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Rilanciare la Lancia ha senso? No per i media francesi

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La Nuova Lancia Ypsilon, solo elettrica, con autonomia 403 km.

Rilanciare la Lancia ha senso? Non per i media francesi. La presentazione della Ypsilon, prevista per il 14, è snobbata Oltralpe e c’è è addirittura chi si chiede…

rilanciare la Lancia
Il titolo dell’articolo pubblicato sul sito francese “Automobile Propre”: “Vale veramente la pena di rilanciare la Lancia?”.

Rilanciare la Lancia? “È un marchio così polveroso…”

Prima della crisi degli ultimi decenni, la Francia è sempre stata un mercato importante per la Lancia. Ma ora, alla vigilia della presentazione del primo modello della rinascita elettrica, arrivano attacchi pesanti al marchio torinese. Il sito più importante sulla mobilità elettrica, Automobile Propre, si chiede addirittura se ha senso che la Lancia continui ad esistere. E, in in un corsivo firmato Jamais Content (l’Eterno Scontento), la conclusione è che no, non c’è motivo per insistere su un marchio così “poussiéreux” polveroso. Non è che ai francesi manchino i marchi di limitato o scarso successo, soprattutto nel settore premium. Da anni la Renault cerca di spingere Alpine e Peugeot-Citroen insiste su DS, con un successo oggettivamente limitato. Non per questo la stampa locale ne chiede la cancellazione, aggrottando invece il sopracciglio quando in ballo ci sono marchi italiani. Pieni di storia e anche di acciacchi, sì, ma tuttora in vita.

rilanciare la Lancia
Il posteriore della Nuova Ypsilon (foto dal sito ufficiale Lancia).

“Non c’è davvero niente da festeggiare”

Da appassionato di auto, potrei essere felice di veder rinascere un marchio storico, come è stato il caso di Alpine. Ma qui subentra la parte sgradevole, Lancia no grazie, non c’è davvero niente da festeggiare“. Quindi: Alpine merita l’ennesima chance, Lancia (con una storia ben più gloriosa del brand francese) merita di essere giudicata al capolinea. E sotterrata nel cimitero dei marchi italiani defunti, con Autobianchi e tantissimi altri. Vedremo che accoglienza ha la Nuova Ypsilon: in fin dei conti non è la prima volta che la Lancia viene data per morta, ma riesce poi a risollevarsi dalle proprie ceneri. Ventun anni fa si disse che il modello precedente della Ypsilon sarebbe stata l’ultima freccia all’arco della marca torinese. Le aspettative erano modeste, ma fu un successo. Grazie anche alle idee di un giovane direttore marketing come Luca De Meo (ora n.1 Renault) e e alla matita di un promettente designer come Flavio Manzoni (ora in Ferrari). Chissà che anche  nel 2024…

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49 COMMENTI

  1. Mah, per me la resurrezione dei marchi storici è una presa in giro.
    Se un marchio è morto, è perchè gli ultimi prodotti avevano perdere l’apprezzamento e l’interesse del pubblico.
    Aveva ragione Marchionne? Non lo so, ma penso che si possa rimettere in commercio un marchio, ma nessuno potrà mai resuscitare l’anima e la passione di chi quel marchio e i suoi prodotti li avevano fatti apprezzare. Altri al massimo scimmiotteranno.
    Inoltre oggi ci sono tanti marchi in commercio, ma spesso sotto la lamiera c’è la stessa auto condivisa da tanti marchi e lo sanno tutti.
    Passano le persone, passano anche i marchi.

  2. Anni fa ho avuto modo di leggere un report, in epoca Marchionne intendiamoci.
    Si trattava di materiale per nulla “segreto”, tant’è che l’evevo letto pure io, ma che era rimasto a livello per così dire “stampa”.
    La classica cosa accessibile a tutti, ma che in realtà leggono ben pochi.

    Per farla breve, si diceva senza mezzi termini che Lancia a livello di “percezione mondiale” è un marchio sostanzialmente bollito.

    Ha ancora un forte appeal in Italia (di qui la comprensibile percezione tutta nostra che il mondo non stia aspettando altro che il ritorno della Lancia), gode di un “affetto” non trascurabile in Inghilterra, qualcosina in Germania… E poi basta, per il resto del mondo Lancia ha lo stesso “valore” di Isotta Fraschini, Hispano Suiza o Studebaker negli USA.

