VanMoof fallita secondo il tribunale di Amsterdam. La notizia arriva da una mail spedita ai dipendenti, ma le difficoltà economiche erano note da tempo. Si cercano nuovi investitori, mentre la concorrenza cerca di guadagnarci.
La notizia parte da una mail aziendale, ma fa immediatamente il giro del mondo tra grande stupore. L’azienda olandese fondata nel 2009 ha evidentemente avuto difetti di stabilità finanziaria, ma altrettanto evidentemente ha indicato la via su come si costruisce una eBike cittadina bellissima e funzionale. A partire dal 2016 i progetti dei fratelli Taco e Ties Carlier hanno raccolto consensi tra investitori, pubblico e media.
La vera sfida in questo momento è trovare qualcuno disposto a far continuare una storia aziendale che ha segnato e indirizzato la giovane Storia evolutiva della bici a pedalata assistita.
VanMoof fallita: i fatti accaduti
Partiamo dalla fine e cioè da lunedì 17 luglio 2023. Quando il tribunale di Amsterdam dichiara fallito il gruppo, secondo quanto afferma la società stessa in una comunicazione apparsa sul proprio sito. Nello specifico il tribunale di Amsterdam dichiara il fallimento delle entità legali olandesi VanMoof Global Holding BV, VanMoof BV e VanMoof Global Support BV. Al momento, le controparti legali di VanMoof al di fuori dei Paesi Bassi non sono coinvolte nel processo di insolvenza.
Contestualmente viene avviata la procedura di vendita, da parte dei due curatori fallimentari nominati dal giudice, degli asset a un terzo interessato a continuare l’attività dell’azienda. Con questa scelta, l’azienda potenziale che subentrerebbe nelle operazioni di VanMoof non avrebbe l’onere di assumere il debito insoluto del gruppo. Come sottolineano gli analisti di settore, questo è un segnale che indica che l’azienda ha esaurito le sue riserve di liquidità e le opzioni di finanziamento e vendita disponibili.
Infatti non più tardi di una settimana fa lo stesso tribunale di Amsterdam aveva concesso un periodo di riflessione di due mesi per proteggere VanMoof dai creditori. Si tratta del cosiddetto capitolo 11, di cui la stessa azienda aveva dato notizia con un comunicato. «Il tribunale ha anche disposto un periodo di riflessione di due mesi. Insieme agli amministratori stiamo attualmente valutando la situazione per trovare una soluzione affinché VanMoof possa continuare le sue attività».
VanMoof fallita dopo anni di successi
I problemi finanziari annunciati da VanMoof non sono una sorpresa. Questo fa quasi dimenticare che VanMoof una volta era un gioiello della crescita. Dalla sua fondazione nel 2009 le aspettative sono state alle stelle. Nel 2016 è arrivata sul mercato la prima eBike, segnando una svolta in un mercato giovanissimo. VanMoof ha raggiunto un tipo di pubblico diverso da quello a cui era abituata l’industria delle biciclette. La bici a pedalata assistita poteva e doveva essere anche bella.
@VanMoof was the 3rd most funded D2C micro mobility brand – sad the see it it perish. pic.twitter.com/bKObfvMRW1
— Augustin Friedel (@AugustinFriedel) July 18, 2023
Nel corso degli anni VanMoof ha raccolto in totale poco più di 225 milioni di dollari da investitori quali Balderton, Norwest Venture Partners, Felix Capital e la cinese Hillhouse Capital Management. Ma ha pure venduto quasi 200 mila eBike in tutto il mondo ed è cresciuta a livello internazionale arrivando a contare circa 700 dipendenti e una ventina di negozi monomarca in molte grandi città. Recensioni sempre eccellenti: design originale, bici robuste, e una sensazione di novità. Grazie a tocchi tech come il display a punti integrato nel telaio, i suoni dell’interfaccia, la App per smartphone. Ma dava anche sicurezza con un sistema di attivazione e blocco da remoto che rende inutilizzabile la bici in caso di furto.
I primi scricchiolii con S3
Fin dal lancio dell’S3, VanMoof è stato ostacolato da problemi di manutenzione e molti hanno suggerito che i costi aggiuntivi associati alla riparazione e alla garanzia siano la causa principale dei problemi finanziari. Ha anche danneggiato l’immagine del marchio. Per aumentare il loro livello di servizio soltanto il mese scorso VanMoof ha stretto una partnership di servizio con KwikFit.
Tanto che a gennaio 2023 la società ha avviato un’altra trattativa con gli investitori per raccogliere tra i 10 e i 40 milioni di euro necessari per rimanere solvibile, ma ha incassato meno del previsto. Solo 5,23 milioni di dollari da parte di TriplePoint Capital negli Stati Uniti. Segno che l’amore stava finendo. Adesso siamo al punto che, e lo si legge in una pagina di supporto sul sito VanMoof, non c’è ritorno o speranza. Le bici ordinate e pagate non saranno consegnate. Se si è pagato un anticipo si dovrà presentare una richiesta di risarcimento presso i canali presto accesi. Vengono fermate anche le riparazioni dirette e la restituzione è da vedere.
