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Servono le elettriche piccole, ma il 2022 porta solo Suv…

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Persino la Smart lancerà un suo Suv elettrico, costruito in Cina.

Servono le elettriche piccole, le più sostenibili e meno ingombranti nel traffico delle città. Ma il 2022 come novità porta un’altra ondata di Suv a batterie…

servono le elettriche piccoleServono le elettriche piccole, ma alle Case non convengono

Non saranno i costruttori a salvare il mondo: a loro premono di più i bilanci e, speriamo, i posti di lavoro. E quindi si concentrano su veicoli medio-grandi simil fuoristrada, di moda, in cui è più facile “annacquare” il costo delle batterie e mantenere prezzi competitivi. Ma queste auto, per avere autonomie accettabili, sono equipaggiate con grandi pacchi-batterie, quasi sempre da 60-70 kWh in su. E sappiamo che è proprio nella produzione delle batterie che le EV emettono le quantità più rilevanti di Co2. Forse, se davvero si vuole perseguire una politica ecologica, servirebbe più selettività nel concedere gli incentivi, limitandoli alle auto più piccole. Diciamo fino a 30 mila euro...Ma queste sono opinioni, i fatti dicono che i costruttori vanno in un’altra direzione. E dopo i tanti Suv lanciati negli ultimi anni, preparano un’altra ondata nel 2022.

Servono le elettriche piccole, ma… / Toyota-Subaru

servono le elettriche piccole
GEMELLI /La Toyota Bz4X e la Subaru Solterra, due Suv giapponesi nati sulla stessa base tecnica.

Non uno, ma due Suv nati sulla stessa base tecnica sono in arrivo da Toyota e Subaru. Cominciamo dalla prima, che prepara il lancio del Bz4X, nome un po’ astruso per il primo modello elettrico dopo tanto ibrido. La capacità dichiarata della batteria è di 71,4 kWh, per un’autonomia fino a 450 km nella versione a trazione anteriore (0,63km/kWh). La capacità della batteria sarà garantita almeno al 90% dopo 10 anni. Quanto alla velocità di ricarica, la bZ4X arriva a picchi di 150 kW, con ripristino in 30 minuti dell’80% dell’autonomia. La due ruote motrici ha un motore con 204 CV di potenza e 265 Nm di coppia massima. Accelerazione 0-100 km/h in 8,4″ e velocità limitata a 160 km/h. La versione 4×4 ha due motori da 217,5 CV complessivi e 336 Nm di coppia. Accelerazione 0-100 in 7,7” e velocità sempre a 160 km/h. La Subaru Solterra avrà lo stesso pacco-batterie da 71,4 kWh, ma con 460 km di autonomia. Come ogni Subaru che si rispetti,  ha la trazione 4×4, con due motori elettrici (potenza complessiva 208 Cv).

Servono le elettriche piccole, ma anche la Smart…

Se poi anche la Smart si mette a fare Suv elettrici, beh, allora non c’è proprio speranza. E invece è proprio così. Il primo Sport utility veichle della marca tedesca (ora posseduta al 50% dalla cinese Geely) avrà 5 posti e una lunghezza di oltre 4 metri, per la precisione 4,29. Larghezza di 1,91 metri per un’altezza di 1,70. Ma con prestazioni di rilievo: si parla di una motorizzazione (nel posteriore) da 250 Cv. E di un pacco-batterie vicino ai 70 kWh, che garantirebbe un’autonomia WLTP di 440 km. Ovviamente con ricarica rapida, almeno a 100 kW e aggiornamenti software over-the-air basati sul cloud. Quanto al design, ci rifacciamo alle parole di Gordon Wagener, capo dello stile di Daimler-Mercedes, tutto socia al 50%: “Abbiamo rispettato e ottenuto il tipico look della Smart, ma l’abbiamo reso molto più cool”. Produzione in Cina, sul mercato entro il 2022.

servono elettriche piccoleAnche la Polestar ha pronta una “ruote alte”

