Dopo il «bike to work» arriva il «bike to business». Altro non è che un’evoluzione del primo. E, come tutte le innovazioni, arriva da Milano. Il capoluogo lombardo non ha fatto altro che “importare” una soluzione già consolidata all’estero, in Nord Europa soprattutto, dove l’uso utilitaristico delle due ruote in città è una tradizione ormai consolidata.
Quante e-bike in azienda e quanto costa usarle?
Di cosa si tratti e come viene declinato in salsa milanese, lo racconta oggi il Corriere della Sera in un bell’articolo a firma di Fabrizio Guglielmni. Il «bike to business» è una nuova formula di uso condiviso delle bici (soprattutto elettriche) per gli spostamenti casa-lavoro. Non su base individuale, bensì aziendale. In altre parole è l’azienda che costruisce una flotta di veicoli leggeri (il numero sta fra il 5 e il 10% delle forza lavoro complessiva) da assegnare ai dipendenti per la micromobilità urbana o per un pendolarismo a corto raggio.
Ogni azienda decide poi se offrire il servizio come parte del welfare aziendale, oppure se suddividere l’onere con i dipendenti che ne fruiscono. Il costo medio a tratta si aggira attorno ai 2 euro (come il biglietto dei mezzi), ma con l’intruduzione di formule flat, settimanali o mensili, e con più utenti coinvolti, i prezzi sono destinati a scendere.
Vaielettrico ne parlò nell’imminenza dell’avvio della Fase 2 post-coronavirus, quando la ripresa dell’attività economica, dovendo coniugarsi con il distanziamento, impose di trovare alternative ai mazzi pubblici (a Milano, soprattutto alla Metro). Furono allora alcuni produttori di e-bike e fornitori di energia a proporre formule di noleggio in blocco per le imprese. Una su tutte, quella proposta da Yess.energy.
Il capostipite Moves by Yess.energy
Oggi però il Corriere ci racconta che il «bike to business» ha fatto molta strada. E tra chi già lo adotta figurano colossi industriali come Pirelli e Oracle, cioè aziende con centinaia di dipendenti. A quei livelli, i numeri diventano molto importanti. Tanto che la gestione delle rispettive flotte leggere ha richiesto l’adozioni di veri e propri sistemi di management, con l’uso di abbondanti dosi di informatica.
Pirelli, una piattaforma per gestirlo
Pirelli ha così sviluppato il progetto «Cycl-e around», fatto di una flotta di e-bike e di una piattaforma digitale per gestirla. Testato in pieno Covid a supporto del personale medico degli ospedali milanesi, il progetto di «bike to business» è stato recepito dalla stessa azienda per gli impiegati della Bicocca. In futuro sarà esteso ad altre tipologie di veicoli leggeri, come monopattini e forse scooter. Oracle, scrive il Corriere, si è invece appoggiata al colosso delle bici Trek, creando per la sua sede di Cinisello Basamo una sorta di bike sharing interno.
Arrivano i fornitori del bike to business
Ma su questo nuovo business dell’e-bike corporate nascono, o si diversificano, anche fornitori di servizio. A Milano Bikenomist ha sviluppato un proprio modello per fornire alle aziende flotte di bici elettriche “chiavi in mano”, con tanto di assicurazione, manutenzione, cambio batterie. E anche formazione e consulenza a 360 gradi per i mobility manager aziendali. Questi ultimi ufficialmente investiti della responsabilità di mettere a disposizione dei dipendenti sistemi di mobilità compatibili con la realtà post-coronavirus. A Brescia è nata Imoving, che propone alle aziende una serie di iniziative a due ruote. Le flotte sono una, ma anche eventi, corsi di formazione, promozioni.
Atre iniziative si staranno sicuramente sviluppando in tutta Italia. Perchè non ce le segnalate?
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