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Nissan ci ripensa sull’elettrico? “Per le donne…”

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La ricarica di una Leaf prima serie: troppo complicata per le donne? Mah...

Nissan ci ripensa sull’elettrico? Lo fa pensare un’intervista ad Automotive News di Ivan Espinosa, responsabile Global Product Strategy. La marca giapponese è stata tra i pionieri dell’elettrico e le parole del top manager hanno subito scatenato polemiche.

Nissan ci ripensa? “Ricaricare a volte è una seccatura…”

Espinosa, 41 anni, è in carica dal 2018. E sembra deciso ad orientare la gamma Nissan del dopo-Ghosn (l’ex numero uno arrestato a in Giappone e ora fuggito in Libano) verso l’ibrido.Nissan ci ripensa

Ecco che cosa risponde al giornalista che gli chiede quali lezioni ha tratto la Nissan dalla vendita di un modello come la Leaf EV. Una di queste è la seccatura di ricaricare. Per quanto semplice o complicato sia, ha un grosso impatto sulla customer-experience dei possessori di EV. Non solo per una questione di tempo. È per cose semplici, come la location delle ricariche e anche per il peso del cavo. Abbiamo un sacco di donne tra chi guida la Leaf e in alcuni casi le tecnologie che usiamo oggi non sono così friendly per loro. Abbiamo anche appreso molte cose sulla tecnologia delle batterie e del motore elettrico. Tutto questo ci sta aiutando a rendere più agevole la guida elettrificata“. In soldoni: Espinosa sembra pensare che si debba dribblare il problema della ricarica, per un vasto pubblico che comprende anche quello femminile. Scartando quindi anche l’ibrido plug-in, a favore di una soluzione senza spina che in Nissan chiamano e-Power. Un ibrido tradizionale, in cui il motore termico ricarica il motore elettrico.

Punta sull’e-Power, un ibrido senza spina

Ecco ancora le parole del top manager: “La bellezza dell’e-Power è che in quei mercati in cui la rete di ricarica non è ancora pronta o in cui i clienti non hanno accesso ai veicoli elettrici, e-Power consentirà di sperimentare una guida che è come quella elettrica. Effettivamente lo è, perché il motore a combustione sta solo caricando la batteria. E quindi il comportamento dell’auto, per chi guida, è molto simile a quello di un’elettrica”.

Espinosa
Ivan Espinosa, 41 anni, lavora in Nissan dal 2003.

 Le parole di Espinosa, come si diceva, hanno subito suscitato polemiche. Il sito americano Electrek (qui l’articolo) si chiede se Espinosa abbia mai ricaricato un’auto elettrica. E conclude il suo commento con queste parole: “Per aggiungere insulto all’ingiuria, il dirigente Nissan ci mette anche che le donne trovano che i cavi per ricaricare siano troppo pesanti e complicati. Ha toccato il fondo“. Effettivamente si tratta di parole sconcertanti, che rischiano di vanificare gli sforzi fatti in un decennio di lavoro dalla Casa giapponese. Per far conoscere non solo i suoi prodotti, ma anche i pregi e il funzionamento dell’elettrico in generale. Tanto più che Nissan sembra ripensarci ora che la maggior parte della concorrenza si sta finalmente convertendo all’elettrico…

— Leggi anche: “Bilancio di fine anno, quanto risparmio con la mia Leaf”

 

 

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11 COMMENTI

  1. Come sputare nel piatto in cui si mangia. Ha già un contratto con la concorrenza?
    Non posso credere che un dirigente d’azienda possa dire cosi tante castronerie in una volta sola.

  2. Nissan ha programmi industriali sinergici e complementari a Renault.

    Il nuovo Direttorio ha valutato il mercato e abiurato la visione di Ghosn: l’IDS del Motor Show di Tokyo del 2015, dove Nissan presentò la sua visione di guida autonoma ed elettrica per il 2020. L’obiettivo di integrare con l’elettrico, il controllo avanzato della vettura, le tecnologie di sicurezza e l’intelligenza artificiale stenta a materializzarsi per il ritardo che accusa chi sta sviluppando queste tecnologie a cui Nissan avrebbe attinto. Il cosiddetto Livello 4, quello definito come Alta Automazione, preannunciato entro il 2012, ancora non è impiegato nella gestione autonoma di accelerazione, frenata, direzione e controllo traffico in tutte le situazioni problematiche dov’è non è più richiesto l’intervento del guidatore.

    Nel dopo Ghosn, il nuovo Direttorio franconipponico è tornato con i piedi per terra e più pragmaticamente fa affidamento alla piattaforma ibrida della Clio 1.6 benzina da 90 CV, che con i due motori elettrici arriva a 140 CV con una riduzione dei consumi del 40% in uso cittadino a bassa velocità. La batteria c’è, al litio da 1,2 kWh, ben nascosta sotto il bagagliaio dove prima c’era la ruota di scorta.

    Renault Nissan dichiarano che questa piccola batteria consentirebbe di guidare in modalità elettrica per l’80% del tempo nella guida cittadina. Ma per quanto tempo? Per tutto il tempo che volete. Il generatore a combustione da 1.6 litri si accende e ricarica la batteria.

    In autostrada il quattro cilindri endotermico non vi crea apprensioni, vi spinge senza problemi di ricarica a velocità medie impensabili per l’elettrico e al rifornimento ci pensa il benzinaio che trova ancora impiego, grazie alle signore.

    Criticabile? Si, forse.

    Allora imputiamo anche l’autore del misfatto e della complicazione ibrida: Toyota.