Fa capo alla cinese Geely anche la Polestar, marca che produce solo auto elettriche o ibride plug-in. E che preannuncia per il 2022 il suo terzo modello, chiamato senza troppa fantasia Polestar 3. Sarà un Suv (o cross-over, se preferite) di cui per ora è disponibile solo questa immagine, parzialmente camuffata. Non verrà costruito in Cina, ma presso la fabbrica di un altro marchio del gruppo Geely, la Volvo, a Charleston, nel South Carolina. Avrà un sofisticato sistema di guida semi-autonomo che potrà contare sul sensore Lidar Luminar e sull’unità di calcolo  Nvidia.

servono le elettriche piccoleLa Nuova Renault Megane no, non è un Suv…

Prendiamoci un po’ di respiro da tutti questi Suv con una novità elettrica “normale”. Parliamo della nuova Megane, che sarà disponibile con due motorizzazioni: da 96 kW (130 cv) e 250 Nm di coppia massima o da 160 kW (218 cv) e 300 Nm di coppia. Anche la batteria è nuova (pesa 395 kg), progettata per integrarsi nella piattaforma CMF-EV.  Gli ingegneri si sono avvalsi di una nuova versione della chimica delle batterie al litio con tecnologia NMC (NMC sta per “Nickel, Manganese, Cobalto”) di LG. Con più nickel e meno cobalto, per una maggiore densità energetica. Questa, con 600 Wh/l, è del 20% superiore a quella della batteria di Zoe. Due i pacchi-batterie tra cui scegliere: 40 kWh per un’autonomia di 300 km 60 kWh per un’autonomia fino a 470 km. Quanto alla potenza di ricarica, si arriva a 22 kW nelle colonnine in AC e a 130 kW nelle DC.

EQB, terzo Suv elettrico di Mercedes

Torniamo ai Suv e andiamo in casa Mercedes, che nel 2022 lancerà il suo terzo Suv elettrico: dopo EQC e EQA, ecco la EQB. I prezzi sono ancora da definire, mentre i dettagli tecnici sono ormai noti. Inizialmente la EQB avrà due versioni, entrambe con doppio motore e trazione integrale: la 300 4Matic da 168 kW e la 350 4Matic da 215 kW di potenza. Entrambe utilizzano una batteria con 66,5kWh di energia utilizzabile, con la stessa autonomia: fino a 419 km secondo lo standard  WLTP. Non un range esaltante per un modello in uscita nel 2022, tanto che Mercedes fa sapere che in un secondo momento arriveranno versioni con percorrenza più estesa. Quanto alla ricarica, un cavo trifase consente di rifornire in AC a 11 kW in 5 ore e 45. In corrente continua il top di potenza è invece a 100 kW, con una curva molto piatta, che consente di passare dal 10  all’80% in 32 minuti. Dimensioni: è lunga 4,68 metri, larga 1,83 e alta 1,66.  

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38 COMMENTI

  1. Io sto infatti valutando la Citroen Ami! Non capisco perché non facciano piccole auto con 100km al massimo di autonomia. Per la maggior parte dell’uso cittadino che fanno le persone basterebbe e il prezzo sarebbe ben sotto i 15K€

    • Perchè c’è il terrore di rimanere a piedi.
      Credo che ognuno di noi conosca tante persone che nella loro vita, con certe macchine, non hanno mai fatto più di 50 chilometri, eppure non si sognerebbero mai di averne una con quel limite, perchè “non si sa mai”. Esatto: MAI.
      Paolo Attivissimo, il noto giornalista informatico, ha cominciato nel mondo delle BEV con una ION usata (parecchio) con poco più di 100 km di autonomia DA NUOVA, prima di comprarsi una Model S (sempre usata). E lui, di chilometri, ne faceva, eccome.
      Mia moglie ha una ICE da 72 kWh e serbatoio da 45 litri. Fa “il pieno” ogni 3 settimane, prima che entri in riserva. Quindi mette circa 35 litri, ogni 3 settimane. Cioè 11 litri alla settimana. La sua macchina percorre mediamente 20 km/l e quindi ogni settimana fa circa 220 km, cioè meno di 40 al giorno, sempre mediamente. Per lei sarebbe perfetta e non appena verrà rottamata (ora ha 12 anni) sicuramente sarà sostituita da una BEV.

