Pezzo su pezzo, si smonta l’Enel di Starace. L’ultima conferma dalla messa in vendita del 50% di 3Sun, la fabbrica siciliana di pannelli solari bi-facciali.
Pezzo su pezzo…Ora via anche la fabbrica siciliana di pannelli solari
Flavio Cattaneo, l’amministratore delegato arrivato in marzo al posto di Francesco Starace, ha idee molto diverse dal predecessore. L’ha detto chiaro nel presentare il piano industriale al 2026: focus sull’Italia, sulle rinnovabili solo se convengono e cambio di passo per la mobilità elettrica. E barra sul core-business storico, l’energia, cercando alleati per diluire l’investimento nelle diversificazioni tipo appunto la fabbrica di pannelli solari bi-facciali di Catania. È stato il Corriere a svelare che il nuovo ad ha già trovato acquirenti per ul 50% dell’impianto siciliano, che nei piani di Starace era una risposta allo strapotere cinese nel fotovoltaico. Puntando sull’innovazione in una zona che ha bisogno come il pane di valide iniziative industriali. Scommesse di questo tipo, che richiedono ingenti investimenti spalmati su più anni, chi è in grado di farli in Italia? E chi, se non l’Enel, potrebbe accompagnare il nostro Paese nella nuova sfida della mobilità elettrica? Cattaneo porterà avanti queste iniziative, ma cercando alleati con i quali ridurre l’impegno finanziario e, quindi, l’indebitamento.
Ma è giusto togliere dal piatto le scommesse sul futuro?
Non è che sotto la guida del vecchio ad l’Enel perdesse soldi. Ne guadagnava, e tanti, ma si investiva anche su nuovi filoni legati comunque al core business, assumendo tanti giovani talenti. Basta visitare le sedi di Enel Green Power o di Enel X per verificarlo. Secondo Cattaneo, però, la crescita degli ultimi anni, anche fuori dal core business tradizionale, è stata fatta a spese di un indebitamento eccessivo. La mobilità elettrica, per esempio, ha assorbito molte risorse. Agli analisti finanziari Cattaneo ha detto che rimane fondamentale, è uno dei volani del processo di elettrificazione. E lo sviluppo del settore riveste un ruolo chiave per il raggiungimento del net zero, obiettivo che il nuovo piano strategico dell’azienda conferma al 2040. Ma la crescita del business farà perno ancor di più sul ruolo del cliente, attorno al quale sarà costruita un’offerta sempre più integrata. Che, oltre alla commodity della fornitura di corrente, comprenderà sempre di più servizi a valore aggiunto, come la mobilità elettrica.
Digitalizzazione e resilienza delle reti diventano le priorità
E poi barra sull’Italia, anche in omaggio al governo sovranista che ha espresso il nuovo numero uno. E barra su quello che assicura i maggiori margini di guadagno, per ridurre i debiti e assicurare all’azionista (il governo di cui sopra) una quantità più cospicua di dividendi. Fuori dunque i manager più legati a Starace, da Francesco Venturini a Elisabetta Ripa e altri, dentro volti nuovi in linea con Cattaneo. Ci sta, chi ha i voti comanda e i voti li ha Giorgia Meloni. C’è da chiedersi se un’azienda della stazza dell’Enel non avrebbe il dovere di tenere la barra anche sul futuro. Anche a costo di commettere qualche errore, com’è inevitabile battendo nuove strade. Cattaneo pensa che le priorità siano digitalizzazione, ammodernamento e resilienza delle reti, come abilitatrici per la completa penetrazione delle rinnovabili. E, quindi, della transizione energetica. Promettendo che, a fine piano nel 2026, l’86% dell’energia prodotta dal Gruppo sarà carbon free.
Forse sarebbe il caso di guardare i numeri: l’indebitamento finanzario netto di ENEL è aumetato negli ultimi anni in maniera rilevante, basta confrontare i dati degli ultimi anni, ad esempio il 2020 con il 2023. In un’epoca di tassi crescenti il trend rischiava di diventare insostenibile, basta guardare a cosa è successo a TIM
poche parole: Fiat, Alitalia, Ilva, Ferrovie dello Stato…
Chi ha investito qualcosa nel Paese Italia? Sussidi a camionate e poi?
Poi ci lamentiamo del dominio francese, tedesco, cinese…pure San Marino tra non molto ci surclassrerà e magari si comprerà la Romagna!
