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Sortimo, la madre di tutte le stazioni di ricarica

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Greta carica la sua VW ID.3 utilizzando uno dei punti di ricarica a 35 kW all'esterno della struttura. Soluzione davvero smart quella del cavo flessibile che "sbuca" dal pavimento, nella stazione di ricarica più importante d'Europa.

Sortimo è una gigantesca stazione di ricarica, la più grande d’Europa: è a Zusmarshausen, più o meno a metà strada tra Monaco e Stoccarda, in Germania. Il nome esatto è Sortimo Innovationspark: 72 punti di ricarica, tutti in corrente continua. Di questi, 12 sono Supercharger Tesla v3, 20 sono ultra Fast da 300 kW l’una e le restanti 60 sono e inedite “stazioni” da 35 kW che sbucano dal suolo. Greta, nostra affezionata lettrice, l’ha visitata e ce la racconta.

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Greta ci mostra i punti di ricarica ultra FAST da 300 kW, sotto l’eco-pensilina: consentono il facile collegamento di qualsiasi veicolo, anche dei mezzi pesanti.

Sortimo, con l’eco-pensilina e colonnine flessibili da 35

“Eccomi di ritorno da un viaggio che ha avuto inizio a Parma, mi ha portata a Monaco di Baviera, Strasburgo e rientro. Totale: 1550 km in tre giorni. Spinta dalla curiosità di visitare l’Innovationpark della Sortimo a Zusmarshausen. Grazie ad A22, è stato possibile arrivare alla Sortimo in maniera totalmente gratuita. Purtroppo il piano di utilizzare le ricariche free Ikea è sfumato per la chiusura di Ferragosto.  Ma veniamo all’Innovationspark! Situato tra Monaco e Stoccarda, è ben segnalato lungo l’autostrada, come qualsiasi altra ricarica in Germania, Francia e Svizzera. Il tetto è mimetizzato ed isolato da un praticello. Si accede attraverso un primo parcheggio per termiche, che era pieno (all’interno c’è un’ottima caffetteria ed era ora del brunch). Si prosegue e si arriva all’area colonnine da 35 kW flessibili.

sortimoIl pezzo forte? Le ricariche da 300 che escono da terra

Un led sulla “colonnina” indica la fase della sessione di ricarica, nulla più. Non servono barriere, né attivazione del pagamento: il sistema è centralizzato. Oltre c’è un Supercharger Tesla e dall’altra parte un’altra zona con altre colonnine flessibili da 35kW. Il pezzo forte, però, si trova sotto la megapensilina. Qui ci sono questi “funghi” per la ricarica Fast a 300kw. 4 cavi per ogni fungo collegati ad un braccio rigido e curvato, che con un leggero movimento del cavo attiva un pistone mosso elettricamente. Portandolo in due possibili posizioni.. Le postazioni sono progettate per ospitare anche veicoli di grandi dimensioni o mezzi pesanti. Non trascurabile la bellezza del design dell’intera struttura, caratterizzato dai led di stato. Ma veniamo all’attivazione e alle modalità di pagamento della ricarica. Il sistema è gestito da un pannello touch all’interno della struttura. La transazione si effettua tramite carta di credito

sortimoSortimo è anche economico:  paghi 0,45 euro per le 35 kW e 0,59 per le 300

Quindi entriamo e scopriamo, nostro malgrado, che il pannello touch preposto all’operazione non funziona. È spento. Quindi mio marito mi guarda e dice: “Che cosa facciamo? Scarichiamo l’ennesima app“? Ma è disponibile un tablet per il pagamento e l’avviamento della sessione. Purtroppo però questo non riporta il numero presente sul connettore all’esterno. Per fortuna in quel momento eravamo solo in due a caricare ed è stato semplice individuare la nostra auto in un elenco lineare ed anonimo. Conclusione: la struttura è funzionale e comodissima. Il prezzo più che adeguato (45 centesimi a kWh la ricarica a 35 kW, 59 centesimi quella a 300 kW). Essendo una nuova struttura, ci sta un intoppo tecnico e comunque per ora è meglio tenere della memoria libera nello smartphone per eventuali app. Greta.

Una gigantesca stazione: è il distributore del futuro?

La pianta del Sortimo Innovationspark. In giallo i punti di ricarica esterni a 35 kW. In rosa i Tesla Supercharger. La stazione si trova sull’autostrada A8 che collega Monaco di Baviera a Stoccarda, in Germania.

