
WEV, donne per l’elettrico alla riscossa. L’associazione è nata negli USA, WEV sta per Women of EVs, che si potrebbe tradurre in Donne dell’auto elettrica.
WEV, anche per valorizzare i talenti femminili
Si sa che, per il momento, le donne non hanno accolto entusiasmo la svolta elettrica nella mobilità. Le statistiche, in Europa come negli Stati Uniti, dicono che sono maschi 3 acquirenti su 4, percentuale decisamente superiore alle auto tradizionali. Gli uffici marketing delle Case auto cercano di capire le motivazioni, che sembrano essere:
- il prezzo più elevato rispetto ai modelli a benzina o a gasolio, argomento molto sentito dalle donne, custodi sempre attente dei bilanci personali o familiari
Ashley Horvat, co-fondatrice e presidente di WEV - il timore che la ricarica sia troppo lunga e complicata, togliendo tempo prezioso in giornate già colme di impegni: argomento, questo, sollevato da Nissan (qui)
- una comunicazione molto orientata sugli uomini, poco capace di far leva sulla sensibilità del pubblico femminile verso il grande tema della sostenibilità
Le donne del WEV lavorano per ribaltare lo status quo. Non solo per far sì che cadano le barriere che mantengono basse la percentuali delle acquirenti. Ma anche e soprattutto per ottenere che i talenti femminili siano valorizzati in tutta la catena del valore delle aziende impegnate nell’elettrico. Fino al ruolo di CEO, ovvero il (la) numero uno.
In media fanno meno km degli uomini, eppure…
E pensare che le donne sarebbero un target ideale per la diffusione dell’auto elettrica. Tre anni fa i ricercatori delle University of Sussex e di Aarhus realizzarono un identikit di chi già guidava elettrico (clicca qui). Investigando diversi fattori come il sesso, il grado di educazione, l’occupazione, l’età e anche le dimensioni della casa in cui si vive. Il tutto attraverso interviste a possessori di Evs in Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia e Norvegia, ovvero il paradiso della mobilità a emissioni zero.

Ne uscì che le donne mediamente percorrono molti meno km degli uomini. E quindi non soffrono della sindrome che ancora frena il decollo delle vendite: l’ansia da ricarica, il timore di restare a piedi per scarsa autonomia. Eppure l’indagine confermò che il numero di donne tra gli acquirenti (peraltro in Paesi in cui l’emancipazione femminile è molto avanzata) era esiguo. Troppo complicata la procedura di ricarica, dunque? Una cosa è certa: se le donne non comprano, il boom dell’elettrico non arriverà mai.
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I primi due punti: costo d’acquisto e ricariche , non serve altro