    Marchi a cui si porta grande rispetto, ma che rimessi sul mercato non porterebbero chissà quale “vantaggio” per il solo fatto di esistere.
    Roba da museo insomma.

    Al contrario Alfa Romeo, su quei report, era segnalato quale marchio percepito ancora come vivio e vegeto e con grande potenziale.
    Come sono andate le cose a posteriori lo sappiamo: con Alfa Romeo ci hanno provato ma quasi non ne hanno indovinata mezza, con Lancia si sono limitati a rimarchiare le Chrysler.

    Se possibile, oggi la situazione di Lancia è ancora peggiore di quella di 10 anni fa.
    Per quanto l’amico giornalista francese forse non ha trovato il modo migliore di rendersi simpatico, temo che non sia così lontano dal vero.

    Se poi il rilancio si basa sul culo della Stratos appiccicalto alla 208 e il piatto portabamba nell’abitacolo…

    • Marchionne pensava a livello Europa o Mondo e d era vero che il brand Lancia era percepito solo in Italia . Ma l ottica di Marchionne era Renault. ,non Stellantis .
      Io Lancia la paragono a DS e non mi sembra che venda molti di più .

      • -Lancia la paragono a DS e non mi sembra che venda molti di più –

        Appunto.
        DS è un flop colossale.
        Questo è il modello che vogliamo replicare?

          • Son girate anche delle voci in proposito…
            E comunque dubito che sia saggio puntare al bis.

        • Visto il grande “appeal” del marchio Lancia in Italia (e magari un po’ di GB + F + D .. per i nostri emigrati 😉, sempre portati a scegliere auto d’affezione)
          secondo me ha perfettamente senso avere 2 marchi simili, per declinare in personalizzazioni nazionali lo stesso modello; in fondo il marchio DS piace ai francesi ma è trascurato qui da noi… e facendoci produrre anche l’equivalente auto italianizzata (che in previsione dovremmo correre a comprare, secondo Loro !) ne ammortizzano il costo (anche se a discapito di Cassino … con rischio di cannibalizzazione per Alfa Romeo // chi compra seg. D/E “italiani” son gli stessi).

          Il problema serio di Stellantis (e degli altri marchi europei) è se fare o no una joint-venture per piattaforme native BEV condivise, magari con molte parti prodotte con giga-cast ….
          All’orizzonte ci sono in arrivo stabilimenti cinesi (BYD in Ungheria, stabilimenti ex EU ripresi da cinesi in Russia), il marchio Todd in Turchia .. e soprattutto … prima o poi arriverà anche la Tesla Mod. 2

      • A me non sembra che fosse percepito solo in italia, infatti la Delta (quella vera) ha vinto 6 titoli mondiali e non 6 titoli italiani, e non per nulla la maggior parte delle Delta (in ordine) sono finite in giro per il mondo (Giappone in prima fila).

        Secondo me i manager (compreso Marchionne con il miglior augurio di pace all’anima sua) tendono a dire quello che gli conviene e non quello che è la realta.

        • -A me non sembra-

          A te amico mio.
          E purtroppo, eh?
          Fuori dall’Italia, a parte gli appassionati del Deltone che trovi ovunque ma che poi spesso se gliela rifai non la comprano, la Lancia se la cacano in 4.

          • Boh, rispetti la tua impressione ma la mia è opposta.

            L’unica cosa che ho notato è che più passa il tempo più l’effetto mondiali si è affievolito, effettivamente sono passati 32 anni.

      • In generale il mercato delle auto francesi ha senso sul generalista fino al segmento C (la 308 per intederci), esattamente come FIAT. Comprare auto di segmento superiore o addirittura (finto) premium è da masochisti. Lancia diventerà esattamente come DS, coprirà tutti i segmenti fino al D, ma continuerà a vendere solo utilitarie Citroen/Peugeot abbellite, i segmenti più alti resteranno sulle borchure. Per questo hanno messo la produzione della DS8 a Melfi, perché sanno che non venderà, serve al governo francese per avere l’auto di rappresentanza, ma dato che ne produrranno pochissime, chi andrà in crisi sarà il comparto italiano. mica sono scemi.

