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L’Ue insiste: bus a zero emissione dal 2035, camion a -90% dal 2040

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eActros 600 è prenotabile da quest'anno in produzione nel 2024

Sulle emissioni zero per i veicoli l’Unione Europea non torna indietro. Anzi il Parlamento europeo rilancia sui veicoli pesanti. Come anticipato – e richiesto da grandi aziende come Ikea, Nestlè, Dhl– ha adottato in via definitiva nuove misure per rafforzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.

Un camion elettrico all’azienda modenese Florim

Il Parlamento approva a maggioranza le nuove regole per autobus urbani e camion

Le emissioni di CO2 degli autocarri di grandi dimensioni superiori a 7,5 tonnellate (compresi i veicoli professionali, come i camion dei rifiuti, i puntatori o i miscelatori per calcestruzzo) e gli autobus dovranno essere ridotte del 45% per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040.

Entro il 2030, i nuovi autobus urbani dovranno ridurre le loro emissioni del 90% e diventare veicoli a emissioni zero entro il 2035. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni sono fissati anche per i rimorchi (7,5%) e i semirimorchi (10%), a partire dal 2030.

Misure più strette che hanno visto l’approvazione dal parlamento con questi numeri: 341 voti favorevoli, 268 contrari e 14 astensioni. L’iter legislativo  prevede che il regolamento passi ora dall’approvazione formale del Consiglio europeo prima che possa entrare in vigore.

Nel 2027 la Commissione presenterà una relazione sullo stato dell’arte

Nel 2027 il riesame delle norme da parte della Commissione Ue

Come si legge in un comunicato del Parlamento: “La legge impone alla Commissione di effettuare un riesame dettagliato dell’efficacia e dell’impatto delle nuove norme entro il 2027″.

In particolare il riesame dovrà valutare, tra l’altro:
-se applicare le norme ai piccoli camion;
-la possibilità di introdurre una nuova metodologia per la registrazione dei veicoli pesanti alimentati esclusivamente a combustibili CO2 neutri;
-l’impatto che un fattore di correzione del carbonio potrebbe avere nella transizione verso veicoli pesanti a emissioni zero.

L’impatto dei mezzi pesanti sull’aria

Fulvia
Fulvia la camionista elettrica

I veicoli pesanti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto su strada nell’UE e rappresentano oltre il 6% delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE. Secondo la proposta legislativa della Commissione presentata a febbraio 2023, la riduzione di queste  emissioni è fondamentale per gli obiettivi europei di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre la domanda di combustibili fossili importati.

Autobus elettrici:  già dal 2022 un quarto dei veicoli è a emissioni zero

La scelta più decisa è sugli autobus urbani, anche in base ai numeri: “Nel 2022 gli autobus a zero emissioni rappresentavano già circa un quarto di tutti gli autobus urbani venduti nell’Unione e alcuni Stati membri hanno raggiunto quote molto più elevate“.

Il retrofit con la conversione di motori termici in elettrici è una strada consigliata. Porta “benefici ambientali perché si evita la produzione di nuove componenti“. Inoltre ci sarebbe “una maggiore accessibilità economica dei veicoli e al potenziale in termini di creazione di posti di lavoro“.

La squadra di pretto
Il gruppo Pretto che converte i camion in elettrico

Tutto bene? Per niente:  “La diffusione sul mercato di veicoli pesanti riadattati in veicoli a emissioni zero è ancora ostacolata dalla mancanza di norme
tecniche e amministrative armonizzate per la loro omologazione. La Commissione dovrebbe, pertanto, valutare la necessità di eventuali iniziative volte a promuovere lo sviluppo di tali norme armonizzate“.

 

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18 COMMENTI

  1. Sarà dura. Camion ed autobus elettrici costano tanto, tantissimo rispetto all’equivalente termico. Sui bus penso che il passaggio sia obbligatorio, il trasporto pubblico deve seguire per forza le direttive. Sui camion è più difficile, perché i trasportatori sono molto più attenti ai costi e lottano ogni giorno per abbassarli, mentre cercano (quasi sempre invano) di farsi alzare le tariffe. Oggi chi ha il camion elettrico è un pioniere, non a caso vengono tanto pubblicizzati, ma se ne vedono pochissimi.
    Colonnine di ricarica? Servono quelle potenti, visto che 1 di questi mezzi ha tanti kWh installati quanto 8-12 vetture. E gli spazi fisici per la ricarica sono diversi.
    Target troppo ambiziosi a mio avviso, l’elettrificazione del trasporto pesante non può essere così veloce.

