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Che cosa mi frena dal comprare una EV? L’assistenza

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Il frontale di una Renault Zoe incidentata: che cosa comporta la riparazione di una EV?

Che cosa mi frena dal comprare una EV? Non è la ricarica né il problema dei lunghi viaggi, ma l’assistenza, scrive Michele, un autoriparatore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

che cosa mi frena
I danni alle Peugeot e-2008 di una lettrice a seguito di incidente.

Da autoriparatore so per esperienza  quanto inquinano le auto termiche…

“Lavoro da diversi anni in un consorzio di autoriparatori di Prato che si occupa principalmente di revisioni auto. Sto seguendo con molto entusiasmo da diversi anni il mondo della mobilità elettrica. E mi piacerebbe tanto passare ad una BEV, in quanto in città sicuramente, sono e saranno una necessità per continuare a viverci.

Leggo tanti che dicono che il problema dell’inquinamento non sono i veicoli a combustione. Vi farei vedere quando si pulisce dove facciamo le revisioni la bellissima acqua nera che si crea dai nostri veicoli diesel e benzina. È impressionante.

A chi continua a dire il contrario dico sempre: bene prova a mangiare in una stanza chiusa con due auto accese anche Euro6D, magari durante una rigenerazione del FAP. E poi prova (se sei ancora vivo) a mangiare nella stessa stanza con due veicoli elettrici accesi e prova capire la differenza.

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La Renault Megane di un lettore danneggiata da uno scontro.

Che cosa mi frena? Non è la ricarica, ma ripararle in caso di incidente o…

Ma a frenarmi sull’acquisto non è il problema dove ricaricare, non è il problema dei viaggi lunghi, ma è il problema dell’assistenza. Va bene se tutto funziona, ma se succede un problema, un sinistro, come è stato raccontato qualche giorno fa su questo sito, incominciano i problemi. E i costi, se l’auto è fuori garanzia. E questo coinvolge tutte le case costruttrici.

Non sto a raccontare i vari casi, ma basta questo semplice esempio. Per mettere in sicurezza le batterie di una BEV in una carrozzeria, serve una mattinata intera e questo solo per fare una semplice riparazione. Per non parlare di fermi in officina (rete ufficiale) di settimane/mesi.

Tutto questo mi fa pensare che ancora per la maggiore parte delle persone siamo ancora lontani per convertirsi in elettrico. E chiedo a voi un vostro parere su questo tema, molto discusso nelle nostre officine. Un saluto e complimenti per il vostro lavoro aperto a 360 gradi. Michele De Luca

che cosa mi frena

Risposta. Stiamo cercando di raccogliere dati attendibili sul problema sollevato da Michele e, prima di lui, da altri lettori. Diciamo che la nostra prima impressione è che le auto elettriche si guastano decisamente poco.

Ma quando succede, magari proprio a causa di un incidente, i tempi di riparazione scontano l’inesperienza (e la comprensibile cautela) delle reti di assistenza. Ci torneremo sopra e, come sempre, l’esperienza diretta dei lettori sarà prezioso per farlo nel modo più concreto possibile.

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29 COMMENTI

  1. Sono proprietario di una Dacia Spring. Il fermo macchina più lungo (se ricordo bene più di un mese) l’ho avuto a seguito di un incidente stradale, mancavano alcuni pezzi della sospensione che dovevano arrivare dalla Cina. Nulla quindi riconducibile al fatto che l’auto è elettrica. Ha avuto qualche problemino elettrico (una prima volta da sostituire un pezzo del raffreddamento della batteria, una seconda per aggiornare del software), ma in entrambi i casi lasciata un giorno alla concessionaria Renault di Torino (Auto vip) e mi hanno dato gratuitamente l’auto sostitutiva (sempre una Spring!) Nel mio piccolo mi trovo soddisfatto, e a settembre quando mi scadrà il finanziamento e dovrò scegliere, sto seriamente pensando di passare alla Renault 5 di prossima commercializzazione. Rimarrò comunque su un veicolo elettrico, e di preferenza o Renault o Dacia.

