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Ricarica a un MW: è il killer dei camion all’idrogeno

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ricarica a un MW
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Il killer dell’idrogeno anche per i veicoli pesanti è la ricarica a un MW: il Megawatt Charging System (MCS). Le implementazioni commerciali di MCS, che gli esperti del settore definiscono un punto di svolta per i camion elettrici, dovrebbero iniziare entro  fine anno, una volta completata la standardizzazione.

MCS è il nuovo sistema di ricarica per camion capace di erogare una potenza di un MW.  Quindi di fare il pieno a batterie da alcune centinaia di kWh in poco più di mezz’ora. Questo significa che con una sola sosta, in corrispondenza con l’obbligo di legge europeo (45 minuti di stop ogni 4,5 ore di guida) un camion a batteria potrebbe percorrere i canonici 1.000 km giornalieri.

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L’hanno sperimentato Mercedes Benz e Scania, con Siemens e ABB

Negli ultimi mesi hanno sperimentato con successo la tecnologia MCS costruttori di camion come Mercedes Benz e Scania, e produttori di stazioni di ricarica come Siemens e ABB.

Siemens Smart Infrastructure ha effettuato il 29 aprile la sua prima ricarica da un MW, in un progetto pilota utilizzando un prototipo di stazione di ricarica Siemens MCS e “un prototipo di eTruck a lungo raggio di un OEM affermato”. Si tratta probabilmente di Mercedes-Benz Trucks che il giorno successivo ha annunciato di aver caricato con successo un prototipo dell’eActros 600 presso una stazione di ricarica MCS nel centro di sviluppo e test dell’azienda a Wörth am Rhein, in Germania

Siemens ha introdotto un prototipo del sistema di ricarica Megawatt SICHARGE, costituito da più armadi di alimentazione SICHARGE UC150, una matrice di commutazione e un distributore MCS personalizzato. La matrice di commutazione raggruppa la potenza in uscita dalle stazioni di ricarica e, a seconda delle esigenze, la dirige al distributore MCS.

Siemens afferma che una potenza di ricarica di un MW potrebbe consentire di caricare la batteria di un tipico camion elettrico dal 20 all’80% in circa 30 minuti.

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Con la ricarica a un MW i camion elettrici come quelli a gasolio

Markus Mildner, CEO eMobility, Siemens Smart Infrastructure: «Soprattutto nel trasporto a lunga distanza, i camion e gli autobus elettrici avranno bisogno di un MCS veloce durante la pausa di guida prescritta dalla legge. Per garantire la distribuzione a livello nazionale, è necessario soddisfare diversi requisiti, anche da parte del governo. Tuttavia, il successo del test ci porta un grande passo avanti dal punto di vista tecnologico».

Si prevede che l’eActros 600 con batteria da 600 kWh e 500 km di autonomia entrerà in produzione in serie entro la fine del 2024. Oltre alla ricarica CCS fino a 400 kW, l’eActros 600 consentirà la ricarica MCS fino a 1.000 kilowatt.

Circa il 60% dei viaggi a lunga percorrenza dei clienti Mercedes-Benz Trucks in Europa sono inferiori a 500 km.

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Anche Scania ha installato e testato con successo un sistema pilota di ricarica Megawatt di ABB E-mobility. Scania considera il test, effettuato nell’autunno dello scorso anno,  un primo passo importante verso un sistema futuro, che porterà all’implementazione progressiva di caricabatterie MCS ad alta potenza, a partire dai livelli attuali di 1.500 A e poi alla fine fornendo l’intera portata MCS fino a 3.000 amp.

Scania e ABB E-mobility sono state entrambe determinanti nello sviluppo di MCS in collaborazione con CharIN.

Se tutto andrà come pare non i camion elettrici a batteria avranno le stesse prestazioni di quelli a gasolio e non avrà più alcun senso ipotizzare l’introduzione della ben più complessa tecnologia dell’idrogeno verde.

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Phoenix
Vesper
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36 COMMENTI

  1. Perché non chiamarli Giga chargers? Suona meglio e tanto la rete elettrica già fatica d’estate e la richiesta dei climatizzatori.
    Immagino abbiano delle batterie rivoluzionarie le quali non si degradano con la ricarica rapida.

