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Quanto poco costa ricaricare in Francia

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Quanto poco costa ricaricare in Francia rispetto all’Italia. Federico dalle vacanze ci gira le schermate con i prezzi delle colonnine: rispetto all’Italia...Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Quanto poco costa ricaricare
Qui e sotto i prezzi delle ricariche in Francia nelle tre schermate inviate da Federico

Quanto poco costa ricaricare in Francia ( senza abbonamenti…)

“Ciao, vi invio (qui a sinistra delle schermate sulle tariffe delle colonnine che sto vedendo qui in Francia, durante le vacanze. A voi le considerazioni su chi incentiva che cosa. Una sola considerazione: si tratta di tariffe senza abbonamento. Federico Zanchetta

E quanto (troppo) costa ricaricare da noi: se non puoi farlo a casa puoi rinunciare…

“Ho dato un’occhiata ai report dei lettori che racontano il loro 2023 con l’auto elettrica. Vedo che ogni caso fa storia a sé, però mi sembra che una morale comune  si possa trarre. Ovvero: o hai la possibilità di ricaricare a casa, oppure con gli aumenti di quest’anno non c’è più nessun vantaggio a guidare elettrico rispetto a un’auto normale. Anzi, in alcuni casi non conviene proprio. Di questo passo dove vogliamo andare, se le auto costano di più e sono costose come le altre da mantenere? Pensate che gli italiani si siano trasformati all’improvviso in un popolo di ecologisti? Direi piuttosto che restano i menefreghisti di sempre. Simone Baldi

Quanto poco costa ricaricare

Quanto poco costa ricaricare fuori dall’Italia, questo è il problema

Risposta. È come un gatto che si morde la coda. Se parli con i gestori delle reti di ricariche ti dicono (informalmente) che le colonnine restano spesso inutilizzate (il famoso tasso di occupazione). E che quindi, per rientrare almeno in parte dalle spese, non resta che aumentare i prezzi ai pochi che ricaricano. Ma in questo modo chi sta pensando di passare all’auto elettrica fa due conti e verifica che tutta questa convenienza non c’è e quindi…Quanto alla Francia, storicamente i nostri vicini pagano un prezzo dell’energia più basso rispetto alle nostre bollette, grazie al nucleare. Ma la differenza non è consistente come nel prezzo alla colonnina documentato da Federico durante il suo viaggio. Parliamo di AC a 22 kW a 0,34 euro: nelle Enel X Way, le più diffuse in Italia, siamo a 0,69, più del doppio.

 

 

 

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26 COMMENTI

  1. Ad ottobre ho fatto in viaggio in Francia.
    Con la Tesla ho caricato presso i Supercharger.
    La tariffa che ho trovato era €0,27/kWh fuori orario di picco e €0,30/kWh nel picco del pomeriggio.
    Ridicolo confronto all’Italia.

  2. ricordiamo che in Francia la produzione di energia elettrica è in gran parte proveniente da combustibile nucleare con centrali di 2° e 3° generazione (non green a causa della creazione di scorie da stoccare); le stesse centrali utilizzano combustibile nucleare sulla cui provenienza vi sono moltissimi dubbi in quanto a legittimità. Non a casa la Francia resta un paese fortemente colonialista, spesso sospettato di aver manipolato governi africani legittimi con lo scopo di aggiudicarsi contratto di fornitura di materiale fissile nucleare a bassissimo costo.
    Come sempre, non è la tecnologia il problema, ma il baratro infinito dentro alla psiche umana quando è smossa dal guadagno di ingenti capitali.

    • 85% dell’uranio è prodotto in 6 paesi…. Kazakhistan, Russia, Canada, Australia, Namibia e Niger.
      Non mi sembrano tutti sotto dominio della colonisazione francese. Il Niger magari si, almeno fino ad alcuni mesi fa. Adesso con l’ulimo golpe la Francia si è staccata.
      Rimane il problema della Russia oggi che sarebbe un gran fornitore dell’USA.

