migliori auto per rapporto prezzo/prestazioni//
      non so li, ma da noi le ibride plug-in costano forse più delle elettriche, e pare siano più soggette a guasti, tra l’altro complicati da riparare, vanno bene per clienti fascoltosi che non vogliono rischiare di perdere tempo con le ricariche; ok, buone per la transizione, fanno parte delle opzioni, anche da noi che non abbiamo la rete di ricarica cosi diffusa, ma se costano più care non sono cosi invitanti da crescere in futuro, almeno sembrebbe che in europa scendano?

      Bho.. ndi commercio no ci capisco molto comunque..buona giornata, ciao!

      • In Europa dipende cosa guardi. Se guardi tutta l’Europa c’è una leggera crescita, se guardi la UE e fai il confronto tra la quota bev del 2022 e la quota bev del Q1 2023 c’è una lieve flessione (ora mi daranno del troll ma fa niente). In generale (inteso come worldwide) come ho scritto le elettriche aumentano ma meno di quanto previsto.

        Da noi le plugin sono in crisi perché con 50 km di autonomia non hanno senso ma in Cina arrivano facile e a basso costo a 120 km di autonomia e chiaramente così sono più interessanti. Da noi PHEV con quell’autonomia costano dagli 80k in su, questi prezzi da noi ne decreteranno morte certa.

        Per la Cina, l’incentivo più grande che mi pare sia ancora attivo è evitare la lotteria delle targhe, un incubo, ovvero la bev la targa per l’elettrica te la danno subito.

        Sul discorso “picco benzina” la vediamo uguale ma il fatto che il picco sarà raggiunto tra qualche anno è comunque un segnale della lentezza con cui l’elettrico procede. Ferme restando le tue considerazioni che sono esattissime. Nota a margine: guardati le concessioni che i vari paesi europei pro-scossa stanno dando alle società petrolifere per le perforazioni. Guardati i dati di Norvegia e UK, ad esempio. Pecunia non olet. Questi sono i paesi che ci fanno anche la morale …

        Nota finale: vorrei tantissimo che la mia prossima auto fosse elettrica ma con questi prezzi è dura, devo posticipare… Mi guardavo oggi su Autoscout i prezzi di auto come la Kia xceed diesel Hybrid … Vabbè, dai, stringiamo i denti e fingiamo che tra qualche anno ci daranno belle elettriche a 25000 euro …

        • Sinceramente devo farti un applauso, mi piace sempre molto quello che scrivi, mi sembri il più equilibrato qui dentro, ed è difficile visto i tanti invasati. Seguo giornalmente i dati di varie società perché nella vita sono un trader di professione, a me stupisce ogni quarter stellantis su tutti, fa utili incredibili. Non ultima Iveco oggi, i motori termici che piaccia o no, per ora sono difficilmente sostituibili.

          • Anche i Narcos fanno utili incredibili ogni giorno ed entrambi contribuiscono a fare morire gente.

            Messa in questi termini, immagino faccia di me un invasato.

    • Per quanto riguarda la MG4, o la ZS ev, non credo che ci siano piazzali di auto invendute. Credo che ci sia qualcosa su MG5 e Marvel, ma la mia MG4 Comfort Fizzy Orange l’ho aspettata per 9 mesi!

  7. Premesso che i dati sono deprimenti, non mi stupisco di ciò : i prezzi delle BEV rispetto alle termiche non sono per nulla diminuiti e, di contro, rispetto al 2021 gli incentivi si sono più che dimezzati, ragion per cui le vendite sono diminuite proprio rispetto a quell’anno. Io stesso non avrei acquistato una BEV con gli incentivi di oggi

  8. Ad ogni modo secondo me questi dati sono letti in modo errato. Se guardo i modelli venduti e validi questi sono cresciuti. Gli altri modelli sono sia vecchi che costosi, e la gente ha aperto gli occhi Mi sembra anche ovvio che la gente smetta di comprare la 500e, la 208e etc etc tutti mdelli super costosie poco efficienti.

    Quindi a mio avviso il mercato è cresciuto in qualità rispetto alla capacità di acquisto dell’italiano medio. Ovviamente i modelli meno validi sono crollati in generale nelle vendite andando a compensare l’opposto crescita positiva.

