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La batteria più grande mai vista, parola di Matteo

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La batteria più grande mai vista, a supporto dell’idroelettrico. Ce la racconta l’amico Youtuber Matteo Valenza, salito in Valtellina, nella diga di Val Grosina. 

La batteria più grande in una diga strategica

Matteo si trova all’interno di un’enorme batteria, “la più grande che abbia mai visto, 6 GWH! dice entusiasta. È in compagnia di Antonella Frigerio, vicedirettore del dipartimento sviluppo sostenibile e fonti energetiche di RSE; Paolo Valgoi, responsabile di opere idrauliche civili e di supporto impianti idroelettrici di A2A, ingegnere responsabile della sicurezza delle dighe e impianti Valtennina e Calabria. Ed Elisabetta Garti di A2A, che si occupa di impianti idroelettrici della Valtellina, di cui è responsabile. La diga di Val Grosina contiene circa 1.200.000 m³ di acqua. È strategica per la produzione idroelettrica A2A. Si inserisce nell’ambito negli impianti Idroelettrici Valtellina. Raccoglie le acque che ci sono a monte e che vengono accumulate a livello stagionale nei due grossi serbatoi di Cancano e di San Giacomo. Fa una regolazione giornaliera della produzione sulla centrale di Grosio.

la batteria più grandeI connotati di una diga alta oltre 280 metri

Essendo opere strategiche, le dighe hanno bisogno di un continuo controllo che si articola in diverse forme: ispezioni visive e monitoraggio strumentale. Ci sono delle squadre di persone che periodicamente raccolgono le grandezze-causa e le grandezze-effetto. Per poter verificare nel tempo che il comportamento della diga sia compatibile con i suoi prerequisiti prestazionali. La diga di Val Grosina è una diga muraria in calcestruzzo a gravità, la sua resistenza è basata solo sul suo peso. Il contrasto alla spinta idrostatica dell’acqua viene proprio dal peso che esercita sul terreno. È una diga imponente, ha un coronamento lungo oltre 280 m, alta 71 m ed è costituita da una serie di speroni affiancati, collegati fra loro dai giunti.

la batteria più grandeCome viene monitorata una diga? In 2 modi…

 

Monitorare una diga è un’operazione importante e dettagliata, spiega Paolo. Il monitoraggio che A2A esercita sugli impianti è di due tipi: monitoraggio di grandezze raccolte in modo manuale e monitoraggio automatico.  Il secondo avviene in tempo reale ed è in grado di fornire risposte immediate in caso di sollecitazioni particolari, come la perturbazione dovuta ad un sisma. Le grandezze principali che vengono controllate sono: grandezze di causa (temperatura dell’acqua, dell’aria…) e comportamento della diga. Quest’ultimo comprende gli spostamenti planimetrici, ovvero quanto si sposta una diga a seguito delle sollecitazioni indotte. Questa diga si muove di circa 1 cm-anno in direzione monte-valle. Il controllo è tramite collimazione: di ogni sperone si misurano gli spostamenti monte-valle. Attraverso un sistema di pendoli, dei fili a piombo dritti, vengono misurati gli spostamenti planimetrici. Altri controlli importanti riguardano perdite e deformazioni della diga.

la batteria più grandeCome sta l’idroelettrico in Italia

Matteo rivolge ad Antonella domande sullo stato dell’idroelettrico e delle rinnovabili in Italia. Il primo è in questo momento la fonte rinnovabile principale. Produce più dell’eolico e del fotovoltaico insieme. E può svolgere un ruolo importante nel processo di transizione energetica che ha messo in atto l’Europa, perché ha due caratteristiche fndamentali. Produzione flessibile e capacità di accumulo. L’Europa sta incentivando tantissimo le fonti rinnovabili non programmabili. Ma per poter sostenere questo sviluppo c’è bisogno dei servizi che l’idroelettrico può fornire. È importante che la ricerca non si fermi, anche se l’idroelettrico è considerata tecnologia matura. A livello europeo non sono più stati finanziati  progetti in questo campo ed è un peccato perché si è creato un gap generazionale di competenze. Adesso, grazie proprio alla transizione energetica, l’idroelettrico può tornare a giocare un ruolo-chiave.

la batteria più grandeModelli per capire come regge alle onde sismiche

In campo idroelettrico RSE fa degli studi di sistema, ovvero va a valutare come si può supportare il processo di transizione energetica. Oltre a come definire quali servizi fornire per sfruttare le fonti rinnovabili non programmabili. Contribuisce anche in materia di sicurezza per le dighe. Nel caso della rivalutazione sismica, è stato recentemente messo a punto un nuovo metodo chiamato Modello di propagazione delle onde sismiche. Serve a rappresentare in modo realistico come le onde sismiche si propagano all’interno delle fondazioni e arrivano fino alla struttura.Questo metodo permette di capire in che modo il terremoto arriva alla diga e quali effetti comporta sulla struttura. Tutti i dati e gli studi fatti da RSE sono disponibili sul web.

All’interno della diga, costruita nel 1959

Matteo ci porta all’interno della diga. Fra i due speroni di massima altezza si può vedere qualche apparecchiatura ospitata all’interno. Vediamo due tubazioni dello scarico di esaurimento, tubazioni che attraversano il corpo murario e sboccano a valle. Per quanto riguarda la strumentazione di monitoraggio, si vede un grande tubo in acciaio che contiene al suo interno un filo a pendolo attraverso cui misurare gli spostamenti planimentrici. All’interno della diga è possibile vedere il sistema di misura delle perdite. Tutte le permeazioni di acqua, attraverso lo sbarramento, vengono raccolte in questo sistema basculante. Essendo nota la capacità di ciascuna vasca, l’integrazione porta alla portata di perdita istantanea della diga. Questo invaso è stata costruito fra il 1958 e il 1959 e Matteo è impressionato da come già in quegli anni a livello ingegneristico fossero così attrezzati.