  3. Attenzione perché non tutte le colonnine hanno quei prezzi lì in Francia! In molti casi va sommata una componente a tempo (a prezzi decisamente superiori a quelli mostrati in uno screenshot qui) data la quale la ricarica diventa conveniente solo se puoi caricare a 22 kW, cosa che in pochi possono fare.
    Io in Francia ci vado spesso d’estate ed alla fine le colonnine economiche sì, si trovano, ma bisogna cercare bene e spesso non sono in posizioni comode.
    Certo che con i recenti aumenti che ci sono stati in Italia probabilmente adesso è più facile trovare colonnine a prezzi “vantaggiosi”.

  4. Facciamo due conti: ricarica a consumo in Ac Italia 0,67, in Francia 0,34. Sono 33 centesimi di differenza.
    Dato che il Pun è in Italia 15 centesimi, se anche fosse ZERO in Francia ( e così non è, ma facciamo finta che il nucleare sia tutto gratis ) ci si dovrebbe chiedere dove finiscono i 18 centesimi rimanenti !
    In extraguadagni e mazzette e finanziamenti a future campagne elettorali ???

    • valore medio italiano del 2023 pare sia circa 12,5 cents

      nell’ ultimo mese sceso a 10 cents perchè in inverno lavora più forte il nostro eolico (poco ma buono, e molto economico)

      in Francia nel 2023 di media hanno fatto 9,8 cents

      Chi nel 2023 ha fatto meglio sono Portogallo e Spagna,
      in aggiunta ai paesi nordici, scendendo sotto agli 8 centesimi

      fonte: il sito “energy charts”, sezione mappe

    • Sì, ma quello che vorremmo far notare è che alla colonnina la differenza è maggiore rispetto a quella che si paga per i normali usi domestici o aziendali.

    • E’ il luogo comune che trovi sui canali vari youtube che stanno facendo marketing pagato e ingannevole per il nucleare, facendo credere erronamente che sia economico, molti ci cascano

      ma se perdi un po’ di tempo in ricerche trovi che:

      1) i prezzi del Pun (prezzo elettricità all’ingrosso) più bassi sono in Portogallo e Spagna, dove le rinnovabili hanno già raggiunto il 60% circa del mix energetico

      2) elettricità in Francia è ampiamente sovvenzionata dallo Stato tramite altra tassazione; il prezzo in bolletta è solo “un acconto” del prezzo vero

      è una scelta politica/militare e vecchia di decenni; e se fatta oggi con impianti nuovi, aggiornati, avrebbe un costo per lo Stato ancora più alto, al contrario che puntando sulle rinnovabili

      3) nucleare di nuova realizzazione è più caro anche del metano, ho smesso più rifermenti ad analisi ragionate dei costi in un’altra risposta sotto al primo messaggio di questa discussione

      ma per sintesi basta già questo grafico di Bloomberg del 2023:
      https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp

      4) nel 2022 “mezza europa” si è affannata a riaprire centrali a carbone in emergenza per fornire elettricità alla Francia, che si è trovata con il 40% degli delle centlali non funzionanti all’improvviso creando un enorme buco di energia in europa

      questo ha creato la bolla del prezzi assurdi dell’eletticità (sino a 300-500 euro a MWh) che ben ricordiamo sulla nostra pelle e che si sta ancora riassorbendo

      chi è curioso e ha tempo, trova un report in PDf con una analisi dell’anno 2022 energetico europeo a questo link:

      https://ember-climate.org/insights/research/european-electricity-review-2023/

      5) i Pun (prezzo elettricità all’ingrosso) tra i paesi europei comunque differiscono di pochi centesimi al kwh;
      mentre le differenze di costo alle colonnine sono di decine di centesimi al kwh; c’è da pensare che le cause siano altre, “trasparenza commerciale” e “scelte politiche dei singoli stati”

    • Strano Pese, in effetti: lo Stato ha dovuto salvare, nazionalizzandola, EDF che stava fallendo per i costi delle sue centrali nucleari. E dire che anche i futuri costi di smantellamento sono a carico dello Stato….

