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Ricaricare è complicato, sono tornato alla plug-in

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Ricaricare è complicato, George si è stufato ed è tornato indietro a una plug-in. Mauro invece lamenta il mal funzionamento delle Be Charge di Riccione. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che email vanno inviate a info@vaielettrico.it

ricaricare è complicato

Ricaricare è complicato, tra abbonamenti, app e regole diverse in ogni Paese

“Come già scritto, io sono uno di quelli che è tornato indietro, ma non totalmente. Dopo una Mercedes Full Electric (non si avvicinava minimamente al chilometraggio dichiarato), ho preso una Plug In. La vettura mi piace e mi soddisfa, ma ci sono un sacco di problemi. Viaggi per l’Europa, che vuole che entro il 2035 che non siano più prodotte vetture endotermiche. E ti ritrovi a pensare che questi burocrati non hanno la minima idea di quel che fanno. In ogni Paese in cui  metti piede, pardon gomme, hai regole diverse, per trovare le colonnine sparse nei posti più insensati. E hai bisogno di abbonamenti e app diversi. Spero che almeno voi riusciate a far sentire la voce degli utenti. Possibile che questi esseri che ci legiferano non siano in grado di far funzionare il cervello? Non sono un politico, ma un utente della strada, nel mio piccolo farei poche precise regole.
1) mettere le colonnine in posti visibili e segnalati, magari con un colore comune per tutti i paesi membri, indipendentemente dal paese.
2) possibile che per ogni compagnia debba avere un abbonamento? Non è possibile come dal distributore avere una carta di credito valida?“. George Vendrame.

ricaricare è complicatoA Riccione le Be Charge troppo spesso fuori servizio, ti tocca mendicare in un hotel…

“Vorrei raccontarvi quel che succede a Riccione, dove ho trascorso le ferie anche quest’estate. Fino a un annetto fa c’erano delle vecchie ricariche Enel X in AC, lente ma funzionanti. Poi (l’avete scritto anche voi) è arrivata Be Charge e le colonnine Enel X sono state disattivate, chissà perché, togliendo la possibilità di una duplice scelta. Il fatto è che le Be Charge (vedi quella comodissima nel piazzale della Stazione, lato mare) sono spesso fuori servizio. Il call center, gentilissimo, risponde che non sa quando verranno riattivate. Morale della favola. Per ricaricare ho dovuto più volte chiedere aiuto a un hotel munito di wall-box per i clienti (ne ho individuati almeno tre). O spostarmi a Misano, dove  c’è una EVA+ da 50 kW nel parcheggio del Conad). Possibile che una grande località turistica versi in queste condizioni? Che ne dicono i tanti turisti stranieriche arrivano da noi con l’auto elettrica?“. Sauro T.

ricaricare è complicato
Una colonnina Be Charge a Riccione. (foto: Comune di Riccione).

Ricaricare è complicato? Servono colonnine che  funzionino e pagamenti più facili

Risposta. Sul caso di Riccione ribadiamo quanto detto più volte: in Italia non è che manchino le colonnine, il problema è che ce ne sono troppe fuori servizio. E i tempi di rimessa in funzione sono lunghi, a causa di un’assistenza che evidentemente non è andata di pari passo col ritmo delle installazioni. Quanto al tema della complessità di trovare e accedere a una ricarica, è vero quel che scrive George: al momento è ancora tutto troppo complicato. Al punto da spaventare molti potenziali clienti, che rinunciano all’elettrica proprio per timori sulla difficoltà di ricaricare. Le app hanno i loro vantaggi, tra cui quello di individuare le ricariche in zona quando viaggi, dirti se sono libere e che potenze hanno. Ma devono darti accesso in tutt’Europa, così come dev’essere consentita la possibilità di pagare con carta di credito. E la UE dovrebbe adoperarsi per diffondere il più possibile la ricarica plug&play, disponibile da tempo sulle Tesla nei Supercharger e ora con altre marche. Non serve né app, né card: il connettore della colonnina “riconosce” il bocchettone dell’auto e provvede in automatico ad addebitare il costo della ricarica.

Phoenix
Vesper
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47 COMMENTI

  1. con una carta EnelX viaggi in tutt’Europa e ricarichi in innumerevoli colonnine. Testato personalmente tra Germania, Austria, Svizzera e Francia.