  9. Lega, Giorgetti, Salvini, Cingolani, Meloni, Fdp Prodi ecc.: OBBIETTIVO RAGGIUNTO!!!!!!!!!!!
    La verità, Libero, Il Giornale ecc ecc.: OBBIETTIVO RAGGIUNTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    LA7, RETE 4 ITALIA 1, CANALE 5, RAI 1.2.3 ecc.: OBBIETTIVO RAGGIUNTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    AUTO, QUATTRORUOTE, AL VOLANTE ecc.: OBBIETTIVO RAGGIUNTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    E alla fine i PREMI (climatici), e spero vengano coinvolti loro e non solo gli innocenti come capita sempre.

    • Se sei veramente convinto che nel 2023, e in questi anni di esplosione degli abbonamenti a netflix, prime, sky, alice, disney, e degli altri cento canali streaming, gli italiani, o la gran parte di loro, stia ancora dietro ai caroselli di quei canali tv, evidentemente viviamo in mondi paralleli e diversi. Quindi il calo del 17% registrato dal settore immobiliare è da addebitare ai media? Nessun dubbio che il problema non continui ad essere la crescita (o finta decrescita) del costo della vita, a cui fanno da contraltare stipendi fermi al palo? Ma solo io non ho avuto problemi fino a qualche anno fa ad acquistare auto da famiglia, come sw e monovolumi, quasi senza dover ricorrere a forme di prestito, mentre oggi mi sarebbe assolutamente impossibile se non ricorrendo ad un usato anche abbastanza datato? Ho provato anche a sondare seriamente ev, peraltro enormemente più piccole e scomode rispetto alle mie esigenze familiari, come Avenger (nuova) e Kona (usata), ed il prezzo restava livellato sui 36mila euro… poi sono rinsavito e ho mandato cortesemente a quel paese i venditori, ed ora mi tengo il mio monovolume fino alla sua morte, non c’è nessuna speranza che il ceto medio (al quale sicuramente appartengo, e per il quale vengo già abbondantemente spennato dal dentista dei miei figli e dalle varie attività che il mondo attuale richiede nei loro riguardi), possa realmente approcciare a certi prezzi. Poi si dirà che le bev nel segmento D siano già competitive (assolutamente sì!), e che comunque si vedono in giro tanti veicoli top di gamma (e io ritengo che la maggior parte siano aziendali), ma non sono situazioni che riguardano il ceto medio, almeno quello che ha in carico mutuo e figli minori, salvo casi fortunati, magari dipesi da eredità o da famiglie solide alle spalle. Ma non è questa la normalità, e continuare a dare degli stolti ed ignoranti agli “altri” italiani non fa onore nè ai soliti commentatori seriali di tal tipo, nè alla redazione che non ha mai redarguito simili comportamenti offesivi

      • Parlo per me, naturalmente.
        Personalmente io mi lamento del fatto che le auto da segmento D in su sono il 13% del mercato e l’età media delle stesse NON è di 10 anni (spesso sono NLT da 3 anni). Se fosse di 20 anni – poi rottamazione, significherebbe che ogni anno verranno vendute 250.000 nuove auto di segmento D o superiore.
        Le segmento D elettriche costano meno delle corrispondenti termiche. Chi acquista segmento D o superiore ha normalmente disponibilità di garage e ovvia disponibilità economica non da ceto medio.
        Mettendo insieme tutte queste informazioni, la domanda spontanea è: allora perchè non si vendono proporzionalmente elettriche di segmento D, nonostante l’indiscusso predominio di Tesla sia per prezzo che per prestazioni che per efficienza esattamente in questo segmento? E’ azzardato dire che c’è un pregiudizio (tutto italiano) alla base?
        (Una Kona usata costa 36.000€ e una Model 3 nuova ne costa 38.000, anche questo è un problema distorsivo del mercato non da sottovalutare)
        Nel ceto medio e medio inferiore, certo che abbiamo un problema! E il problema di base è che la Panda base zero optional costa più di 15.000€!!
        Il ceto medio e medio inferiore OGGI non può permettersi ANCORA elettriche. Questo è stato scritto (dal sottoscritto ma non solo) svariate volte in svariati commenti. Ma chi può permetterselo OGGI (e sono ALMENO la metà di quei 250.000 acquirenti di segmento D o superiore, mica faranno tutti i rappresentanti da 1000 km a botta???) e NON lo fa, sta condannando il ceto medio a rimandare il suo acquisto, perchè le vendite in generale NON decollano, l’infrastruttura neanche, i decreti attuativi per banalità come le wallbox rimangono congelati, tutto è bloccato in attesa… di cosa?
        E chi c’è dietro a tutto questo, se non grandi interessi economici? E come si attua questo interesse, se non attraverso i canali elencati, rumorosamente, da caprone manicheo?
        E’ vero quello che scrive Luigi, ma è anche vero quello che scrive caprone: in Italia non vogliono le BEV, abbiamo un governo conservatore che non ha nessuna intenzione di muoversi “alla Macron” e le cose non cambieranno per tanti anni e chi ci rimette non sono io, che la guido da 2 anni, ho il fotovoltaico (da 12 anni) e il garage (da 27 anni), ma il ceto medio che si terrà la monovolume per un ulteriore anno e poi un altro ancora, aspettando che escano monovolume BEV che invece non usciranno perchè nessuno compra le BEV. Bel circolo vizioso.