    • – “Westingouse” produttore dei reattori americani serie AP ha fatto fallimento (l’istanza è stata chiesta nel Marzo 2017)

      giusto in tempo per non rispondere del numero crescente di cause di risarcimento intentate dalle Municipali e dalle class-action per aver falsificato i costi e poi averli ricaricati sulla collettivitità locale, e sfilarsi dai costi di dismissione;

      in alti casi invece i reattori americani in perdita sono tenuti ancora in fuzione a carico dei sussidi federali e si vedrà come va a finire (altre cause di risarcimento) quando verrà a mancare l’appoggio politico/lobbistico, ed è solo questione di tempo

      chi ha tempo (500 pagine), legge in inglese, ed è curioso, trova questi e altri dati nel report annuale del più autorevole in materia comitato internazionale goglando ” WNISR 2023 ”

      – “Areva” è fallita per i costi di costruzione del reattore EPR Finlandese, e insieme a EDF (che rischiava di fallire anche lei) ha dovuto cedere a un consorzio cinese la costruzione e la proprietà dei ancora più costosi reattori Inglesi di Hicley point C

  5. Il prezzo finale alle colonnine non rispecchia però la differenza di PUN tra Italia e Francia. Il discorso sul tasso di occupazione regge fino ad un certo punto perché da precedenti dichiarazioni da parte di EnelX era chiaro che ci sarebbe voluto un decennio per iniziare a rientrare dell’investimento sull’infrastruttura. Se avessero mantenuto i prezzi di 2 anni fa coi prossimi incentivi previsti ci si potrebbe un boom di vendite nei prossimi anni invece così passerà all’elettrico solo chi dispone di un punto di ricarica domestico o al lavoro quindi in pratica ancora meno utilizzo delle colonnine

  6. Segnalo che sulla A22 Modena-Brennero ci sono le colonnine da 50nkW in continua a 46 centesimi/kWh, niente abbonamento ma semplice carta di credito o di debito (POS). Erano gratis fino a qualche settimana fa. Niente nucleare, (per fortuna) ma solo km di barriere antirumore realizzate con pannelli fotovoltaici. Potessimo vendere anche noi la nostra energia autoprodotta dai pannelli posizionando una wallbox lungo il confine di proprietà, ci sarebbe un risparmio per l’intero sistema. Questo è probabilmente il prossimo spazio di rivoluzione del sistema:l’internet dell’energia!

    • 46 centesimi in autostrada lo considero un prezzo accettabile.
      30 centesimi ripagano investimenti per l’infrastruttura e la manutenzione, 15 centesimi per l’energia è grasso che cola.

    • Buongiorno,finora qui si continuava a scrivere che per usare la colonnina non era possibile pagare con bancomat o carta perché c’è obbligo di fattura. È cambiato qualcosa ?
      ( finalmente). Grazie

      • @Ilario
        Partirei da questo presupposto: tutto si può fare, basta volere.
        Se non si fa è/era perchè non volevano.
        E’ cambiato qualcosa? onestamente non lo so ma…

      • All’attivazione della colonnina viene chiesto se si desidera la fattura, si inserisce il proprio numero di Cell. E, al termine della ricarica, si riceve il relativo link Sistema semplicissimo!

  7. Dire “grazie al nucleare” non è proprio corretto, meglio sarebbe dire “grazie ai contribuenti francesi che finanziano l’industria nucleare nazionale” che, va ricordato, deve la sua esistenza alla volontà di dotare la Francia della “Force de frappe”, cioè di un arsenale nucleare. Di per sé, infatti, il nucleare è una delle fonti energetiche più costose.

    • Stavo per commentare esattamente la stessa cosa! 🤣
      Se non ci fosse la fiscalità generale ad assorbire i costi di manutenzione delle centrali, ciaone nucleare…

    • A oggi, la fonte energetica meno costosa ad uno stato, considerando sia le fossili, le rinnovabili ed il nucleare, è l’energia eolica. Il costo livellato dell’energia (LCOE) dell’energia eolica offshore è di circa 50 euro per megawattora (MWh), seguito da quello dell’energia eolica onshore (55 euro/MWh), dell’energia solare fotovoltaica (57 euro/MWh) e del nucleare (80 euro/MWh).

