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Non è il reddito degli italiani a frenare l’auto elettrica

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reddito degli italiani

Scrive Marco: non è il basso reddito degli italiani l’ostacolo principale alla diffusione dell’auto elettrica, ma l’ignoranza e la cattiva informazione. Ce lo dimostra raffrontando le vendite, in Italia e in Francia, della più economica delle elettriche, la Dacia Spring. Inviate quesiti e osservaioni a info@vaielettrico.it.

La Dacia Spring (a destra) è l’alternativa in elettrico più economica alla Panda

La prova del nove? Le vendite di Dacia Spring

punto interrogativoSeguo sempre i vostri articoli, nonché i commenti di molti utenti che frequentano il vostro sito. Ci sono state spesso discussioni sul perché in Italia si vendono poche auto elettriche. Le ragioni più indicate sono i nostri stipendi rimasti al palo, che ormai non reggono la crescente inflazione, nonché il divario eccessivo di prezzo tra auto elettriche ed i modelli a benzina nei segmenti A, B e C.

Mi sono domandato: sono veramente queste le ragioni principali per cui non si vendono tante auto elettriche? Prendiamo ad esempio il modello elettrico più economico la Dacia Spring e l’auto più venduta in Italia la Panda.

Non ho scelto a caso la Dacia Spring, perché è l’auto che posseggo proprio rottamando una Panda. La Dacia con gli incentivi per la rottamazione costa quanto una Panda nuova.

In Italia a settembre sono state vendute 8.542 Fiat Panda Ibride, diventando l’auto ibrida più venduta a settembre mentre la Dacia Spring non compare neppure tra le prime 10 auto elettriche più vendute. Il decimo modello elettrico più venduto in Italia è la Bmw iX1 con 135 esemplari.

Raffrontiamo questi dati con i nostri cugini transalpini; nell’esagono sono state vendute a settembre 2.514 Dacia Spring, risultando la terza auto elettrica più venduta. In Italia a settembre sono stati venduti 4.992 modelli elettrici, in Francia invece un’auto su cinque nuova è elettrica e l’auto elettrica più economica da sola vende più della metà di tutte le auto elettriche vendute in Italia.

No laurea, no antidoti alle fake news

Certo il reddito pro capite degli italiani è più basso di quello dei francesi, ma questo divario non riesce a spiegare perché in Italia si vendono 8.542 Panda Ibride, mentre la Dacia Spring non compare neppure tra le dieci auto elettriche più vendute e sicuramente avrà venduto meno dei miseri 135 esemplari della Bmw Ix1.

reddito degli italiani
L’apertura dell’articolo in cui Panorama definisce l’auto elettrica un bluff

In Italia girano tante notizie false sul mondo dell’auto elettrica, queste vengono spesso diramate dai media ufficiali: televisione e giornali. L’Italia in base ai dati Ocse è posizionata solamente al 41° posto per la libertà di stampa, insomma molti giornalisti piuttosto che darci informazioni cercano di influenzarci.

Fornisco un ultimo dato: in Italia ci sono meno laureati rispetto alla media europea sono solo il 26.8% dei giovani tra i 30 e 34 anni rispetto al 41.6% della media europea (dati Istat). Allora mi domando, non è che in Italia si vendono poche auto elettriche, perché ci lasciamo facilmente influenzare dai media, considerando il nostro basso tasso di istruzione?„ Marco DI PAOLA

Caro Marco, ci pernetta di dissentire (a metà)

punto interrogativoRisposta- Caro Marco, sono in gran parte d’accordo con quello che  scrive, ma non con l’ultima considerazione riguardo al presunto legame fra livello di istruzione e “immunità” alle fake news.

Proprio ieri ero con un gruppo di amici tutti laureati, chi in Medicina, chi in Giurisprudenza, chi in Economia. Io, unico prossessore di auto elettrica, ho chiesto a ognuno se volesse provarla. Eravamo in una bella località dell’Appennino tosco-emiliano, su uno dei classici percorsi della Mille Miglia. Questo per dire che ci sarebbe stata materia per un test interessante.

Quei nostri amici laureati e benestanti, ma…

Bene: nessuno ha accettato e tutti hanno risposto che un’auto elettrica non l’avrebbero mai acquistata. Di lì è nata una discussione nella quale ho dovuto controbattere (senza alcun successo) l’intero campionario dei luoghi comuni: autonomia insufficiente, colonnine inesistenti, prestazioni modeste, costi esorbitanti (detto da gente che viaggia in Mercedes, Grancherokee, BMW), devastazioni ambientali per l’appovvigionamento delle “terre rare”, smaltimento delle batterie, alto rischio di incendio. La discussione si è poi allargata  ai temi del cambiamento climatico e per carità di patria non le dico cosa è saltato fuori.

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Nicola Porro, giornalista televisivo e blogger, è il campione delle campagne anti euro elettrica 

La cattiva informazione conta molto più del titolo di studio

Morale: ha torto a pensare che una laurea consenta di affrontare indenni il bombardamento delle false informazioni. Ha perfettamente ragione, invece, quando dice che non è il reddito degli italiani (e non sono nemmeno i limiti oggettivi delle auto elettriche per specifiche  esigenze di mobilità), a relegare la diffusione dell’auto elettrica ad una misera nicchia del 4%.

Come ripetiamo spesso l’auto elettrica non è per tutti, ma è per molti. Certamente molti più di chi l’ha comprata. Perciò ha ragione  a puntare il dito sulla disinformazione (o contro informazione) che in Italia ha raggiunto livelli senza uguali in Europa.   Forse quel 41esimo posto al mondo per la libertà di stampa ci dice qualcosa in più del tasso medio di istruzione.

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125 COMMENTI

  1. Rimango attonito dalla presunzione di voler educare il mercato. Rimango attonito dalla presunzione di voler additare chi non compra elettrico come un ignorante.
    La stessa superiorità morale di chi giudica il prossimo in base alle scelte di consumo individuali è sconcertante.

    Ho 2 lauree in materie scientifiche, ho una turbo diesel e una turbo benzina. Non ho alcuna intenzione di acquistare una elettrica. Quindi?