    • Scrivo qui, ma rispondio anche a Enzo che valutava il periodo delle Lancia Thema e delle Bmw

      Più si va indietro nel tempo, cioè prima del periodo Fiat che già ha influenzato i progetti delle Lancia Beta, Gamma, Trevi, e si va prima del mito sportivo dei Rally delle Stratos, 037 e delle Delta ( queste poi hanno già un pianale Fiat )

      e più la Lancia era molto premium, come finiture degli interni e meccaniche raffinate, era più simile a Mercedes o Rolls-Royce inglese, e Bmw non era ancora un brand evoluto

      Fulvia berlina e coupè, Flavia berlina e coupè, Flaminia, Appia, le varie versioni dell’Aprilia, berlina, coupè b20, convertibile b50, etc, costruite in modo accuratissimo, d’altri tempi, costose da produrre e un po’ snob, per clienti facoltosi, con motori silenziati (questo voleva la clientela lancia) e a volte di proposito limitati nella potenza massima che potevano esprimere

      è rimasto più impresso il marchio alfa, che pur valido era di solito come tanti altri anticipato tecnicamente di parecchi anni dalle Lancia, ma era più accessibile e ruspante e smarmittato (“sportivo”), e su cui poi Fiat a continuato a investire

      Lo stesso andando ancora più indietro, prima delle guerre, Lancia è stata una bella eccellenza che anticipava gli altri marchi ed erano anche bei design

      quando si era interessata alle corse ( ma non in modo smodato, non era il target del suo pubblico ) comunque vinceva; la Ferrari di Fangio, era una D50 ceduta dalla Lancia quando si ritiro dalla F1

      Insomma come “brand” ha almeno due echi, quello signorile e di avanguardia tecnica, più datato, che si è ormai un po’ dimenticato

      ma ogni tanto viene richiamato dal marketing attuale mettendo sui modelli particolari estetici più raffinati oppure strambi al limite del brutto considerati “anticonformisti/raffinati” come lo erano (però con gusto) gli interni e le linee delle lancia d’epoca (alcune ispirate alle finiture dei motoscafi Riva)

      e l’eco meno antico dei successi nei rally, anche questo un po’ scimmiottato dal marketing in qualche particolare estetico “sportivo”

      una operazione nostalgia, di cui non c’è spazio (perché non se ne vendono più abbastanza per coprire i costi), sarebbe forse usare la piattaforma stellantis 208-corsa, quella bassa, senza pianale skatebord, per fare una coupè elettrica, che richaimi le linee a 3 volumi della fulvia o beta coupè ( o al limite la fastback )

      più probabile (ma anche comprensibile, è passata da un bel po’ l’era in cui così tanto girava intorno alle auto e venivano prodotte tante scocche diverse) che prenderanno la Y e la Delta e gli metteranno gli adesivi con i colori martini sui cofani e un po’ più di cavalli nell’inverter, per il richiamo ai rally, e il “piatto portabamba” e un po’ di tessuti sul cruscotto, come richiamo alla esclusività del passato

      alla fine comunque, che Stellantis riesca dalle stesse scocche , senza spendere troppo, a fare “abiti” e interni un poco diversi, per compiacere campanilismo di Italiani, Tedeschi, Francesi, a me non dispiace

      piuttosto.. batteria aggiornata un anno fa a 53-54 lordi (?) kwh.. dopo un anno sarebbe già ora di un altra ritocco in salita ai kwh ( o in discesa al prezzo)

      • -Delta ( queste poi hanno già un pianale Fiat –

        La Delta ERA una Ritmo.
        C’era la leggenda del kit di squadrette di rinforzo da saldare sul telaio nudo di una Ritmo. Alla fine del lavoro si otteneva il telaio di una Delta
        (è una leggenda eh?)

        -Lancia era molto premium,-

        Ma certo, all’epoca di mio nonno, classe 1908. Capisci il guaio?
        (che poi mio nonno era un alfista. ecco.)

