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Ciao idrogeno, Scania vira sull’elettrico / Notizia del mese

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Ciao idrogeno, Scania vira sull’elettrico. È questa la notizia più importante che ci lascia in eredità il gennaio 2021. Una scelta sorprendente, ma ben ponderata.

Ciao idrogeno, i motivi di una scelta a sorpresa

Non stiamo parlando di un nome qualsiasi: la Scania, decima azienda di autotrasporti al mondo, la strada dell’idrogeno la stava già percorrendo. Anzi, la strada era duplice, avendo già lanciato sia un camion elettrico che uno a celle a combustibile. Risultato? A sorpresa l’azienda svedese ha annunciato che opterà per la prima soluzione, motivando la scelta con diverse argomenti. Tra cui: un uso inefficiente delle energie rinnovabili nell’idrogeno, nonché ulteriori fattori di complessità del sistema, costi, sicurezza e manutenzione continua.

ciao idrogeno

Scania ha investito nelle tecnologie dell’idrogeno”, si legge in un comunicato, “ed è attualmente l’unico produttore di veicoli pesanti con veicoli in attività con i clienti. Gli ingegneri hanno ottenuto informazioni preziose da questi primi test e gli sforzi continueranno. Tuttavia, in futuro l’uso dell’idrogeno per tali applicazioni sarà limitato poiché per alimentare un camion è necessaria una quantità di elettricità rinnovabile tre volte superiore a quella di un camion elettrico a batteria. Una grande quantità di energia viene persa nella produzione, distribuzione e riconversione a elettricità“.

“Meno efficienti e con alti costi di manutenzione”

ciao idrogeno
Il concept di un bus elettrico a guida autonoma, modulare, presentato recentemente da Scania.

L’azienda svedese segnala poi altri problemi con l’idrogeno: “Anche la riparazione e la manutenzione devono essere prese in considerazione“, continua il comunicato. “Il costo di un veicolo a idrogeno risulterà superiore a quello di un veicolo elettrico poiché i suoi sistemi sono più complessi, come un sistema di aria e raffreddamento esteso. Inoltre, l’idrogeno è un gas volatile che richiede più manutenzione per garantire la sicurezza. Barra sull’elettrico, dunque: “Tra pochi anni, Scania prevede di introdurre camion elettrici per lunghe distanze che saranno in grado di trasportare un peso totale di 40 tonnellate per 4-5 ore. Con ricarica rapida durante i 45 minuti di riposo obbligatori dei conducenti. Entro il 2025, Scania prevede che i veicoli elettrificati rappresenteranno circa il 10% del volume totale delle vendite di veicoli in Europa. E che entro il 2030, il 50% dei nostri volumi totali di vendita di veicoli sarà elettrificato“.

ciao idrogenoSECONDO NOI. Dopo il mondo automotive, anche il settore dei trasporti pesanti sembra destinato a spaccarsi sull’idrogeno. Nelle vetture lo stesso Made in Germany si è diviso, tra la netta contrarietà della Volkswagen e posizioni già favorevoli di BMW e Mercedes. Ora la Scania, che non è certo un comprimario, rompe il fronte anche nei camion, con una posizione molto netta destinata a pesare nelle scelte dell’intero settore.

 

 

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60 COMMENTI

  1. Non ho dubbi che l’idrogeno sia il futuro, ma attualmente la via più breve è la batteria. Dopo qualche anno si perde il 20% di autonomia con i mezzi a batterie, inoltre in inverno se ne va un altro 20%, senza contare il peso delle batterie e il costo ambientale ed energetico per la loro produzione. Alla fine non è la bella fiera che ci raccontano.

    • Interessante questo tuo commento , in base a quali dati affermi che dopo qualche anno perdi il 20% , sei andato a vedere quali sono i decadimenti veri delle batterie ?
      Se mi dici che di inverno l autonomia cala lo sanno tutti , ma pensi che d inverno un motore termico consumi lo stesso che in estate ?
      A questo punto mi piacerebbe che su questo sito al posto di commentare ad c…..um si proponessero soluzioni .
      Per il discorso Idrogeno mi astengo perché se non sono applicazioni stazionarie non ne vedo l utilità , e nemmeno sui camion .
      Vedo bene un meccanico che si mette ad aggiustare una Fuel Cell a fianco di un serbatoio di idrogeno compresso a 700 atmosfere

      • Scusami, ma forse non sai che il tempo è denaro, anche nei trasporti. Un mezzo termico che consuma di più in inverno ti costa di più in carburante. Il mezzo elettrico che consuma di più in inverno ti costa “carburante” e tempo, visto che i tempi di rifornimento, soprattutto su batterie di capacità così elevata come quella di un mezzo pesante impone tempi non trascurabili di ricarica

        • Certamente ma siccome ogni tot ore di guida hanno obliquo di fermarsi a riposare e quello diventerebbe il punto di ricarica, quindi dove sta il problema, in più dovranno guidare in modo economico, quindi non si vedranno più camionisti sfrecciare a 110km/h strade da 70 km/h ma tutti viaggeranno in modo corretto.