      • Esattamente. E le scelte sono date dal rapporto costi/benefici di ogni persona. Non dalla laurea o dalla mala informazione (che tra l’altro esiste in tutti i paesi vista la spazzatura dei social).

        Motivo per cui torno all’incipit: giudicare il mercato in base al grado di istruzione è raccapricciante

    • Anche sbandierare il fatto di avere due lauree è segno di presunta superiorità. Presunta perché una laurea conferma unicamente che una persona ha sostenuto e passato una serie di esami in una specifica disciplina, niente di più.

      • Ma è serio? Le due lauree le ho scritte proprio per evidenziare il fatto che non abbiano alcuna attinenza con l’acquisto di un prodotto.

        • Io di laurea non ne ho nemmeno una.
          Eppure i conti di casa li faccio ed il tempo mi ha dato ragione sulla loro correttezza.
          Sono in operaio, mia moglie una insegnante, eppure abbiamo acquistato una EV, id3 58kWh.
          La spesa annuale ( rate + energia ) è inferiore a quella che avremmo pagato per la sola rata di una Toyota Auris sw.
          E non perdo nemmeno un minuto a ricaricare.
          Durante i viaggi perdo qualcosa in occasione delle ricariche, ma ci abbiano pasti e pause bagno, quindi la perdita di tempo è molto limitata.
          Scommetto che alla fine dell’anno, se contiamo i minuti persi per ricariche, sono sicuro che saranno inferiori a quelli che perde lei per tutti i suoi rifornimenti.
          E nel mio box, non resta mai puzza di benzina/gasolio.

          • Bene, quindi mi conferma che la laurea non c’entra nulla con la valutazione personale su cosa convenga o meno al consumatore.
            Esattamente ciò che dicevo.
            Saluti

          • Anche i bi laureati, infatti, possono frequentare un sito di auto elettriche con il nick Biturbo. Se questo è il livello…

        • Perchè scrive di non avere “alcuna intenzione di acquistare una elettrica”? Una motivazione ci starebbe. Diversamente, quel che farà lei non interessa a nessuno.

          • Non credo affatto sia inutile dirlo visto che rispondevo alla riflessione dell’utente che correlava il grado di istruzione all’ acquisto dell’auto elettrica.

            Tuttavia glielo spiego volentieri: semplicemente un rapporto costi/benefici.

            A fronte di una spesa significativamente maggiore non accetto di perdere dieci volte il tempo di un pieno per ricaricare, non accetto di perdere tempo per pianificare viaggi o soste, non accetto mi capiti mai nella vita di dover prendere la macchina urgentemente e trovarla non pronta per il tragitto che devo fare, non accetto di dover valutare una possibilità lavorativa inserendo nel ragionamento anche la distanza da casa e la presenza eventuale di punti di ricarica.

            In definitiva: non accetto che la mia qualità di vita peggiori fingendo che non sia così.

          • Io non perdo mai un minuto per ricaricare perché ricarico quando l’auto è ferma: mentre dormo, pranzo, lavoro o vado al cinema. Tutte le colonnine d’Europa le trovo con un’app: a pianificare un viaggio perdo meno tempo che a cercare un distributore di benzina. Ogni mattina la mia auto ha almeno 300 km di autonomia e nel raggio di 300 km trovo decine di caricatori superveloci che me ne aggiungono altri 200 nel tempo di una tranquilla colazione al bar (al costo stratosferico di circa 12 euro). In definitiva, la mia qualità della vita è molto migliorata.

          • Non accetto di rinunciare a niente, l’ambiente può anche andare in malora, chissenefrega. Io guardo solo ai miei benefici.
            Confido apprezzerete la mia doppiamente laureata onestà.

            Dott. Ing. Biturbo.

          • Eh, purtroppo abbiamo davanti l’esempio che i titoli di studio non fanno l’uomo (un mio ex collega ingegnere diceva spesso “Signori si nasce, ingegneri si diventa)..
            La seconda considerazione è che abbiamo davanti l’esempio lampante che la mentalità diffusa è quella dell’ individualismo spinto all’ estremo, totale assenza della percezione del bene comune, pulsione conclamata al soddisfacimento dei propri bisogni nel breve termine anche a scapito di ben maggiori benefici nel lungo termine.
            Non è un caso che,.con la diffusione sempre maggiore di questa mentalità, vediamo il nostro bellissimo Paese sprofondare sempre più nelle classifiche europee, certificato per l’ ennesima volta dalle percentuali di vendita delle BEV, ma se vogliamo quello delle BEV è solo la punta dell’ iceberg.
            E capisco purtroppo anche perché troppo giovani cercano sbocchi di vita all’ estero, certamente per questioni economiche, ma tornano raccontando di cose che funzionano meglio che da noi.
            Dico questo con l’ amaro in bocca, non perché mi sento superiore a nessuno, per carità, ma perché l’ egoismo e l’ irragionevolezza totale mi fanno sentire affranto, non tanto per me ma per i miei figli che dovranno fare i conti anche con queste cose.

    • posso farle una domanda, Simone?

      L’inquinamento cittadino incide profondamente sulla aspettativa di vita nelle città e sul costo della sanità pubblica. Ci sono numerosi studi che lo dimostrano senza ombra di dubbio, per es: https://www.hsph.harvard.edu/news/press-releases/decreased-vehicle-emissions-linked-with-significant-drop-in-deaths-attributable-to-air-pollution/ . La cosa è anche abbastanza logica, specie per città ad alta densità abitativa come sono spesso quelle italiane. E i motori a combustione interna sono una delle maggiori cause di inquinamento chimico nelle aree altamente abitate, vedi per esempio https://www.eea.europa.eu/en/topics/in-depth/road-transport#:~:text=Road%20transport%20is%20one%20of,in%20the%20European%20Green%20Deal.

      Non parliamo dell’inquinamento acustico, causa di stress ed anche di un gran numero di patologie specie per chi vive accanto a grandi arterie (c’è una vasta letteratura in merito). E i motori a combustione interna sono la maggiore fonte di rumore al di sotto dei 40 kmh, come dovrebbe essere la norma nei centri urbani.

