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Auto elettrica in Italia: i 5 progetti industriali top

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Oltre mille assunzioni a Reggio Emilia per costruire le auto sportive della cinese FAW in una nuova fabbrica.

Auto elettrica in Italia, finalmente qualcosa si muove anche a livello industriale, tra Gigafactory e investimenti stranieri. Vediamo le 5 iniziative più importanti.

Auto elettrica in Italia: i cinesi di FAW a Reggio (1)

Investimento cinese (FAW)  con consulenti americani. (Silk) Il nuovo centro produttivo e di innovazione di Silk-Faw, battezzato  E-line city, comporterà un investimento di oltre 1 miliardo di euro. Darà lavoro a oltre 1.500 dipendenti, a Reggio Emilia. Entro il 2023 sfornerà i primi modelli della hypercar ibrida Hongqi S9, progettata dal designer  Walter De Silva, ma l’idea è di produrre soprattutto auto elettriche. Del team fanno parte anche due conosciutissimi top manager dell’automotive come l’ex ad della Ferrari, Amedeo Felisa, e l’ex direttore tecnico del Cavallino, Roberto Fedeli.  La nuova fabbrica si svilupperà su due assi. Uno, più lungo, ospiterà Centro ricerche&sviluppo, attività di progettazione ed engineering. L’altro, perpendicolare, ospiterà gli uffici, i servizi, gli spazi di condivisione. La fabbrica vera e propria occuperà due grandi blocchi  sui lati dell’asse principale.

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Nella Gigafactory di Termoli si dovrebbero produrre le batterie soprattutto per le auto più piccole, come la 500.

Auto elettrica in Italia / A Termoli la Gigafactory (2)

È una scelta che ha un forte valore simbolico, oltre che tecnologico ed economico. , La fabbrica molisana è storicamente considerata la casa dei motori a benzina Fiat, a partire dai famosi FIRE. Ultimamente erano cresciuti i timori che Stellantis, il mega-gruppo di cui oggi Fiat fa parte, nel quadro della transizione all’elettrico decidesse addirittura di chiudere. Tutt’altro: l’impianto verrà trasformato nella terza Gigafactory di batterie, accanto a quelli in costruzione in Francia e in Germania. Gli accordi per il finanziamento della riconversione sono già stati presi con il Governo italiano, come annunciato nei giorni scorsi dal ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Una notizia che ha preso in contropiede un po’ tutti gli addetti ai lavori, che si aspettavano una scelta ristretta tra Torino-Mirafiori e Melfi. E invece da Termoli arriveranno le batterie per le auto medio-piccole del gruppo, a partire dalla 500.

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SEGNO DEI TEMPI / Batterie al litio nella fabbrica di Teverola in cui si costruivano lavatrici e forni a microonde.

Auto elettrica in Italia / Batterie con Seri a Teverola, Campania (3)

Altra fabbrica di batterie, altro segno dei tempi che cambiano. Qui siamo a Teverola, in provincia di Caserta, dove il Gruppo SERI da tempo lavora a una Gigafactory per la quale prevede a regime 675 addetti, a partire dal 2023. L’investimento è sostenuto dal Governo italiano con 500 milioni tratti dal fondo IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo). Il progetto nasce dall’esigenza di rilancire un’area entrata in forte crisi dopo la decisione della Whirpool (elettrodomestici ex Indesit) di chiudere la fabbrica locale. La SERI ha già avviato le attività commerciali per finalizzare i primi contratti, con la fornitura delle campionature richieste per i test di performance e di qualità. Secondo le previsioni, nel 2021 si opera a circa il 50% della capacità produttiva, con un prezzo che dovrebbe aggirarsi sui 400 euro/KWh. Il sito avrà una capacità produttiva massima di 330 MWh all’anno, con celle al litio destinate soprattutto ai comparti industriali. Il Gruppo SERI opera con diversi marchi, tra cui FAAM e Seriplast.

Power4Future, batterie al litio da Fincantieri e Faist (4)

Ancora batterie, ancora un nuovo investimento. Power4Future è una joint-venture tra Fincantieri SI e Faist Electronics, ed è stata presentata a fine maggio al Salone Nautico di Venezia. La collaborazione industriale prevede la realizzazione di un sito per la produzione di accumulatori al litio, sia per veicoli marini, sia terrestri..auto elettrica in Italia Per poi curare la progettazione, l’assemblaggio, la commercializzazione e i servizi di post vendita relativi a moduli di questi gruppi-batteria. Inclusi i dispositivi di controllo quali il battery management system (BMS) e i sistemi ausiliari. Tra questi l’antincendio e il condizionamento per sistemi stazionari completi. La produzione prevista cumulata è di oltre 2 GWh in 5 anni. La localizzazione del sito è ancora in corso, con due diverse ipotesi sul tavolo. Fortemente favorita la Motor Valley dell’Emilia Romagna.