  2. Qui si salta di palo in frasca, un conto è dire che servono maggiori quote di rinnovabili per mitigare il riscaldamento globale, un altro è dire che si potrebbe trasformare i camion a batteria. Sul primo punto siamo tutti d’accordo, sul secondo per niente, come dicevo ieri e si applica ad una navetta che fa sempre lo stesso tragitto tra 2 punti FISSI allora è facile, metti le ricariche in coincidenza delle soste e sei a posto, nell’uso generalizzato per i mezzi pesanti è improponibile la trasformazione a elettrico, mentre a idrogeno si potrebbe fare domani, basta avere la rete di distribuzione. Quando le batterie di un camion potranno caricare 5 o 600 km di percorrenza in massimo 10 minuti potremo riparlarne. Oltretutto con l’idrogeno una volta che hai il prodotto stoccato lo distribuisci con 1 – 2 -6 -10 pompe, voglio vedere come potresti gestire il flusso di corrente di 10 camion che caricano ad una velocità accettabile in contemporanea. Solo per usi limitati l’elettrico ci sta, è una vita che tutti i muletti sono elettrici, nella movimentazione delle merci generalizzata non c è proprio speranza.

    • Quindi secondo lei i dirigenti di Scania sono dei folli che non hanno preso in considerazione un ragionamento analogo al suo?
      Il suo “basta avere la rete di distribuzione” (di H2) è un’utopia. Al punto tale che in Scania hanno proprio pensato che non sia realizzabile per vari motivi, tra cui anche quello della scarsa convenienza vista l’inefficienza delle conversioni energetiche che comporta.
      Poi lei dimentica che esistono già (non sono solo dei progetti su carta), delle tratta autostradali dotate di elettrodotto, al quale un camion può essere collegato tramite pantografo. Il mezzo preleva l’elettricità per la marcia, poi, quando esce dall’autostrada, utilizza le batterie.
      Se sta pensando di rispondere dicendo “ah, ma quando ci sono migliaia di camion attaccati all’elettrodotto…”, bene, la anticipo: ha presente quanti treni AV passano ogni ora sulle reti ferroviarie? ha presente quanti MW assorbono i motori dei treni AV? ecco, ragioniamo su queste cose, perché in Scania stanno facendo esattamente questi ragionamenti. Di ricaricare batterie in 10 minuti gliene frega il giusto (molto poco), se il camion viaggerà per l’80/90% del tempo attaccato ad un elettrodotto.

    • I costi per produrre l’ idrogeno verde sono molto alti, al momento l’ unica soluzione efficiente per la transazione energetica nei camion è il bioGNL, ci sono già due impianti di produzione in Italia ed altri 20 in fase di progettazione e costruzione.
      Questi tipi di impianti hanno trovato l’ approvazione della comunità europea in attesa della tecnologia elettrica per i camion.