      Detto questo, lei non crede che, crisi climatica a parte visto che c’è ancora chi la mette in dubbio, almeno questo sia un un buon motivo per passare all’elettrico? Oppure ritiene che ce ne possiamo fregare della salute e della qualità della vita altrui?

      p.s. non sarà vero che le lauree salvano dalle bufale, ma almeno dovrebbero insegnare a documentarsi. Vedi per es. https://www.port.ac.uk/news-events-and-blogs/news/education-levels-impact-on-belief-in-scientific-misinformation-and-mistrust-of-covid-19-preventive-measures, anche se il tema è diverso.

    • Quindi, se ha dei figli non le interessa nulla di che mondo il suo modo di pensare lascerà.in Italia ci sono più di 60.000 morti premature x inquinamento, non solo auto ma anche industria e residenziali. Avanti tutta con il profitto e basta.

      • Sig.Donato, mi permetto di sfruttare il suo commento dando una risposta generale sull’argomento: il mercato e la fine del mondo sono due cose differenti.
        Ogni volta che vengono esposte le ragioni per cui il mercato non premia l’elettrico (costi alti, tempi di ricarica, possibilità di ricaricare, autonomia del mezzo, autonomia influenzata dalla temperatura esterna, ecc…) si risponde con l’etichetta morale riassunta in “se non lo fai l’umanità scomparirà”.
        Ecco, pretendere di educare (o riprogrammare) il mondo affinché sia la paura a guidare le scelte economiche non funziona. Oltre ad essere in palese dissonanza cognitiva con l’argomento.
        Se e quando l’auto elettrica sarà conveniente nel rapporto costi/benefici venderà facilmente senza bisogno che esistano siti o blog per esaltarne le (presunte) qualità.
        Al momento per il 96% degli italiani non è così, per la maggioranza del mondo non è così.

        Quindi o si parla di inquinamento, o si parla del prodotto.

        • Dimentica che lo stop alle auto termiche dal 2035, quindi il passaggio alle elettriche, c’è ed è legato strettamente a quella che lei infantilmente definisce “etichetta morale” mentre è una necessità ambientale da 40 anni dimostrata dalle evidenze scientifiche.

        • Il se è fuori discussione e il quando sarà inevitabilmente repentino come lo shock del gas.
          Un giorno ringrazierà quelli come noi e biasimerà il fatto di non aver capito che il momento per cambiare senza troppi traumi era “prima”.
          Non è un problema, invece di giocare d’anticipo lei pensa che sia più opportuno reagire “se e quando” il problema si presenterà. Buona fortuna.

      • personalmente sono rimasto scioccato dal tenore di quella risposta.

        Ma questo significa che ci vogliono leggi molto precise in merito, perché se ci aspettiamo che i singoli ci arrivino da soli non otterremo mai granché.

        Purtroppo però ottenere leggi che ledono gli interessi del singolo favorendo quelli collettivi richiedono, in democrazia, governi che fanno scelte impopolari. E qui si chiude il cerchio…

        • Esattamente Paolo, per ottenere un risultato diverso dalle leggi del mercato occorre un’imposizione dall’alto aprendo la strada ad un ente dirigista che decida se, cosa e quando un prodotto è bene per il popolo.

          Si chiama comunismo, l’abbiamo già visto all’opera svariate volte nella storia.

          Mi permetta di sperare che tutto ciò non accada mai. Saluti

          • Amianto, assicurazione RC auto, vaccinazione Covid, divieto di fumo, revisione auto obbligatoria, revisione annuale caldaie, piani regolari, depurazione delle acque, casco obbligatorio, limite di velocità, Codice della Strada. Per non parlare del “pizzo di Stato. Guarda un pò quanto comunismo c’è in giro. Solo i ciechi non se ne sono mai accorti.

          • mi scusi Simone ma che cosa sta dicendo?

            Siamo tutti continuamente soggetti a leggi e normative prese dall’alto. Se chiudo il centro di una città al traffico privato, vieto auto inquinanti, o determino il prezzo di un prodotto, o proteggo un parco naturale dall’urbanizzazione, etc. etc. (di esempi ce ne sono migliaia, in tutti i settori) non sto assolutamente creando una socità “comunista” (ma per favore) ma una società in cui l’interesse comune prevale su quello privato.

            Gli stati considerati più liberi (e ricchi) sono le socialdemocrazie scandinave, dove spesso si cerca di orientare il mercato attraverso “decisioni prese dall’alto” più che altrove.

            La sua indifferenza ai problemi ambientali e climatici, il suo disprezzo per la salute della comunità in cui vive e in cui vivono tutti i suoi cari, è proprio l’esempio perfetto dei rischi inerenti all’iperliberismo attuale. Si dovrebbe veramente vergognare di quello che ha scritto. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di morti nel mondo all’anno (https://theicct.org/new-study-quantifies-the-global-health-impacts-of-vehicle-exhaust/), di sindromi asmatiche per migliaia di bambini in una singola città, anche se lei fa parte di quelle sette che non credono alle cause antropiche della crisi climatica attuale.

        • Un collega inglese con cui ero abbastanza in confidenza un giorno esternò questa semplice espressione: “You know, italians are selfish…”.
          Ci guardammo in faccia con un lungo sorriso e non risposi perché non avevo grandi argomenti per contraddirlo, pur sapendo che stava generalizzando.

          • caro Leonardo, ho vissuto a lungo in UK e, primo, anche li se il rischio di essere beccati è basso si comportano da “selfish” quanto noi italiani (ed è questo che alla fine fa la vera differenza sul lungo termine).

            Secondo, le cose sono molto cambiate negli ultimi anni. Il Paese è un altro rispetto a 20 anni fa. Io sono scappato da li alla fine del 2017 per questo.

