Home Due ruote VanMoof in vendita: rifiutata l’offerta di Micromobility

VanMoof in vendita: rifiutata l’offerta di Micromobility

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Tutti i nuovi colori VanMoof

VanMoof in vendita dopo la notizia del fallimento del comparto olandese. Micromobility (ex Helbiz) avanza pubblicamente la sua offerta, ma viene rifiutata. Ci sono altri potenziali acquirenti?

Tanti la vogliono (pare) e nessuno se la piglia. VanMoof è da quasi un mese sul mercato dopo la dichiarazione di fallimento avanzata dal tribunale olandese dell’Aja. Salvatore Palella, fondatore di Helbiz e che ora porta avanti le insegne di Micromobility, ha mostrato apertamente di volerla acquisire. I dettagli dell’offerta non sono noti, ma comunque Vanmoof ha detto no. È lo stesso imprenditore italo-americano a darne notizia nella sera di martedì 8 agosto, dopo essersi fatto vedere tramite i suoi canali social ad Amsterdam. Gli acquirenti delle bellissime eBike oranje non sembravano entusiasti del possibile cambio di maglia.

E’ del 31 luglio scorso l’annuncio ufficiale di Micromobility che recitava: “Abbiamo inviato un’offerta non vincolante per acquisire VanMoof Amsterdam”. Il produttore americano di eScooter ed eBike frutto del rebranding, avvenuto lo scorso aprile, di Helbiz. Azienda che fa capo a Salvatore Palella molto attiva anche in Italia tra noleggio e vendita soprattutto di monopattini elettrici. Un’attività che non ha soddisfatto tutti e che oggi appare quantomeno in ridimensionamento. Senza contare i conti in rosso certificati al 31 dicembre 2022, con una perdita netta di 82 milioni di dollari. Che si andavano a sommare ai 72 milioni di perdita dell’anno precedente, come emerge dai file compilati alla Sec.

a chi andrà VanMoof?

VanMoof in vendita: dubbi su Palella

Insomma non è difficile comprendere chi storceva il naso di fronte a un possibile matrimonio. Ciononostante Salvatore Palella, aveva espresso il suo entusiasmo senza giri di parole. “Questa acquisizione è parte di una strategia a lungo termine per consolidare la nostra leadership nel mercato della micromobilità e diversificare il nostro portfolio di soluzioni”. Pregue così nel comunicato ufficiale: “La forte brand reputation, l’innovativa tecnologia eBike e il modello di abbonamento di VanMoof si allineano perfettamente con la nostra visione del trasporto urbano. Una volta completata l’acquisizione, intendiamo fare leva proprio sulla tecnologia delle bici elettriche e sul modello di iscrizione per aumentare le proposte del gruppo”.

helbiz mimoto
Salvatore Palella

Sono seguiti giorni di trattative apparentemente febbrili e anche un viaggio in perfetto stile a stelle e strisce di Palella in quel di Amsterdam per fare visita alla sede centrale di VanMoof. Una grossa Mercedes nera probabilmente, come diversi utenti Twitter hanno sottolineato, non elettrica e tante valige da scaricare. Era il 4 agosto scorso e nulla di ufficiale è trapelato finora. Nel frattempo l’azienda ormai fallita ha proseguito le sue comunicazioni esclusivamente verso i clienti che dovevano recuperare le eBike nei vari punti assistenza in Olanda.

VanMoofer tifa Micromobility

D’altra parte rimane molto attivo l’account Twitter dal VanMoofer News, capace anche di interloquire direttamente con Palella praticamente in tempo in reale. Gli ultimi aggiornamenti parlavano di una decisione che sarebbe potuta arrivare nella serata di lunedì 7 agosto. In realtà movimenti  successivi non ci sono stati, ma il patron di Micromobility ha continuato a mostrarsi fiducioso e vicino alla community di clienti VanMoof. Una community che comunque, come detto, rimaneva spaccata tra ottimisti e non.

In America non ci credono

Nel frattempo il sito americano The Verge pubblica una lista di potenziali interessati a rilevare VanMoof in vendita. Articolo, va detto, subito contestato da Palella. Anche perché The Verge sottolinea come “dopo la fusione, la società ha dichiarato che la sua valutazione era di 408 milioni di dollari, ma da allora le sue azioni sono crollate e la sua capitalizzazione di mercato è ora di circa 8,75 milioni. Micromobility ha incontrato altri problemi, tra cui cause legali, buste paga mancate e bizzarri tentativi di orientarsi verso nuove linee di business (calcio italiano, criptovaluta e cucine fantasma, solo per citarne alcuni)”.

L’affondo finale stava tutto in questa domanda: può un’azienda che dichiara appena 647 mila dollari di liquidità e che segna continue perdite, acquisire un’azienda fallita e piena di debiti? Allora bisognerà forse rivolgersi ad altri. Come KKR, un gruppo di investimento con sede negli Stati Uniti che possiede anche il conglomerato di biciclette olandese Accell Group. Oppure giganti della produzione di biciclette come Trek e Giant. Anche se il marchio Giant si è sfilato proprio nelle ultime ore da una corsa in cui qualcuno l’aveva inserito.

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