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Ricariche oltre quota 30 mila in Italia

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ricariche
Enel X Way e Be Charge sono i due operatori leader sul mercato italiano.
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Ricariche oltre quota 30 mila: per la precisione al 30 giugno in Italia risultano installati 30.704 punti di ricarica in 15.674 infrastrutture e 12.410 location. 

ricariche oltre quota 30 milaRicariche oltre quota 30 mila, ma l’11,5% aspetta l’attivazione

Lo scrive nella sua rilevazione trimestrale Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica. Negli ultimi tre mesi c’è stata  un’importante accelerazione del tasso di crescita, con un +2.847 punti di ricarica rispetto a marzo, quando si contavano 27.857 punti. Se confrontiamo i dati con giugno 2021, la crescita è di 7.429 punti di ricarica, pari al +32%. Nonostante l’aumento record, circa l’11,5% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali. Il motivo? Non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative. Guardando alla distribuzione geografica, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole.

ricariche a quota 30 mila
Gianmaria Riccardi (Enel X Way) e Paolo Martini (Be Charge).

Servono colonnine con le potenze giuste posto giusto

In termini di potenza, “il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre l’8% in corrente continua (DC)”, spiega Motus-e, sottolineando che nell’ultimo trimestre siano soprattutto “le ricariche in DC ad aumentare. Con un +46% per i punti tra 50 e 150 kW e un +38% per i punti di ricarica con potenza superiore ai 150 kW”.  In realtà il numero assoluto di ricariche è solo uno degli indicatori per capire se un Paese ha una rete efficiente. Occorre mettere le colonnine giuste nei luoghi giusti, come hanno rimarcato Gianmaria Riccardi di Enel X Way e Paolo Martini di Be Charge nell’incontro organizzato dalla società di consulenza BIP. Basta con le colonnine in mezzo al nulla, ora si punta sui luoghi più trafficati, come supermercati, alberghi, ristoranti. E anche distributori: Be Charge, per esempio, ora fa parte del gruppo ENI Plenitude e installerà colonnine rapide in tutta la rete europea del Cane a 6 zampe.

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8 COMMENTI

  1. O in prossimità di una fermata dell’autobus o similari. Al momento il tandem mezzo pubblico-piazzola delle colonnine non lo vedo ancora molto sviluppato. Secondo me meriterebbe.

  2. Nella rete autostradale le colonnine sono pochissime: se aumentassero i punti di ricarica rapida dentro le stazioni di servizio cambierebbe la versatilità dell’auto elettrica in Italia.

    • Il problema è che come sempre si tratta di un lavoro all’italiana. In autostrada un solo operatore. Al contrario di altri paesi dove è possibile trovare anche 2 operatori per stazione autostradale. Devono liberalizzare l’installazione autostradale altrimenti si rimane sempre indietro.

  3. Straordinario intento, reso anche e sottolineo ANCHE, vano dalla scarsa e in alcuni casi ASSOLUTA MANCANZA DI ASSIATENZA SISTEMAZIONE RIPARAZIONE DI COLONNINE! Esempio, area di servizio Villoresi est, Lainate, addetti telefonici assenti, riparazioni forse a “Babbo Morto” e risultato utilizzatori infuriati mancando informazioni Ditta LOGINET Srl (Designing Efficienty), lo metto tra parentesi sino a quando l’efficienza mi verrà dimostrata! Area servizio DORNO Milano direzione Genova oltre 1 anno nn funzionante , mettetele a pagamento nn siamo “barboni” ma se offrite 1 servizio che funzioni.

  4. La distribuzione nord-centro-sud ricalca a grandi linee la distribuzione della popolazione, se si considera anche la differenza di reddito medio, e i limiti alla circolazione invernali, la distribuzione delle colonnine mi sembra coerente.

  5. Non so se dico una cosa astrusa, ma la mia città (Reggio Emilia) negli ultimi 20-30 anni ha visto la riduzione progressiva delle pompe di benzina, come, credo molte altre. La maggior parte di queste sono state “spianate”, recintate e abbandonate. Sono quasi tutte in punti strategici e di comodo accesso e sicuramente già raggiunte da una rete elettrica, seppur obsoleta. La maggior parte sono di dimensioni modeste, ma altre belle grosse: non sarebbero perfette per installare le colonnine?

    • Non sempre Augusto. L’auto elettrica si “va a ricaricare” soltanto durante i lunghi viaggi. In città si ricarica a casa oppure mentre è comunque ferma mentre il proprietario fa altre cose, tipo shopping, spesa, palestra, cinema, un incontro di lavoro o pranza. Quindi perchè una ex pompa di benzina cittadina sia idonea ad ospitare un impianto di ricarica è necessario che sia in prossimità dei luoghi dove si svolgono queste attività.

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