  2. Gentile Vaielettrico, naturalmente potete permetterVi di dissentire con me, lo scopo della mia email era appunto di aprire una discussione e creare un dibattito sul perché l’auto elettrica non viene venduta in Italia quanto in altri mercati europei, accettando anche opinioni diverse dalla mia. Permette anche a me per favore di fare una replica. Certamente la laurea come voi asserite non ci rende “immuni” dalle false notizie, ma sicuramente ci fornisce gli anticorpi per poterle combatterle. Per scrivere una tesi di laurea, la prima regola è riportare le fonti e gli studi delle informazioni che si forniscono. Non a caso al termine della tesi c’è un’appendice con tutte le fonti e gli studi che sono stati utilizzati per redigerla, così come avviene nei testi didattici e nei libri scientifici. È un dato di fatto che tutti i studi scientifici hanno da tempo dimostrato che l’auto elettrica inquina meno di una endotermica, ma è soprattutto un mezzo estremamente efficiente ed è già oggi in grado di sostituire validamente un auto a combustione interna. Infine concludo rispondendo a chi nei commenti ha asserito che la Dacia Spring ha una misera autonomia di 150 km. Forse avrà questa autonomia in inverno, da quanto l’ho acquistata a fine marzo ad oggi ho fatto tre gite fuori porta guidandola. In questi viaggi ho percorso rispettivamente due volte circa 150 km e una volta circa 180 km senza necessità di fare piccole ricariche durante il percorso. Partendo da casa con il 100% di ricarica in tutti e tre i casi sono tornato con sufficiente ricarica per percorrere almeno 200 o 210 km totali.

  3. ritengo sia il commento di Marco che la risposta di VaiElettrico molto interessanti. Marco propone un ottimo metodo per dimostrare che siamo indietro, mentre VaiElettrico dimostra che il problema della scarsa qualità dei media è fondamentale: consulto alcuni quotidiani in altre lingue (Guardian, NYT Atlantic, El Pais più alcuni locali del paese dove vivo, la Spagna) ed io francamente castronerie a ripetizione come si leggono sui principali quotidiani italiani sinceramente non ne vedo.

    E guarda caso, al contrario dell’esperienza di Paolo, fra tutti i miei colleghi di qui, per lo più ricercatori come me ed ingegneri, ANCHE italiani, la discussione su veicoli elettrici vs. combustione interna è molto più avanzata. Difficile trovare qualcuno che non sia d’accordo con la necessità di passare all’elettrico. Piuttosto la discussione verte sull’approccio generale, ovvero come RIDURRE l’impatto ambientale attraverso altre strategie, come la riduzione generale dei consumi, la diffusione di impianti di rinnovabili, la creazione di alternative al mezzo di trasporto privato. Tutti argomenti che se proposti ad una audience italiani, vengono ignorati se si è fortunati, altrimenti provocano la consueta scarica di insulti e di “voi non capite un c****” cui siamo tutti ormai abituati ormai.

    • Eh purtroppo devo confermare tutto.

      La mappatura caratteristica nella vulgata locale è:

      Auto elettriche = le batterie esplodono o finiscono in discarica
      Riduzione dei consumi = Ci vogliono far tornare all’età della pietra
      Diffusione di impianti rinnovabili = Vogliono rovinare il paesaggio italiano che è unico al mondo
      Creazione di alternative di trasporto privato = Il trasporto pubblico fa schifo

      Gli insulti in genere arrivano soltanto dopo che ti sei permesso di mettere in discussione la mappatura sopra descritta.

      E ce ne sono molte altre dello stesso tenore ma mi limito agli esempi che ha citato lei per pietà verso chi legge.

      • Guarda Leonardo, purtroppo qualsiasi argomento è diventato tifo sui social, spesso da ambo le parti. A volte per esempio ho sollevato delle questioni sugli EV, fondate sulla mia preparazione della materia (sono responsabile della mobilità sostenibile in una organizzazione scientifica internazionale) e con l’educazione e i dubbi che ho sempre usato in pubblico e cui mi hanno abituato decenni di ricerca scientifica sul campo. Molte volte queste obiezioni vengono totalmente ignorate, come se parlassi al muro. Oppure interpretate da qualcuno come un “ah, ma allora sei contro l’elettrico!”… e giù risposte durissime.

        E’ un po’ triste perché si tratta spesso non di “BEV vs. ICEV” visto che sul fatto che si debba passare alla mobilità elettrica francamente non ci sono molti dubbi, ma su come sia meglio procedere per garantire un futuro sicuro all’umanità. Purtroppo è noto che sui social chi scatena discussioni violente viene seguito molto più di chi pone problemi, anche se VaiElettrico si distingue per l’apertura mentale rispetto a tanti altri.

        • Grazie, apprezziamo molto il fatto che ci si attribuisca “apertura mentale” e ribadiamo ancora una volta che non rappresentiamo alcuna lobby dell’elettrico: ci occupiamo di mobilità elettrica e di energia sostenibile cercando di mostrarne pregi e limiti. Dando molto spazio anche a chi vuole condividere esperienze negative.

          • caro Mauro, spero che la mia frase non sia stata presa per una sottile presa in giro… sia chiaro che non lo è. 🙂

  4. Non concordo con la conclusione che non è il reddito a frenare gli acquisti delle auto elettriche. Da possessore di BEV, una banale utilitaria di segmento B con 334 km di autonomia dichiarata, mi sono stupito nel constatare che le auto elettriche più vendute sono quelle premium di fascia alta o medio alta, inequivocabile segno distintivo del mercato a cui si rivolge la produzione EV.
    Paragonare la Spring ad una Panda a mio parere è improprio, la Spring non è per niente adatta ai viaggi dovendo rifornire mediamente ogni 100km, cosa che la panda può fare ed in autostrada se ne vedono diverse. Il paragone giusto sarebbe la Panda con una Opel E- Corsa la quale può programmare le normali soste paragonabili ad una Panda ma il costo è triplo.
    Il problema della diffusione delle auto elettriche è il reddito disponibile per l’acquisto dell’auto, non sarà il solo ma è in cima alla lista.