Ma come pretendete che questi tengano la barra sul futuro se l’hanno bloccata sulla data di nascita di mio padre. 1920
Non è vero! Non è possibile che una fabbrica di importanza strategica per il futuro dell’Italia e dell’Europa e finanziata dall’Unione Europea possa essere venduta, anche al 50%. Mi auguro che almeno sia vietato vendere al di fuori dell’UE!
E’ un essere inqualificabile come i gran bugiardi che abbiamo al governo.
Uno schifo totale.
E scommetto che sarà pure pro nucleare pur di far fare soldi a quelli che li sostengono.
E le scorie? Dritte in fondo al mare o nel mediterraneo (come è già stato fatto) oppure magari in Niger.
La storia di Cattaneo parla da sola, spacchettare e svendere! . Ai precedenti governi ed anche a questo di “Green ” non gli importa nulla.
Il problema non è cosa importa a questo governo, ma che continuiamo con questa politica di svendete asset che sono potenzialmente strategici.
Enel ha semplicemente preso atto che l’invasione di pannelli fotovoltaici cinesi venduti in dumping creerebbe le premesse per un bagno di sangue con un prodotto siciliano totalmente fuori mercato. Sta alla UE alzare quelle barriere tariffarie e doganali che difendono i produttori europei. In Italia sono già andati all’aria Fimer e numerosi produttori tedeschi. Vogliamo continuare a regalare ai cinesi tutto quello che abbiamo? Queste sono le conseguenze. In quanto ad Enel Green Power è un carrozzone politico che non fa profitti e deve essere chiuso
questo non CRETO..
quella in Sicilia è la fabbrica di pannelli più grande d’Europa
anche se ci fosse il dumping cinese
quei pannelli sono bifacciali , studiati per l’agrovoltaico italiano
a una azienda a partecipazione STATALE ,
non dovrebbe avere un po di visione del futuro a breve termine ??
e per “fortuna” , che Cattaneo ce l’ha messo li il governo italiano
e per “fortuna” , che è Enel una partecipata pubblica con 65124 dipendenti (Eni 32188)
e per “fortuna” , un giorno si e l’altro pure c’è qualcuno della coalizione di governo che frigna ,un giorno si e l’altro pure, che la tecnolgia fotovoltaica è in mano ai cinesi
poi arriva uno messo da loro , che “regala” tutto al primo cinese che passa
“continuiamo così facciamoci del male”
tutti “razzi-sti” i politici,da razzi-crozza
da autostrade a telecom
ora tocca a Enel
l’utima azienda a partecipazione pubblica STRATEGICA per il paese
che ..
aveva ?
una visione di futuro e dava occupazione SANA , che creava ricchezza
è si l’Enel di STORACE assumeva e creava utili !!
secondo me ,Cattaneo gli farà fare la fine di Telecom
sarà in attivo “folle” i primi anni, per i dividendi dovute alle cessioni strategiche
e lascerà un guscio vuoto ,pieno di debiti ,agli Italiani per il futuro
Deja Vù
cambiano i suonatori,ma nemmeno tanto, ma la musica è la stessa in Italia da 40 anni
my 2 cent di pessimismo e fastidio
mi piacerebbe conoscere la sua definizione di “DUMPING”: probabilmente non combacia con la mia.
Dumping o no, in perdita o no, l’Italia deve avere almeno UNA fabbrica di pannelli fotovoltaici (per me dovrebbe averne a dozzine), per vari motivi, tra qui mantenere il know-how in quel settore. Ci siamo già dimenticati cosa è successo con le mascherine allo scoppio del Covid? Nessuno in Italia le produceva più perché era più conveniente comprarle all’estero, e quando sono servite le abbiamo dovute comprare a 10 volte il prezzo che ci sarebbero costate se avessimo continuato a produrle in Italia. Con la memoria corte non si va da nessuna parte.
Un governo che nel settore energetico (e non solo) sta facendo l’esatto contrario di tutto ciò che andrebbe fatto.