        • Mi permetterei di aggiungere che il problema principale per chi non riuscirà a cambiare auto è come affronterà l’eventualità di una crisi dei carburanti simile a quella che si è verificata col gas. Quando capiterà il problema sarà pesante per le fasce più deboli, non certo per chi ha NLT di 3 anni, ovvero nel giro di 3 anni la maggior parte di quelle auto potrebbero diventare elettriche senza aggravio per i titolari (ma con un complesso rischio finanziario per le società di noleggio).
          Tra quanto capiterà? Non ne ho idea, mesi forse qualche anno, ma quando capiterà sarà veloce perché la scintilla potrebbe essere ancora una volta qualche conflitto regionale che romperà tutti gli attuali ma delicati equilibri di approvvigionamento dell’energia fossile

          • previsione con una ragionevolezza preoccupante.
            conoscendo i nostri connazionali
            andrà quasi di sicuro così….

          • @mario milanesio a scanso di equivoci la mia non è una previsione ma uno scenario probabile (non ho la sfera di cristallo).
            Ci sono scenari alternativi che potrebbero portare a un crollo del prezzo del petrolio (causa riduzione della domanda e nessun evento particolare lato Cina e India, ad esempio) che manderebbe in crisi i produttori, creando instabilità in medio oriente.
            Seguirebbe riduzione della produzione e nuova risalita: in questo scenario possiamo ipotizzare prezzi dei carburanti intorno a 1,3-1,5€ tra 2-5 anni e poi risalita verso 2,5-3€ tra 6-8 anni.
            E come sempre nessuno scenario sarà quello giusto, l’unica cosa certa è che gli equilibri per quanto riguarda il petrolio sono fragili e delicati per cui dobbiamo prepararci a ogni evenienza.
            Resta il fatto che chi per qualunque ragione sarà legato all’uso dell’auto termica sarà in balìa delle varie ondate che di susseguiranno.

        • Ho un dubbio più superficiale, sulle concause dei bassi numeri da noi:

          ..non è che oltre a problemi di cattivo clima mediatico/amministartivo/politico anti-elettriche

          ..e di distribuzione statistica dei redditi con minori disponibilità

          ..abbiamo anche stradine e garage più piccoli, che impedisce a una parte dei potenziali aquirenti di giovarsi dei buoni prezzi che per ora fa solo Tesla, perché sono auto da 4.7metri (nonostante questo, più economiche da aquistare e mantenere di altre, ma nei garage o nelle stradini non ci entrano fisicamente)

          • beh ovvio anche questo, ma qualche volta ho provato a scrivere che la questione abitativa è fondamentale tra non possesso di garage, impianti elettrici vetusti e non aggiornabili, quantità di garage inferiore al numero di abitazioni, ma ho ricevuto pernacchie tra “volere e potere” e “io ho la villa di 400mq e ho fatto il 110% e non ho avuto problemi”

          • “Ho la villa di 400 mq e ho fatto il 110% non ho avuto problemi” fa il paio con “io figli non ne ho e me ne frego dei figli altrui. Smettiamola con questa finta moralità superiore”. Chi l’ha scritto?

        • “aspettando che escano monovolume BEV che invece non usciranno perché nessuno compra le BEV. Bel circolo vizioso.”

          Intervengo solo su questo punto. Non credo sia così perché, essendo nella EU, generalmente un produttore di auto nel giro di pochi mesi, massimo 2 anni, finisce per vendere un modello in tutti i paesi della EU. La scelta di un produttore di un monovolume BEV non dipende dall’Italia ma dipende dal resto del mondo: se Stellantis farà un monovolume BEV per i ricchi tedeschi e norvegesi, poi non è che da noi si rifiuta di venderlo, al più avremo liste d’attesa un po’ più lunghe.