  3. Alessandro e Mauro, buongiorno. Il punto non é salvare i ghiacciai in quanto tali con la bacchetta magica, ma favorire produzioni, consumi, stili di vita che contribuiscano ad invertire, anzi purtroppo solo a rallentare, il trend di global warming e di peggioramento della qualità dell’aria, più rapidamente possibile. Non basterà certo una forte transizione verso trasporti elettrici. Servirà continuare anche gli sforzi per produrre piú energia da rinnovabili in modo sempre più sostenibile. Servirà anche ripensare case, città, stabilimenti e cicli di produzione, logistica, servizi, reti, in modo che siano meno energivori e più funzionali. Avrà costi alti? Probabilmente si. Estrarre litio e produrre pacchi batteria ha comunque un impatto ambientale? Si. Ci saranno costi e sacrifici economici? Probabilmente si, ma nascono anche opportunità importanti. Potrebbe non bastare? Forse. Serviranno altri progressi scientifici per comprendere meglio come funziona l’equilibrio che ci consente di abitare questo pianeta e di avere la libertà di utilizzarlo senza comprometterlo? Sicuro. Una quota di fossile forse non potrà essere sostituita? E vabbè, che sia più piccola possibile.
    Ognuno scelga come pensarla, ovvio, ma lasciamo stare le semplificazioni e le banalizzazioni del tema che giocano solo a vantaggio dello status quo, magari anche a ripulirci la coscienza, e a fare il gioco delle lobby che si arricchiscono. Molte di queste, mentre noi discutiamo e ci dividiamo, stanno investendo in tecnologie green più di quanto facciano nel fossile. Hanno però ovviamente anche l’occhio alla redditività nel breve termine e non hanno quindi interesse a velocizzare molto la transizione. Su questo però é innegabile che i consumatori possono incidere molto con le loro scelte. E direi che é proprio quello che sta succedendo con l’auto elettrica (incentivata si, ma non facciamo finta di credere che le termiche e il fossile non siano stati incentivati e che in generale la loro produzione non abbia beneficiato di ingenti sostegni economici a carico della collettività).
    Questo sito cerca di fare informazione su tutto questo, con uno sforzo encomiabile di ricerca e verifica delle fonti. Non venite a dire che non si parla mai degli impatti della transizione elettrica, o del green deal in generale. Io lo leggo spesso e vi invito a farlo. Troverete moltissimi articoli ricchi di fatti, dati, analisi, spunti di riflessione e opinioni.

    • Si ma l’estrazione del litio viene fatto da dei bambini che guadagnano 2 dollari al giorno e che gia età giovanissima hanno patologie gravissime.Ritengo che qst sia un fattore da non sottovalutare,parliamo della salvaguardia dell’ambiente e sopratutto della salvaguardia della salute delle persone.

      • Invece nei grossi centri urbani sono aumentati i problemi oncologici nei bambini e negli animali di piccola taglia da quando è arrivata la benzina verde.

        Dal 2002 – 2006 in Italia chi abita nel raggio di 30km dalle raffinerie ha visto innalzare i casi di problemi oncologici, mutazioni congenite neonatali e sterilità grazie ad una legge criminale che autorizza le raffinerie a bruciare il proprio scarto (fino al 2002 classificato come rifiuto tossico). Di petroleum coke ne hanno sempre di più in quanto i petroli hanno una qualità sempre peggiore.

        In Africa l’ENI con i suoi impianti (ed alle scarse regolamentazioni ambientali del dittatore compiancente di turno) ha portato malattie prima sconosciute facendo ammalare e crepare una quantità infinita di innocenti che manco sapevano cosa comportasse vivere vicino ad un impianto petrolifero.

        Poi se ha voglia di navigare in internet di stragi e disastri fatti dal ed in nome del petrolio ce ne sono da riempire l’oceano.

        • Mauro: Il petrolio, il metano, l’idrogeno DEVONO essere estratti sempre tutti i giorni.
          Mentre il litio viene estratto per produrre una batteria che come minimo dura una quindicina di anni.
          Nicola: Prima della Benzina verde si usava la benzina con piombo tetraetile che era sicuramente MOLTO più tossico e nocivo !

          • Mi faccia sapere quando trova un piccone per estrarre l’idrogeno!! magari faccia sapere anche al resto del mondo con cosa intende generare tutta l’energia che servirebbe per alimentare tutti i mezzi a batterie. Con i pannelli solari notturni?
            Dimenticavo, magari il piccone le serve per estrarre il litio o gli altri minerali ( tossici ed inquinanti ) che servono per produrre le batterie?

          • Livio, va bene commentare, ma non diffondere bufale già smentite centinaia di volte.

      • ha ragione ed è sicuramente un problema che va affrontato … pero le ricordo che il lavoro infantile non è nato con l’estrazione mineraria negli ultimi anni per l’estrazione del litio …. e per quanto riguarda il salario le faccio notare che senza andare lontano qui in italia vengono sfruttate le persone nella raccolta per pochi euro all’ora. LE chiedo … lei pensa che questi problemi si risolverebbero eliminando le auto elettriche?

