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Tesla: cosa sono le API e cosa cambierà con il “free trial”

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tesla api

Tesla renderà pubblici i propri codici di comunicazione dati (API), per ora gratuitamente. Questo aprirà un “vaso di Pandora” di nuove applicazioni sviluppate da hobbisti e aziende private esterne.  Ma alla fine potrebbe farne un nuovo business come spiega Paolo (leggi), informatico di professione a tutti noi noto con il nick Endyamar.

    di Paolo Casciello

Negli ultimi giorni sono rimbalzate di sito in sito notizie sull’apertura delle API di Tesla. Cosa significa? Vediamo di scoprirlo.

Cosa sono le Application Programming Interface

 Nella comunicazione tra sistemi eterogenei è necessario trovare un linguaggio di comunicazione noto ad entrambi. In informatica questo compito è svolto dalle API. Application Programming Interface. Vengono usate continuamente in ogni ambito di uso comune, dai pagamenti POS all’incorporazione di un video su un social. Ogni qual volta si renda necessario ottenere informazioni di proprietà di un’altro sistema non sotto il nostro controllo, ricorriamo all’utilizzo di questa tecnologia.
tesla api

Ora gli sviluppatori le avranno standardizzate

Tutti sappiamo che i prodotti Tesla sono sempre connessi. E Tesla, nella sua impostazione di azienda technology first usa le API anche per le comunicazioni tra sistemi interni, ad esempio l’app mobile. Gli sviluppatori, analizzando il codice e il traffico di rete, hanno negli anni scoperto queste API e hanno creato varie documentazioni non ufficiali per utilizzarle in modo totalmente tollerato (e anche a volte incoraggiato) da Tesla. Questo ha permesso il fiorire di un ecosistema di applicazioni e siti per analizzare i dati della propria vettura.
Ma queste API non sono mai state ufficialmente standardizzate. Le possiamo considerare in “beta”.
Ora Tesla ha deciso di mettere ordine in questa situazione. Ha creato un “free trial”, un profilo di utilizzo gratuito, non è chiaro fino a quando, per l’utilizzo delle proprie API.
Il primo livello, chiamato “Discovery Tier” definisce anche regole per le app relativamente a quante chiamate possono effettuare nell‘unità di tempo.

Ma l’accesso è contingentato. Poi si pagherà?

Questo dettaglio non è trascurabile perché limita la richiesta di informazioni dell’auto ad una richiesta ogni 5 minuti. E molte applicazioni esistenti richiedono i dati con maggior frequenza. Pensiamo a j+pilot o ABRP.

Le decisioni di Tesla sono spesso insondabili. Possiamo però ipotizzare che, visto l’aumentare delle auto in circolazione, la mole di richieste esterne per i dati sia cresciuta molto. Questo ovviamente si traduce in notevoli costi per l’infrastruttura che risponde alle suddette richieste. E’ aumentata anche la richieste di sistemi di fleet management che richiedono un livello di servizio prevedibile.

Tesla potrebbe quindi richiedere il pagamento di una licenza per utilizzare le API al “massimo potenziale”, consentendo al contempo una quota di utilizzi gratuiti per i progetti amatoriali o app di tracciamento non invasive.
Un esempio è Uber che utilizza le API di fleet management di Tesla per organizzare le corse dei propri driver in base all’autonomia residua dell’auto.
Fonti:
– API Ufficiali: https://developer.tesla.com/docs
– API NON Ufficiali: https://www.teslaapi.io/

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5 COMMENTI

  1. La notizia è ovviamente molto interessante! Brava Tesla.
    L’unico dubbio mio è, sapendo chi è il proprietario di Tesla e vedendo cosa sta combinando quotidianamente su Twitter/X, che provi a monetizzare pure l’accesso alle API di Tesla. E’ vero che ci sono 4 milioni di veicoli, e il numero è destinato a crescere costantemente, ma se fossero aperte solo le API in lettura (get) installare un pò di api gateway per reggere il traffico non sarebbe un gran problema sinceramente.

    [alert, nerd mode on]
    Ma c’è da qualche parte un framework swagger per provarle dal vivo?

  2. Quando leggo cose come queste mi rendo conto che non fanno x me e di essere un po’ datato…quando vado in discoteca, invece, nonostante l’anagrafe………………..

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