VanMoof fallita, altri guai
In più sulla piattaforma americana Reddit una persona che ha lavorato nel centro riparazione VanMoof di Los Angeles ha lasciato un commento al vetriolo la scorsa settimana. «Non facevamo manutenzione ai pezzi di ricambio: ci veniva consigliato di buttare via le cose e di sostituirle con pezzi nuovi. Batterie e telai interi venivano gettati nei cassonetti. C’erano almeno 40 bici regolarmente ferme in officina in coda per l’assistenza e sembrava che non riuscissimo mai a fare nulla se non dare ai clienti le bici in prestito e buttare le componenti recuperabili».
Sulle pagine della testata economica olandese FD, si leggeva sempre a gennaio che VanMoof perdeva denaro per ogni bicicletta venduta, soprattutto a causa dei costi di riparazione. Un costo stimato in 8 milioni di euro nel 2021. C’era poi la clausola di garanzia che consentiva di restituire la bici entro un anno. Si stima che il 10 per cento dei clienti approfittasse di questa opportunità.
Cosa fare se hai una eBike VanMoof
La principale preoccupazione ora è quella che i server vadano offline e così anche la chiave digitale unica relativa a quell’esemplare di bici. È tuttavia possibile scaricare la suddetta chiave sfruttando per esempio l’app Bikey messa a disposizione in versione beta per Android e iPhone dai rivali di Cowboy. Per il momento funziona sui modelli più diffusi S3 e X3, presto anche per S5 e A5. Addirittura Blurby Bike offre già fino a 1.000 euro di sconto sulle proprie bici se si restituisce una VanMoof.
La bici mi è arrivata da pochi mesi è la sto usando con soddisfazione spero davvero che non blocchino i codici per usare l’app, con cui mi trovo molto bene e incrocio le dita per eventuali problemi futuri.
R.I.P. VanMoof.
Succede che chi s’è fatto abbindolare dai soliti influencer prezzolati, ora si ritrova con un bel fermacarte di 4k euro in casa.
4k per una bici da usare in città, quando la bici del nonno vecchia di 50 anni funziona ancora e ti porta in giro allo stesso modo.
Posso capire le MTB elettriche , che si usano per evitare uno sforzo consistente….ma una bici da città ? Tra l’altro che devo sempre star attento che non mi rubino, delicata (per l’elettronica) e che si sblocca con una app (che ora non funzionerà più, visto che il servizio cloud farà la fine dell’azienda che lo manteneva)….ridicolo.
Premettendo che _quattromilaeuro_ non li spenderei mai per una bicicletta, anche questa potesse volare, non capisco una parola del suo commento. In particolare cosa lei stia cercando di dire: è una bicicletta con delle funzionalità smart comandabili dal telefono. Il mercato si assesta su quelle cifre. Bah.
Seconda cosa: la bici del nonno di 50 anni va ancora bene. Posto che una bici di 50 anni è forse troppo giovane per essere del nonno, una e-bike è un prodotto indubbiamente diverso (non ho detto migliore a priori, attenzione) che risponde a esigenze specifiche. Con una e-bike puoi potenzialmente fare 60 km al giorno senza dover fare per forza la cronometro in piano stile tour de France.
Prodotto che in un paese di imbecilli come l’Italia non poteva fare troppa strada, purtroppo.
Classico commento di chi parla senza sapere.
Le VM costavano originariamente sotto i 2000€ e non 4000€ come dice lei. Anche gli ultimi modelli che avevano subito un grande aumento non raggiungevano i 4000€. Questo significa che i prezzi fino alla S3 erano molto competitivi nel mercato delle bici elettriche che generalmente costano molto di più.
Inoltre le VM sono sempre state delle biciclette elettriche all’avanguardia per tecnologia, a partire dalla meccanica fino all’elettronica. Avevano i loro difetti ma come tutte le biciclette.
Altra cosa che evidentemente lei non sa è che l’ultima cosa di cui ci si doveva preoccupare con una VM erano i furti, visto la facilità con cui si poteva tracciare una bici rubata e il sistema di blocco della bici in remote (senza considerare che offrivano un pacchetto antifurto che ti garantiva una nuova bici in una settimana in caso non fossero riusciti a recuperarla per il cliente dopo il furto).
VM è fallita per altro, per scelte scellerate come gli investimenti insensati (vedi il modello V), il rilasciare un nuovo modello ogni anno seguendo la moda di un iPhone qualunque, e un servizio assistenza costosissimo e poco efficiente.
Lei è chiaramente libero di andare in giro con la bici di suo nonno, ma magari si informi meglio prima di sparare a caso commenti inutili.