    Fonte: lavoro nel settore trasporti pesanti ed ho avuto la possibilità di guidare i mezzi di cui si parla nell’articolo.

    • Grazie per il contributo, ragionevole. Sugli autobus siamo d’accordo anche perchè ci sono città che sono veramente a buon punto con l’elettrificazione. Sui camion bisogna le difficoltà ci sono. Anche se sui percorsi “provinciali” si può fare, sarà fondamentale per distane maggiori una seria infrastrutturazione con colonnine anzi stazioni di ricarica – come giustamente sottolinea – in autostrada. Le abbiamo viste tarate per i camion e made in Italy a Bologna, ma c’è tanto da fare

  2. Io mi chiedo una cosa.
    E’ evidente che l’UE, negli ultimi anni, abbia legiferato in tema di automotive senza minimamente tenere conto di questioni tecniche ed economiche, senza consultarsi in maniera adeguata con i costruttori europei contando su un generico e facilone “se ce la stanno facendo i cinesi con le batterie, ce la possono fare anche i nostri”: viste le difficoltà che i nostri stanno avendo, direi che sia stata una supposizione quantomeno avventata.
    Ora leggo che si parla di elettrificazione forzata di bus e veicoli industriali: l’articolo qui sopra è abbastanza impreciso (come spesso accade per vaielettrico), parla di “bus” in genere non specificando con adeguata precisione se si tratti di bus urbani per i quali l’elettrificazione è possibile ed auspicabile, oppure di bus turismo ovvero mezzi con utilizzi ben diversi da quelli del 33 circolare a Bologna. Stesso dicasi per il trasporto pesante. Hanno pensato i nostri poco oculati amministratori (in via di sostituzione) alla fattibilità tecnica e sostenibilità economica di queste delibere? Senza pensare ai TIR, le cui motrici viaggiano con serbatoi da oltre 500litri di gasolio, mi vien da sorridere, amaramente, pensando a come tra una decina d’anni si dovrebbero riorganizzare i servizi di emergenza nell’ipotesi sciagurata che vengano a mancare le attuali basi furgonate con massa <3500kg per ambulanze ed altri mezzi di pronto intervento.

    • Guardi che le decisioni dell’Unione europea sono frutto di istruttorie che durano anni, supportate da tonnellate di documenti e decine di consultazioni. Qui l’unico facilone è lei.

      • Tonnellate di documenti utili solo per scaldarsi d’inverno vista l’approvazione dell’euro 7 ( in pratica un EURO 6 imbellettato…poco), con l’industria cinese pronta ad invaderci con termiche a basso costo( almeno in questo settore si può provare a competere), per altri 10 anni l’elettrico si impone domani.

    • Io non capisco perché scrive prima di leggere, non capisco perché scrive se si ferma al titolo e lancia accuse insopportabili e da maleducato. Veramente senza ritegno. Si rende conto che ha scritto che non ho specificato bus urbani quando dopo poche righe c’è un titoletto interno molto chiaro: “Il Parlamento approva a maggioranza le nuove regole per autobus urbani e camion”. ben specificato.
      Poche righe più sotto scrivo ancora: “Entro il 2030, i nuovi autobus urbani dovranno ridurre le loro emissioni del 90% e diventare veicoli a emissioni zero entro il 2035”. Ma non è finita qui perché più sotto dedico qualche riga al tema: “La scelta più decisa è sugli autobus urbani, anche in base ai numeri: “Nel 2022 gli autobus a zero emissioni rappresentavano già circa un quarto di tutti gli autobus urbani venduti nell’Unione e alcuni Stati membri hanno raggiunto quote molto più elevate“.
      Mi spiega perché si permette di denigrare il lavoro altrui?
      Poi passiamo alle critiche sui mezzi pesanti. Accusa di mancanza di consultazione, ma anche qui è legittimo il dubbio se si è fermato solo al titolo, perché nelle prime due righe ho scritto (con tanto di link a un articolo precedente): “Come anticipato – e richiesto da grandi aziende come Ikea, Nestlè, Dhl”. Insomma sono anni che si sentono e ascoltano costruttori, distributori (Gdo e affini), associazioni, governi e lei fai il facilone quando le stesse aziende (sono molte di più delle tre citate) chiedono, anche in nome dei risparmi che hanno ottenuto con i primi veicoli in flotta, di accelerare la transizione. Per di più come ho scritto ci sarà un’analisi e un riesame nel 2027 della proposta per capire a che punto è arrivata la tecnologia e quindi, in tal caso, di verificare opportuni correttivi anche in funzione di specifiche esigenze di mobilità.