      • I bambini non estraggono il litio , ma il coltan e il cobalto
        l’uso del cobalto per le batterie al litio sa progressivamente diminuendo
        già oggi ci sono batterie al litio che non fanno uso di cobalto

        il litio non è diffusissimo ma abbastanza diffuso

        Tesla ha acquisito diritti minerari nel deserto del nevada
        la miniera del deserto del nevada è stato stimato che soddisferebbe il 100% di mobilità elettrica negli USA ,
        UNA SOLA MINIERA
        inoltre Tesla al battery day ha annunciato un tipo di estrazione ,per quanto possibile eco compatibile
        una volta estratto il litio il materiale che avanza verrà riportato in miniera per il ripristino ambientale
        Inoltre c’è la ricerca , che affinerà le batterie per minimizzare il consumo dei materiali rari compatibilmente con le prestazioni , ma soprattutto per il prezzo del prodotto finito

        altri grossi giacimenti di litio sono in Cile,Argentina,Australia e Cina
        in più c’è l’etica delle aziende , come Apple boicotto il coltan del cetro Africa
        WV farà altrettanto almeno così dice :
        “In linea di principio tutti i fornitori del Gruppo Volkswagen sono obbligati per contratto a rispettare elevati standard di tutela ambientale e sociale. ”

        my 2 cente contro la disinformazione

      • I bambini non estraggono il litio.
        Ha mai visto come è quanto inquina l’estrazione del petrolio in Canada e negli USA? Ha mai sentito parlare del “fracking”?
        Parliamo dei diritti umani nei paesi del golfo? (Petrolio)
        Parliamo dei diritti umani in Russia? (Gas e petrolio)

        I bambini vengono usati per estrarre il cobalto, e nelle nuove batterie non ne usano più.

    • ??? Daniele
      Se leggi i miei svariati interventi trovi il mio pensiero.
      Nello specifico dell’idrogeno per autotrazione, io dati indicano che NON sia una soluzione ne sicura ne efficiente dal punto di vista energetico. L’elettrico è molto più sicuro, efficiente e meno impattante come inquinamento.
      Ciao da Paolo

  4. Per Mauro e gli altri, vorrei ricordare alcuni semplici fatti:
    Il petrolio, il metano, l’idrogeno DEVONO essere estratti sempre tutti i giorni.
    Mentre il litio viene estratto per produrre una batteria che come minimo dura una quindicina di anni.

    L’energia elettrica viene sempre più prodotta da fonti rinnovabili (solare ed eolico in primis) arrivando (in alcune giornate particolarmente favorevoli) a coprire fino al 50% dei consumi europei.

    Nessuno immagina che la transizione verso la mobilità elettrica sarà completa ed avverrà in meno di una decina di anni: quindi continueranno ad esistere motori a pistoni, ma saranno veramente poco usati. I relativi consumi di carburanti potrebbero ridursi, in 10anni, del 90 %
    ciao da Paolo

  5. Mi sembra un progetto fatto da chi non deve poi usarlo….come se la pausa di 45 minuti uno la facesse (guardacaso) proprio da una colonnina di ricarica, oppure se anche uno programma il viaggio così ma poi non c è una colonnina disponibile per rifornire…non potrà mai essere una soluzione per tutti gli usi, solo per tragitti fissi e con infrastrutture dedicate. Non sperate di salvare i ghiacciai con questo sistema perché non è applicabile.

    • … assolutamente applicabile … semmai il problema è che sicuramente bisogna intervenire anche su altri aspetti dell economia … non bastano certo auto e camion per salvare i ghiacciai

  6. Perché non ci raccontante come avviene l’estrazione del litio nelle miniere?perché non vedo commenti su quello che ha detto l’amministratore di Toyota?perché non vedo commenti su quanto detto da polstar su i veri dati di inquinamento in un intero ciclo di vita di un auto elettrica

    • Lei, mauro, non vede commenti su quel che ha detto Toyoda per un semplice motivo: non ci legge. Abbiamo pubblicato più di un articolo e abbiamo ricavuto centianaia di commenti…. Ecco una piccola selezione:
      https://www.vaielettrico.it/il-signor-toyota-o-il-signor-vw-uno-dei-due-si-fara-male/
      https://www.vaielettrico.it/cara-toyota-sullelettrico-sbagli-di-grosso-firmato-rse/
      https://www.vaielettrico.it/il-signor-toyota-o-il-signor-vw-uno-dei-due-si-fara-male/
      https://www.vaielettrico.it/fonti-rinnovabili-armaroli-smonta-le-fake-news-di-toyoda-c/

