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XEV, vetturetta italiana in 3D per la Cina

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I media cinesi si stanno occupando di una nuova auto, la X Electrical Vehicle, XEV, nata da una società “basata in Italia”. La XEV arriverebbe sul mercato cinese nella seconda metà del 2019. Con produzioni di massa da stampanti 3D.

<Abbiamo già 7mila ordini per la XEV>

L’annuncio è stato dato lunedì a Shangai da un senior designer della XEV, Guo Xiaozheng. Nella metropoli cinese la start up italiana sta esponendo il primo prototipo dell’auto, che fa parte del segmento LSEV (Low Speed Electric Vehicle). In pratica, macchinette a bassa velocità, che in Europa si guidano a 16 anni. L’esposizione avviene al Shanghai’s China 3D-printing Cultural Museum, una struttura che mostra tutto quel che si può fare con una stampante 3D. Ma il mese prossimo la XEV sarà all’Auto China 2018, il Salone di Pechino. <La XEV ha già ricevuto 7 mila ordini, molte aziende cinesi hanno già manifestato interesse per il nostro progetto prima ancora di iniziare la produzione>, ha spiegato Guo ai media cinesi. Il designer ha aggiunto che in questi mesi i pareri raccolti negli eventi in cui XEV sarà esposta serviranno per rendere l’auto ancora più vicina ai desideri dei clienti.

Massimo un anno per ricerca e sviluppo

Il China 3D Printing Museum di Shangai

La scommessa, impegnativa, è ridurre da 2 mila a 57 le parti di plastica con cui è costruita un’auto, tagliando di due terzi i tempi di ricerca e sviluppo. Scommessa considerata vincente da Zhu Li, direttore del China 3D-printing Cultural Museum. Guo ha aggiunto che, eccetto telaio, sedili e vetri, tutte le parti visibili dell’auto sono stampate in 3D, con un risparmio del 70% rispetto alle tecniche tradizionali. <Sviluppare un nuovo modello richiede in genere da 3 a 5 anni, con la tecnica usata da XEV si va da tre mesi a un anno>, ha confermato Luo Xiaofan, fondatore e CEO di Polymaker, azienda di  Shanghai (guarda) responsabile per la Ricerca&Sviluppo dei materiali per l’auto stampata in 3D. Le grandi Case dell’auto sono però scettiche. La Ford, la prima a sperimentare questa tecnologia fin dagli anni ’80, sostiene che la stampa 3D è adatta per piccole serie di automobili. O, su larga scala, per produrre solo singole componenti, come gli spoiler. Sarebbe invece troppo lenta per produzioni massa. La XEV, evidentemente, è di diverso parere e aggiunge che con questa tecnologia si può anche più che dimezzare il peso di una citycar, dalla tonnellata di media attuale a 450 kg. L’unica cosa certa è che l’avvento dell’elettrico sta richiamando un’ondata di coraggiose start up. Come la Sono Motors , creata da tre giovani bavaresi che in questi giorni girano l’Italia per presentare la loro prima vettura. Si chiama Sion ed è tutta ricoperta di pannelli solari.

 

 

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3 COMMENTI

  1. Ho provato un prototipo, molto interessante.
    Pensare a fabbriche con batterie di stampanti è possibile, dipenderà solo dal costo di queste stampanti. Tutte gestite da software, stampano 24 su 7 su 365 . Vediamo se ne esce un modello di business

  2. Purtroppo sento tanta puzza di sparate pubblicitarie …
    La tecnologia della stampa 3D è ancora lontana dal dimostrare la sua “convenienza globale” nella produzione di alti volumi .

    • Infatti io non credo che punteranno a enormi produzioni, quanto al fatto di poter fare tante piccole produzioni in diverse parti della Cina. O dell’India o…In pratica: loro fanno il progetto, senza investire sulla fabbrica, la parte più onerosa. Se vuoi la macchina te la stampi tu, pagando quel che devi a chi l’ha ideata. Tenendo conto che anche il motore e le batterie, oltre a sedili, vetri e telaio, non si stampano. Solo la carrozzeria.

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