Home Tecnologia Pop Up, la rivoluzione può attendere il 2033

Pop Up, la rivoluzione può attendere il 2033

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Il regista Denis Villeneuve proietta il futuro di Blade Runner all’anno 2049. Italdesign e Airbus pensano invece che il tempo del loro Pop.Up possa arrivare molto prima, e che il veicolo (veicolo?) elettrico, mezzo drone e mezzo city car, possa volare nei cieli delle nostre città o sgusciare silenzioso per le strade dei nostri centri storici già a partire dal 2033.

Nel frattempo il prototipo del Pop.Up manda in visibilio il pubblico facendo tappa nei principali appuntamenti dedicati alla e-mobility. Debuttò in anteprima mondiale al Salone dell’auto di Ginevra, in primavera; è ricomparso la settimana scorsa a Torino, prima al Museo dell’auto, poi negli spazi dello Smart Mobility World.

Pop Up in esposizione alle Smart Mobility World di Torino

La parte terrestre, in realtà, potrebbe circolare già domani mattina. E’ modulare e si compone di un carrello elettrico e di una capsula in fibra di carbonio, quindi leggerissima, abbastanza capiente da ospitare due passeggeri. Nessun volante, nessun comando, ma soltanto un grande schermo sul quale impostare, tramite app, la destinazione. Una piattaforma digitale centralizzata dà le istruzioni di guida, naturalmente autonoma, e gestisce modalità del viaggio e traffico dei diversi mezzi.

L’interno della capsula con il display di comando

La parte aerea è un drone, con otto rotori contrapposti ubicati in quattro elementi, “satelliti” di un vano batterie che funge anche da aggancio magnetico per il modulo passeggeri. Si concentrano proprio qui tutte le criticità del progetto. Allo stato attuale della tecnologia, infatti, non è ancora possibile realizzare batterie abbastanza potenti e abbastanza leggera da sostenere in volo il veicolo per più di qualche minuto. Ma il consorzio aerospaziale Airbus, responsabile della parte aerea del progetto, ritiene che nell’arco di 10-15 anni l’innovazione tecnologica nell’accumulazione di energia darà concretezza a quel che per ora funziona soltanto nelle simulazioni al computer.

Drone e carrello stradale sono a tutti gli effetti robot: arrivano e se ne vanno da soli, a seconda delle esigenze dei passeggeri: in volo col drone sulla città, a terra con il carrello per gli spostamenti nella la città. Come in Blade Runner, appunto, il futuro della mobilità urbana sarà fatto di aria e terra contemporaneamente. Sperando però che l’ambiente del domani, anche grazie ai veicoli a zero emissioni, sia meno inquinato di quello immaginato in Blade Runner.

Ecco i dettagli tecnici di Pop.Up. La cellula per i passeggeri in fibra di carbonio è lunga 2,6 metri per 1,5 di larghezza e 1,4 m di altezza. Si combina al modulo terrestre a sua volta dotato di motore da 60 kW, telaio in carbonio e batterie indipendenti, che permette a due persone un’autonomia di 130 km con velocità di punta di 100 km/h. Il modulo drone per il volo aereo è invece lungo 5 metri, largo 4,4 metri ed attrezzato con ben otto motori controrotanti da 136 kW l’uno; la batteria da 70 kWh consente un’autonomia di volo massima di 100 km ma con un tempo di ricarica indicato in appena 15 minuti. Sono sempre due i passeggeri trasportabili in aria, alla velocità massima di 100 km/h.

 

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