    Poi non parliamo dei SuC di Tesla che e’ un mondo a parte

    • Su Twitter una tizia ha provocatoriamente chiesto: “E durante i blackout come la caricate la vostra elettrica???” e gli è stato risposto “allo stesso modo che farete voi con la benzina, dato che la pompa del distributore va a corrente!”
      Tutto è legato alla corrente. Tutto. Qualsiasi caldaia per riscaldamento va a corrente anche se è a metano.
      Gioire dei problemi altrui senza rendersi conto che sono anche propri è… non è sano, ecco.

      • Tra l’altro in pochi riflettono sul fatto che l’energia elettrica può essere prodotta a partire da molte fonti tra cui appunto solare, eolico e idroelettrico a basso impatto ambientale.
        A molti sfugge che i fossili non sono infiniti (lo sappiamo da sempre) e che i problemi di approvvigionamento si manifestano in tutta la loro durezza ben prima che si siano esauriti.
        La probabilità che alla guerra del gas segua una guerra del petrolio è purtroppo altissima, mentre vedo gente gioire per i rincari dell’energia elettrica perché sono un problema per gli odiati proprietari di auto elettriche. Peccato che i rincari hanno pessimi effetti su mille altri aspetti della nostra vita, ancora prima che questi siano un problema per gli automobilisti elettrici.

        • Questo è un problema culturale ed educativo molto più ampio, cui ho accennato ripetutamente, ma che è stato considerato marginale anche, senza volergliene, da VaiElettrico.it: il concetto di energia e il concetto di forma sotto la quale l’energia si presenta.

          Qui è abbastanza comune e non spaventa quasi nessuno esprimere un litro di gasolio in kWh, ma per la maggior parte delle persone è assimilabile a un’eresia, ovvero proprio non rientra nel loro modello del mondo, una cosa che “non sta né in cielo né in terra”. Questo produce le dissonanze che spesso vediamo (leggiamo) anche nei commenti qui.

          Come è abbastanza raro trovare, nelle discussioni sull’energia, il focus sulla “trasformazione” di una forma di energia in un’altra. Processo invece evidentemente cardine per il proseguimento della vita sulla Terra. Non c’è nulla di migliore nell’energia radiante (EM) che arriva dal Sole sulla Terra, rispetto al carbone, per esempio, o alla legna. È solamente dopo, durante il processo di trasformazione del carbone o della legna in calore e/o elettricità che emerge una valutazione di migliore (per noi esseri viventi), o peggiore. Non si è mai sentito di qualcuno attaccato da un masso di lignite, o da un ciocco di faggio, ma tutti hanno visto il fumo che bruciarli (=trasformarli) produce. 😉

          Riguardo alla guerra, quello può avvenire per qualsiasi risorsa limitata o ritenuta tale. L’energia solare avrebbe il vantaggio di non essere limitata, almeno in termini umani (10mila volte quella usata oggi, disponibile 24h/24 per i prossimi 5 miliardi di anni) e quindi potenzialmente in grado di cancellare per sempre il problema di quei conflitti.

      • -E durante i blackout come la caricate la vostra elettrica???-

        Proponile un criceto cocainomane che gira nella ruotina come un pazzo generando corrente. ☝️

      • Quello di cui voi elettricisti non vi rendete conto è che, continuando a comprare elettriche pur in questi disastri organizzativi e impiantistici, non fate altro che favorirli!!
        Inutile affannarsi per fornire stazioni in numero sufficiente e metodi di pagamento universali quando ci sono grulli che comprano anche se queste indispensabili infrastrutture non ci sono. Non acquistiamo finché non si costruisce la rete rifornimento adeguata e allora vedrete che correranno a fare quanto devono …

  2. Mah …io sono utente di una elettrica da 4 mesi e 14.000 km e pur potendo caricare quotidianamente nel box, nei pochi viaggi lunghi e all’estero non ho avuto alcun problema di carica, certo non è come trovare un distributore di carburante tradizionale, ma con un minimo di organizzazione si può benissimo viaggiare. Se il sig. Georgetown ha tutti questi problemi a caricare ha sbagliato a prendere una plug-in…. Meglio a questo punto un diesel.

    • La vera soluzione in questo momento ed il Diesel misto all’elettrico.
      Questo è davvero il Top ad oggi.
      Esempio il nuovo Mercedes Glc…… altro che EQA.

  3. Questo signore aveva già scritto una lettera pubblicata a dicembre su questo sito. Perchè tornare a riscrivere le stesse identiche cose? Se scrive una terza volta la redazione gliela pubblica ancora?