  2. C’era una volta una trio di gemelline (di cui ne è rimasta una sola e a “singhiozzo”), prezzo sui 22000 euro autonomia sui 300 Km, e hanno smesso di farle perchè non avevano abbastanza ritorno economico, hanno vendute in un attimo tutte quelle prodotte e ne venderebbero a migliaia senza problemi, purtroppo questa è la triste realtà.

  3. Ahimè lo trovo anche abbastanza normale per diversi motivi, tutti riconducibili al bilancio delle case alla fine hehe
    Al momento il mercato dei non convinti (e quindi che ancora son su termico) chiede una autonomia accettabile che sembra si assesti tra i 400 e 600km,il costo (e lo spazio e peso ) della batteria per queste autonomie sono ancora abbastanza alti, sparando cifre se solo la batteria mi costa 15k euro è difficile fare il resto dell’auto a norma di sicurezza comfort etc con solo 5k euro, per cui visto che ora le vendite son cmq poche come numeri assoluti meglio puntare su chi comunque già col termico comprava auto da 40/50k in modo da avere più elementi su cui marginare, oggi se stan molto bassi di prezzo comunque le dotazioni (di serie ovvio che pagando si aggiunge roba) sono molto scarne, e ti trovi su auto da 20k di listino quello che avresti su una da 15 magari, o su auto da 30k l’equivalente di una polo col display touch, ovvio che estremizzo leggermente gli esempi e con gli incentivi al consumatore vengono mitigate le differenze, ma il prezzo di listino è quello da considerare.
    Quando anche lato batterie si riusciranno ad avere capacità maggiori per lo stesso peso e spazio e un costo molto minore ecco che avremo le City car fatte come si deve ai prezzi che devono avere.
    Come anche le prestazioni, ok che i motori elettrici sono decisamente più performanti in tutto, ma è così necessario avere city car che ti fanno da 0 a 100 in 5 secondi? Capisco che in fase di transizione c’è da puntare anche sulle prestazioni per fare colpo, ma “la gente” e andata avanti fin ora con city car da 70/80cv quando andava bene, limitare i motori a delle prestazioni buone anziché da Abarth aiuterebbe tanto anche l’autonomia, boh non so se ho reso l’idea, in questo caso non c’entra essere pro o contro elettrico, tanto cmq la transizione avverrà a prescindere

    • Veramente no. Le batterie costano 150€ al kWh, per 50 kWh sono 7500€ di costo. Basta decidere di non marginare su quello.
      Concordo che per una citycar 0-100 in 10 secondi la renderebbe godibilissima e scattante, il resto è superfluo e marketing.
      Torniamo sempre lì: causa miopia, non vogliono ed è tardi.
      Chi li ripaga dei mancati introiti sui ricambi? E le officine a marchio?
      Dovevano pensarci 5 anni fa e fare una lenta transizione. Ora è tardi e qualcuno ne pagherà il prezzo mentre chi è stato visionario macina miliardi.

  4. Solo SUV?
    Un bel problema… per certi costruttori!
    Basta curiosare sui siti cinesi, e di scopre una quantità di vetture elettriche di fascia bassa – media pronte a invadere il Vecchio ( anche bel senso di superato, sorpassato) continente.

  5. C’è un motivo per cui non ancora escono le citycar elettriche: costerebbero troppo e avrebbero prestazioni modeste. Peugeot 208, Opel Corsa e Citroen e-C4 elettriche sono vendute con prezzi vanno da 32 a 35000 euro ma sono auto mediocri (per il prezzo pagato) con autonomia molto limitata (quella dichiarata è di poco superiore a 300 km). E’ molto difficile per le case scendere come prezzo senza ridurre ulteriormente l’autonomia.