SECONDO NOI: Il report di Greta su questa enorme stazione di ricarica e sulla sua struttura porta a qualche riflessione sul tipo di utilizzo immaginato per questo parco. La struttura è diversa da qualsiasi altra vista fino a oggi, sia per numero di stalli, sia per come è stata concepita dal punto di vista architettonico. Gli stalli per la ricarica ultra FAST (Telsa a parte) si trovano al coperto e in una zona accessibile a mezzi anche pesanti, con la possibilità di parcheggiare in modo estremamente flessibile. Il parco dispone di un supermercato e di un ristorante/pub, oltre che di spazi verdi e un parco giochi. È evidente che finalmente, come direbbe il dott. Emmett Lathrop Brown, si è pensato “quadrimensionalmente”. Una stazione di ricarica non è un distributore di carburante. I tempi di stazionamento sono superiori. E quindi è necessario progettarla come un luogo dove si spostano attività che diversamente faremmo altrove. Come fare la spesa, pranzare o bere un caffè.

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Nella stazione ci sono anche 12  Supercharger Tesla v3.

La soluzione per chi non sa dove ricaricare? Non proprio, è per i lunghi viaggi

Da qui a pensare che stazioni come questa potranno rappresentare un valido supporto per chi si avvicini all’auto elettrica senza disporre di ricarica a casa, beh, ne passa. Gli aspetti su cui riflettere sono molteplici. Con le tecnologie attuali, ad esempio, sono gli stessi costruttori a raccomandare un’utilizzo sporadico delle ricariche a alta potenza (pena il più rapido invecchiamento delle celle della batteria). Subito dopo vengono i costi: la ricarica FAST pubblica costa molto di più di quella casalinga. E questo rischia di essere un deterrente importante. Ma certamente in futuro molte cose potrebbero cambiare. E non è detto che, in alcuni casi, stazioni come Sortimo non rappresentino il giusto supporto all’elettrificazione. Per il momento l’impressione siano invece un’eccellente aiuto ai viaggi a lungo raggio sulle grandi direttrici. Anche occasionali. Anche a bordo di compatte medie con batteria da 50 o 60 kWh. I punti di ricarica a 35 kW, nel tempo di un pranzo, garantiscono in media oltre 150 km di autonomia autostradale. I punti ultrafast fanno altrettanto nel tempo di un caffè. Non poco…

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25 COMMENTI

  1. Da qualche tempo mi frulla l’idea di mollare il lavoro e lanciarmi verso la gestione di un megacentro di ricarica in Italia (ovviamente supportato da qualche grosso player tipo Eni, Enel…).
    Sono però molto perplesso su “dove” si potrebbe fare:
    – in autostrada temo sarebbe un “bagno di sangue” perché per ottenere i permessi altro che bolla papale, ci vorrebbe l’intervento dei marziani
    – fuori rischia di diventare inutile, perché servendo soprattutto per i lunghi viaggi, costringerebbe gli automobilisti ad uscire per raggiungere il sito e poi rientrare, cosa alla quale sarebbe ora di dare un taglio, queste cose devono essere collegate all’autostrada.
    – sarebbe fi… forte una cosa a doppio accesso (senza possibilità di passaggio ovviamente) sia autostradale che non

      • Penso che il con “doppio accesso” intenda che la linea di separazione tra il terreno in concessione e il terreno comunale/demaniale circostante l’autostrada sia tracciata non dalla solita rete metallica, ma dai caricatori stessi, che sarebbero così “accessibili” sia da chi è legalmente dentro l’autostrada e da chi ne è fuori (con doppio cavo, immagino, uno per chi accosta l’auto da “dentro” e uno per “fuori”, altrimenti ci sarebbe la paventata “possibilità di passaggio”).

        • Se ho capito bene credo che non sarebbe neanche necessario interrompere la rete metallica, cosa peraltro sconsigliabile per motivi di sicurezza.. Basterebbe prevedere colonnine indipendenti in entrambi i lati dell’area di ricarica. Forse l’unico limite di questa soluzione è trovare aree sfruttabili in tal senso.

  2. Una stazione di ricarica come quella andrebbe fatta a Messina e/o Reggio Calabria, sfruttando l’infrastruttura elettrica adeguata alle necessità di ricarica dei traghetti elettrici che potrebbero sostituire quelli attuali (percorrono 7-11 km max). Tempo un paio di anni e coperture fotovoltaiche, stazioni e attracchi sarebbero pronti, al netto delle autorizzazioni dei ministeri, dei bolli papali e dei referendum.