      Il carbone, invece, è la fonte energetica più costosa, con un LCOE di circa 200 euro/MWh. Il gas naturale è leggermente più economico, con un LCOE di circa 150 euro/MWh.

      Questi dati sono basati su studi di varie organizzazioni, tra cui l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena), la Commissione europea e l’International Energy Agency (IEA).

        • E quel costo si basa su quello che sappiamo oggi del comportamento nel tempo dei sistemi e dei luoghi di contenimento delle scorie, però.
          Bisogna infatti ricordarsi che le scorie più radioattive possono richiedere anche decine e decine di migliaia di anni per perdere la loro pericolosità, e non esiste manufatto umano verificato essere in grado di resistere per tempi simili né luoghi prescelti per i depositi certi di rimanere inalterati, per cui il costo della gestione delle scorie nei millenni è quanto mai aleatorio.

    • @KrissParker
      i dati come hai scritto hanno delle grosse incongruenze e facili da verificare (più sotto verifico in dettaglio dati e le fonti)

      fai caso che i valori variano negli anni, giocando sulle date e su altro è possible creare quadri scorretti, come fanno alcuni canali youtube da cui forse sei stato tratto in inganno (fanno parte di una stategia di marketing ingannevole)

      Quasi tutte le fonti, e i casi “sul campo”, concordano che:

      – CARBONE è economico, 40-90 dollar /MWH, ma inquinante

      da 2-3 anni viene battuto dalle RINNOVABILI, che scendono di costo anno su anno, ed hanno una basssima emissione di Co2

      – METANO sta nel mezzo, 70-130 dollar /MWh,
      sino a pochi anni fa era a pari con il carbone, e ci siamo illusi che sarebbe sempre stato economico

      – NUCLEARE di nuova costruzione è il più caro di tutti, ha una forchetta di 150-230 dollar /MWh (costi LCOE senza sussidi)

      Una sintesi di Dati aggiornati al 2023 li trovi nelle analisi annuali di Bloomberg e Lazard (analisti nel campo energetico e nota banca di investimenti)

      GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
      https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp

      di Lazard metto un grafico già datato, con i dati che si fermano al 2019 (in rete trovi i report sino al 2023) ma che graficamente è semplificato in modo da far capire gli andamenti negli anni:

      GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
      https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

      =================

      Verifichiamo i dati IRENA (Rinnovabili)

      IRENA Rapporto 2022
      https://www.irena.org/Publications/2023/Aug/Renewable-Power-Generation-Costs-in-2022

      – EOLICO SU TERRA
      33 dollar /MWh

      – SOLARE – NB media mondiale
      49 dollar /MWh

      – NB SOLARE utility a nostre latitudini
      15 – 40 dollar /MWh

      – EOLICO SU MARE
      81 dollar /MWh
      NB: media su diversi tipi e posizioni

      Se poi si vanno a guardare i “prezzi sul campo” in europa,

      – eolico su terra aste in Spagna
      35 euro a MWh

      – solare aste Spagna e Portogallo
      15-25 euro a MWh

      – eolico in mare – aste Inghilterra 2021- 2022
      55 euro a MWh ( 44 Sterline a MWh )

      Eolico Off-shore alle aste del 2024 i prezzi verranno alzati per un picco dei prezzi avvenuto sulla filiera dei materiali nel 2022; il picco verrà poi riassorbito, ma è corretto che al momento i prezzi delle aste per off-shore hanno avuto un rialzo verso gli 80-90 euro a Mwh (anche per gli alti costi attuali del capitale)

      ========

      Verifichiamo i dati sul nucleare

      Se scarichi i report 2023 completi di Bloomberg e Lazard, come detto trovi una forchetta (in parte dipende dai tassi di interesse sul capitale, e in parte dal altri fattori):