  4. Mah… se io avessi necessità di viaggiare in Europa non valuterei nulla che non acceda ai Supercharger. Credo che con una Tesla non sarebbe tornato indietro

  5. /// mettere le colonnine in posti visibili e segnalati \\\ Il problema è che al momento la maggioranza delle colonnine viene installata nei pochi posti concessi da enti pubblici e privati, e nei – non molto numerosi -parcheggi “sacrificabili” (quindi spesso in zone periferiche e magari senza servizi) il che spiega l’apparente illogicitá di diverse collocazioni.

    /// le app hanno i loro vantaggi, tra cui quello di individuare le ricariche in zona quando viaggi, dirti se sono libere \\\ Peccato che, come giá discusso in altri articoli VE, non poche volte le app si sbagliano nell’indicare lo stato della colonnina costringendo a deviazioni fuori programma..

  6. Anche io di passaggio a Riccione ho provato a caricare con quella colonnina, una DC da 100 kW vicina alla stazione che veniva segnalata come funzionante dall’App ma non era possibile far partire la ricarica.
    Ho quindi deciso di ricaricare ad una AC in piazzale Azzarita sul lungomare approfittandone per fare una passeggiata con la famiglia.
    C’è anche una AC in viale delle Magnolie vicinissima a quella della stazione.
    Vedo, a conferma di quanto riportato nella risposta, che la colonnina è ancora guasta da quando sono passato il 16 agosto scorso: non va bene cara BeCharge!
    Non capisco però perché il lettore abbia detto di dover chiedere agli Hotel, che sicuramente hanno ricariche AC, visto che a Riccione ci sono diverse colonnine disponibili.

  7. L’inefficienza dell’elettrico Mercedes è risaputa e mi stupisco che ci sia chi le compra sapendo che andrà a consumare quasi il doppio di altre EV.

    • Potrei sapere su che basi asserisci dell’inefficenza mercedes?
      Io sono un felice possessore di una EQA e non tornerei ad un’auto termica nemmeno se me la regalassero.
      In oltre Mercedes mi ha fornito di una carta di credito per ricaricare l’auto senza dover scaricare. nessun tipo di applicazioni.
      Per l’autonomia è sufficiente non avere il piede pesante

      • Se la sua EQA usata come fosse una termica su 10.000 km di cui una buona metà autostradali consuma 13,3 kWh/100km allora chiedo scusa.
        Se viceversa il consumo è vicino ai 20 se non oltre per me (sottolineo per me) consuma troppo quindi è inefficiente. Tralasciando che quella che consuma 13 è molto più potente e veloce all’occorrenza.
        Nemmeno io tornerei indietro ma tra due elettriche che mi piacciono sceglierò quella più prestazionale e che contemporaneamente consuma meno, lei no?

        • Pur possedendo la stessa sua (Roberto) e avendo lo stesso identico consumo (io 13,4 su 20.760 km), rispondo che il consumo è un aspetto importante ma non determinante, ci sono altri fattori, a partire dall’estetica, che per alcuni sono prioritari, ci sono esigenze differenti (esempio: baule) e necessità diverse.
          Razionalmente e visto il futuro verso cui andiamo, si dovrebbe puntare all’efficienza, ma è vero che il “piede” può fare tanto.

      • provo: dal fatto che a pari batteria (e dimensioni auto) altre fanno molti -ma molti molti- km in più?

  8. Per i pigri, si ricorda che il prossimo Governo offrirà a tutti un bonus per l’acquisto di veicoli elettrici denominati NPPEV – concettualmente simili alle FCEV che tanto successo stanno avendo – nelle quali il serbatorio di idrogeno e la cella a combustibile saranno sostituiti con un mini reattore nucleare di IV generazione sigillato in fabbrica che garantirà non solo il funzionamento per 80 anni, o 2 milioni di km, senza necessità di rifornire, ma anche azzerando qualsiasi ansia da autonomia che il semplice accennare all’auto elettrica potrebbe indurre nel possibile acquirente.

      • la mia va a pipì
        a parte gli scherzi anni fa , c’è stato uno studio che diceva che era economicamente/energeticamente più vantaggioso estrarre l’idrogeno dall’urina che dall’acqua
        in questo caso il prode automobilista italico potrebbe unire l’utile al dilettevole
        l’auto a urina idrogenata kilometraggio illimitato con 4 casse di acqua minerele Bertier
        poi ..
        potrebbe sfruttare anche il gas compresso (cit . il secondo tragico fantozzi)

    • Sono molto interessato, a quanti milioni ammonta l’incentivo statale pro-capite? Stante il costo medio dei vari componenti fissili sono un po’ preoccupato per il TCO.

