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Tesla vince la battaglia della sicurezza-dati in Cina

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(Immagine dal sito ufficiale Tesla).

Tesla vince la battaglia della sicurezza-dati in Cina. Il lungo braccio di ferro con Pechino si è concluso dopo una serie di incontri al vertice di Elon Musk.

Tesla vince la battaglia
Elon Musk: blitz in Cina per il tema sicurezza-dati. Dal governo ok ai sistemi Tesla.

Tesla vince la battaglia: le sue auto non sono spie

Il numero uno di Tesla ha lasciato Pechino, dopo una visita durante la quale l’azienda americana ha ottenuto il via libera dalle autorità locali sul tema sicurezza-dati.

Musk era arrivato nella capitale cinese per la sua seconda visita in meno di un anno in quello che è  più grande mercato automobilistico al mondo per l’elettrico. Il CEO di Tesla ha incontrato alti funzionari cinesi, tra cui il primo ministro Li Qiang.

Domenica 28 aprile la Cina ha incluso i modelli prodotti da Tesla a Shanghai nell’elenco dei veicoli che soddisfano i requisiti nazionali di sicurezza dei dati. Si tratta della rimozione di un importante ostacolo normativo.

In passato i veicoli Tesla erano stati posti sotto osservazione per la loro capacità di raccogliere dati e di monitorare l’ambiente circostante  con le video-camere del sistema Sentry Mode. Video-camere che funzionano anche quando il veicolo è fermo.

I controlli hanno riguardato info personali e registrazioni di volti all’esterno dell’auto.

Già dal novembre 2023 la China Association of Automobile Manufacturers (Caam) aveva testato una serie di veicoli di diversi marchi. Il controllo era stata effettuato con l’aiuto di un regolatore nazionale della sicurezza IT,  per verificare il modo in cui si raccoglievano ed elaboravano i dati.

I test includevano informazioni personali e registrazioni di volti all’esterno dell’auto. “Tra questi, 76 modelli di sei societa’ (BYD, Li Auto, Lotus, Hozon Auto, Tesla e Nio) soddisfano i quattro requisiti di conformita’ in materia di sicurezza dei dati automobilistici“, ha affermato Caam nella dichiarazione finale di domenica. Le Model 3 (importate anche in Europa) e le Model Y, prodotte nella mega fabbrica Tesla di Shanghai, sono in questo elenco.

Tesla sarebbe vicina anche al via libera delle autorità per utilizzare la sua tecnologia di guida assistita in Cina. Via libera facilitato da una partnership con il colosso cinese del web, Baidu, per mappe e navigazione.

Phoenix
Vesper
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16 COMMENTI

  1. “in Cina, tutti i software per la guida autonoma devono ottenere delle specifiche autorizzazioni per la mappatura degli spostamenti sulle strade pubbliche e le aziende estere devono obbligatoriamente allearsi con un partner locale” GDPR si come no, a favore del governo però…..

  2. cit: “i modelli prodotti in Cina da Tesla sono stati ufficialmente inclusi nell’elenco dei veicoli che soddisfano i requisiti nazionali di sicurezza dei dati.”

    se anche Tesla partecipa al “grande fratello cinese” fornendogli i dati, le porte sono spalancate…

    per noi europei dobbiamo ovviamente sperare che le leggi sulle basi dati dei nostri concittadini drivers vengano gestiti ed elaborati in server dislocati e gestiti in sedi europee, in base a nostre leggi europee … e, sperabilmente, con controlli adeguati sul rispetto delle norme.

    Bisogna poi vedere come cambieranno le situazioni in caso di probabile ri-vincita elettorale di Trump , con le nuove impostazioni nei rapporti USA vs Cina.. e tutte le aziende coinvolte direttamente ed indirettamente… sempre al fine di proteggere tecnologie e basi-dati vitali…

  3. Solo un’informazione, “soddisfano i requisiti di conformità” è forse da leggere “ci girano tutti i dati”? Chiedo per un amico.

    • Sostanzialmente Tesla ha dovuto accettare che il governo cinese installi nel suo autopilot una innocua patch, piccola piccola, grazie alla quale si potrenno implementare sempre e comunque due banalissime funzioncine:

      1) tassativo riconoscimento facciale di tutti gli occupanti, altrimenti il veicolo non si può muovere

      2) in caso di bisogno (ma mi raccomando, solo in caso di bisogno) dopo aver bloccato le portiere, l’auto potrà recarsi autonomamente e senza necessità di avviso fino al più vicino commissariato di polizia.

      L’ufficio stampa del Comitato Centrale assicura che le due funzioni non sono minimamente interdipendenti, ma ha assicurato che “è per il vostro bene”.

      🙂

        • La parte che fa ridere è glande o flatello?

          O forse tutto l’enunciato glande flatello sottointende un greve significato umoristico? 🤭

          • si … ho voluto scherzarci su, per via delle varie suggestioni … anche se ovviamente tutta la faccenda della “guida autonoma” mi preoccupa non meno di quanto sia angosciante il controllo di certe potenze (politiche, militari o semplicemente economiche) sulle nostre povere, semplici vite ..

    • Probabilmente sì, o più semplicemente tutti i dati resteranno nei datacenter cinesi, ammesso che questo faccia qualche differenza con la prima ipotesi.

    • No, è l’equivalente del nostro GDPR.

      Vogliono la garanzia che i dati raccolti vengono inviati esclusivamente al legittimo detentore dei diritti (il proprietario dell’auto o chi per esso) senza che il produttore (Tesla) abbia alcuna possibilità di visionarli e/o archiviarli per quanto riguarda le telecamere, mentre per quanto riguarda la telemetria che i dati siano raccolti esclusivamente per finalità statistiche con anonimizzazione degli stessi dopo un breve tempo di mantenimento.

      Può dire al suo amico di ritentare, sarà più fortunato.

      • La fiducia del Sig. Guido nelle istituzioni cinesi è ammirevole. A proposito, grazie per la non risposta, visto che non ho fatto altro che citare quanto da lei scritto.

        • Non ha capito niente di quello che ho scritto, prendo atto.
          È esattamente il contrario: vogliono rassicurazioni sul fatto che Tesla non raccoglie dati, mica ho scritto che non li raccolgono loro!

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