    Se la Opel vende la Corsa a 32000 euro con 330 km di autonomia dichiarata, cosa mai potrebbe offrirci oggi a 20000 euro? Non sono pronti, è ancora presto.

    Più facile competere dai 30k euro in su, meglio se dai 40k. La discesa dei prezzi sarà lenta e contenuta e il punto di pareggio (tranne poche eccezioni) si raggiungerà probabilmente nel 2028. Non prevedo chissà quale impennata il prossimo anno nelle vendite dell’elettrico, vedremo gli incentivi quanto saranno generosi …

    • – cosa mai potrebbe offrirci oggi a 20000 euro? –
      La dacia spring! Ciaopovery, per voi zero stelle! Preferite andare a piedi?

      – La discesa dei prezzi sarà lenta e contenuta e il punto di pareggio (tranne poche eccezioni) si raggiungerà probabilmente nel 2028 –

      Sempre più convinto che questo della riconversione energetica sia il primo “fenomeno rivoluzionario” della storia appoggiato e osannato dai “povery” e a quasi esclusivo beneficio dei “ricchi”.

      Perché questo sito si chiama vaielettrico e quindi giustamente non se ne occupa, ma lo scherzetto che stanno preparando per le abitazioni in classe energetica G… ci saranno da farsi di quelle ghignate da qui al 2030… speriamo nel futuro dai.

        • In che senso lo apprezzeremo? Dico subito a scanso di equivoci, la cosa personalmente non mi tocca. Penso però a milioni di persone che in questo paese possiedono abitazioni in classe energetica bassissima e che di qui a 10 anni potrebbero trovarsele invendibili. Riqualificarle tutte, glielo dico subito sperando che mi voglia credere, è sostanzialmente impossibile. Costa meno raderle al suolo e rifarle. Il riassunto dei riassunti, ed è un grosso timore, non un auspicio, è che messa di fronte a certi costi che possono apparire insostenibili una fetta non trascurabile della popolazione tenti (o pensi…) di “difendersi” votando il primo urlatore che gli propone un generico “torniamo indietro, si stava meglio quando si stava peggio”. Non prendere in considerazione questa ipotesi vuol dire, a mio avviso, non aver imparato niente dalla “lezione” di Trump. Spero ovviamente di sbagliarmi.

          • Sono anni che una fetta non trascurabile dei nostri concittadini vota per gli urlatori. E sono anni che lo Stato paga, con gli interessi, le spese di riqualificazione ma la stessa “fetta non trascurabile” se ne frega.

          • E siamo d’accordidssimo. Il problema è che con questi interventi imposti e calati dall’alto non si fa altro che dare fiato agli urlatori. Chiaramente non è un discorso che si può esaurire in maniera completa in poche righe di commento. E sono abbastanza dell’idea che tutto sommato siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Detto questo, ripeto se vuole credermi e si senta libero di non farlo, lavorando in prima persona in mezzo agli immobili le posso assicurare che per quanto riguarda il nostro paese un obbligo di riqualificazione così spinto rischia di creare un cataclisma che in confronto il passaggio all’auto elettrica è una passeggiata di salute. Perchè il vero problema è che ci sono troppi edifici che di fatto sono “non riqualificabili”. Purtroppo.

          • Centri storici e abitazioni di pregio a parte, sarebbe l’ora di pensare a un piano di abbattimento e ricostruzione dei vecchi edifici. Sai che rilancio per il settore costruzioni? Sai che occasion e per ridisegnare le nostre periferie, viabilità e verde compresi? E sai che massa di capitali privati potrebbe mobilitare?

          • Questa cosa della classe G non la credo possibile, poi se l’europa ha intenzione di regalare soldi, si aprire il più grosso cantiere dell’universo conosciuto.