 

la batteria più grandeLa batteria più grande…Ma da dove arriva tutta quest’acqua?

Al momento abbiamo il 40% di produzione di energia da fonti rinnovabili, di cui il 17% da idroelettrico. L’energia da idroelettrico viene generata costantemente, non è una forma variabile. Può intervenire nel momento in cui si presentano squilibri tra carico e generazione. Elisabetta spiega che l’acqua dalla diga di Val Grosina, attraverso un canale a pelo libero interamente scavato nella roccia e lungo circa 3 km, arriva all’imboccatura della condotta forzata che sta a 1.200 m. A 600 m rispetto a dove si trovano Elisabetta e Matteo. L’acqua fa un salto di 600 m, arriva con una pressione di circa 60 atmosfere all’ingresso della turbina. L’organo di intercettazione della turbina è un’enorme valvola rotativa. L’acqua si distribuisce all’interno attraverso una cassa spirale e viene distribuita attraverso quattro oggetti diversificati perché la turbina è ad asse verticale, con le pale in orizzontale. L’acqua le blandisce e crea la rotazione della turbina, su cui c’è l’alternatore che mentre gira genera energia. Quest’ultimo fa almeno 330 giri/minuto ed è costituito da 18 poli.

 

La batteria più grande… Matteo dice di sentire “il rumore della corrente”

Andando su di due piani rispetto alla turbina, si raggiunge l’alternatore. Le macchine sono più di una, poichè dalla diga di Val Grosina le condotte forzate che scendono sono due. Ciascuna alimenta due gruppi. In totale la centrale di Grosio è costituita da quattro gruppi, per un totale di circa 440 MW. Sono presenti quattro trasformatori. L’energia prodotta dall’alternatore è prodotta a una tensione di 16 kW, il trasformatore serve per innalzarla alla tensione di distribuzione. Arrivati alla stazione elettrica di interconnessione con la rete nazionale di alta tensione, Matteo scherza dicendo di sentire il rumore della corrente. Ed è qui si chiude tutto il processo.

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12 COMMENTI

  1. Bravissimo Matteo e la redazione che organizza queste iniziative, abbiamo molto bisogno di questo tipo di divulgazione. Mi permetto di consigliare a Matteo di non dire più “spero che non vi stiate annoiando”, non si dice mai una cosa del genere! (Due volte, tra l’altro). Sostituire con “ragazzi, queste sono cose interessantissime!” o similari. Segnalo il refuso sul titolo, altezza diga da correggere. Comunque molto bene, davvero molto bene.

  2. Segnaliamo gli errori in modo che i redattori li possano correggere, come vedo che succede di frequente. Se poi correggono e non mi pubblicano il commento son contento uguale, anzi di più.
    Lungi da me polemizzare soprattutto sui redattori 😟
    Solo il lavoro di leggere uno per uno i nostri commenti prima di pubblicarli…
    Anche la domenica a orari indecenti…
    Un “grazie”, ma anche due, direi che se lo meritano.

  3. E’ una meravigliosa centrale idroelettrica ma dire che è una “batteria” mi sembra azzardato.
    Un accumulo sull’energia in eccesso per poi restituirla in altri momenti è la centrale di Bargi con gli invasi di Suviana e Brasimone https://www.progettodighe.it/centrali/bargi-camugnano-bo/
    Quando ero giovine laureando, di giorno si produceva energia e di notte, quando le centrali termoelettriche non potevano essere spente, per cui eccesso di energia, e c’era (c’è ancora) poca richiesta di energia, l’acqua veniva pompata dall’invaso inferiore (Suviana) a quello superiore (Brasimone).
    Attualmente non saprei ma intuisco la possibilità che possa lavorare al contrario: di giorno accumuli l’energia in eccesso proveniente dal fotovoltaico pompando l’acqua nel serbatoio (invaso) superiore per poi utilizzarla nei momenti di maggior richiesta e scarsità di fonti rinnovabili.

    • Funziona ancora. Non solo a Bargi, ma in tutti gli impianti idroelettrici dotati di doppio bacino. I cosiddetti pompaggi sono ad oggi la più importante infrastruttura di accumulo in Italia. Se non ricordo male assorbe il 2-3% dei consumi elettrici totali.

    • Si Daniele chiamalo batteria o accumulatore la sostanza non cambia e un invaso è un accumulatore di energia, il gergo batteria non sarebbe corretto a prescindere, che poi nel gergo comunque si chiami qualsiasi cosa che contiene elettricità batteria va bene ma sarebbe anch’esso accumulatore, e se vogliamo mettere i puntini sulle i, un altro contenutore di energia sono anche i serbatoi 🤷 e ce ne sono molti altri sempre raggruppati come contenitori di energia.

  4. Un plauso a Matteo, sta diventando un grande “divulgatore” sui temi a noi cari. Mi sono sempre chiesto se il disastro del Vajont abbia dato una forte battuta di arresto nello sviluppo dell”idroelettrico in Italia.

  5. Segnalo piccolo refuso: “L’energia prodotta dall’alternatore è prodotta a una tensione di 16 kW”, immagino fossero kV.

    Impressionante davvero. Bravo Matteo, non solo autovetture!

    • Anche nel terzo titolo “I connotati di una diga alta oltre 280 metri”, l’altezza è 71 metri, il coronamento è 280m.

      • È la lunghezza della diga 🤷
        Suvvia un errore, certo che fai le pulci su qualsiasi cosa, potevi benissimo farlo correggere anziché polemizzare come al solito 🤦🤦

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