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Patrizio Roversi: “In sella alla Guzzi convertita, ma gli odiatori…”

moto elettrica Roversi

Patrizio Roversi mostra motore elettrico della Moto Guzzi

Patrizio Roversi, uomo di spettacolo e divulgazione, è un sostenitore moderato dell’elettrico: Ma aver sfilato in sella ad una moto d’epoca trasformata in elettrico lo ha fatto diventare bersaglio dei “fanatici” (con diversa gradazione) del partito anti batteria ed emissioni zero. 

Airone, la mitica Moto Guzzi convertita in Elettrone

Patrizio Roversi in sella alla Moto Guzzi convertita in elettrico

Patrizio è sceso in campo elettrico con un progetto di retrofit (la conversione dal motore termico all’elettrico) presentato nella trasmissione “Italiaslowtour.it” (dove c’è anche un piccolo contributo di immagini di Vaielettrico). Qui dopo aver percorso le strade padane con Astore, la moto anni 40/50 del papà geometra specializzato in irrigazione , riesce a convincere l’amico e medico personale Eurus Sangiorgi a convertire la Moto Guzzi ferma in cantina da dieci anni. Un esemplare ben conservato del papà Corrado che “sarebbe contento anche lui perché coltivava idee innovative” dice Roversi.  “Nessuno si è scandalizzato per questa operazione concreta a favore della transizione ecologica“.

La Moto Guzzi Airone 250 convertita in elettrico

A questo punto entrano in scena i tecnici. Gaetano La Legname che Vaielettrico conosce per la sua attività con Mobility r-Evolution e che Roversi definisce “ingegnere elettro futurista“. La strategia è questa: “Si conserva la catena cinematica e si cambia il motore in elettrico“. Con le parole di Roversi: “Airone è entrato in clinica ad operarsi per diventare Elettrone, ma chi ha detto che la natura endotermica della moto debba impedire di scegliere una nuova identità di genere?“. Elettrone arriva in strada, potrebbe fare i 120 km/h ma per questioni di sicurezza viene depotenziato e si scende anche fino ai 50 km/h. L’autonomia? “Fino ai 70 km, ma si può aumentare”.

Roversi: “Ripresa mostruosa, Airone è un missile”

Nei sentieri di campagna con la Moto Guzzi convertita

Elettrone ha la marcia indietro e la marcia avanti che quando viene ingranata da Patrizio mostra tutta la potenza della spinta elettrica: “Mostruosa“. E non è finita qui: “Si spende pochissimo, solo un centesimo a chilometro, 100 chilometri con un euro“. Il nostro uomo è entusiasta e ci racconta: “Questa moto è stata il simbolo perfetto di cosa si intende per transizione. Sono rimasto molto sorpreso e affascinato  da questa accelerazione poderosa che senti tra le gambe, mi ha sorpreso la silenziosità e la ripresa pazzesca. Airone è diventato un missile e mi sono sentito  portatore di un simbolo, di una provocazione che vedo legata al mondo agricolo come sintesi tra tradizione e innovazione“.

Però…”Sono rimasto sorpreso per la quantità di critiche”

La provocazione è riuscita. Patrizio ci confessa che non si aspettava tante critiche: Abbiamo ricevuto tanti insulti, ci hanno detto che abbiamo rovinato un modello meraviglioso“. L’astio contro la versione a batteria ci viene confermato anche dal regista del programma Giuseppe Ghinami.

Veramente tante critiche. Ed è stata un’operazione complessa che ho seguito da vicino, sono appassionato di auto d’epoca“. Un esperto. Come avete reagito? Risponde Patrizio: “L’abbiamo presa in ridere, ma penso che sia un modo per salvare il design, la bellezza, la storicità di questi modelli. Teniamo alta la bandiera, abbiamo osservato anche tanta curiosità e tanti anziani entusiasti“.

Tutto bene, ma come sappiamo anche qui si riscontrano i soliti problemi di ritardo burocratico: “Stiamo cercando di omologare la moto…“. Il problema è il solito,  il decreto retrofit sulle due ruote da anni che si perde nella lentezza angosciante della burocrazia italiana. Al contrario di altri Paesi europei.

Volere o volare bisogna fare i conti con la transizione. Dice Patrizio: “Io non più l’auto da circa 15 anni, facevo 100 mila chilometri l’anno con diversi catorci. Mi sono convertito grazie al treno ad alta velocità, da Bologna vado ovunque. Ho usato poi il car sharing. Non sono molto convinto di quello elettrico perché per fare un tot di chilometri fuori città non ci siamo ancora con l’autonomia“.

Altri problemi? “Penso che sia fondamentale la creazione di una rete di colonnine pubbliche. E’ un aspetto fondamentale. Ho sentito l’altro giorno il presidente di Sicily by Car, per noleggiare auto elettriche per itinerari turistici hanno installato loro i sistemi di ricarica davanti ai siti da visitare“.

Il trasloco a Venezia, la tentazione della barca elettrica

Patrizio Roversi è di Mantova, ma bolognese d’adozione e ora con la compagna Mietta Corli sta pensando al trasloco a Venezia. “Ho visto una casina nel canale di Cannaregio. Dalla finestra vediamo incantati tutte quelle barche passare, uno spettacolo. Penserei ad una barca elettrica...”.

Qui la puntata su Rete 4 

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