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Vaielettrico a Key 2024: batterie, materie prime e falsi allarmi

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Vaielettrico mette a confronto mondo scientifico e mondo produttivo sul tema scottante delle materie prime per le batterie, nella giornata di chiusura di Key The Energy Transition Expo 2024 (Rimini 28 fabbraio-1°marzo).

Scienza e industria a confronto

Con il titolo “Mobilità elettrica e materie prime critiche: disponibilità, estrazione sostenibile, riciclo e nuove frontiere della ricerca” la tavola rotonda vedrà la partecipazione di scienziati di rilievo internazionale come Nicola Armaroli, Alessandro Abbotto e Silvia Bodardo e primarie realtà imprenditoriali come  FIB Faam, Manz, Spirit, PwC Strategy & Italy.

Sigfrido Ranucci durante la puntata di Report: fumi che escono da un’elettrica?

L’evento di Vaielettrico a Key 2024 prende spunto dalle polemiche seguite alle grossolane semplificazioni contenute nel servizio “Green Hypocrisy” (Report del 19 Novembre scorso). La trasmissione contribuì a veicolare un messaggio fuorviante sulla sostenibilità della transizione energetica. In particolare sulle presunte devastazioni ambientali causate dall’estrazione massiccia dei minerali rari e dei metalli preziosi utilizzati nella produzione delle batterie al litio per veicoli elettrici. 

Giacimenti, estrazione, fabbisogno

Cosa c’è di vero, chiederemo ai nostri interlocutori? Con i professori Armaroli e Abbotto quantificheremo le riserve accertate delle materie prime più critiche, le metodologie di estrazione e lavorazione, il fabbisogno stimato per una mobilità totalmente elettrica.

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Federico Vitali

Con il fondatore di FIB-Faam, Cavalier Federico Vitali vedremo come nascono le celle, i moduli e i pacchi batteria nell’unica megafatory già operativa in Italia a  Teverola, in provincia di Caserta, dove presto sorgerà un vera e propria gigafactory con capacità produttiva di 8 GWh annui. Anche gli impianti produttivi nascono dal know how italiano della Manz Italia, rappresentata dal sales area manager Luca Di Silvio.

Riciclo e innovazione: dove arriveremo?

Massimo Leonardo ci presenterà uno studio realizzato da PwC Startegy sul futuro business del riciclo dei materiali provenienti da batterie a fine vita. Attività nella quale già si impegna l’ing. Angelo Forestan con la sua Spirit.

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Silvia Bodoardo

La sfida più affascinante, però, resta di realizzare il Santo Graal delle batterie: nuove chimiche e nuove architetture per dimezzare i tempi di ricarica, ridurre i costi, moltiplicare la vita utile e la densità energetica. Dove possiamo arrivare? Ce lo dirà la professoressa Silvia Bodoardo che guida il team di ricercatori del programma tecnologico europeo Battery Alliance.

Dimostreremo insomma che non c’è alcuna ipocrisia nella rivoluzione green.

Il programma in dettaglio

1°marzo, dalle ore 10.30 alle ore 11.45, Sala Tulipano (Hall Sud). Interverranno:

  • Nicola Armaroli, Direttore di ricerca del CNR e direttore della rivista scientifica “Sapere”
  • Silvia Bodoardo, Politecnico di Torino e Responsabile scientifico di Batteries European Partnership Association – BEPA
  • Cavalier Federico Vitali, socio fondatore e Vice presidente di FIB-Faam
  • Alessandro Abbotto, Docente di Scienza dei Materiali all’Università Milano Bicocca Presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana.
  • Luca Di Silvio, Sales Area Manager Manz Italia, coordinatore Clust-ER Mech Emilia-Romagna
  • Massimo Leonardo, Partner PwC Strategy& Italy- ESG StrategY & Value Creation
  • Angelo Forestan, Fondatore di Spirit srl
  • Moderano: Massimo Degli Esporti e Mauro Tedeschini, fondatori di Vaielettrico.