      • Non concordo sul forzare cosi il post di Caprone

        mi sembra un argomentare fantoccio (per me offensivo è manipolare le parole) se gli attribuisci questi estremismi:
        1) dare a tutti gli iitaliani degli ignoranti
        2) voler spingere chi non ha budget o necessità a comprare un auto nuova

        mi pare che questi estrermismi sono nelle tue frasi, non nel suo post, che fra l’altro accusa i disinformatori di professione, più che il pubblico che la riceve

        ===================================

        Con ordine, la mia opinione:

        – non è rivolto a un tuo singolo caso, il tuo contesto lo conosci solo tu, e se hai valutato le Ev sei già piuttosto addentro e informato

        – ne è rivolto in generale a chiunque abbia difficoltà a comprare senza troppi sacrifici un’auto nuova o non abbia necessità di passare a un’auto nuova; ci si tiene l’usato in attesa di prezzi e tempi migliori

        – IMHO, non basta Netflix a cancellare una serie di altri imput a cui siamo esposti, magari tu meno, ma è una presenza diffusa di “comunicatori” che con pelo sullo stomaco, metodo e interesse fanno disinformazione, e “statististicamente”, se non su di te, se sei meno influenzabile, conosci le EV, e guardi solo costi e speciifiche tecniche, inceve su un altro, un effetto lo ottengono

        – il target di questi sforzi è chi ha un budget non risicato e compra l’auto nuova, formando le statistiche che commentiamo, e si trova a scegliere tra modelli Ev e termiche che magari entrambi fitterebbero le sue necessità

        Un certo clima di incertezza, di disinformazione, e di appartenza a gruppi ideologici (o incredibilmente da noi si sovrappongono con gruppi politici, che dei temi ambientali hanno fatto un bersaglio), ha un effetto nello spostare le inclinazazioni di aquisto; la goccia un po alla volta scava la roccia, non necessariamente agisce solo su “ignoranti”

        poi ci sono anche quelli eh, troppo comodo dire tutti o nessuno, ce ne è con una certa scala di non valori, che se li lasciassi fare la convivenza pacifica o i vantaggi del progresso di secoli di storia e scienza, li distruggero; come chiameresti un negazionista, piuttosto che un novax che va a rincorrere le ambulanze per dargli noia o prende a pugni un vigile o qualcuno con che gli passa vicino solo perche indossa la mascherina..visto di persona

        Si riesce eccome a creare un effetto sulle persone, es. a spostare una preferenza di aquisto in modo equivalente a un listino cambiato di 3000e.. o non fargli venire voglia nemmeno di informarzi su un prodotto alternativo.. e se pompi ancora più forte, su persone più vulnerabili crei anche isterismi, comportamenti irrazionali, istigazioni a farsi la guerra tra poveri come si dice

        Es. banale se mi mettono anche solo il dubbio che “le batterie si rompono tutte a 8 anni e 1 giorno, appena scade la garanzia” .. o che “non si riesce ad andare in autostrada”.. “il costo al km costa più di una termica”.. ” che in centro a milano non potrai più entrare con facilitazioni anche se hai un’elettrica” e cosi via

        E’ la base del marketing (anche fatto in negativo) e della politica, sono leve potenti; con campagne strutturate sui social ci hanno convinto gli inglesi a votare la Brexit, sono ancora li a chiedersi perchè hanno votato in quel modo; forse (sempre campagne in stile Cambridge analitica, ma anche altre perfettamente legali; e qui da noi tecniche imitate da gruppetti vari) anche aiutato a far votare la prima volta il presidente americano col ciuffo arancione, o influenzato decisioni da noi, eppure gli elettori non sono tutti “ignoranti”

        la mia compagna ci ha fatto una tesi di sociologia sulle tecniche delle campagne polarizzanti, esistono dai tempi della radio e poi della tv, oggi anche sui social, e pure io qualcosa per uno dei miei vari lavori (una fase da informatico) mi sono dovuto studiare sui social media

        Ora:

        >> persone che non possono prendere un’auto nuova adesso senza arrivare risicati o non possono proprio, ce ne sono tante in tutta Europa, per cui i casi singoli ne abbiamo dapperttutto e i più vari