    • perchè se fosse minimamente informato con dati reali e non da dichiarazioni fallate da interessi saprebbe che un’auto elettrica mediamente inquina la meta.
      Saprebbe benissimo che nessuno ha mai dichiarato che l’auto elettrica e la sua produzione non inquinano.
      Saprebbe benissimo che l’estrazione mineraria esisteva anche prima “dell’invenzione dell auto elettrica”.
      … e poi mi chiedo come mai tutti questi scrupoli …. fino ad oggi non si è mai interrogato sull’inquinamento provocato dalla ricerca, estrazione del petrolio e della produzione degli idrocarburi …. e comunque lei pensa seriamente che il petrolio inquina meno? … per non parlare poi della plastica … 3kg di petrolio per produrre un kg di plastica di cui la maggior parte ancora oggi viene dispersa nell’ambiente …. se non bastasse ha mai fatto un rapporto tra la produzione di petrolio e la produzione mineraria che sta aumentando solo ora.
      Inoltre ma non ultimo le batterie inquinano per essere prodotte ma nell uso su un auto non si disperde a differenza dei carburanti, cio predispone il prodotto per un economia circolare ….. gli idrocarburi sono da economia lineare …. scarichi nell aria e non ci puoi fare niente …. solo per questo ultimo punto l’auto elettrica batte auto a benza 1000 a ZERO

      • C’è fa aggiungere che prima delle EV l’estrazione delle terre rare del cobalto e di tutti gli inquinanti delle batterie sono per PC portatili e smartphone, quello che tutti utilizzano tutti i giorni e max ogni due anni finiscono in eco entro se va bene, questo i signori che puntano il dito su una batteria che vive minimo 15 anni e che poi può essere destinata a fare da batteria per un qualunque altro utilizzo prima di esser riciclata visto che il litio è una materia preziosa e non infinita, quindi tutto il vantaggio possibile per recuperarla.

        Quindi prima di continuare a puntare il dito sulle batterie auto o camion, vendete quello che state usando da anni e per solidi principi etici non comprate più apparecchi elettrici con batteria.

  7. Quando il vostro pacco amazon arriverà con 2 giorni di ritardo per ricaricare le batterie…. sia chiaro perché è ecologico produrre a 5-6000 km di distanza il vostro pezzetto di plastica e farselo portare a casa, il camion è a batteria.. .. ipocrisia

    • Giorgio, senza entrare troppo nel merito, trovo più ipocrita il pensiero di non voler cambiare mai niente perché tanto ci sarebbe sempre dell’altro che non cambierà mai.
      Ha un’idea della misura del ghiaccio che ogni anno si perde per il riscaldamento globale? Ha mai visto ad esempio una foto estiva delle alpi di 40 anni fa e l’ha confrontata con una recente? Anche se non riesco proprio a commuovermi per il ritardo dei pacchetti, le consiglio di non preoccuparsi e informarsi sugli investimenti che la stessa amazon sostiene per l’elettrificazione dei trasporti. Non ci disprezzi solo perché speriamo in una mobilità più sostenibile.

    • Non è proprio così.
      Gli analisti finanziari che si avvalgono di analisi tecniche indipendenti ed autorevoli, nella peggiore delle ipotesi rilevano che il camion elettrico per antonomasia e che ancora non c’è, il famigerato Tesla Semi potrebbe raggiungere le 621 miglia di raggio con una perdita di capacità di carico di 1 tonnellata per compensare il maggior peso della batteria.
      Sono 999,40 km che guarda caso coincidono con le 9 ore al giorno di guida di un camionista, tempo massimo prorogabile fino a 10 solo due volte a settimana. In una settimana, le ore totali non possono essere più di 56 e su due settimane non possono essere più di 90.
      Il camion elettrico, sostanzialmente si potrebbe ricaricare quando l’autista dorme, ma ipotizzando un suo impiego continuo 24 ore su 24, cambiando continuamente turnazione ai camionisti su più filiali e su rotte programmate e continue – questo è un dato tecnico certo – il tempo di attesa per ricaricare le batterie Megacharger del Semi Truck è di 40 minuti, tempo che si può sfruttare per le soste obbligatorie a cui sono soggetti i camionisti (fare una sosta di 45 minuti ogni 4 ore di guida) o durante le operazioni di carico e scarico della merce.
      Per il Semi è prevista anche una ricarica anche grazie a un sistema integrato di pannelli solari.
      I 4 motori elettrici sui doppi assali posteriori sono indipendenti e faranno la differenza. La configurazione a tre assi è obbligata dal peso proprio del Semi, non dal carico che resta invariato.
      Il problema sono le rotte transcontinentali e la Panamericana dove ci devono essere dei Supercharger disponibili. Una rete di Supercharger dalla Patagonia all’Alaska.