        -è rimasto più impresso il marchio alfa-

        Auto da uomini. eheheh 😉

        – il “piatto portabamba”-

        Pensa te che mi aspetto quanto prima anche la versione “elefantino arcobaleno”.

          • -😂😂😂 No dai, l’elefantino arcobaleno no!-

            Sisisisisi, elefantino arcobaleno per la Lancia inculiv… ehm, inclusiva.
            Inutile lagnarsi del progresso.

            -Manca solo la Delta WiFi Integrale e siamo a posto-

            Han già detto che la faranno la Delta elettrica.
            nel 2028, e ci sarà anche la versione Wifi vedrai.
            Monomarcia ovviamente nèh?
            Vorremo mica far qualcosa di un po’ più “difficile” da guidare, che se nò poi qualcuno si offende e viene meno l’inclusività.

            Sarà aggressiva ma anche dolce, cattiva ma anche buona, veloce ma anche calma, sportiva ma anche tranquilla, tagliente ma anche arrotondata…

            — “’15 Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! 16 Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. ”
            (Apocalisse 3, 15-16) —

        • Confermo che strutturalmente la Delta proviene dalla Ritmo, e confermo pure che la qualità dei materiali era (ed è) pietosa: lamiera della Panda, rigidità struttura pietosa, ossidazione, corrosione passante, crepe nella struttura anteriore, passaruota posteriore senza paramalta che con il tempo marcisce compromettendo anche la resistenza del duomo ecc. ecc..
          Tanta gente l’ha data via dalla disperazione, chi l’ha tenuta lo ha fatto per passione, tanta passione.

        • In realtà il pianale della Lancia Delta prima serie uscita nel 1979 era basata sul pianale della Lancia Beta e i primi motori di derivazione Fiat Ritmo con il 1300 da 75 cv e poi portato a 1500 con 85 cv, il disegno era di Giugiaro. Per l’epoca l’autotelaio della Delta era molto evoluto, aveva le sospensioni anteriori a ruote indipendenti di tipo MacPherson con bracci oscillanti inferiori e montanti costituiti da ammortizzatori idraulici e barra stabilizzatrice, mentre le sospensioni posteriori erano anche loro a ruote indipendenti sempre di tipo MacPherson con due bracci oscillanti trasversali, bracci oscillanti longitudinali inferiore e montanti, costituiti da ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto e molle a elica eccentriche e con barra stabilizzatrice, praticamente una odierna sospensione multilink con la inusuale caratteristica, per quegli anni, di poter regolare la convergenza anche alle ruote posteriori.
          Poi con la seconda serie vennero montati sulla Delta motori molto più performanti con il famoso bialbero Fiat “Lampredi”, uno di questi, era il 2 litri 16v, rinominato e rielaborato Abarth, montato sulla Lancia rally 037 che fece letteralmente il mazzo all’Audi quattro nel mondiale rally del 1983. La terza serie della Delta (dal 1986 in poi) è forse quella di maggior successo perchè sono state introdotte le HF 4WD e Integrale…. il resto è storia… da lancista sto diventando nostalgico… stop, mi fermo qui.

  3. I Francesi sono molto campanilisti, hanno ancora nella testa la grandeur ecc. ecc.
    Li ammiro per il fatto che non hanno paura ad arrabbiarsi ed arrivano a ghigliottinare, incendiare e menar le mani contro i veri responsabili alla bisogna, per contro hanno la tendenza alla scorrettezza pur di vincere e quest’ultima cosa la detesto.

    Probabilmente temono che il marchio Lancia porti via la scena ai loro.

    Io personalmente piuttosto che avere una Lancia francese preferisco non averla.

    • La Lancia è un segno dei tempi: è un marchio italiano di proprietà francese con la nuova macchina costruita in Spagna.

      • Buongiorno Direttore,

        addirittura in Spagna, che roba, che senso ha chiamarla ancora Lancia!?!?
        Si, lo so, questione di brand, di marketing ecc. .. .. purtroppo.

        Ricordo anni fa, ero a Ginevra in concomitanza con il Salone dell’auto ed entrai in un officina che trattava esclusivamente Lancia storiche, chiesi se avevano un particolare della Delta prima serie e mi risposero: “qui Lancia, no Fiat”.
        Sul momento ci rimasi male, ma avevano ragione, poi mi consolai pensando che perlomeno la Delta era nata a Chivasso.