  3. Una domanda che mi viene naturale: perchè grandi aziende come IKEA DHL e NESTLE devono chiedere obblighi all’UE? Potrebbero iniziare a protare al 100% il LORO contributo all’elettrificazione, dimostrandone la sostenibilità. Altrimenti vien da pensar, male, che possano pensare ad un grande balzo in avanti che lasci in piedi solo i giganti.

    • QUello che chiedono in pubblico è probabilmente ben diverso da quello che chiedono negli uffici della politica.
      Inoltre farlo tutti insieme e con un obbligo non permetterebbe ai piccoli di competere sui prezzi, magari continuando a usare i vecchi mezzi a petrolio.

      L’unica cosa sicura è che non lo chiedono per l’ambiente.

      • Guardi che nell’articolo linkato riprendo la posizione di queste aziende che parlano di competitività e di risparmi economici. Sono state molto chiare.

        • Se le motivazioni fossero competitività e risparmio economico non ci sarebbe bisogno di legiferare per promuovere il cambiamento, le aziende lo farebbero senza necessità di imposizioni. Mi viene da pensare, poi magari mi sbaglio, che la convenienza sia soltanto per grossi gruppi che sarebbero in grado di sostenere l’investimento iniziale, mettendo in crisi le realtà più piccole e monopolizzando il mercato.

          • Scusi Paolo ha letto l’articolo? Perché, libero naturalmente di condividere o meno la tesi, hanno spiegato bene la loro posizione: “I nuovi standard sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti aumenteranno rapidamente il numero di camion a emissioni zero disponibili per la vendita nei prossimi anni, riducendo così i costi tecnologici e i prezzi dei veicoli. Ciò è fondamentale per poter rispettare i nostri impegni, decarbonizzare le nostre flotte di veicoli e sfruttare l’effetto leva le opportunità di leadership globale derivanti dalla transizione verso camion a emissioni zero, a livello sociale e occupazionale e benefici per la qualità dell’aria”. Scrivono cose quasi banali ovvero che oggi l’elettrico costa, ma dall’esperienza che hanno fatto hanno visto i vantaggi, e che un’adozione di massa permetterà il suo decollo. Io non capisco il punto fondamentale: i camion sono sempre in movimento bruciano tante risorse e ci appestano e avvelenano l’aria. Perchè mai la devo respirare visto che mi rovina i polmoni e perchè lei, almeno così sembra, è contrario alla conversione delle flotte?

  4. Persino Roma con il suo disastro di mobilità Urbana ha ordinato 400 autobus elettrici e sta iniziando a installare le prime infrastrutture di ricarica..
    Probabilmente un vincolo al 2035 sulla mobilità cittadina non servirebbe per le città virtuose, quanto più per gli irriducibili della procrastinazione.

    • Infatti ho riportato l’analisi Ue ovvero che il settore è maturo visto che già nel 2022 un quarto dei bus era elettrico, quindi con città molto sopra la media ma c’è chi sta indietro

      • la pianificazione è tutto
        e la mobilità elettrica è legata indissolubilmente alle rinnovabili

        In prospettiva sviluppo massivo delle energie rinnovabili anche nel nostro paese ,
        da appassionato di tecnologia ,
        preferirei mezzi con batterie relativamente “piccole” e una ricarica tramite pantografo presso i capolinea per effettuare una corsa completa , invece che la ricarica notturna per un servizio giornaliero ;
        che,secondo me, sul medio periodo andrà in crisi con le tariffe energetiche più elevate

        • Che dire, sarebbe auspicabile; anche se bisogna considerare che la ricarica notturna è lenta e quindi preferibile per la salute delle batterie e cambiare un pacco batterie per questi veicoli è un investimento rilevante

          • magari si potrebbe optare per soluzioni intermedie
            batterie non troppo grandi per non appesantire i mezzi
            e si potrebbero mettere degli accumuli importanti ,MWh, presso i depositi ,magari dotandoli di pensiline fotovoltaiche

            ho un pizzico di invidia per i giovani ingegneri , stato permettendo, che affronteranno queste problematiche e metteranno a punto questi sistemi .
            faranno la storia

          • Le vie della creatività, ma si devono sposare con la sostenibilità anche economica, sono infinite

        • Batteria “piccola” per le tratte fuori percorso e condensatori fra una fertmata e l’altra (grossomodo).
          Carino eh?😆

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