      • Lascia stare il TCO, dopo le citycar diesel nessuno lo considera più un parametro importante.
        È molto più importante fare millemila chilometri senza mai fermarsi: la maggior parte delle persone ha installato una bottiglia di recupero dell’urea dotata di distillatore di Ad-blue a bordo.
        Mio cugino così è riuscito a fare il giro del mondo senza mai scendere dalla macchina, anche se ha dovuto rifornire servito (costa un po’ di più ma permette di risparmiare 1-2 minuti ad ogni rifornimento) e fare sempre tappa ai McDonald’s Drive Thru. Suggerisce però di pianificare il percorso con l’App ABWP (A better Wee Planner) l’unica che ti consente di non scendere mai sotto i 150 km/h di velocità media.

        • E’ il progresso.
          Dal fossile al fissile.
          Dall’uretra all’urea.
          Wee to Wheel.
          Puoi fare colazione a Napoli, pranzare a Firenze e dormire a Torino, senza mai scendere. E’ l’utopia del km (100)0
          Freud aveva identificato 3 fasi nel piacere dei bambini in crescita: la fase orale, la fase anale, la fase genitale e ora noi adulti siamo nella fase variabile desmodronica con doppia frizione.
          I disturbi della personalità e la depressione si curano con il litio.
          Il litio è BEV. Le BEV sono la felicità. Il cerchio si chiude, il sipario pure, signore e signori, andate a piedi.

    • Mi chiedo come abbia fatto la redazione a non cestinare questo commento.
      Personalmente ho fatto una risata, ma non vorrei che qualcuno lo prendesse veramente sul serio, tipo “l’ho letto su face-book”…

      • Vabbé anche se qualcuno ci crede la cosa è talmente strampalata che non farebbe troppi danni.
        I danni grossi li fanno le notizie create ad arte dall’industria del petrolio allo scopo di creare paura, dubbi e incertezza (FUD) allo scopo di rallentare la transizione su forme tecnologie più sostenibili.

          • Certamente Luca, sono d’accordo con te.
            La differenza sostanziale è che i commenti seri sono pompati da campagne disinformative create appositamente per ritardare il cambiamento. Mi ricordo quando un po’ di tempo fa si leggeva nei commenti di tutto, dalle batterie che prendono fuoco, alla CO2 emessa dalla produzione delle batterie all’assurdo delle batterie da smaltire. Tutte cose parzialmente vere, ma ingigantite per creare dubbi e mantenere legate le persone il più possibile all’industria del petrolio. Campagne che senza ogni ombra di dubbio fanno presa sugli indecisi e le menti più deboli che “sanno quel che lasciano ma non sanno ciò che troveranno”.
            Il commento in oggetto non è certamente dannoso perché non fornendo alcun vantaggio all’industria dei fossili non verrà riportato da nessuna testata mainstream (mi spiace caro E) e soprattutto chi è contrario a prescindere all’auto elettrica non si fa certo attirare da un reattore nucleare sotto il cofano.
            Potrebbe invece stimolare qualche riflessione in qualcuno non completamente assopito sui meccanismi utilizzati per plagiare le menti delle pecorelle fossili che si stanno chiedendo se sia meglio saltare la staccionata o se continuare ad andare dove dicono i cani.

          • Mea summa culpa Leonardo, volevo scrivere “più” strampalato. A confermare che qui abbiamo fatto una serie di commenti ovviamente ironici, ma capita spesso che quelli che vengono fatti con convizione siano ancor più strampalati.

          • C’era quello che se l’era presa a male quando abbiamo citato (forse proprio tu Luca, non ricordo) il motore a gatto imburrato…..
            😀

          • Il motore a gatto (di Schrödinger) imburrato (esiste anche una versione che non è basata sulla fisica quantistica, si chiama E-CAT di Rossi) è uno dei capisaldi del nostro futuro energetico.
            Non ricordo chi lo citò per primo ma direi che questo è il posto giusto per ricordarvi che l’Ing. Adams ha sviluppato già 40 anni fa il motore a probabilità infinita, esiste soltanto una problematica di royalties sul nome (essendo conteso con il creatore del software della Id.3 relativamente alla possibilità di fare update OTA), ma ormai è in fase di industrializzazione, più (meno) o meno (ecco, di più).