        Ora però devo dire che il marchio non ha più ragione di esistere, soprattutto nella galassia stellantis.

  4. meno male va, se devono sputtanare il marchio Lancia con un obbrobrio del genere, meglio allora lasciar stare. Lancia è un marchio di gran valore, di sportività e di lusso. Merita sicuramente altre tipologie di modelli di auto.

  5. Cara stellantis, la Lancia va rilanciata con la Lancia, data l’importanza del marchio e la sua notevole storia, non si può rilanciare un marchio famoso e glorioso (essendo una leggenda del rally) prendendo una Peugeot 208 o Opel Corsa ricarrozzarla e dire ecco la nuova Lancia, non mi pare che per rilanciare l’Alfa Romeo sia sta fatta la stessa cosa (tranne per la Giulietta).

  6. Ma perché i Francesi arrivano sempre con la loro carica di simpatia?
    Quasi quasi vado in garage a dare un calcio alla mia Citroen.

    Lancia invece meriterebbe un progetto degno della sua storia che, per come la vedo io, è sospesa dal 1992. Tutto il resto è uno strazio

      • Infatti Marchionne voleva fare accordo industriale come Renault ma gli Agnelli hanno preferito accordo in Euro ..

      • Stellantis nel 2023 ha prodotto più auto in Italia che in Francia, forse per questo sono così nervosi d’oltralpe (oltre all’assegnazione della piattaforma STLA small alla spagna che non gli è andata giù)

        • Non auto, veicoli. Se prendiamo solo le auto, ne hanno prodotte di più in Francia, in Italia abbiamo quasi 200.000 furgoni, che è un segmento a parte.
          Resta il fatto che Exor è azionista di maggioranza (più di PSA e stato francese sommati) ma è silente, subisce passivamente ogni decisione. In pratica agli Elkagnelli interessa prendere dividendi, nient’altro.

  7. La verità è che Stellantis ha troppi marchi da gestire ed è inevitabile, quindi, che qualcuno non sia più sostenibile e verrà, prima o poi, a mancare. E’ già successo in passato, ad esempio nel gruppo GM con Oldsmobile e Pontiac o nel Regno Unito nell’ambito dell’ormai scomparso gruppo BLMC: chi si ricorda di Austin, Morris, Riley, Wolseley? Anche in Francia sono scomparse marche: Simca (che ebbe notevole successo anche in Italia negli anni ’60), Panhard, Hotchkiss, per fare qualche nome. Fra l’altro l’attuale rivoluzione indotta dai BEV ha portato alla nascita di marchi prima inesistenti. Di conseguenza, pur augurando, per motivi sentimentali, tutto il bene alla nuova Ypsilon temo che non sfonderà: l’attuale vende ancora in Italia essenzialmente per il prezzo e la scarsità di concorrenti nella sua fascia di mercato

  8. ..magari ultimo elefantino sarà un successo,, epperò VERE Lancia scomparse già dal 2012 cn la presentazione al cine festival di Taormina della sfortunata Chrysler/Lancia 2400 cc Cabrio Una precedente..🪦🙏

  9. i più preoccupati dell’eventuale cattiva accoglienza della nuova Ypsilon dovranno essere più che altro gli operai di Saragozza … i cui turni di lavoro (e salari) son legati.

    Per quel che riguarda il marchio italiano …. se mantengono le promesse su Melfi magari vedremo una vettura di gamma superiore, ossia quella nativa del marchio Lancia … sperando di mantener lo spirito del fondatore Vincenzo.

    Certo, una volta acquisita FCA dai francesi … non potremo comunque parlare di “tecnologia italiana” , tutt’al più di “contributo” di ingegneri, tecnici e designers italiani ( e non credo basti mettere il dott. Imparato a far sentirci più italiana la futura Alfa Milano)

  10. I soliti francesi rosiconi e nazionalisti; temono che la nuova Lancia Y possa intaccare le vendite dei loro brand nazionali.
    Ad ogni modo l’unica differenza la potrebbe fare il design visto che condivide tantissime parti con gli altri modelli Stellantis francesi.