        • Il razionale della proposta è anche comprensibile, ma a meno che improvvisamente abbiamo deciso di abolire la proprietà privata, mi chiedo legalmente come si farà ad impedire a un privato cittadino di vendere un suo bene a un altro cittadino.
          Ci sono più di 4 milioni di edifici in classe G, e non è che tutti “se ne fregano”. Molti possiedono case ereditate ma non hanno i budget per ristrutturarle, ei vari bonus al 40-50-60% spesso non bastano perché la spesa in quota al privato è comunque elevata.
          Il superbonus è l’unica iniziativa che tenta di sistemare questo problema, ma già si parla di abolirla e lasciarla solo per i redditi isee più bassi. Quelli che probabilmente una casa indipendente in classe G nemmeno la possiedono.

          • Il superbonus è rimasto in vigore due anni. Per i condomìni resterà ancora in vigore. Perchè ne hanno approfittato in pochi? Ha mai partecipato a una riunione condominiale dove si è discusso di aderire? E’ proprio sicuro che i contrari fossero tutti e sempre i meno abbienti?

          • Massimo ma a me lo dice? 😀 se davvero si verificassero tutte le circostanze che paventa io sarei già lì a scaldare furiosamente la betoniera come manco Brežnev i carri armati nell’estate del 68. Lei ha perfettamente ragione nel dire che sarebbe un magnifico rilancio del settore costruzioni, ma fatto come viene proposto secondo lei chi è che se ne avvantaggerebbe? Gli attuali proprietari o le faine plutocratiche e capitaliste delle quali incidentalmente il sottoscritto potrebbe anche far parte? Ma lei c’ha presente il diametro che avrebbe il cero che accendo alla Madonna nel caso sbloccassero e facilitassero tutte le cavillose procedure per le ristrutturazioni? 🙂 Poi lei giustamente tira in ballo la categoria dei centri storici e aggiungo io di tutto ciò che a vario titolo può essere considerato storico. Sono abbastanza convinto che lei sappia già perfettamente che nel nostro paese il concetto di edificio storico è una categoria talmente vasta rischiare concretamente di annacquare nella maniera più totale gli intenti nel provvedimento in questione. Palazzi degli anni 60 che improvvisamente a furor di popolo diventano intoccabili in quanto testimoni storici dell’epoca del boom… tanto per dirne una. Detto questo, per quel poco che mi è dato, il problema con la P maiuscola è proprio quello che Luca nel commento qui sopra ha espresso in maniera a mio avviso perfetta. Sottoscrivo ogni parola. Ahimè. Che già sognavo di portar via intere palazzine per una ciocca di latte, ristrutturarle e rivenderle a peso d’oro.

          • Nell’ultima frase sintetizza perfettamente il problema italiano: troppi avidi furbi. Non le basterebbe avere una redditività sana e onesta? indennizzare adeguatamente i vecchi proprietari e rivendere a prezzi accettabili quelli ricostruiti in classe A?

          • Il superbonus è rimasto in vigore due anni… eccetera

            Guardi non metto assolutamente in dubbio la sua esperienza, anzi! Però forse è stato così dalle sue parti. Magari a Bologna non ha avuto tutto questo successo Ci mancherebbe non discuto. Io le posso solo dire che qui in provincia di Milano ci stiamo litigando i ponteggi. Perché a volte non si trovano nemmeno pagando in contanti e in anticipo. Poi ripeto, non voglio assolutamente mettere in dubbio che sia verissimo quanto lei riporta come sua personale esperienza.

          • Ho vissuto a Milano per dieci anni: è un modello senza uguali in Italia. Nel 2008, quando sono arrivato, c’erano le Varesine, l’area ex Fiera abbandonata e la sede della Regione era il Pirellone. L’ho lasciata nel 2018 con CityLife, Porta Nuova, la nuova sede della Regione progettata da Pei Cobb Freed di New York, il Bosco verticale, il Portello, Porta Vittoria e via dicendo.