    • No, non e’ ecologico farsi spedire il pezzo da 5-6000km di distanza (detto che il trasporto avviene via nave e in un futuro prossimo via treno). Ma visto che questo sistema e’ difficilmente modificabile in tempi brevi perche’ fa comodo a tutti e fare reshoring in tempi brevi non e’ pensabile( inoltre le materie prime in EU non ci sono a prescindere) meglio agire sui punti in cui e’ semplice agire in tempi brevi. Detto che il pacco amazon non arriva con due giorni di ritardo per caricare le batterie perche’ la logistica non funziona cosi: non e’ che il pacco spedito da Piacenza arriva a Como con un unico camion.

  8. Non so perché ci sia ancora qualcuno che perde tempo con l’idrogeno nel cercareuna soluzione alternativa ai combustibili fossili. L’elettrico a batteria è già la soluzione vincente.

    • facile … questione di interessi … mantenere un alta complessita dei veicoli significa far girare piu soldi e investire meno soprattutto per chi l’idrogeno vuole bruciarlo in un motore a scoppio usato per la benzina riadattandolo semplicemente

      • più che complessità dei veicoli ..
        i direi la complessità e il CONTROLLO CENTRALIZZATO DELL’ENERGIA e della rete di distribuzione ..

        continuare a cotrollare l’energia è il vero obiettivo
        che succede se la densità delle batterie supererà i 400Wh per kg ?
        ipotesi tutt’altro che improbabile ..

        può succedere che un utente potrebbe ricaricare a casa l’auto nel week end con il fotovoltaico e ..
        circolare “gratis” durante la settimana senza bisogno di :
        Api-Ip
        Agip Eni
        Pompe Bianche
        Q8
        Esso
        Tamoil
        Total Erg
        Repsol
        Retitalia 258

        ma nemmeno di :
        Enel Energia.
        Servizio Elettrico Nazionale.
        Eni Gas e Luce.
        Acea Energia.
        a2a.
        Edison.
        Hera Comm.
        Iren Luce Gas e Servizi.

        • È quello che stiamo puntando noi, prima EV è già qui sparito il carburante ed è stata l’esperienza più bella della mia vita, per la prima volta dal lontano 1983 l’anno in cui cominciai ad acquistare la miscela per il ciclomotore, al 07/2021 il mese che è arrivata EV, carico a casa con 3,36€ e vado a lavorare senza problemi per 190km ed è la prima volta che pago in km per andare al lavoro dopo averli fatti, ed ora in attesa di iniziare il superbonus 110% e poi potrei benissimo continuare a pagare per andare al lavoro, ma addio Metano addio bollette per la casa addio inquinamento, penso che tutti noi dovremmo pensarci molto bene prima di non fare nulla.

    • Bisogna prima che la corrente utilizzata per la ricarica dei mezzi provenga da fonti rinnovabili attualmente solo una piccola percentuale lo è non si possono piu utilizzare centrali a carbone o nucleari.

        • il 40% di rinnovabili in Italia è rinnovabile vecchia
          lo dobbiamo soprattutto all’idroelettrico ereditato
          che ci ha permesso di sfangarla con la competitività
          anche con paesi che avevano il nucleare , anche avendo bollette salate

          secondo il GSE (2018) il 43% dell’energia rinnovabile prodotta in italia lo dobbiamo all’idroelettrico
          20% Fotovoltaico
          17% Biogas e biomasse
          15% Eolica
          5% Geotermica

          l’droelettrico secondo le stime non può crescere più
          e l’eolico e il fotovoltaico rispetto ad altri paesi del mediterraneo cresce molto lentamente

          forse più che vantarci del 40% di rinnovabili di cui il 20% lo abbiamo ereditato dai nonni e solo il 20% è eolico e fotovoltaico degli ultimi decenni ..
          dovremmo vantarci delle recenti campagne per il risparmio energetico
          dal bando delle lampadine a incandescenza dal 2016
          a favore di led
          alle recenti campagne per l’isolamento degli edifici
          per le rinnovabili ce nè di strada da fare
          la via maestra IMHO è questa
          https://www.youtube.com/watch?v=LuYsYLqjUtU&feature=emb_logo

          in Italia ci sono una rete ferroviaria di 24.299 km, una rete stradale (strade statali, regionali, provinciali, comunali) di 837.493 km, una rete autostradale di 6.757 km
          in gran parte pannellabili come quella Coreana del video
          senza problemi di impatto ambientale
          paesaggistico
          agricolo
          faunistico
          logistico

          che aspettiamo ?

          my 2 cent

      • Se domani le aumentassero le tasse del 40% direbbe che l’aumento è stato di una “piccola percentuale”?