          • Mi spiace doverti sconfessare caro Guido, ma gli update OTA della id.3 funzionano perfettamente perchè – a differenza della credenza popolare – non vuol dire “Over The Air” ma “Out To (the) Autoservice”, infatti devi recarti solertemente al Concessionario, che collega così l’auto ai server VolksWagen, che subitaneamente provvedono all’aggiornamento.
            Il tutto è studiato per aumentare la socialità: consumi tempo “di qualità” in auto nel percorso casa-autosalone potendo interagire con altri automobilisti, e alla concessionaria dove puoi intavolare mirabolanti conversazioni; davanti a un caffè tedesco un argomento ammetto un pò sciocchino è schernire quei pischelli di proprietari di Tesla che pensano che OTA voglia dire tutt’altro. Ah, ingenui!

          • Sacripante! E io che credevo che significasse “Other Three Annualities” riferito alle rate che ti rimangono prima di liberartene, che inammissibile ignoranza! Grazie!!

            NDR: stiamo scherzando, ovviamente. Precisazione a beneficio di chi ci dovesse prendere troppo sul serio.

          • -Il motore a gatto imburrato… Non ricordo chi lo citò per primo –

            Secondo te chi può essere così bipolare (ma anche tripolare) e borderline da tirare in ballo il motore a gatto imburrato? 😎😎😎

            https://youtu.be/Z8yW5cyXXRc

      • Chi ride è vivo, come disse il robot bellico “Numero 5”, una notte di tanti anni fa, ascoltando una barzelletta politicamente scorretta raccontata da uno degli ingegneri che lo aveva realizzato.

        Chi crede a una notizia surreale, purtroppo ci crederebbe anche se la Redazione la cestinasse. Ringrazio comunque la Redazione per tollerare anche i commenti ironici e umoristici, anziché blindare la discussione in un serioso dibattere tra parrucconi depositari del vero e della verità.

        Come la sicurezza non si raggiunge attraverso la non visibilità delle protezioni (“Security through obscurity” è rifuggito da tutti gli esperti seri), così la comprensione del mondo non si raggiunge omettendo, o nascondendo dati parziali, errori di misurazione, teorie e ipotesi che si riveleranno errate, né escludendo che vi siano sabotaggi intenzionali nella ricerca stessa.

        Al contrario, come evidenziato nel campo della sicurezza dalla crittografia “a chiave pubblica”, è proprio l’incongruenza e la capacità di individuarla che rendono il sistema resistente.

        L’incapacità di discernere il plausibile dal fake, purtroppo, se in parte risiede nei dati, nella notizia, molto più spesso è colpa dell’osservatore, sul quale solamente l’educazione, l’istruzione, la cultura e l’esperienza possono incidere.

    • Tutti a parlare con ilarità di questo argomento ma in realtà tempo fa posi la domanda seriamente a un ingegnere nucleare. La risposta serissima che mi fu data – ma che probabilmente non interessa a nessuno perché questo è un thread solo ironico – è che il problema è dato … dai fiumi. Tra l’altro, neanche a dirlo, gli ingegneri nucleari la domanda se l’erano già posta. Infatti anche in caso di incidente, un’auto alimentata da una “pila nucleare” avrebbe un inquinamento estremamente circoscritto ma se finisse accidentalmente in un fiume (ad esempio precipitando da un cavalcavia) allora il problema dell’inquinamento sarebbe serio. E ad oggi non si conosce come rimediare a questa eventualità, motivo per cui si scarta questa possibilità.

      Sempre mantenendo il tono serio e non scherzoso, un problema minore (risolvibile ma con dei compromessi non da ridere) è che una batteria nucleare produce corrente continuamente, non puoi accenderla o spegnerla. Quindi andrebbe trovato un modo per utilizzare/assorbire la corrente prodotta quando l’auto è ferma (collegandola ad una smart grid, ok, ma se non c’è la smart grid?).

      • Per essere seri, non produrrebbe necessariamente elettricità ma sicuramente calore, oppure entrambi. Quindi sì, sarebbe possibile collegarla alla rete, e in inverno al circuito del riscaldamento e avere elettricità e calore “gratuitamente”.
        Il gratuitamente è virgolettato perché i reattori di piccola taglia sono tutt’altro che economici. Ad esempio i reattori nucleari classici sono economici quando il fattore di capacità è alto mentre diventano meno economici man mano che abbassi il fattore di capacità (il CF Capacity Factor è il rapporto tra l’energia prodotta e quella che il reattore produrrebbe se funzionasse sempre al 100%), il motivo è che hanno un alto CAPEX e un basso OPEX.

        Volendo scherzarci un po’ su, hai voglia di calcolare il TCO!!!
        E volendo scherzarci ulteriormente, altro che colonnine che non bastano mai: dovresti avere una colonnina in ogni posto in cui lasci l’auto!

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