    Anche se fosse; le imprese vengono pagate per il carico utile che possono trasportare.

  2. Leggendo la notizia, mi sono chiesto perché fare un connettore diverso per erogare energia a 1 MW, quando il CCS2 “regge” 1 MW.

    Poi ho letto che MCS “regge” fino a 3.75 MW.

    Buone notizie, insomma, sia per le auto che, in futuro, caricheranno a 1 MW, che per i camion che caricheranno a 3.75 MW.

  3. Questo dimostra quanto la soluzione idrogeno sia fuori gioco anche per mezzi più pesanti come i camion. Le aziende saranno ben disposte a concedere qualche minuto in più per la ricarica e risparmiare enormi quantità di denaro per un “carburante” che non ha senso.
    Ricordo che comunque per fare un pieno di idrogeno ad un camion occorrono 15 minuti, il che rende molto più problematico il rifornimento rispetto alla ricarica (il camionista dovrebbe togliere subito il camion visto che le pompe sarebbero comunque pochissime rispetto a quante possono essere le prese di ricarica, per non parlare di futuri sistemi di ricarica come avviene per i bus, sul tetto, oppure in futuro direttamente dalla strada a induzione)

    • e se poi l’induzione per la ricarica si rivela poco adatta al trasporto pesante su ruote…
      si “rispolvera” il vecchio caro economico “pantografo” … magari attrezzando le autostrade di cavi aerei lungo il tracciato della corsia normale…. così da usare la batteria di bordo solo per sorpassi (rari ! si spera…), soste in autogrill, e usciti dal casello..
      non è necessario fare tutto il tracciato … basta un tratto rettilineo, su autostrade a 3 corsie, sufficientemente lungo da ricaricare un 20-40% la batteria…
      in un tratto in discesa magari si potrebbe contribuire alla produzione elettrica attrezzando la pavimentazione con i sistemi piezo-elettrici per produrre col transito stesso dei mezzi pesanti la corrente erogata in discesa (forse potrebbe avere un lieve effetto frenante questa strada piezoelettrica, utile anche a diminuire la necessità di usare i freni oltre alla fase di rigenerazione in frenata del motore elettrico)

      riferimenti di tecnologie in studio si possono leggere su: ****

      (link inviato a parte … così la redazione decide se va bene …)

      • Ma perchè perpetuare il modo in cui si fanno le cose oggi, invece di cambiare radicalmente approccio?
        Intanto chiederci se veramente servono tutti questi camion in strada per spostare merci in giro per il mondo. E per quelle che si devono spostare, spingere sul trasporto su rotaia, e per i camion io ci vedrei bene la guida autonoma, basse velocità (80-90 kmh) e percorsi autostradali dove i computer hanno meno difficoltà. Nel mentre che il tutto diventi operativo si darebbe il tempo a chi ci lavora di andare in pensione per evitare problemi sociali, per venire però poi rimpiazzati da computer e gente che li controlla. L’assenza di colpi di sonno e altri problemi simili con la guida autonoma porterebbe anche una maggiore sicurezza dei trasporti. Una bella coda di camion tutti a 80 all’ora senza i cowboy che si sorpassano per decine di km o che si buttano fuori all’improvviso.

        • Ciao Luca.
          Il trasporto su gomma.. fosse per me…sarebbe solo per “ultimo miglio”…
          Magari è possibile in certe nazioni..con territori più pianeggianti e semplici da attrezzare con ferrovie alta e bassa velocità… Molto meno facile in Italia..per la sua stessa orografia..
          Poi la natura familiare di molte aziende…coi “padroncini”…. Alcune idee esposte sono adatte solo
          a grandi gruppi di logistica e mega aziende con magazzini grandi…
          La guida automatica so che da tanti anni viene sperimentata..col primo veicolo con conducente..seguito “in convoglio” dagli altri robotizzati…
          Ma anche questa la vedo dura nelle vecchie ed affollate autostrade nazionali.. piene poi di imprevedibili guidatori emuli di Fast&Furious…

          Io ultimamente le autostrade le evito ogni volta che posso…la BEV consuma un’ inezia..ed io e mia moglie siamo più sereni..e.ci.godiamo di più il panorama… ogni weekend.
          Se avremo un giorno accesso all’ autostrada riservato a veicoli a guida automatica…ben venga!
          Ma ho timore che più che vecchio sarò…trapassato remoto .. almeno in Italia..