    • Qualche Panda in autostrada si vede, ma non certo in proporzione alla sua quota di mercato. Quindi ne dedurei che l’utilizzo principale di una Panda sia mediamente entro il range di una Dacia Spring. Quanto al prezzo (di listino): Panda Hybrid 15.500, Opel E-Corsa 37.000. Diciamo più del doppio, non tre volte di più. E comunque sono auto di due categoria diverse. Ma la Twingo eletric parte da 24.000…..

      • E’ vero però che una Panda Ibrida permette ad una famiglia con redditi modesti di possedere un’unica automobile, con un grande risparmio economico e di impatto ambientale. Una Dacia Spring, *di solito*, no, e questo è un problema.

        Alla fine le piccole auto elettriche hanno di solito un range ridotto, che obbliga ad avere un’altra auto. Le piccole auto a combustibili invece possono essere l’unica auto di famiglia perché le dimensioni ed il costo è correlato poco con il range.

        So bene che voi di ViaElettrico vi rendete perfettamente conto dei limiti dell’elettrico, ma effettivamente la comparazione Panda ibrida vs. Dacia Spring non è del tutto valida. Paradossalmente, in un mondo in cui puoi usare ebike, piedi e mezzi pubblici per tutti i giorni (= Olanda 🙂 ), quello che ti manca è proprio l’auto per quei pochi viaggi in cui hai bisogno non di una macchina grande, ma di un range esteso. Li magari converrebbe noleggiare.

      • aggiungo il mio caso personale, che certamente non fa statistica:
        1) 2-3000 km all’anno
        2) vivo con la mia compagna in una piccola isola delle Canarie in cui il giro completo sono circa 120 km (ma con grande dislivello di solito)
        3) per lavoro ho a disposizione un’auto di servizio (che vorrei cambiare con una ID.3 o ID.4)

        per questo ho comprato una Kia Picanto, che mi basta ed avanza.

        Però una volta nel 2021, avendo accumulato 3 mesi di ferie ho fatto un lungo viaggio con la mia compagna: 13,350 km, 13 frontiere, raggiunto la Norvegia tornando per l’Estonia, e girato praticamente tutta l’Europa. Con la Kia non ci sono stati problemi. Se avessi avuto una Dacia Spring non me lo sarei potuto facilmente permettere, anche perché alcuni traghetti non permettono il transito ai BEV. Avrei dovuto quindi acquistare una “grossa” auto EV. In quel caso però poi mi sarei ritrovato con un sacco di soldi in un mezzo che non mi serviva a molto per tutto il resto del tempo. Il problema è che, come dicevo, il range dei BEV è correlato alle loro dimensioni, alle prestazioni ed al costo molto più che per un ICEV, dove tra i 500 km della Panda e i 1000 o più di una grossa berlina c’è solo un fattore due.

        Riassumendo: credo che l’ostacolo per molti sia ancora questo: la piccola BEV richiede spesso una seconda auto, una piccola ICEV… non sempre.

        • Esiste il noleggio per queste situazioni. Uno gira 350 giorni all’anno con l’auto più adatta per il suo tipo di vita, e ne noleggia una totalmente differente e adatta per quelle due settimane. E il noleggio si paga con i soldi risparmiati usando la piccola bev tutto l’anno.

          • si, può essere un’alternativa, ma il confronto se si ha questa necessità di frequente, va fatto tra:

            1) piccola auto a benzina, buona per ogni situazione
            2) piccola auto BEV + noleggio, magari spesso. Che significa avere da prenotare in anticipo, inclusa copertura totale, che spesso raddoppia i costi.

            Ripeto: sicuramente non è una situazione molto comune, ma conosco un gran numero di persone che insieme ad una piccola BEV hanno una ICEV. Oppure una “grossa” BEV.

    • Sono completamente d’accordo con lei, in giro ci sono soprattutto macchine premium e sono le uniche che vale la pena comprare.
      E il reddito che limita la diffusione e non il grado di istruzione, di intelligenza,di civiltà o di umanità.
      I redditi medi e bassi rimangono esclusi da questo mercato, sarebbe ottimo incentivare per includere. Ottima analisi.

  5. Ma dai cosa c’entra il titolo di studio. Se per questo allora potrei dirle che il 95% degli italiani si è vaccinato quindi cosa vuol dire che siamo tutti laureati per questo? Il potere dei media di diffondere fake news vale molto di più del titolo di studio. Se continuano a martellare sul fatto che le auto elettriche si incendiano, che un bus è caduto dal ponte e che si è incendiato a causa delle batterie o altre amenità simili puoi avere 14 lauree ma non comprerai mai l’auto elettrica. Solo chi è veramente curioso (e son pochi) e va ad approfondire per cui vede che si incendiamo molte più auto a benzina che elettriche e che anche se fosse caduto un autobus a benzina si sarebbe incendiato lo stesso, anzi magari sarebbe pure esploso o che il motore elettrico è molto più efficiente di quello a benzina altrimenti i treni li farebbero tutti ancora a nafta allora dicevo solo chi va a fondo delle cose allora può capire. Ma è indipendente dal titolo di studio può avere anche la 5a elementare, non c’entra nulla.