        >> la mancanza di veicoli elettrici economici segmento A-B-C è comune in tutta europa ( Cina salvaci tu a questo punto, avevamo già ottime vetture come la E-Up e non sono più incommercio )

        Guardiamo piuttosto la statitica, invece dei singoli casi:
        c’è un differenziale alto italia 4% vs Europa 13,5-15% (senza/con UK)

        A) tu ed altri state forse (?) dicendo che una fetta di questo differenziale sarebbe dovuto a una diversa distribuzione dei redditi in italia rispetto agli altri paesi ( media reddito simile ad altri stati, ma forse distribuita diversamente nella popolazione, o appesantita da altre spese); non sono esperto, ma posso crederci, per me ha senso

        B) Caprone ed altri stanno dicendo che un’altra fetta di questo differenziale è dovuto ad un clima amministativo (colonnine al sud italia ne abbiamo? l’incentivo alle wall box che agisce da disincentivo perchè rimandato a nuova data? i balletti dei prezzi delle colonnine? etc.) ed ideologico (e di recente anche politico, è partita la campagna per le elezioni comunali e europee dell’anno prossimo) pesantuccio su questi temi (non so se hai notato che negli ultimi mesi è stato dato un giro di vita ideologico anche ai programmi tv), pompato da campagne di comunicazione che arrivano alla denigrazione e all’incitamento all’odio, magari condito da vittimismo;
        anche questo per me ha senso

        sono campagne che per quanto siano ridicole per persone che ragionano in un certo modo, più criticamente e razionalmente, non lo sono per altre che ragionano diversamente, e specie tra qualcuno in cerca di appartenenza a gruppi e o in cerca di capri espiatori, lo raccattano, ma senza escludere anche persone normalissime.. la pubblicità goccia a goccia scava le inclinazioni personali, anche i meno vulnerabili sono esposti

        Una spiegazione (A) non esclude l’altra (B)

        in un paese con una comunicazione meno contraria e un clima di provvedimenti amministyrativi più regolari, affidabili, su cui basare anche i calcoli economici di rientro e gestione delle auto

        magari avremmo ancora il limite dei redditi, ma più propensione di ora a rischiarsela con un “investimento” se il prezzo iniziale è più alto su una Bev rispetto alla corrispettiva termica

        per capirsi magari staremmo al 7% invece che al 4%

        PS: sarebbe interessante capire che clima c’è nei media e ideologico/politico in spagna, dove sono bassini come percentuale anche loro

        Per il resto, se rifaremo la stessa discussione tra un anno, penso i listini saranno scesi, qualche timido accenno si è già visto, anche sconti praticati sui listini, e la concorrenza anche arriva

        • Il tuo ragionamento non fa una grinza, e non posso che condividerlo in pieno. Ma… dal mio personale punto di vista la tesi di Caprone si palesa propriamente estremista nel momento in cui – e per l’ennesima volta- la sua analisi sui risultati deludenti delle bev resta limitata “solamente” al vento contrario della politica e dell’informazione. E non prenda mai minimamente in considerazione, lui come tanti altri, il fattore potere d’acquisto. Se è vero che i fattori denunciati da Caprone siano in grado di condizionare qualcuno, o anche molti, tale da impedire/ostacolare che la quota bev potesse già oggi raggiungere quota 7-8%, è altrettanto certo che se il ceto medio italiano, quello che porterebbe realmente i numeri del movimento, non avesse visto costantemente eroso il proprio potere d’acquisto, e potesse essere almeno pari a quello tedesco, oggi i numeri sarebbero anche superiori al 7-8% suddetto, e questo perché qui c’è una strana tendenza a scagliarsi contro il famigerato italiano medio che “non vuole” l’auto elettrica, perché imbrigliato dalle maglie negative della politica e dei media, perché rozzo ed incivile si lascia manovrare come un burattino. Nel mio personalissimo caso, datemi una e-monovolume a 25mila euro (costo di quello mio appena 10 anni fa, quando il mio reddito non era tanto dissimile da quello odierno, ma quando il caffè costava 1€ anziché 1,30, il gelato 2,30 anziché 3, il latte 1,45 anziché 2, ecc ecc ecc), e vediamo cosa succede. Oppure ripescassero la e-up, misteriosamente sparita dai radar, e che la propongano a un prezzo sui 15mila, vediamo se questi benedetti volumi di vendita aumentino, oppure ancora no perché in Italia il clima è contrario! Io credo che l’ostacolo principale sia il prezzo esasperato di queste auto, dove l’informazione sì vuole convincerci che sia tutto normale, e che non si possa pretendere di più se non l’incentivo di 3000 euro su 41000, quando nel 2017 ottenni uno sconto su una semplice Panda di 6 mila euro, cioè il 35% del suo prezzo! A queste condizioni io sarò anche ignorante e fuorviato da chissà chi, ma non posso permettermi proprio di cedere ad un simile ricatto, e tanti come me andranno avanti per espedienti. E poi bisogna anche essere un tantino onesti, e dire che alcune delle riviste auto che ha citato Caprone stanno dedicando numerosissimi servizi alle bev ed alle novità di questo nuovo mondo, fermo restando una certa naturale avversione al fenomeno, che io non vedo nemmeno così grave. Ad esempio mio figlio che va per i 16 anni è in grado di ammirare naturalmente una Tesla, mentre sconosce del tutto i canali Rai, Mediaset, Nicola Porro eccetera, per dire che i messaggi di questi signori arrivano fino a un certo punto, e che non sarà veramente tutta colpa loro se il movimento in Italia non decolla

