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Soldi arabi per la Lucid, l’elettrica di lusso

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C’è anche Lucid Motors, dopo Tesla, nel mirino del fondo sovrano dell’Arabia Saudita, PIF. È un’altra conferma che i signori del petrolio stanno investendo massicciamente nell’auto elettrica, convinti che presto diventerà di massa.

La Lucid Air parte da 60 mila dollari

Secondo quanto riferisce la Reuters, il ricchissimo fondo medio-orientale avrebbe già un accordo per investire un miliardo di dollari. E ottenere così il controllo di Lucid Motors, che molti vedono in futuro come il vero rivale di Tesla. L’iniezione di denaro avverrebbe in tre tappe: subito 500 milioni, il resto in due successive scadenze legate al raggiungimento di obiettivi di produzione prefissati. Al momento la Lucid ha presentato un solo, impressionante modello, già svelato in anteprima nel 2016. Si tratta della Air, un’auto di lusso che è già prenotatile negli Stati Uniti versando una caparra di 2.500 dollari. Il prezzo di listino parte da 60 mila dollari, con caratteristiche e prestazioni notevoli, ma al momento non è chiaro quando verranno consegnate le prime vetture. Il sito ufficiale della Casa di Newark (in California, vicino alla sede di Tesla a Fremont) parla di due versioni. Una a trazione posteriore con un’autonomia di circa 400 km e una potenza di 400 cavalli. Una, più costosa, con doppio motore e trazione integrale, oltre a una spaventosa accelerazione da 0 a 100 in 2 secondi e mezzo. E un’autonomia dichiarata di oltre 600 km. Ma forse sono gli interni a colpire maggiormente: si tratta di un vero e proprio salotto, anche nei sedili posteriori, con un comfort da salotto di lusso (foto sotto).

La Lucid è  nata nella Silicon Valley

L’azienda è stata fondata nel 2007 e inizialmente si chiamava Ativia. L’iniziativa è partita da Sam Weng, un miliardario della Silicon Valley che ha alle spalle importanti esperienze in Oracle, Astoria Networks e Redback Networks. Laureato in elettronica a Berkeley, Weng parla correntemente giapponese e cinese, oltre che inglese,. Ed ha assicurato a Lucid Motors importanti finanziamenti anche da soci dell’estremo Oriente, tra cui l’azienda automobilistica di Stato cinese  BAIC. Con lui a iniziare l’avventura c’era Bernard Tse, ex dirigente e consigliere d’amministrazione di Tesla. Come si diceva, il fondo saudita PIF è in trattative anche con Elon Musk per entrare in Tesla e aiutare il fondatore a ritirare l’azienda dalla Borsa. E mettere così fine al lungo braccio di ferro che oppone lo stesso Musk a molti operatori di Wall Street.

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