    Invece pare che non si faranno stazioni di ricarica. A Sicilia e Calabria continueranno fanno schifo il sole e il vento. Destre e sinistre unite ora dicono che si farà un ponte pronto in quattro anni (sic) con i soldi del PNRR. I traghetti continueranno a fumare.

    • Nessun mistero: dai pannelli sul tetto (forse con accumulo) e se supera la portata il resto viene attinto dal mix energetico nazionale della rete tedesca.
      Che dice? Esattamente come in tutto il resto del pianeta.

      • Nessun pannello FV ,la superfice tetto è tondeggiante e di poca superfice..evidentemente si è preferito un tetto green con erba per mimetizzare il sito sia da rampa uscita che vista dal paese… però in Germania si notano parecchi parchi eolici e buona parte delle fattorie lungo autostrada sono dotati di FV…ma mica da 3..6 kW…roba da minimo 20kw!!!..non necessariamente una zona ricarica dovrà avere pannelli per essere green…anche l’occhio vuole la sua parte😁

        • Ah sorry mi pareva di aver letto dei pannelli sul tetto… sono fuso! 😀
          Comunque relativamente a “anche l’occhio vuole la sua parte” io personalmente trovo i pannelli fotovoltaici bellissimi. Ovviamente semplice questione di gusti. 🙂

  3. /// Una gigantesca stazione: è il distributore del futuro? \\\ Sicuramente una struttura come Sortimo soddisfa le esigenze degli utenti piú efficacemente della maggioranza dei p.d.r. attuali, il problema sará trovare gli spazi necessari, non so se basterá riconvertire i maxi distributori di carburante..

    • Forse si potrebbero riconvertire i centri commerciali che, per loro natura, sono posti già presso vie di grande comunicazione o nei loro pressi.

      • Come fa Tesla. E anche gli altri.

        Per quanto riguarda convertire i benzinai, in Norvegia lo stanno facendo. Ci sono ex benzinai che hanno sostituito le pompe con colonnine.
        Esattamente negli stessi spazi.

  4. Ecco, la soluzione dovrebbe essere questa, piuttosto che miriadi di singole colonnine sparse qua e là, appoggiate alla meno peggio in mezzo a parcheggi selvaggi dei centri cittadini che potrebbero anche rappresentare un qualche pericolo (noto auto endotermiche parcheggiate a pochissimi centimetri dalla presa inserita nell’auto elettrica in ricarica, mi chiedo se una manovra sconsiderata di qualcuno, magari un anziano, tale da urtare e danneggiare il cavo di ricarica in questione, possa essere fonte di pericolo). Stazioni di tal tipo sarebbero quanto di più vicino alle “abitudini” dell’automobilista medio, piuttosto che chiedergli di girare alla ricerca della colonnina sperduta, magari non funzionate, oppure occupata da chissà chi. Non ho l’auto elettrica, ma nel caso sarebbe la soluzione ideale: arrivo, ricarico e torno a casa.

    • Provi ad usare un’auto elettrica e capirà che le mega stazioni sono la soluzione per i lunghi viaggi, ma nell’uso quotidiano servono di più quelle lente, purchè diffuse capillarmente

  5. Scusatemi:
    Mi sbaglio o ci sono solo ricariche in DC ?
    Se si come fare con Twingo e Smart che caricano solo in AC ?

  6. Scusate il precedente commento è partito anzitempo. 🙂
    La Germania dimostra ancora una volta una loro caratteristica, il saper ascoltare le necessità e i bisogni della popolazione.
    E spesso hanno anche più burocrazia di noi ma la differenza è che sono pragmatici. Quando c’è da decidere, lo si fa. E la burocrazia è tanta, si, ma per lo più lineare e non contrastante con sè stessa.

    Bisogna prendere spunto. Ma la testa che deve cambiare è quella degli italiani. Dobbiamo volere più bene alla cosa pubblica e quindi “pretenderla”. 🙂

    PS: Il design di quei charger comunque è bellissimo!

  7. E non lontano da casa sono circa 10 mesi o più che stanno costruendo un nuovo….. benzinaio. Chissà se saranno lungimiranti prevedendo qualche colonnina.

    Ma il bello è che in 3 mesi hanno completato il SuC di Parma… 20 stalli.

    • Nuovi benzinai nel 2021!? Che tempismo! Non è che sulla linea ferroviaria dalle tue parti stanno anche facendo un nuovo serbatorio di acqua per caricare le locomotive a carbone?

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