      • Ottima disamina, rappresenta la realtà che tanti invasati elettrici non vogliono vedere, primo fra tutti il risparmio inesistente nel guidare in elettrico.

  10. Nel rileggere questa classifica, una cosa salta all’occhio.
    L’auto elettrica più venduta non usufruisce degli eco incentivi statali.
    Rimanendo in casa Tesla. ancora più strano è l’unico modello che usufruirebbe degli eco incentivi non è tra le più vendute.
    È l’ennesima prova che se un’auto piace ed il prezzo è congruo allora si vende.

      • Si vede che il noleggio o il leasing è conveniente.
        Io ne ho una di proprietà e da privato cittadino che non si scarica le rate non ho usato le formule del NTL e del leasing.

  11. Questi sono i dati totali. Se escludiamo il noleggio la quota BEV scende al 3,0%. Sarei curioso di togliere anche le “autoimmatricolazioni” che hanno fatto +51,6% per verificare nel solo privato quanto è la quota effettiva di BEV di luglio. gennaio – luglio 3,9% al netto del noleggio

    • Il peso del mercato italiano nella strategia Tesla non è lontano a quello attribuito alla Kamchatka, per cui cosa succeda l’Italia è sostanzialmente ininfluente.
      Tesla vende a livello globale l’intero parco circolante italiano (circa 33.000 Tesla, costituitosi prevalentemente dal 2019 in poi con 32.000 veicoli da quell’anno a luglio 2023) in 6 giorni.
      Le vendite di Luglio italiane rappresentano 2 ore scarse di produzione: pensare che da qui si capisca che è un fuoco di paglia è un po’ arrogantello (o anche…)

      • Ci sono diversi articoli oltreoceano dove si dice che il portafoglio ordini di Tesla per il mese di Luglio è stato sottotono. Naturalmente il mio commento è rivolto all’Italia; quello che immagino è che l’effetto prezzo (in Italia) potrebbe essere finito o comunque parecchio ridotto perché c’è disponibilità di auto visto che, al momento, Tesla produce più di quello che vende. Stiamo a vedere se nei prossimi mesi confermerà i numeri di vendita del primo semestre e/o se interverrà nuovamente sui prezzi.

        • Ha prodotto 479.700 autovetture, vendendone 466.000. Quindi l’invenduto è inferiore al 3% della produzione del trimestre, se non si tenesse conto del fatto che produzione e vendita sono disallineate temporalmente e la produzione aumenta prima delle vendite, per ovvi motivi.
          Se consideriamo che nel primo trimestre ha prodotto (e venduto) 422.000 veicoli, hanno solo anticipato la crescita del prossimo trimestre preparandosi al rallentamento estivo (anche tedeschi e americani fanno le ferie).
          Basta guardare l’andamento degli ultimi anni e vedere che ogni trimestre ha sempre un extra produttivo che si mantiene sostanzialmente costante nel tempo, quindi non è vero che ci sia invenduto.
          L’effetto prezzo in Italia, come dicevo, è sostanzialmente irrilevante, dirotteranno le consegne verso qualsiasi altro stato europeo. Con 500 pezzi venduti in un mese, non siamo un mercato su cui puntare, cosa che dispiace moltissimo perchè ci sono già 33.000 Tesla in Italia e speravamo tutti che aumentassero la capillarità dei service. L’Italia non è un paese per BEV, parafrasando noto film.