Reinova: testing, omologazioni e progetti innovativi

E infine parliamo di Reinova, nata per fornire competenze sulla tecnologia elettrica a centinaia di piccole e medie aziende italiane della filiera automotive. L’idea l’ha avuta un ingegnere napoletano di 42 anni, Giuseppe Corcione. Corcione era al culmine di una brillante carriera come capo di una squadra di 1.400 progettisti nel colosso dell’engineering AVL, a Graz, in Austria. Firmando decine e decine di brevetti per powertrain termici ed elettrici. Ora scommette sull’Italia, con un progetto da 35 milioni di euro finanziato da un gruppo di imprenditori locali e da Banca Intesa. Reinova ha sede a Soliera, nel modenese. E vuole essere due cose:

  • uno dei principali centri europei di testing e omologazione per componenti e sistemi di trazione elettrici.
  • un polo di sviluppo per progetti innovativi. Occupandosi  anche di micromobilità, nautica, mezzi da lavoro e agricoli, aviazione, sistemi di ricarica e nuovi servizi.

 

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4 COMMENTI

  1. x Mirko:
    concordo pienamente; l’auto elettrica ideale per noi poveracci potrebbe essere una vecchia Fiat Ritmo, con autonomia invernale di almeno 300 km e iun prezzo di listino senza sconti/incentivo non superiore a 15 mila euro; pochisismi optioal, rinuncerei anche al climatizzatore, sostituendo il riscaldamento/raffrescamento con una pompa di calore; velocità max 130 km/h, 4 passeggeri (una famiglia tipo), luci led (le minime indispensabili, presenti anche sulle termiche), cruise control, tutti i sistemi di sicurezza (che a mio avviso ora dovrebbero essere obbligatori) e un tipo standard univoco di ricarica per sostare in qualsiasi colonnina europea senza problem.
    Purtroppo i produttori scelgono (e mai cambieranno strada) di costruire auto elettriche che solo l’1% degli italiani potrà permettersi di acuistare, visto il prezzo di listino, per cui penso che nel 2035 ci troveremo con nn più di 1 milione di BEV circolanti in Italia, dal prezzo base di 50 mila euro cad., con autonomia di 900 km e una velocità max di 190 km/h (oltre alle poche supersportive che potranno raggiungere anche i 300 km/h e alle quali occorrerà uno spazio di franta pari ad almeno 500 metri, visto il peso della batteria). Noi poveracci dipendenti e i nostri figli viaggeremo solo con mezzi pubblici convertiti ad idrogeno o ci accontenteremo del tandem elettrico o del futuro monopattino per 2 persone che, con borsa in spalla, si recheranno al lavoro coprendo una distanza quotidiana di circa 50 km, magari con l’ombrello in caso di intemperie.
    Attualmente una BEV ideale potrebbe essere la Smart, la Twingo, la 500 base, la Dacia Spring, ma portando il prezzo a un max di 15mila euro e la batteria a una autonomia di almeno 300 km, e togliendo anche tutti i tipi di incentivo per l’acquisto, allora sì che il mercato elettrico già dal 2022 avrebbe un fortissimo incremento e si arriverebbe al 2035 con il 90% degli italiani che hanno totalmente dismesso auto termica.
    Ma secondo me questa è e rimarrà una utopia, solo per interessi economici di tutte le case automobilistiche, nessuna esclusa.
    Idem, scusate lo sfogo.

  2. Comunque una auto per noi poveracci che abbiamo sia pochi soldi che necessita di farci dei km… No… Quella no… Sportive… Ultra costose…

    Nel 2030 a ridosso del tanto acclamato switch off per la vendita solo di termiche un auto usata termica costerà ancora di più ma comunque non potremo permetterci una elettrica.

    Serve una utilitaria. E con 300 km di autonomia. Con aiuti per adeguare l impianto di casa. Date alla fascia bassa qualcosa che possa permettersi e allora ciao ciao termico.

    Scusate lo sfogo.

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