  2. La questione sollevata è importante, anzi fondamentale per una mobilità elettrica matura. A mio modesto parere la normativa dovrebbe obbligare i produttori ad adottare sistemi veloci, facili e sicuri per scollegare la batteria in modo da poter riparare l’auto senza costi inutili. Inoltre dovrebbe anche essere relativamente semplice estrarre la batteria in modo da poterla riparare/sostiruire con facilità; visto che una buona parte del costo di un’auto elettrica è dato dalla batteria, poterla separare dal resto della vettura è essenziale, perché permetterebbe di riutilizzare la batteria in caso di auto gravemente danneggiata o di sostituirla in caso di batteria gravemente danneggiata/difettosa.

    • Il prototipo FCA di Panda Elettrica aveva una batteria modulare, che addirittura poteva essere espansa dal cliente (con inserimento di ulteriori moduli).

      Il marchio cinese NIO si sta espandendo anche in Europa del nord con le prime “stazioni battery swap” per la sostituzione dell’accumulatore scarico con uno già caricato ma a me sembra una follia.. per l’eccessivo costo della struttura necessaria tra meccanismi, spazi necessari.

      Fosse imposto uno standard a tutti gli OEM nel tipo di alloggiamento delle batterie per eseguire un “battery swap” (un po’ come la Commissione Europea vorrebbe imporre negli smartphone, tornando alla batteria separata) questo consentirebbe diverse situazioni:
      a) poter “adeguare” il peso/kW di batteria all’uso
      b) poter sostituire gli eventuali moduli malfunzionanti
      c) poter aggiornare una vettura tecnologicamente “anziana” con una nuova chimica (e magari contestuale riprogrammazione OBC per adeguarla alla vettura)
      d) aiuterebbe nella eventuale riparazione di auto incidentate, qualora l’alloggiamento batteria non sia direttamente coinvolto… ma per mettere completamente “in sicurezza” la vettura o effettuare particolari operazioni necessarie.

      Ovviamente questa ipotetica stazione di sostituzione batteria potrebbe essere un centro unico per città, indipendente dal marchio vettura (purché con quello standard) e riprenderne rapidamente il costo di messa in esercizio (e magari avere del personale qualificato per assistenza a clienti non professionali).

      E’ una mia speranza per il futuro … che “fa coppia” con un processo di unione (M&A/J.V.) degli attuali OEM in unità più grandi, volendo anche “mischiando” i continenti (un po’ come potrebbe fare Stellantis con l’accordo con il marchio cinese) o come la proposta recente di DeMeo ad ACEA .. con la piattaforma condivisa tra più marchi per la tanto attesa auto “piccola” ed economica (seg. A/b).

  3. e’ vero per combattere l’ inquinamento da sigaretta si sono inventate le sigarette elettroniche !!! ha ha aha

  4. personalmente ho avuto un guasto al convertitore AC – DC della mia auto (temo di essere l’unico al momento su quel modello) e il problema non sono stati i 5 giorni per riaverla…di questi 2 o 3 saranno andati persi per mandare il report del guasto in germania e aspettare la spedizione del pezzo.
    Il problema è che se non fossi stato in garanzia, probabilmente non mi sarebbero bastati 1500 euro…ora non sono aggiornato sui prezzi per rifare fasce e valvole a un benzina, ma non credo che avrei speso quella cifra…e anche se l’avessi spesa mi avrebbero garantito almeno 100mila km ulteriori senza problemi…il mio convertitore è durato appena 15mila km e spero che non dia più problemi perchè l’auto l’ho riscattata…

    • Secodo me no, e secondo me anche tutta la litania in merito al fatto che le officine perderanno lavoro è in gran parte figlia dell’innocente pregiudizio (e sull’innocente son sincero) di chi un’automobile non l’ha mai vista da sotto nemmeno una volta.
      E quindi non ha esatta contezza della quantità di cose che possono succedere ad un veicolo.
      Chiaro che non si faranno più frizioni e simili, ma pensare “a manutenzione zero” un veicolo che si voglia in grado di percorrere centinaia di migliaia di chilometri più che un desiderio è un sogno.
      Cambieranno le competenze, questo di sicuro.