Sentivo un’intervista di un addetto al settore (batterie)
secondo lui la strategia vincente non sono i dazi verso i cinesi, ma gli aiuti (amministrativi o fiscali) alle nostre fabbriche per colmare il gap di costi e competitività e richiedere che producano con certificazioni di tipo più europeo, che creino un valore aggiunto
un aiuto è un costo che si ripaga, in asset strategici, posti lavorativi e indotto, e appunto una filiera e specifiche certificate meglio, interessante in molti ambiti commerciali anche se dovesse costare un poco più dei prodotti cinesi
ormai i pannellli in sè hanno costi sempre più stracciati ( all’ingrosso siamo a 60-50e per un pannello ad alte prestazioni da 400 Watt), il costo maggiore è tutto quello che gira intorno alla loro commercializzazione, installazione ed eventualemente tipo di certificazione
in questo senso che il pannello prodotto a Catania costi 30e in più di quello cinese, e sia di una generazione più vecchia di 2 anni ( rendimento -1%), ma comuque durata di minimo 30 anni, penso non sarebbe un problema a livello commerciale quando te lo piazzano a 150-200-250e, anzi se ben certificato (filiera e garanzia) in europa avrebbe canali privilegiati
Non ci sono solo i cinesi coi loro pannelli. Io ad esempio ho pannelli americani (sunpower), certo costano qualcosa in più (ma nemmeno un’esagerazione), ma di contro hanno una capacità di conversione maggiore (quindi ritorno dell’investimento migliore), e cosa non da poco resistenza maggiore alla grandine.
Quindi c’era assolutamente lo spazio di manovra per costruire pannelli italiani, anche senza invocare dazi. Ma è ovviamente molto più facile fare i soliti spezzatini aziendali, far guadagnare gli azionisti (privati o statali) e passare al prossimo disastro. Basta guardare il curriculum di Cattaneo per rendersi conto di che cosa è li a fare.
Condivido. Aggiungo solo che il settore dei pannelli è molto competitivo. Pensiamo anche che LG due anni fa ha deciso di non produrre più pannelli (e i loro erano tra i migliori) perchè la concorrenza della Cina era eccessiva.
Ho portato l’esempio di LG perchè è un colosso in una nazione che agevola pesantemente l’industria.
Da noi dove un’azienda non ha una certezza che sia una da qui a 1 mese su tasse, aiuti, permessi ecc ecc si parte già svantaggiati. Quindi la concorrenza asiatica è ancora più temibile.
In Sicilia nel settore tech abbiamo quel gioiello di ST solo perchè è nata in tempi migliori. Ora non potrebbe più farcela.
Certi colossi dovrebbero avere un’etica. Un senso di responsabilità verso la comunità. Ma siamo la nazione della FIAT che ha preso, preso, preso e spolpato per poi trasferire armi e bagagli alla prima occasione.
Che amarezza.
Non passa giorno che questi cialtroni non sbraitino a destra e sinistra contro il predominio cinese nel campo delle tecnologie Green e poi cosa fanno? vendono uno stabilimento che li produce in Italia, magari proprio ai cinesi. Inqualificabili.
Cattaneo è uno di quei capitani coraggiosi che arriva, fa disastri e poi se ne va con un cospicuo buono uscita. Purtroppo quella di metterlo a capo di Enel è una delle tante pessime scelte di questo governo e fintanto che ci saranno AD come lui a capo di grandi aziende, avremo sempre un cancro che tarpa le ali all’economia italiana.
Fini strateghi questi qua, il mondo va da una parte e loro si scavano una fossa ancora più profonda.
” e loro si scavano una fossa”
Ti correggo. E loro CI scavano una fossa. Loro si godranno i loro utili. Cosa vuoi che cambi a loro?
Parliamoci chiaro 🔌💡 o si fa tecno.business e innovazione VERA o ribadiamo nelle logike politiche della vecchia Enel e degli di Stato in genere 🤔🤷♂️ Delle due…l’Una💰🤫
Questi sono quelli contro la “via della seta” che lavorano a favore della Cina.
Per loro il moto è: tanti, subito e stramaledetti.
Poi mal che vada scappano col portfoglio gonfio lasciando le macerie.