    Ben più coraggiosi i Sassoni di Wolfsburg che arrivano addirittura a confezionarsi le proprie batterie in Pouch-Zelle, come le chiamano loro, senza acquistarle da Panasonic, LG o da CATL (per imposizione mandarina) come fa Tesla, anche se i Sassoni stanno trovando qualche difficoltà nella progettazione dell’elettronica di gestione della potenza elettrica.

    Qui si apre una vasta ed importante discussione sulle tecnologie proprietarie dell’elettrico e sulla ricerca della chimica nelle batterie del futuro prossimo che ancora, come l’autoguida Livello 4, si vede solo nei video e non sulle strade.

    E quando le aspettative sono limitate si apprezza veramente ciò che si ha. Questo avrà pensato il Direttorio franconipponico.

    Qui mi fermo, altrimenti scriverei un saggio sulle aspettative ancora a divenire dell’elettrico, forse perché mi sento sempre più quel “Colui che aspetta molto, può aspettarsi poco”, come diceva Marquez.

    2020, la visione di Ghosn
    https://www.youtube.com/watch?v=h-TLo86K7Ck

    2020, il pseudoelettrico Nissan Renault

  3. La notizia, qualora non si tratti dell’ennesimo fake, e spero che lo sia, è a dir poco ridicola. Il peso dei cavi, non si può sentire. Direi piuttosto che chi si rivolge all’elettrico puro, deve mettere in conto di dover programmare i propri spostamenti e scegliere la vettura sulla base delle proprie esigenze. La fretta non è contemplata per chi ha intenzione di passare all’elettrico. Io sono passato all’elettrico puro da aprile 2019, posseggo una Nissan leaf 40kw e, pur vivendo in Puglia, dove ancora non siamo evoluti rispetto al nord Italia per la presenza di colonnine, ho raggiunto un equilibrio per tempi e modalità di ricarica con quello che ho intorno. Principalmente ricarico a casa grazie ad una wallbox. Di giorno fruisco dei pannelli fotovoltaici, di sera elettricità Enel.

  4. Perchè siccome il tubo della pompa della benzina è leggero e si srotola da solo e non ti appesta le mani, le piazzole di rifornimento sono linde e prive di oli caduti a terra), e le esalazioni mentre aspetti sono chanel n°5, ecc….

  5. É opinione abbastanza diffusa che i costruttori spingano sull´elettrico per potere vendere nuove auto in sostituzione delle vecchie: niente di piú falso, la stragrande maggioranza dei produttori mai vorrebbero rinunciare alle endotermiche, perderebbero una buona parte dei loro vantaggi competitivi nei confronti di aziende disposte ad abbracciare nuove tecnologie, avrebbero prodotti che in parte creano concorrenza ad altri loro modelli, cosa che stanno cercando di evitare penalizzando l´elettrico per esempio nelle consegne, linee di produzione da sostituire quando invece sarebbero ancora ammortizzabili nel tempo, esternalizzare un altra importante componente: il pacco batterie ed eventualmente anche i motori elettrici, a meno di investimenti estremamente cospicui che i costruttori storici non si vogliono completamente accollare, risultando sempre piú come assemblatori piuttosto che produttori e fornitori di servizi di mobilitá, un ambito in rapida evoluzione in cui sono nuovi e di cui ne vedono piú i rischi che le opportunitá, indi per cui preferiscono ¨giocare¨ in un ambito meglio conosciuto rimanendo quanto piú possibile aggrappati all´endotermico a costo di produrre soluzioni come l´e-Power e di fare queste dichiarazioni grottesche

  6. Si potrebbe concludere che Espinosa pensi solo al portafoglio e al bene della Azienda per cui lavora, piuttosto che a noi. Sarebbe da ingenui, perché Espinosa è pagato da Nissan proprio per quello e Nissan non è certo un’opera caritatevole che ha a cuore il pianeta e l’umanità. Nissan fabbrica veicoli e gli azionisti Nissan vogliono guadagnarci bei soldi vendendoli, non fare vivere sani noi e i nostri figli.

    Probabilmente si finirà come con le aziende del tabacco: class action per avvelenamento continuativo di massa e pubblicità ingannevole. Sarà da dirimere solamente la questione di chi sapesse e se è vero che lo sapessero già dagli anni ’70.

    Temo che i più battaglieri saranno i marchi isolani come Toyota che prende per i fondelli gli automobilisti elettrici, Nissan che dice che le donne non sono abbastanza forti per guidare le auto elettriche, Mazda che cerca di catturare qualche negazionista che non si capacita di non riuscire più ad avvelenare i suoi vicini come quando aveva il vecchio diesel, Honda che ha un presidente che propone motori a “carbone pulito” come Trump, …

    L’esito però è scontato. Perderanno, ma dopo aver pagato qualche miliardo di multa, cambiato qualche dirigente come ha fatto Volkswagen etc. per il dieselgate, divenuta obbligatoria la targhetta sul retro dell’auto con scritto “Questo veicolo avvelena l’aria che i tuoi bambini respirano, ma a norma di legge.”, tutto continuerà come prima e il tempo perso aumenterà inesorabilmente.

    Unico (inutile) consiglio: non comperare Nissan, soprattutto se sei donna.

    • E siccome a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre, a questo punto non sono tanto sicuro che Goshn abbia fatto tutto quello che gli imputano

      • Magari diranno che le parole del top manager Nissan sono state male riportate e interpretate. Ma allo stato dell’arte si tratta di un bell’autogol, un regalo alla Toyota. Anche perché se la Nissan pensa che ci sia un pubblico più adatto alle ibride che alle elettriche pure, poteva allargare la gamma senza incrinare l’immagine delle EV. Lasciamo stare poi la pretesa difficoltà delle donne nella ricarica: nel districarsi tra app e bocchettoni mia moglie mi dà tre a zero. E credo che non sia l’unico caso.

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