    • In realtà è un problema “vecchio”: ho fatto 18/30 anni in assistenza (officine concessionarie .. vari marchi) e di problemi di reperibilità di ricambi ne ho sempre “sofferto” ( i clienti si sfogavano con me, come primo referente) anche quando le BEV non erano neppure nei sogni; ho avuto casi di auto in garanzia che attendevano oltre 50gg per un ricambio (e fornire “auto di cortesia” ..che non tutte le Case fanno ..o facevano).
      Con l’arrivo di nuove tecnologie ovviamente tutto può complicarsi (ed io ho fatto da cliente-collaudatore di tutte le novità dei motori a gasolio, che fino ai primi anni ’90 venivano ugualmente criticati perché “da camion”, lenti, rumorosi,etc) … a volte le OEM non riescono a fornire correttamente sia gli stabilimenti produttivi che tutta la rete di concessionarie (magazzini centralizzati).
      Attualmente veniamo da uno stravolgimento di tutte le “filiere” produttive e distributive che sono state ripetutamente rallentate o bloccate per mesi [covid-post covid + restrizioni trasporti mondiali tra Canale Suez e Panama] facendo anche fallire molte ditte .. con conseguenti “buchi” di forniture.
      Non conta molto se la marca è italiana, europea o extra-europea (USA, Cina, Asia ) perché attualmente non esiste prodotto (auto, tv o altro) che non sia frutto di centinaia/migliaia di passaggi produttivi.
      Ora come ora conta quanto son reattivi gli OEM nel riprogettare le loro “catene produttive/distributive” … e parimenti di quanto fanno per organizzare la loro rete di officine/carrozzerie autorizzate; non tutte riescono a formare i tecnici/operai con la stessa velocità con cui presentano i nuovi prodotti; le aziende più piccole fanno ovviamente resistenza ad adeguarsi ai nuovi “standard” … specialmente se non vedono adeguati tempi di ritorno degli investimenti necessari, talvolta molto costosi.
      Ovviamente oramai il processo di transizione è partito a livello mondiale, noi europei ci siamo “accodati” con 10 anni di ritardo ma ormai va fatto e recuperato il tempo lasciato alla concorrenza (forse l’unica via di uscita son solo M&A e Joint-Ventures), perché… anche se non arriveremo mai >50% di BEV neppure nella “ricca ? ” Europa (figuriamoci nei continenti africani, sud-americani e asia insulare etc).
      Se abbiamo timore di non riuscire a far riparare le nostre vetture (ICE o BEV) non ci resta che imparare dai cubani … che ancora riescono a spostarsi con i loro meravigliosi “carrozzoni” americani anni ’50 (con buona pace per il disastro climatico).

  5. E come tutti gli autoriparatori osteggia le auto elettriche in quanto statisticamente (all’apparenza) si rompono molto meno.

  6. Ho trovato molto interessante questa visione, ammetto di aver sempre sottovalutato questo problema. Sarà che in 25 anni di patente non ho mai avuto un incidente però effettivamente una copertura assicurativa più completa va valutata, anche perché partendo da una base di prezzo inferiore potrebbe non costare poi così tanto

  7. Michele, se vuoi uccidere una persona non sei obbligato a farla mangiare. In una stanza chiusa con due auto accese qualsiasi cosa faccia porterà al decesso.

    • Chi muore prima?!?

      No, perché, altrimenti, possiamo anche dire che, in un modo o nell’altro, moriremo tutti, prima o poi….

    • Anche farla stare in un allevamento intensivo o in una casa non green oppure vicink a una ditta di vernici o chimica … se chi ha scritto l’articolo si fosse informato avrebbe scoperto che tutto l’automotive (camion inclusi) inquina per il 17% molto meno degli degli altri inquinanti da me citati … ma parlare per “sola esperienza personale” senza legfeee chi ne sa più di noi spesso porta a queste conclusioni e a questi “bizzarri” paragoni.

  8. Mia esperienza: auto aziendale in noleggio lungo termine. Il 23 dicembre si guasta, il 27 la consegno in officina, fino a inizio febbraio l’officina litiga con PSA renting perché non riaulta sotto contratto. Poi la cosa si sblocca e mandano l’ordine per i pezzi da sostituire. Oggi dopo 3 settimane non si sa ancora quando arriveranno i pezzi. Di sicuro aspetterò almeno fino a fine marzo!
    E sapete la cosa interessante? Si tratta di un Citroen Spacetourer Diesel con un guasto al cambio automatico. I problemi di tempistiche non li hanno solo le auto elettriche!