sarebbe che partisse una specie di crowfounding ,per acquisire enel
da parte degli utenti e farla diventare una public company
oppure che i piccoli azionisti attuali diano la delega a un rappresentante per sfiduciare cattaneo
Grillo fece una cosa del genere con Telecom
portando alla ribalta quello che era diventata in mano ai prenditori,ma era troppo tardi
forse sarebbe il caso di manifestare
ora prima che Enel venga rasa al suolo completamente
Mi scusi, ma chi le ha insegnato a scrivere in questo modo ? “sarebbe che partisse” è una perla degna del miglior Fantozzi. Le consiglio: meno tastiera di pc e più studio della lingua italiana
lei ha ragione , ho scritto di getto , alterato dal senso della notizia
ho solo la scusante di aver scritto un commento e non un articolo su un quotidiano o una tesi
spero che abbia capito il senso del commento
anzi normalmente non rispondo a commenti come i suoi se sono in torto
però posso dirle , che negli spazi liberi aperti al dibattito
possono intervenire tutti anche quelli che lei chiama fantozzi e quindi “inferiori”
personalmente credo che in certi contesti , l’opinione di un pecoraio della barbagia con la quinta elementare è più importante quanto quella di un ingegnere ,di un politico poi ..
c’è un termine che definisce quelli come lei sui social network
grammar nazi ,
ripeto ,con me ,ei ha ragione ,cercherò in futuro non urtare le “sensibilità” come la sua ;
ma se al posto mio , ci fosse un pecoraio non laureato o diplomato
o una persona con handicap psico fisici ,
o peggio un anziano ai primi sintomi di alzheimer ,
quello in torto sarebbe lei che non sa convivere e rapportarsi con i diversi o come ha accennato con gli “inferiori”
io scambio opinioni su contenuti tecnologici e politici con tutti anche quelli che parlano solo in dialetto e hanno la quinta elementare ,basta capire il senso di ciò che si dice o si scrive
buona vita
“quello in torto sarebbe lei che non sa convivere e rapportarsi con i diversi o come ha accennato con gli “inferiori”: guardi che nel mio commento non l’ho definita inferiore. Probabilmente la sua suscettibilità è pari alla sua scarsa conoscenza della lingua italiana, oggi anche quelli che chiama “pastori della Barbagia”. sanno esprimersi correttamente. Resta valido l’invito rivoltole di studiare: la conoscenza è alla base della capacità di ragionare in autonomia e di discernere il vero dal falso. Comunque si tranquillizzi, non ha urtato la mia sensibilità
bella l’idea della public company
anche se immagino sarebbe molto difficile da realizzare, però aderirei volentieri
hai , ragione
diamo , o davamo ,il meglio di noi dopo le catastrofi,
per l’energia elettrica,la catastrofe non mi sembra imminente .
Abbiamo seguito la strada delle privatizzazioni delle aziende pubbliche 20 anni dopo la Thatcher e Reagan
abbiamo iniziato quando gli Inglesi già ci stavano ripensando ..
in California la competizione selvaggia per conquistare il mercato elettrico
ha portato disservizi per anni , solo negli ultimi secondo me , grazie alle rinnovabili e alle batterie stazionarie private e pubbliche ci stanno mettendo una pezza
Energia ,Telecomunicazioni e Autostrade
sono strategiche in un paese moderno
tutto il resto ,secondo me , era privatizzabile,
compresa la compagnia Area di bandiera che ci siamo trascinati dietro per anni ,
con la scusa dei turisti ,quando i turisti sono arrivati in massa grazie alle low cost brutte e cattive ..
o l’informazione lottizzata della Rai, che non rispetta più il manuale Cencelli
uno di destra, uno di sinistra, uno di centro e uno bravo ..
RAI per cui paghiamo 10 eur al mese in ogni bolletta elettrica..
speriamo che non piombare in un caos tipo Californiano
l’energia elettrica è una cosa più seria e NECESSARIA delle telecomunicazioni
mi risulta che Enel serva ancora la metà della popolazione italiana
speriamo in bene
o forse dobbiamo cominciare a ragionare come i Californiani e far da se ..
in fondo mai come oggi le rinnovabili e le batterie sono così a buon mercato
da qualche settimana , su noti siti cinesi di e-commerce sono apparse le pime celle per le batterie al sodio,
per ora sono leggermente più costose del litio ferro fosfato , ma appena affineranno i processi produttivi ..
Terribile pensare come la massa di persone che ha pensato bene di non scomodarsi a votare alle ultimi elezioni ci stia trascinando nel baratro. L’ignoranza in Italia non soltanto è diffusa ma,dovutamente, foraggiata. Un popolo (voluto) bigotto, senza visione del futuro, dove non si cresce più (non dico di Pil ma proprio demograficamente!), i giovani all’estero, condizioni lavorative poco dignitose e dove il servilismo verso il potente è quasi universalmente accettato.
Mi spiace per tutti quelli che non ce la faranno.
triste ma vero!