        • -Intanto chiederci se veramente servono tutti questi camion in strada per spostare merci in giro per il mondo-

          Ah ma senza dubbio!

          È che spesso ti metti lì a fare piani e cantieri per potenziare le ferrovie… ed è subito “no tav”… 🙄

          • Non sparare a casaccio. Non sono le linee che mancano, ma la domanda (Tempi, logistica, frazionamento dei carichi)

          • Io aggiungerei il prezzo ,
            la movimentazione delle merci in USA , dove il business è una cosa seria ..
            sono su rotaia , ma li la TAV , praticamente non esiste
            la velocità fa impennare i costi del trasporto merci /persone su rotaia

            la TAV Roma Milano ha ridotto i tempi di mezz’ora , ma il prezzo del biglietto è esploso ..
            va bene per le persone ma non per le merci
            a volte nemmeno per le persone , visto che i migranti poveri preferiscono il pulmann per muoversi in Europa
            ci mette più tempo ma costa molto meno del TAV

            per fortuna noi italiani , ci auto regolamentiamo ,
            i TAV nostrani non vanno al massimo potenziale
            vanno molto più piano per non far lievitare i costi del materiale rotabile
            altrimenti diventerebbe solo un treno per i borghesi che non vogliono volare

            i miei due centesimi di manutenzione materiale rotabile

    • pare che la ricarica a idrogeno richiede 15 minuti + 30 minuti di attesa tra un mezzo è il successivo.. che è la pietra tombale per usi niono specialisici, insieme ai costi di gestrione e costruzione della struttura

      i 30 minuti servono affinche le pompe della stazione preparino il gas portandolo ad alta pressione in un serbatoio intermedio

  4. Caricare un camion uno con una colonnina una da un megawatt è sicuramente una notizia interessantissima e altrettanto sicuramente un punto in più per l’elettrico nel confronto con l’idrogeno. Che ormai sembrerebbe proprio fuorigioco.

    Quello che però mi perplime un pochino è mettere la cosa in prospettiva su numeri grandi.
    Per quanto la cosa in sè meriti un plauso, fatico a comprendere come si possa gestire a mezz’ora per volta con questo pur bellissimo strumento le necessità di quel centinaio minimo di motrici che transitano quotidianamente per ogni autogrill.

    Torno al mio solito ritornello: su numeri contenuti la soluzione è ottima e magnifica ma quando si farà “sul serio” si installano comodi cinque o sei megawatt ad ogni stazione di sosta?

    FreetoX oggi mette almeno 2 colonnine x 4 postazioni ad ogni installazione.
    E ad oggi siamo ad un tasso di copettura quasi sufficiente (quasi)

    Diciamo che voglia fare la stessa cosa coi camion, sinceramente quattro “piazzole” ad autogrill mi sembra il minimo sindacale anche per i primi tempi e in attesa di sviluppi.
    Son quattro megawatt. Sui due sensi di marcia fanno 8 megawatt. Tanta roba onestamente. E ancora non si parlerebbe di una chissà quale percentuale di camion elettrici rispetto ai camion diesel, sto solo facendo la trasposizione sui camion di quello che vedo oggi per le auto elettriche.

    Cioè, tecnicamente tutto è fattibile, ovvio.
    Ma lasciatemi essere sinceramente perplesso, non posso far finta di non esserlo sul pur giusto entusiasmo che può suscitare questa notizia così interessante.