  9. Credo che Scania abbia avuto paura di rimanere col cerino in mano. Mentre l’elettrico è avviato ad una riduzione dei costi e ad una ricerca ed innovazione più spinta, l’idrogeno ha un futuro più incerto e meno sponsor. Alla fine essere sul mercato significa anche offrire il prodotto più competitivo e questa competitività è data da un mix di diversi fattori. L’elettrico oggi rappresenta l’investimento più sicuro: il prezzo delle batterie, si sa, è destinato a calare; le prestazioni sono a favore dell’idrogeno solo in un mondo ideale con una rete di rifornimento capillare che ad oggi non c’è. In altre parole: anche io oggi avrei investito sull’elettrico dovendo fare una scelta di prospettiva. Anche perché, se pure è vero che l’Europa promette di investire sull’idrogeno, Scania ha un mercato worldwide e deve avere un prodotto competitivo ovunque, non solo qui in patria.

    • L’idrogeno “verde” e’ un non sense dal punto di vista energetico. Non ci sono prestazioni a favore dell’idrogeno. Le FC sono lente e non sopportano variazioni di potenza improvvise tant’e’ che tutte le FCV sono in realta’ abbinate a pacchi batteria tampone. Per fare 1Kg di idrogeno serve uno strafottio di energia che puo’ essere stoccata in molti altri modi piu’ efficienti. E sono mesi che lo vado dicendo in questo forum e in molti altri posti.

      • L’idrogeno “verde” puoi farlo con certi tipi di centrali nucleari, ad esempio quella finlandese che partirà tra pochissimi mesi (che aldilà delle difficoltà/lentezze sui tempi di realizzazione, è ancora un nucleare economicamente vantaggioso per la Finlandia, considerando gli incentivi sulla co2 previsti in quel paese).

        Hai tutta l’energia che ti serve e la usi per ricavare idrogeno. Il problema però non è solo come ci arrivi all’idrogeno “verde” ma anche come lo distribuisci, i punti di ricarica, le ottimizzazioni dei costi su larga scala per l’industria automotive, etc.

          • Giustissimo e sacrosanto. Con questa differenza però: tu non sai quando l’auto è in ricarica. Io produco energia adesso, in questo momento, e ci sono x o y o nessuna auto a ricaricare. Invece con il nucleare fai così: io produco energia rinnovabile che adesso produce n, tra un’ora m e stanotte z, nel frattempo la domanda di energia ha continui alti e bassi e quindi cosa faccio con l’energia della centrale nucleare? Se serve tutta, la uso tutta, se non serve tutta ma “avanza” la uso per produrre scorte di idrogeno. L’idrogeno quindi è un modo per “stoccare” energia (non estremamente efficiente, va detto). L’alternativa sono le batterie di accumulo (quindi non quelle delle auto) che però hanno un ciclo di vita di 10 anni se non meno (visto che spesso sono già batterie “ricondizionate” provenienti da altre fonti, ad esempio proprio il settore delle auto). Il problema è che batterie di accumulo non ce ne sono tante in giro e se devi farne di nuovo cadi nel problema della co2 necessaria per la produzione …

        • Se te ne avanza usi i pompaggi che hanno un efficienza compresa in una forbice che va dal 70 al 80% (contro meno del 30% dell’accumulo in idrogeno da elettrolisi). In italia siamo passati dal 60% di uso di pompaggi al 20%… “strano” controsenso visto che il calo c’e’ stato con la crescita delle rinnovabili. Ma a richiesta di Terna di fare lei i pompaggi Enel rispose di farsi i caxxi propri e di pensare alla rete di distribuzione.
          Stima vuole che i pompaggi italiani potrebbero stoccare circa 840TWh di energia… hai voglia a nucleare.

          • Concordo pienamente con il discorso pompaggi , se ho nucleare fa buttare di notte è meglio ripompare acqua in alto creando energia in alto per bilanciare la rete

        • È un nucleare economicamente vantaggioso per la Finlandia, certo, perché le spese di costruzione, gestione e decommissionamento se le deve sobbarcare per contratto EDF. Ed in quel contratto è previsto pure quanto la Finlandia pagherà l’energia.
          Per inciso, EDF ha già dichiarato anni fa che il tutto le costerà più di quanto incasserà, causa aumento di costi e progetti sbagliati.
          Tra l’altro la centrale di olkiluoto sarebbe dovuta entrare in funzione nel 2009. Non male vero?