      150-230 dollar / MWh se tutto compreso,

      230 si raggiunge con gli alti tassi attuali di interesse sugli investimenti e/o con gli impianti recenti

      sui reatori di piccola taglia si stima anche 260-280 a Mwh

      poi distinguono il caso dei costi di gestione per centrali già esistenti e con spese di costruzione già scaricate sulla fiscalità generale, ma questi non sono più veri costi LCOE (senza sussidi)

      ==========

      Una rassegna più esaustiva e ragionata la trovi scaricando il report annuale (un PDf in inglese di 500 pagine) del più noto comitato francese/internazionale di scienziati ed esperti del settore

      googla ” WNISR 2023 ”

      In particolare fanno una serie di analisi su casi reali nel mondo, e una spiegazione dettagliata che compara i dati IAE con altre analisi (Lazard si basa più sui reattori americani, Bloomeberg fa una media su più casi recenti)

      in pratica IEA ha preso per buoni i dati teorici forniti dai consorzi, che prevedono circa 100 dollar ma per il caso di costruzione “overnight” (ovvero “inuna notte”, senza contare i costi finanziari dovuti ai tempi di realizzazione) e senza contare decommissioning e gestione scorie (i consorzi sottostimano queste fasi, e anche i costi di costruzione e finanziamento, perché accollati agli Stati in regimi di poca trasparenza)

      lo stesso problema con i dati IEA si ripropone sulla CO2, IEA ha preso per buoni i dati dichiarati dai consorzi, completamente irrealistici (a volte dichiarano anche meno di una pala eolica, che fa 10-15 gr di Co2 a Kwh); il valore più tipico LCA (filiera nucleare completa) su cui concordano le analisi indipendenti (il comitato citato, l’agenzia dell’ambiente tedesca, e analisti indipendenti americani) è circa 120-160 gr di Co2 a Kwh

      non è che IEA sono stupidi, è che sono un organismo anche politico, e l’industria nucleare è ancora un potentato, anche per motivi militari, mentre in abito civle è in lento declino

      ================
      Vediamo esempi “sul campo”

      – reattore recente di Flamanville (Francia); la Corte dei Conti francese ha calcolato un costo nel 2019 di 120 euri /MWh, che attualizzato al 2023 è di almeno 150 euri / MWh, escluso il decommissioning e il trattamento delle scorie

      – reattori di Hickley Point C (Inghilterra); EFD ha fatto quasi fallimento e ceduto la costruzione e la proprietà dell’impianto a un consorzio cinese; per due reattori solo per la costruzione siamo a 50 miliardi di spese; il costruttore ha preteso un contratto per aquisto dei kwh futuri per 35 anni a 180 euri Mwh (attualizzati al 2023) e che si rivalutano automaticamente con l’inflazione

      – minireattore americano Nuscale – cancellato perche già sulla carta teorici (poi reali sarebbero saliti), prevedeva una resa di 200 dollari /Mwh

      – almeno 8 reattori americani sono considerati in perdita da molti anni anche solo per i costi di gertione ordinaria rispetto a shale-gas, carbone e ora anche fonti rinnovabili, ma sono tenuti accesi con i sussidi federali

      – reattori Vogle 3 e 4 (gli unici realizzati negli ultimi decenni negli USA); ci sono processi aperti per i costi caricati sulla fiscalità (circa 1000 euro ad abitante); intanto Westinghouse ha dichiarato fallimento

      Secondo il rapporto, è una tecnologia che sta in piedi in paesi come Russia e Cina, ma per motivi strategici/militari/politici (la Russia piazza reattori in africa per creare scambi e dipendenza; la Cina sta costruendo le sue scorte di Plutonio e Mox per armamenti), probabilmente sovvenzionata anche lì

      in regime di libero mercato non ha senso; considera che intanto:

      Eolico e Solare in Portogallo e Spagna chiudono le aste con prezzi del kwh a 15-40 euri al MWh, prezzi fissi per i primi 25 anni senza rivalutazione dell’inflazione, hanno già previsto che il costo energia da rinnovabili scenderà ulteriormente negli anni
      (anno su anno si arrtiva a quasi -10% all’anno)

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