    Permettetemi la battuta di spirito, ma a un certo punto la vedo quasi più facile a chiamare le Ferrovie dello Stato, digli di tirare su tutto il parcheggio dei camion i fili uguali a quelli che usano per i treni, il camionista quando posteggia senza stare a fare troppe menate alla colonnina tira su il pantografo dal camion e si ricarica… Cioè, lo so che detta così fa ridere ma se ci pensate bene…

        • scusate … a volte il “passato” diventa soluzione per il futuro:

          come le stazioni di cambio postale (stile pony express) certe compagnie potrebbero far aspettare all’apposita piazzola un camion già a batterie cariche e magari secondo autista fresco e riposato …
          così in un solo “colpo” si ottiene il mezzo ed il guidatore efficiente.
          Durante il riposo “obbligatorio” del 1° autista si ricarica il suo veicolo, che magari farà la tratta di ritorno..
          Capisco che non vada bene per tutti i sistemi logistici .. però per le flotte che percorrono itinerari costanti … si potrebbe organizzare no?

        • Io penso che il problema non sia il numero di spine. Ma da dove prendiamo tutta questa corrente? Ma soprattutto non riusciremo mai a passare al totalmente elettrico con le infrastrutture presenti non solo in Italia ma nel mondo. Il problema a mio avviso principale è questo, l’infrastruttura della rete elettrica.

          • Cavoli, alimentiamo le Gigafactory, non penso proprio che ci possano fermare otto stalli da un megawatt…

          • In fabbrica da me i forni per la forgiatura dell’acciaio sono tutti da 500kW a 1MW. Ne abbiamo decine e ogni forno nuovo che viene installato è sempre più potente del vecchio, eppure non è mai saltata la corrente a causa degli assorbimenti. Il distretto industriale di Maniago (PN) famoso per la forgiatura dell’acciaio è pieno di industrie energivore eppure non c’è mai stato il problema di dove si prenda tutta quell’energia. Semplicemente negli anni la rete elettrica si è sviluppata parallelamente all’espansione industriale. Accadrà lo stesso con la rete di ricarica

          • facciamo come la Cina… vietiamo ( e chiudiamo subito !) i “miner” di monete virtuali …
            fluttuano troppo per essere utilizzabili come “moneta di scambio”
            sono usate prevalentemente da chi ha “traffici illeciti” ( a parte qualcuno che vive in paesi molto poco democratici)
            necessitano di quote immani di energia… il più famoso BitCoin da solo mi pare consumi quanto tutta la Francia !
            ( di monete virtuali conosciute o meno ce ne sono centinaia)

    • sembra una sfida all’ottimizzazione per gli ingegneri elettrici, ma neppure troppo difficile; da curioso mi viene in mente:

      – penso che essendo un settore lavorativo, il servizio funzionerebbe con prenotazione e organizziazione degli stalli liberi

      – per assurdo, 8 stalli vicini alternandosi ( es. 5-6 usati in media in contemporanea) genererebbero un flusso di corrente medio abbastanza stabile nel tempo, oltre che prevededibile in modo preciso tramite il serizio di prenotazione.. centralizzando queste informazioni per Terna diventa più facile

      – magari (?) alcune stazioni di ricarica dei camion faranno sinergia con la funzione di bilanciamento di rete (carichi di dispacciamento) adottando grosse stazioni di accumulo, ripagate più velocemente dallo svolgere la doppio funzione

      ==========
      PS: dopo la sverniciatrice ad acqua, ecco una possibile nuova “scimmia” per progetti di colonnine DC condivise nei cortili di condomini fotovoltaici:

      sistema di accumulo 96 kwh a ione-sodio, compresa elettronica in-out di potenza, 23.000e + spedizione
      https://italian.alibaba.com/p-detail/Sodium-1601037819096.html?spm=a2700.galleryofferlist.normal_offer.d_price.5fa62cc5bmf8Kb

      ..ci sono anche quelli da 1MW.. da avere in giardino subito 🙂

  5. notiziona 🙂

    sia le prese da 1MW,
    che la data di entrata in prozione dell’eActros da 600 Kwh

    PS: le tariffe delle colonnine non le farà Eni – BeCharge vero?

    • A “simili potenze” sono alimentate centinaia di migliaia di aziende manifatturiere, datacenter, grandi magazzini. Chissà come avranno fatto.

      • Mica ho detto che è tecnicamente impossibile. Ma di certo non sarà uno scherzo. Poi mi raccomando, metta tra virgolette quello che preferisce.