          • Immagino che lei abbia capito perfettamente che la mia ultima frase era un’iperbole di gusto letterario. 😉

            Magari potessi ragionare i. Termini di “palazzine”.

            Ovvio che in linea generale concordo con le sue conclusioni.

          • Ho vissuto a Milano per dieci anni: è un modello senza uguali in Italia…

            Milano non è un modello senza uguali. È che figa da una parte c’è Milano, tutto intorno la savana. Taaaaaaaaaaac! (Si scherza eh?)

          • Mi trovate d’accordo su tutta la linea, anche se son dell’idea che due anni di bonus non servano a un granché considerato il numero di abitazioni da riqualificare, io al contrario mi trovo in una situazione che mi tocca, e non ci sono leggi chiare sul futuro dei bonus, tanti titoli che dicono cambiamenti ma non c’è mai nulla di definitivo, le imprese edili stanno avendo enormi problemi a evadere le richieste, annullando le case singole già in accordo per i lavori per dedicarsi solo ai condomini perché ci guadagnano di più, oltre che costi che lievitano a dismisura (immagino in parte per malafede e arraffismo per avere più rimborsi e anche in parte per l’alta domanda di materiali di qualità improvvisa)
            Due anni ma nemmeno 8 basterebbero per adeguare tutte le abitazioni italiane, è anche vero che in molti casi è probabile che basti mettere 6kw sul tetto e una caldaia aiutata da pompa di calore (al nord) e solo pompa dove si può, farebbe fare un bel balzo di classe energetica a una casa nell’ultima posizione

            Sull’esempio di Milano sono assolutamente d’accordo, si è trasformata negli ultimi 10 anni, resta cmq il fatto che la stragrande maggioranza dei palazzi sono in classe bassissima, magari qualche singolo appartamento si è fatto il cappotto interno ma non basta di sicuro per arrivare in classe A se non puoi mettere mano al riscaldamento condominiale (perché tanti nemmeno si presentano in assemblea e votano contro a prescindere per i più diversi motivi).

            Io son d’accordo, buttiamo giù e ricostruire dove si può, ma son altrettanto sicuro delle opposizioni perché porterebbe un cambiamento del paesaggio cittadino, io son favorevole ma tanti non lo sono a quanto pare, onestamente se dovesse passare lo scherzetto mi aspetto anche un conseguente prolungamento di incentivi (possibilmente con dei controlli sui prezzi e i tempi) e realmente in 10/15 anni si sarebbe a buon punto, oltre a incentivare di conseguenza le nuove tecnologie come le costruzioni stampate in loco per abbassare i costi e tempi. In realtà la vedo come una buona notizia, non ha senso che venga fatta una manovra del genere senza prevedere un modo di sistemare, anche perché se la casa non la posso vendere nessuno la comprerà per ristrutturarla e avremmo solo ruderi abbandonati senza spazi per costruire.
            Sia mai che possa anche essere un aiuto contro abusivismo edilizio

          • “Il superbonus è rimasto in vigore due anni. Per i condomìni resterà ancora in vigore. Perchè ne hanno approfittato in pochi?”

            Noi abbiamo iniziato a Maggio subito dopo aver rogitato e in 7 mesi siamo “solo” arrivati a mettere insieme i vari professionisti, redigere calcoli e documenti, rintracciare i prodotti, etc etc. Provi a contattare un termotecnico ad esempio e mi dica quanto tempo di attesa le da.

            Abbiamo comprato una casa del 1800 per evitare l’ennesimo consumo di suolo e per avere un terreno che spesso le case nuove non hanno, e ci stiamo attrezzando per fare tutto il superbonus (cappotto, pdc, fv con accumulo, wallbox), togliere totalmente il gas e alimentare la casa e l’auto con l’elettricità. Ma se uno non avesse una pazienza infinita avrebbe mandato a defecare chi si è inventato questo abominio, con regole che vengono re-interpretate dall’agenzia delle entrate ogni mese, prezzi che continuano a variare impedendo di fare preventivi gestibili, e come ha detto Alessandro la scarsissima disponibilità di ponteggi e materie prime. E il tutto con la spada di damocle di Giugno 2022 che si avvicina.
            Ecco perchè ne hanno approfittato in pochi, non certo per pigrizia.