  6. Legare il titolo di studio alla presunta sapienza o ignoranza di una persona è veramente assurdo, nel 2023. E pubblicare una e-mail di chi lo afferma mi sa tanto di clickbait e non di utile discussione (e infatti è uno degli articoli più commentati in così poco tempo). Una laurea (e lo dico da laureato e abilitato a una libera professione) non comprova di certo la sapienza e preparazione di chi l’ha conseguita, e al contrario avere solo un diploma di scuola media superiore o inferiore non significa essere ignoranti. Questo automatismo è semplicemente senza senso. Detto questo insultare chi, ad oggi, preferisce un’auto termica a una BEV di sicuro non servirà a fargli avvicinare a questa tipologia di auto (coi relativi pregi e difetti), ma anzi li respingerà ancor di più, quindi attribuire a chi non vuole un’auto elettrica (per di più una Spring che per costare “relativamente” poco ha dei limiti e difetti evidentissimi) l’epiteto di “ignorante che si fa influenzare dai media” è, oltre che falso e da maleducati, anche controproducente per la “causa” dei “pro-BEV”. Questo atteggiamento è tipico delle “sette” in cui una minoranza di persone afferma di aver capito la (presunta) “verità” e insulta chi invece non l’avrebbero ancora capita. Ricorda molto la “setta” tecnologica dei pro “APPLE” contro chi usava più prosaicamente Microsoft.
    Vabbeh, fatta questa premessa, se proprio vogliamo parlare di ecologia, dando pure per buono che l’auto elettrica nel suo integrale ciclo vita di 15-20 anni emetta significativamente meno CO2 di una termica o ibrida (ma ci son studi che lo contestano, ma ripeto diamolo per assodato), questo non significa granché, dal punto di vista ambientale, visto che le emissioni di CO2 di ciascuno di noi non si limitano a quelle derivanti da trasporto su auto privata. I modi per limitare la propria carbon footprint sono molteplici. Io posso vivere in modo molto meno impattante (e da molti anni, da ben prima che esistessero le auto elettriche di massa) di chi guida un’auto elettrica, pur avendo un’auto a benzina. Posso per esempio avere un’auto a benzina leggera e aerodinamica, e limitare le emissioni allo stesso modo, o anche di più, di chi guida un pesante SUV elettrico, limitando molto i km percorso all’anno, privilegiando, quando possibile, il trasporto pubblico o la bicicletta, tenendo 17-19° in casa d’inverno (usando fonti di riscaldamento a ciclo zero di CO2 come la legna o il pellet a km0 in abbinamento, eventuale, a un ottimo isolamento termico dell’edificio), evitando di usare voli aerei per vacanze e turismo, privilegiando località turistiche raggiungibili in treno e più vicine a casa, facendo attività di svago e sport che non comportano spostamenti lunghi, ovvero utilizzando i mezzi pubblici o la bici per questo tipo di spostamenti, e infine privilegiando l’acquisto di alimentari, e quant’altro, a km zero (riducendo il consumo di carni da allevamenti intensivi ed evitando l’acquisto di acque minerali in bottiglie di plastica a favore di quella di rubinetto o delle casette dell’acqua, ovvero acquistando da chi consegna a casa l’acqua in vetro ritirando poi i vuoti). Quindi l’utilizzatore di auto BEV da 1,6 tonnellate che fa la morale sull’ecologismo a chi guida un’auto termica, così a prescindere da sapere che stile di vita adotta, è assurdo. L’ecologia e la riduzione delle proprie emissioni di CO2 si fa in tanti modi, e non solo guidando un’auto elettrica. Se quello che guida l’auto elettrica poi prende l’auto anche per fare 2 km, si fa 5/10.000 km in auto per spostamenti evitabili (usando bici, treno e mezzi pubblici vari), si fa le sue vacanze estive e weekend vari in aereo, spara il riscaldamento domestico a 22° d’inverno e il raffrescamento a 23° d’estate, ecc. ecc. ecc. la sua riduzione di CO2 dovuta all’uso di una BEV sarà ampiamente compensata da altri comportamenti e stile di vita.
    Saluti

    • Per questo suggerivo pocanzi che una tassazione giusta sarebbe sulla co2 prodotta, in modo neutrale. Intanto una tassazione sulla co2 prodotta in fase di produzione, quindi una tassazione sulla co2 prodotta in fase d’utilizzo. Così sarebbe equo. Se tu acquisti un’auto elettrica ma fai 6 volte il numero di km che faccio io con un’auto a benzina allora alla fine emettiamo la stessa co2 e quindi dovremmo pagare complessivamente le stesse accise. Ma se ragionassimo in questo modo le elettriche costerebbero molto di più, e quindi è inutile parlarne …

      Per inciso Macron nel suo programma di incentivi e disincentivi (estremamente diverso da quanto da me proposto) una cosa di recente l’ha fatta, ovvero ha appena iniziato (non so se è già partita o partirà a brevissimo) a considerare la co2 prodotta in fase di produzione dell’auto, arrivando così a penalizzare le elettriche made in China. Mi sa che i teslari francesi a breve potranno permettersi solo la Model Y e non la Model 3, così come la Spring è stata penalizzata.

      • Non confondiamo però accise con incentivi/disincentivi perché sono cose diverse e hanno scopi molto diversi

      • Visto che fai l’equo a voler tassare anche la co2 emessa per produrre le auto, poi però fai il super equo e tassami anche le emissioni di particolato e altre polveri sottili. A queste condizioni ti pago più che volentieri la co2 prodotta per farmi fare l’auto elettrica. Sennò finiamo sempre che nel ciclo della co2 delle bev si conteggia anche l’aria respirata dagli operai che la assemblano, mentre per le ICE pare che il petrolio inquini solo quando è dentro al serbatoio, ne prima ne dopo.

        • l’idea di tassare il CO2 emesso al km però non sarebbe tanto male. L’hanno proposta in molti: è la Carbon Tax, e si può applicare ad ogni prodotto. Ovviamente andrebbe scalata la Carbon Tax del prodotto che sostituisce che dovrebbe essere trasferita al nuovo proprietario, se viene rivenduta.

          Per quanto riguarda come calcolarla, ci sono degli standard per il calcolo sulla base della LCA di un prodotto, l’ISO 14040, per esempio. https://www.iso.org/standard/37456.html , e dei software fatti apposta che rendono il calcolo abbastanza automatico.

          Il problema è come conteggiare la produzione di energia al km. Qui dove vivo io per esempio alimentare una BEV (Battery Electric Vehicle) dall’impianto di casa produce, in media più CO2 che usare un ICEV (Internal Combustion Engine Vehicle). Sia chiaro: si tratta di uno dei pochi casi in Europa ma purtroppo QUI è così, ed è uno dei motivi, sebbene non il principale, per cui non ho comprato un’elettrica ma mi tengo la mia Kia Picanto di 4 anni, con cui percorro 2-3000 km all’anno. Per il resto, ovunque posso, uso una ebike, mentre aspetto che il mercato evolva in modo da permettermi di comprare una BEV (e di elimentarlo a rinnovabili).