Qui di seguito il link per il pre accredito e il biglietto gratuitohttps://unb.key-expo.com/visita-2024/?utm_source=referral&utm_medium=redazionale&utm_campaign=vaielettrico

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6 COMMENTI

  1. chissà se le miniere di rame e altri minerali (tipo rio tinto group), che prevedono il raddoppio dell’estrazione (400 milioni di ton di rame puro 99%) nei prossimi anni, sono al corrente che dovranno chiudere i battenti causa riciclo.. e non potranno più fare immensi buchi in giro per il mondo.

    chissà se amadori dirà quanto materiale viene scavato/movimentato/lavorato per ottenere una tonnellata di qualsiasi prodotto visto che le percentuali dei minerali presenti sono dello 0 virgola..

    PS: il rame non serve tanto sulle bev ma per le bev, l’ecosistema necessario alla ricarica.

    • quando si parla di energia mondiale i numeri sono grandi e ad effetto

      c’è poi da fare un passo aggiuntivo, metterli in contesto, in relazione all’alternativa, ovvero ai numeri della filiera del petrolio

      nessun prodotto ha impatto esattamente zero (neanche magliette, case, computer, ospedali) ma alcune scelte sono molto meno impattanti di altre

      già solo per alimentare ogni auto ICE vanno estratte circa 20 tonnellate di petrolio, che poi diventano un debito di 60 tonnellate di Co2 in atmosfera, che al momento è anche una urgenza

      aggiungi l’infrastruttura delle trivellazioni, a oggi anche da scisti e da fracking, navi, oledotti, raffinerie, camion

      anche questi sono “buchi” e sono “molto più immensi”

  2. Molto interessante. Non potendo partecipare lo seguirò volentieri sul canale Youtube.
    E’ stato invitato il giornalista Ranucci?

  3. Molto interessante, spero che farete anche delle registrazioni video da mostrare in seguito, per chi non riesce ad essere a Rimini

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    metto un link a una infografica “quantitiva”
    https://thelastdriverlicenseholder.com/myths/

    l’argomento “quantitativo” comprava due tipi di “estrazioni”:

    A) estrazioni minerarie nel 2020 per sostenere lo sviluppo mondiale delle energie rinnovabili e mobilità elettriche, pari a 7 Mega (milioni) Tonnellate

    B) estrazioni di petrolio, gas, carbone, nel 2019, pari a 15.000 Mega Tonnellate

    tra le due c’è un rapporto 1 a 2000

    con pure l’aggravante che i materiali (A) si riciclano (dopo un certo numero di anni, le estrazioni dei minerali arriveranno a diminuire sostituite dal riciclo), mentre i materiali (B) non si riciclano e finiscono in atmosfera come Co2

    se invece si ragiona sui danni ambientali immediati al territorio in supefice, c’è da fare un po’ di tara rispetto alle tonnellate estratte dal sottosuolo, e magari il rapporto scende, ad es. a 1 a 50,

    ma rimarrebbe illuminante su quanto convenga estarre i materiali necessari per la transizione energetica senza farsi sviare dai luoghi comuni contrari sugli impatti negativi delle miniere, che ovviamente ci sono e anche seri

    ma vanno rapportati all’alterativa ancora peggiore, cioè estrarre e bruciare combustibili fossili e in quantità enormemente maggiore

    sennò si arriva al solito argomento retorico fallato in stile che “niente è a impatto zero, e allora tutte le alternative sono cattive, non cambiamo niente”

    ==============

    lascio la domanda appesa, se tra gli scienziati (che trovo ottimi anche nello spiegare, come divulgatori) del convegno ci fosse qualcuno capace di esaminare questo tipo di dato sulle estrazioni minerarie/fossili comparate

    ..magari aggiornarlo al 2023, visto rispetto ai dati del 2020 la transizione energetica ha messo il Turbo ( ..battutaccia..) aumenando la filiera, e renderlo più chiaro e semplice possibile per condividerlo

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