      • i famosi 40 secondi per la produzione riguardano l’assemblaggio del body e del frame, non l’intero ciclo produttivo dell’auto; tolti i tempi idle la produzione (come ad esempio l’asciugatura delle vernici) da zero dovrebbe richiedere 150 minuti, quali due ore scarse di produzione?

        • Nell’ultimo trimestre Tesla ha prodotto 479.700 autovetture. Significa 5.330 autoveicoli al giorno (ho semplificato in 90 giorni), cioè 222 automobili ogni ora, SE producesse 24 ore al giorno 7 giorni su 7 (NON è vero, i festivi sono chiuse, almeno quelle americane e tedesca, se non hanno cambiato).
          Le vendite di Tesla Italia in Luglio sono pari a 478 autovetture. SE tutte le fabbriche Tesla fossero operative 24 ore al giorno 7 giorni su 7, sarebbero 2 ore e 9 minuti.
          Togliendo le domeniche, sono 2 ore scarse di produzione.
          NB: non sparo mai cifre confidando che vengano accettate senza richiesta di verifica. Tutti i miei numeri sono sempre verificabili e per contestarli serve una fonte, non un’opinione. Commento di metodo valido in generale, non rivolto a questa legittima, intelligente, motivata e specifica richiesta a cui rispondo volentieri.

          • Ok, ma in realtà il calcolo che hai fatto non prevede parallelismo produttivo e quindi gli effettivi FTE lavorati (full time equivalent). il calcolo che hai fatto tu è l’elapsed per sfornare quella quantità di auto tra tutte le fabbriche, non le ore lavorate.
            Ad esempio ho una sola catena di montaggio e assemblo 1 auto all’ora; aggiungo un’altra catena di montaggio uguale e assemblo 2 auto all’ora, ma non vuol dire che ho lavorato 1 ora, ho dimezzato il tempo di messa in opera rispetto alla produttività, ma per produrre la singola auto sempre 1 ora per esemplare ci impiego e pertanto ho speso effettivamente 2 ore di lavoro per produrre due auto (1 ora su una catena di montaggio e una sull’altra). Ecco perché dire “due ore scarse di produzione” non è corretto.

          • Dubbioso
            Semanticamente scorretto, ma matematicamente preciso e ritenevo, a torto, che come semplificazione colloquiale non trattandosi di una lezione sulla lean production, MUDA e Six Sigma fosse accettabile.

            Dato che stavo rispondendo parlando di Tesla mondo, era abbastanza scontato che fosse presente qualche parallelismo, essendo 5 le fabbriche. Conseguentemente pareva sottinteso che le ore non fossero intese come ore necessarie complessivamente a produrre 500 auto (che sono, circa, 1250, dato che una Model Y richiede 150 minuti per l’assemblaggio di tutti i componenti – tra cui il telaio che viene stampato on the fly – a parte i tempi di asciugatura vernice).

            Riformulo la frase: “Le vendite di Luglio italiane rappresentano 2 ore del venduto medio orario di Tesla a livello globale”. Può andare?

          • Guido, per.me poteva andare bene anche prima,.mi sembrava ovvio che il tuo discorso fosse riferito alla capacità produttiva, non all’efficienza e quindi alla quantità di lavoro o di tempo per produrre un’auto.
            La capacità produttiva che normalmente si misura in pezzi/anno per normalizzare sulla variabilità (turni, chiusure, eccetera).

          • PS: dai video di Shangai avevo capito che:

            – 150 minuti è il percorso che fa una singola vettura per essere assemplata (tolta asciugatura vernici), ed è notevole

            – 40 secondi (!!!?!!) sarebbe l’intervallo tra l’uscita dallo stabilimento di un’auto pronta e la successiva..

            e se fosse corretto, anche questo è notevole, immagino sia possibile avendo almeno 4 linee in parallelo? perchè ogni stazione di montaggio avrà bisogno di 2-3 minuti..ma la mia è solo curiosità

          • Il Baccarini non riesce a non sfociare nella costante risentita polemica, forse gli piace il litigio perenne. Che noia!!!

            @R.S. io avevo inteso che 40 secondi fosse il tempo netto per assemblare il telaio. Assimilando le farm a un unico impianto, stando ai dati del Q2 ogni 40 secondi uscirebbero 2,46 auto, che appunto non è 1 auto ogni 40 secondi.

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