  10. Sono contento perché ha vinto il raziocinio e la sicurezza. Hanno provato, giustamente. Poi hanno fatto un po’ di conti e hanno deciso senza farsi influenzare da interessi che vengono dall’età del 🔥.

  11. Musk con il pre-preannunciato Semi ha fatto fare coming out ai Vichinghi di Södertälje.
    Scania con la sua turbomacchina V8 Diesel è il mito dei camionisti europei.
    È un mito da 1.000 cavalli che fa sembrare fermi gli altri camion sul Brennero.
    Poi ci sono gli speciali V8 Scania realizzati in leghe metalliche speciali per trasporti speciali da 1.200 cavalli, pompe di iniezione ad altissima pressione e turbocompressori over size. È quello il motore che tutti i camionisti vorrebbero sentire sotto l’acceleratore sui passi Alpini con 400 quintali al traino.

    Il camion elettrico sembrava pura utopia nonostante venisse giù impiegato da anni all’interno di acciaierie e porti.
    Utopia perché inadatto nel rapporto peso potenza a movimentare carichi di 400 quintali su lunghi tragitti, sulle tratte transcontinentali, sulla Panamericana che si sviluppa dall’Alaska alla Patagonia.

    Ragion per cui, per me, il Semi è, e resta, la sfida più grande di Musk.
    Abbiamo visto le motrici Semi impegnate in straordinarie accelerazioni e spostare carichi, ma non sappiamo. Non conosciamo l’autonomia e il peso a pieno carico.

    Non ci sono storie.
    Se Scania ha fatto coming out è perché i suoi ingegneri conoscono le reali potenzialità del Semi, ed aspirano.
    Aspirano a raggiungerle.

    Si chiude un’epopea per iniziarne un’altra.

    La rivoluzione elettrica sembra destinata a sbalordire anche loro, la razza più avventurosa, quella che non teme nulla perché se la cava sempre. La più competente: i camionisti.

  12. Io sono della stessissima idea di Scania,
    bisognerà vedere in futuro come andrà a finire con i camion a idrogeno che la Svizzera ha comprato dalla Hyundai

      • Se pensiamo che nel 1930 esisteva una linea di camion con trolley da Tirano a Bormio per costruire impianto idroelettrico di laghi cancano .

  13. Certo, era ovvio, per produrre un kg di idrogeno occorrono 50 kwh di energia elettrica per poi percorrere 100 km, con 50 kwh di energia nella batteria percorro 300 km e con poca manutenzione

  14. Finalmente un po’ di razionalità. Lidrogeno costa energia. Va usato solo dove non ci sono alternative meno costose, oppure dove c’è tanta energia da poterla buttare: stoccaggio di breve medio periodo nei pressi delle centrali eletriche, dove va prodotto per assorbire l’eccesso di produzione eolica/fotovoltaica e dove va riconvertito in elettricità al bisogno. Se proprio occorre usarlo (e purtroppo occorrerà, insieme ad altri sistemi di stoccaggio) cosa é meglio trasportare: idrigeno oppure elettricità? Quale tra le due alternative è mono pericolosa (cioè costosa per tenerla sotto controllo)? Quale tra le due alternative richiede meno investimenti strutturali? Se il mondo fosse tuo cosa sceglieresti? Forse idrogeno, se devi far lavorare un amico che oggi lavora con il metano oppure se devi mettere in campo investimenti pubblici all,’unico scopo di accaparrarti i soldi di tuo nipote. Come sempre ho il pessimismo dell’osservazione

  15. “fai qualcosa a prova di cretino e neanche un cretino vorrà usarla ”

    “antico” detto informatico

    sembra che Scania non l’abbia considerato e abbia fatto una scelta intelligente

    le nuove batterie hanno le premesse di funzionare anche sui mezzi pesanti

    da quelle in beta test di Tesla a quelle in alfa al vetro di Goodenough

    mi piacerebbe assistere alla nascita della terza era tecnologica durante la mia vita
    la nascita dell’era spaziale è stata fantastica
    altrettanto quella dell’era digitale

    ma l’era del Litio , trasformerà le vite delle persone in maniera radicale
    imho molto di più dell’era dei motori termici degli ultimi due secoli

    my 2 cent

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