          • Non metto in dubbio quello che dice. Ma a me risulta che in molti condomìni l’assemblea abbia deciso di rininciare ancor prima di valutare le procedure. Solo per partito preso di qualche menefreghista. Fatto sta che l’Europa ha preso impegi precisi e ambiziosi sull’efficientamento energetico delle abitazioni e in qualche nodo dovrà rispettarli.

          • In realtà tutta questa penuria di ponteggi e di materie prime è proprio il sintomo del fatto che non è vero che ne hanno approfittato in pochi. Quindi tutto sto macello si è venuto a creare andare dietro ad un’iniziativa tutto sommato su base volontaristica. Se si dovesse veramente mettere mano ai milioni di edifici in classe G e in Classe F proprio oggi il Corriere ipotizzava una cifra dell’ordine di grandezza di un anno del PIL italiano. Quindi si torna a bomba a quello che dicevo all’inizio. L’idea in sé… come non condividerla? Ma la realtà è che semplicemente infattibile.

    • Accidenti sembra che lavorino in perdita, la batteria alle Case non costa più di 13/150 $ (e leggo che si punta ai 60) $ al kWh, per 50 kWh sono 7500 €, togliamoci un po’ di costi risparmiati sulla parte del motore termico, mettiamoci che i concessionari dicono di non prendere nulla per qualsiasi auto venduta… ecco per arrivare ai 32000 € della Opel Corsa che è, tutta carrozzeria, qualche chip ed un po’ di software?
      Diciamo pure che dentro al prezzo ci sono tutte le manutenzioni e riparazioni mancate per almeno 10 anni (che poi non è che le abbiano soppresse con l’EV).
      Che vogliono questi industriali? che gli costruiamo anche le nuove linee, le nuove fabbriche? A che servono tutti i miliardi di utili che hanno fatto fino a l’altro ieri?
      Ci stanno prendendo per…

    • L’autonomia di e-208, Opel e-corsa ecc… Di oltre 300 km va più che bene. Si ricaricano fast a 100kW pee i viaggi lunghi. Bisogna lavorare sui costi, e abbassare i prezzi. Se costassero 5000-6000 euro in più del diesel, in 10 anni di possesso si recupera la differenza, e addirittura si risparmia. Ma 12-13mila euro di differenza è inaccettabile.
      Il problema è che Stellantis fa l’elettrico comprando le batterie in Corea del Sud, troppo costoso. Devono fare presto le fabbriche di batterie in Europa e fare accordi con le aziende minerarie, o in 10 anni falliranno.

  6. Ancora elefanti mastodontico da ricconi. Se continuiamo così la scelta delle auto elettriche sarà veramente limitata nel prossimo futuro.

    • Lei non capisce amico mio. Non sono le auto che sono care, sono quelli che non se le possono permettere che sono dei poveracci. Così siamo ridotti.

  7. Direi che le aziende automobilistiche classiche continuano a fare errori …..
    Poi si lamenteranno che non vendono e chiederanno contributi !
    Speriamo che in futuro cambi qualcosa

  8. Poi ci sarà la id.5, la EV9, e via via con tutti questi ciclopi da 60-70k almeno. Musk potrebbe distruggere la vendita di moltissime di queste auto semplicemente confermando l’arrivo della Q, anche arrivasse nel 2023 in molti aspetterebbero. Io stesso ho preso la id.3 Pure a meno di 30k con tutti gli sconti, ma oltre non vado perché detto onestamente per i 60k di uno di questi bilici allora mi compro una Model 3 o una Y configurata al top.

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