    • Perchè capillare? servono in DUE punti:
      – stazioni di servizio autostradali
      – uscite autostradali

      Un container da 3,6MWh di accumulo Tesla o CATL costa 2 milioni esatti e permette di caricare 5 o 6 camion da 600/800kWh consecutivamente (di cui 2 in contemporanea dato che sopportano 2MW di potenza in uscita per quasi 2 ore) senza pesare con un carico da 1 o 2MW sulla rete. Per poi potersi ricaricare magari a 500kW.

      Le soluzioni esistono già ora quando i camion elettrici sono ancora agli albori (come diffusione, non come tecnologia).

  6. Sulle tratte a lunga percorrenza (corridoi autostradali europei) basterebbe creare degli appositi autogrill x camion elettrici (anche fuori tracciato..nelle..vicinanze dei caselli) ove poter fare le soste; punti di ricarica (magari alimentati da FER locali), parcheggio più sicuro contro furti (o altri possibili incidenti).

    Per l’Italia lancio l’ idea ad A.S.P.I. & FtX

    Così magari creano una rete distribuita logicamente sul territorio (e con collaborazione di Terna ed Enel energia.. così anche le partecipazioni statali sono garantite …oltre a MISE e MIT …of.course!)

      • da quando hanno inventato la “tassa sull’ombra” .. non mi meraviglio più …

        però magari colossi come Amazon potrebbero facilmente attrezzare le loro flotte di TIR con punti di ricarica FER privati … così come i magazzini di delle principali catene di supermercati… sarebbe un bel taglio di costi (per loro) e di emissioni (per tutti )

        (peccato che uno dei due supermercati ove faccio spesa ha tolto la colonnina gratuita per farne mettere molte di più a … “omissis” ma a pagamento… l’altro resiste…. speriamo bene …)

    • -basterebbe creare degli appositi autogrill x camion elettrici (anche fuori tracciato..nelle..vicinanze dei caselli)-

      tutto sommato l’idea del caravanserraglio un suo perchè ce l’ha per molti motivi.
      Certo: a farli in tutta Europa lungo le principali direttrici volano gli assegni del Signor Bonaventura (quelli famosi da un milione) e il consumo di suolo ringrazia, però a un bel momento se fosse il meno peggio…

      Magari qualcuno fatto in posti oggi un po’ “sfigatelli” potrebbe anche aiutare a rilanciare un po’ l’economia di aree periferiche.

      • Stazioni di ricarica camion si possono organizzare abbastanza facilmente in tante aree industriali vicino ai caselli; con tutte le crisi e chiusure aziendali che ci sono state… trovare un piazzale e capannone adeguato a piazzarci le “colonnone” di ricarica a MegaWatt non dovrebbe esser difficile … e pure già dotate delle cabine elettriche adeguate…

        ps: mi era sfuggito che abbiamo entrambi citato i vecchi “sitemi a pantografo” per alimentarli … io però pensavo ad attrezzare tratti di percorso (rettilineo) …. perché ho dubbi sull’idoneità dell’induzione per il trasporto pesante … molto meno su uso autovetture …

        • L’idea di per sé è tutt’altro che pellegrina, ma mi pare di ricordare che qualcuno fra i commenti (forse Nello?) aveva sollevato il problema relativo al fatto che tra le tante specifiche che sono richieste ad un’autostrada c’è anche quella che ci possano atterrare gli elicotteri in caso di necessità in occasione di un qualsiasi voglia soccorso estremo.
          E se ci sono dei fili dell’alta tensione il tutto risulta più difficile.
          Poi si può sempre indagare per capire se è vero.
          C’è poi sempre anche il discorso dei trasporti eccezionali, io che viaggio di notte li incontro molto spesso.
          Anche lì ci potrebbe essere un problema di altezze.
          Però l’idea di per sè è evocativa.

          • Allora “ripiego” sulla 2ª idea.. le stazioni di cambio motrice e conducente…stile pony express…
            Così 1ª motrice ricarica e guidatore riposa ..

            (Vabbè… tanto non mi faranno ministro dei trasporti…. E non credo che Bezos mi chiamerà “a corte” per questa idea 🤣)

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