    • Enjoyash immagina se anche chi guida una BEV SUV la utilizzasse come tu proponi, aggiungiamoci che fotovoltaico e pompa di calore sono sicuramente ancora meno impattanti di legna/pellet e vedrai che forse passare all’elettrificazione è molto meno impattante a lungo termine.
      Il problema vero non è l’elettrificazione della società ma i capitali per sostenere questo passaggio e i governi italiani non sono proprio bravi ad aiutare i cittadini che più ne avrebbero bisogno. Ad esempio un’idea che poteva essere buona come il 110% è stato usato per la maggior parte da soggetti che ne potevano fare a meno e che adesso, con molta probabilità, usano quelle liquidità risparmiate per seguire uno stile di vita non proprio ecologico.
      In ogni caso da poche ore è stata presentata la nuova eC3 che con un prezzo d’attacco di 23.9k€ (in attesa della versione da 19.9k€) meno gli incentivi inizia ad essere interessante tenuto conto che monta batterie LFP e promette 320 km di autonomia con ciclo WLTP, ovvero come un’auto a metano.
      Che ne dite per chi sta valutando una nuova auto potrà essere una valida alternativa ad una Panda? Oppure aspettiamo la nuova Panda che si baserà sulla stessa piattaforma?
      Ragazzi, non vi rendete conto che mese dopo mese il grimaldello del differenziale di prezzo, per smontare la bontà di una BEV, sta venendo meno? Così come le autonomie?
      Una Polo TGI di listino parte da 25.400,00 €, una Dacia Sandero StreeWay GPL parte da 14.450 €. Metteteci gli sconti che volete ma è evidente come il 2024 si prospetta l’anno della svolta.
      Poi per carità, molti marchi manterranno alti i prezzi delle BEV più gradite e probabilmente abbasseranno i prezzi delle ICE che vorranno levarsi dai piedi, ma questo è un segnale del cambiamento di rotta.

      • Scusate io non faccio testo come statistica ma anche voi a generalizzare siete fenomeni, molta gente ,tanti amici che fanno una vita simile alla mia (1500/2000 km mese medi, con lunghi tiri 7/800km sovente) non sopportano i tempi e gli obblighi che attualmente l’elettrica impone
        Sono possessore (oltre all’auto aziendale con cui aggiungo altri 1500 al mese) di una yaris cross che con un pieno fa, andando allegri 850/880 km pieno e andando tranquilli sfiora i 1000 pieno , ditemi perché ad oggi dovrei rinunciarci?

        • Anche lei sta generalizzando la sua esperienza individuale. Le ricordo che la percorrenza media di un automobilista italiano è di 12.000 km all’anno, cioè 1.000 km al mese, cioè circa 33 km al giorno.

          • Non sono d’accordo perché ho premesso che io non faccio statistica , quindi de facto non ho generalizzato , comunque , e vi prego di tenerlo in considerazione , il gruppo di persone con cui interagiscono costantemente appartengono tutti alla fascia 1500/2500 km mese , poi anche detto gruppo ovviamente non fa statistica ma esiste

          • Abbiamo sempre scritto che manca al momento una soluzione auto elettrica-ricarica alla portata dei redditi medi e medio-bassi

        • Yaris Cross di mio papà (pensionato, guida tranquilla) sta tra 4,8 e 5,2 l/100 km, il primo in estate e il secondo in inverno, che con un serbatoio di 36 litri fanno un range di 690-750 km reali.
          Per fare 850 o addirittura 1000 km bisogna usare tecniche da hypermiler o fare un tipo di strada particolare (anche fare pochi viaggi lunghi rispetto a tanti viaggi corti aiuta).
          La Yaris cross è un’ottima auto ma passando dalla mia elettrica alla Yaris non la cambierei mai per prestazioni e comfort, e ho usato per un paio di anni una Corolla Hybrid quando lavoravo all’ estero ma non mi è dispiaciuto affatto passare all’ elettrico, tutto un altro mondo.
          Quindi per rispondere alla domanda: la Yaris Cross è un’ auto nuova e a basso impatto ambientale e non ha senso sostituirla ora, la questione si porrà quando avrà fatto la sua vita, non vedo per quale ragione si stia ponendo il problema di rinunciarci.

    • Aggiungerei: quanti abitanti ha la Francia? Quante colonnine di ricarica vi sono attive in Francia e quanti in Italia?

      • In Francia la popolazione è di poco superiore, le auto elettriche sono quattro volte tanto, ci sono 15,8 colonnine ogni 100 auto elettriche, un terzo in meno che in Italia, dove sono 21 ogni 100 auto elettriche. Soddisfatto?

      • La popolazione francese a fine 2021 risultava essere di 8.5 mln di persone in piu di quella italica. Attualmente credo che il dato sia ancora naggiore come differenziale

  7. Mi permetta di dissentire completamente !!! .Prima di tutto confermo di NON essere ignorante in materia e di non farmi influenzare dai media. So pensare con la mia testa e soprattutto so farmi i conti . Ho anche la fortuna , se mai lo volessi di potermi permettere un auto elettrica malgrado i costi ma ho fatto le mie valutazioni e al momento per vari motivi che non stò sicuramente a ri-elencare non la ritengo conveniente. Quindi per favore facciamo meno gli sbruffoni e trattare chi non la pensa come voi come se fosse un cittadino di serie B o C . tenetevi le vostre auto a batteria ..poi come dice un vecchio detto ” il tempo è galantuomo” fra un po’ di anni ne riparliamo…..

    • “il tempo è galantuomo” fra un po’ di anni ne riparliamo”

      Ecco appunto, dal punto di vista storico il tempo ha sempre dato ragione all’ evoluzione tecnologica, che in questo caso è rafforzata dalla crisi climatica e dal progressivo esaurimento delle fonti fossili. Ma sono sicuro che lei considera questi due temi dei dettagli trascurabili.