  11. Se Lancia deve limitarsi a fare una utilitaria per 10 anni di fila cambiando solo il colore hanno ragione i francesi. Se Lancia torna a fare ciò che sapeva fare, ovvero auto sportive, divertenti, brillanti, capaci di imporsi sulla concorrenza allora ha senso. Mi spiace dirlo ma è così: Lamborghini ha una storia per le sue supercar, non per i pickup. Lancia fa rima con “Delta integrale” ma se se ne continua solo a parlare e a sognare e poi escono fuori solo macchinette mediocri e costose tanto vale evitare di perdere tempo. Signori la storia di Lancia è il deltone, non certo la Ypsilon. Lancia non dovrebbe essere il brand che ci rifila la Corsa ricarrozzata a un prezzo superiore perché “stilosa”: Lancia avrebbe dovuto proporci la Stratos e siccome le persone sono stanche di aspettare poi succede che i cinesi la Stratos la fanno loro (SSC SC-01). Un gran peccato perché quell’auto, con quelle specifiche e quel prezzo, avremmo dovuto presentarla noi. Se bisogna stravolgere la storia del brand per creare l’ennesimo brand che vende macchine premium a prezzi esagerati anche no grazie, l’ultimo che esce spenga le luci …

    • Sono d accordo sul discorso deltone stratos , ma Lancia è stata anche Thema di sicuro molto più interessante di una 508 .

      • La Thema era la BMW dei poveri, auto lussuosa, sportiva ed economica rispetto alle tedesche. E la Thema fu resa celebre anche dalla versione 8.32 Ferrari [ https://www.lanciathema.it/lancia-thema/thema-8-32-ferrari ]: “Presentato in anteprima al Salone dell’Automobile di Torino nel 1986, questo modello è subito ribattezzato dai giornalisti e dal pubblico con il nome di “Thema Ferrari” perché il potente propulsore a 8 cilindri da 32 valvole, (da qui il nome 8.32), a V di 90° da 2927 cm cubici che la equipaggia è fornito direttamente dalla casa di Maranello. Questo motore è lo stesso, (con alcune modifiche che lo rendono meno estremo), montato sulle ben più potenti Ferrari 308 e Ferrari Mondial quattrovalvole. Con questa vettura Lancia si confronta con l’agguerrita concorrenza straniera che ha sul mercato berline velocissime come la BMW M5, la Mercedes 500E e la 190E 2.3 16v, ma da queste si differenzia per una maggiore cura dei dettagli, specie all’interno, dove i sedili in pelle dotati di regolazioni elettriche ed i rivestimenti di plancia, pannelli porta, cambio e volante sono sellati a mano da Poltrona Frau.”

        Questa era la grande Lancia di allora che sapeva coniugare un carattere nazional popolare con performance di rilievo. E anche senza andare sul top di gamma, la 2000 turbo 16 valvole aveva 164cv (tanti anche per i tempi moderni), 290 nm di coppia e raggiungeva i 220 km/h.

        La futura Ypsilon raggiungerà i 150 km/h? Mah …

        • La Thema Ferrari era un aborto di auto, totalmente sbilanciata sui pesi, con un motore pompato rispetto ad una vera Ferrari, tagliandi con prezzi da suicidio. Certe auto meglio lasciarle al gasi che in fiera non ne ha venduta mezza.

        • Solo una piccola precisazione: la Thema 16V turbo aveva 181/185 cavalli, 165 li aveva la Thema i.e. turbo 8v del 1984 (stesso motore della Delta HF4WD). Poi nell’ultima serie ci fu la Thema turbo 16v da 201-205 cv.

          • La Thema era una grn macchina in effetti. Fiat si, Fiat no.
            E infatti ne hanno vendute tante.
            Una bella Thema elettrica… Fatta bene… Ma fatta bene però eh?

  12. Si, polveroso, forse per tutta la polvere che i francesi hanno mangiato dietro alle Lancia nei rally degli anni 80 e non solo.

    • si dovrebbero esser già vendicati successivamente…. con Peugeot nei Rallye, cui Ferrari portò via Jean Todt (Peugeot Sport: titoli costruttori Rallye nel 1985 e 1986 oltre alle Parigi/Dakar dal 1987 al 1990).

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