    • Tranquillo, per i gruppi elettroidraulici del cambio diamo 52 settimana d”attesa dall’ordine . Però per un cruscotto siamo andati oltre, per un anno ho corso senza

  9. Si tratta di un tema vero e al prezzo alto si aggiunge la necessità di avere una casko. Personalmente ne ho due e per una ho dovuto affrontare due eventi, uno per un tamponamento e l’altro per la grandine. Per il secondo evento non ci sono stati problemi perché fino al momento di ripararla si sono attesi i pezzi di ricambio, nel secondo caso l’auto è stata ferma per 45 gg. Si tratta di una Peugeot e208 quindi i pezzi di ricambio sono di una auto elettrificata quindi i pezzi di ricambio sono arrivati nel giro di un paio di settimane e la carrozzeria essendo associata alla Peugeot non ha avuto problemi e la batteria, il motore è linverter dai due eventi evidentemente non sono stati coinvolti. Insomma tutto bene. La kasko mi ha coperto il 90% dei costi quindi ok nessun problema particolare. É chiaro che se dovessi prendere una MG o una BYD dovrei cercare di conoscere i tempi per ottenere i pezzi di ricambio compresa la batteria.

  10. Un altro che ancora non ha capito cosa è l’inquinamento da CO2 , il vero problema delle termiche
    INQUINAMENTO DA CO2 NON DA PARTICOLATO
    (che poi il fatto che con le elettriche si elimina molto inquinamento da particolato è un plus ma non il motivo principale

    • la CO2 è un climaelterante non un inquinante, mi sa che è lei che ha capito poco.
      Gli inquinanti sono gli No, Nox, le pm10 e 2,5 , gli aromatici (benzene-toluene , Pb,Cu ecc). La Co2 ha un ciclo si assorbimento naturale; gli inquinanti te li respiri, li bevi, li mangi.

      • Ma cosa dice? L’assorbimento naturale è negli oceani e nelle foreste. Ha un limite. Noi ne emettiamo molto più di quello che può essere assorbito. Infatti le parti di CO2 per milione sono passate in 70 anni da 300 a 417

        • Comunque formalmente la CO2 non è un inquinante ma un climalterante.
          Le foreste di giorno la inglobano rilasciando ossigeno, mentre la notte inglobano ossigeno ed emettono CO2 (per quello non si dovrebbe dormire con piante in camera).
          Detto ciò, il delta è comunque positivo in quanto emettono più ossigeno (di giorno) rispetto alla CO2 (di notte), quindi la deforestazione contribuisce ad incrementare la concentrazione di CO2 nell’atmosfera.
          In ogni caso la CO2 non è un inquinante.

          • Buongiorno

            la Co2 prodotta in grandi quantità bruciando combustibili fossili è un problema abbastanza urgente, va ridotta di molto

            i combustibili fossili sono il grosso del danno, poi c’è anche un contributo dalla deforestazione

            =========
            per chiacchera, se intendessimo:

            “inquinante” = sostanza che in modo diretto o indiretto causa un’alterazione dell’ambiente

            l’effetto diventa negativo se le quantità sono eccessive, potremmo chiamarlo inquinante anche se il modo in cui ci danneggia è indiretto

            è simile alla definizione tecnica dei veleni, molte sostanze innoque a concentrazioni normali, fanno danni diretti o indiretti a concentrazioni più alte

        • Gas climalteranti dai libri di scuola :l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) ed il protossido d’azoto (N2O) per dirne tre altrimenti è come fare rientrare i coltelli da cucina nel catalogo delle armi del banco prova nazionale

          • -ed il protossido d’azoto (N2O)-

            Il piu pericoloso di tutti, e infatti ho sempre ritenuto cosa saggia eliminarlo in ogni modo possibile, per esempio bruciandolo nei motori a pistoni. ☝️

      • Si anche quellh degli allevamentj intensivi, dej pesticidi inbagricoltura, degli scarichi delle industrie e deivriscaldamenti delke caldaie e …. dalle sigarette fumate … o forse qualcuni pensa che suank prodotti soli dagli scarichu automobilistici?

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