    • Lei fa lo sbruffone fin dal suo primo commento (marzo 2020) quando scriveva “Prezzi auto elettriche fuori range !! poi tutte stè seghe mentali per raggiungere la destinazione !! Mi viene l’ ansia solo a pensarci. Ho due auto a GPL e una Diesel . Auto a GPL per sempre” e ancora si firmava per esteso Giovanni Perottino. Da allora stiamo ancora aspettando che ci “ri-elenchi” i “vari motivi” per i quali ritiene non conveniente l’auto elettrica. Quando i suoi conti usciranno dalla sua testa e saranno disponibili, potremo giudicare se non è un ignorante in materia e non si fa influenzare dai media.

  8. Veramente credete che se in Italia non si vendono auto elettriche questo è solo per ignoranza e cattiva informazione? Il confronto tra la dacia spring e la panda ibrida(che di ibrido ha solo il nome) non regge perchè la panda è un’auto che eventualmente può essere utilizzata come unica auto di famiglia, la dacia spring no e qui si chiude il confronto. In Francia la vendono perchè i francesi comprano quasi solo auto francesi, mica come noi italiani che siamo i primi a schifare le auto italiane per poi lamentarsi che non vengono più prodotte auto in Italia, e la dacia è vista come un prodotto francese; se la dacia fosse stata veramente rumena o del gruppo Volkswagen avrebbe veduto una miseria.

  9. Credo che questo atteggiamento non aiuta. Col massimo rispetto e senza offendere nessuno, spero che il mio commento venga pubblicato anche se di orientamento opposto a quanto esposti in tesi. E porterò dei numeri a sostegno del mio ragionamento e non delle impressioni perché, aldilà dell’esperienza personale, non ci sono numeri a sostegno della tesi che gli italiani sono più ignoranti dei francesi e la tesi sulla libertà di informazione non è una prova, mi spiace.

    Intanto si parte da un assunto che è falso: non solo la Spring costa di più di una Panda (dopotutto basta guardare su AutoScout24 i prezzi reali delle auto nuove e km 0, magari escludendo quelle regioni che offrono incentivi ai residenti) ma è anche vero che sono auto diverse, la prima è un’auto tuttofare che presenta bassi costi di manutenzione e che resiste per anni, la seconda è un’auto con limitata autonomia e prestazioni, tanto da rientrare in quei pochi casi in cui viene surclassata dall’auto termica pure in accelerazione: 0-100 in 14.7″ per la Panda contro i 19.1″ per la Spring, velocità massima 155 contro 125 (e se si attiva la modalità eco è capace di fare pure peggio).

    Secondo aspetto: la Dacia Spring non risulta nella top 10 delle auto più vendute, visto che tra i primi 6 modelli più venduti non ci sono elettriche e solo al settimo posto troviamo una Peugeot 208 elettrica, mentre la Model Y è ferma al nono posto assoluto. I francesi, come noi, preferiscono altri modelli della Dacia, come la Sandero e la Duster per non parlare di Renault Clio e Captur, che nei primi 9 mesi di quest’anno hanno surclassato le elettriche. Almeno stando a questo articolo: https://www.autouserguide.com/blogs/2023-top-10-best-selling-cars-in-france-experts-review/ Ma comunque tra le elettriche in Francia fa capolino anche la Dacia. Perché ha più successo che da noi? Perché in Francia (forse per un diverso tipo di incentivo) è possibile prendere un noleggio a lungo termine di 3 anni pagando 79 euro/mese, manutenzione inclusa. E l’anticipo? Zero. Da noi sono 112 €/mese e anticipo di 6200 €. Embè, cambia un po’ no? Non è proprio uguale uguale, sbaglio?

    Terzo aspetto. In Francia l’elettricità costa molto meno che da noi. A titolo di esempio, Ionity in Francia costa 0.59 €/kWh, da noi 0.79 €/kWh, quindi oltre un terzo in più. Mica poco.

    Quarto aspetto. I francesi guadagnano 10000 euro in più all’anno rispetto a noi [ https://www.wallstreetitalia.com/stipendi-italiani-in-media-i-francesi-guadagnano-10-mila-euro-in-piu-allanno-i-tedeschi-15-mila/ ]

    • Non fare la vittima Enzo. Intervieni su questa pagina dal 7 settembre 2020, quando ti firmavi simpaticamente Vaidiesel. E da allora ad oggi abbiamo pubblicato 4.882 tuoi commenti. Tutti puntigliosamente di “orientamento opposto” al nostro.

        • Quello che pensiamo, l’abbiamo scritto nell’articolo che stiamo commentando. Enzo pensa che la scarsa diffusione dell’auto elettrica in Italia dipenda da fattori oggettivi (reddito medio, limiti tecnologici e di utulizzo). Noi pensiamo invece che dipenda soprattutto dalla disinformazione e dalle campagne di contro informazione dei nostri media. Che sia un’anomalia in Europa è fuori discussione: lo dicono i numeri

    • Segnalo che la Spring è stata aggiornata (versione Extreme 65Cv, solo di poco più cara e con caricatore veloce incluso) con accelerazione 0-100 in 13,7 secondi, più piacevole all’uso e pronta nei sorpassi

      ====

      più che prezzo di elettricità in bolletta, mi pare analogo al nostro nonostante i sussidi statali, al limite parlerei di diverse tariffe applicate alle colonnine

      citano 110 miliardi (?!) di scudo statale francese in 2 anni per calmierare i prezzi in bolletta (immagino riferiti a elettricità + gas)
      https://euractiv.it/section/capitali/news/francia-il-prezzo-della-luce-aumentera-del-10/

      ====

      oltre gli elementi condivisibili della tua lista, non scorderei di aggiungere:

      – da noi governo debole che si ripiega su interessi vigenti, osteggiando la transizione (provvedimenti amministrativi in ritardo, incompleti, sabotati, mancanza di piano strategico e supporto, dichiarazioni avverse, etc), come indirettamente confermato anche da parte della tua lista (gestione incentivi, e tariffe colonnine, che lo so sono private, ma i modi si trovano)

      – la assidua pubblicità ideologica contraria che abbiamo da anni in tv e sui media (vedi alcuni interventi sottostanti), che trova terreno più fertile da noi anche grazie al punto precedente, c’è un rinforzo ideologico e un supporto a permettere il marketing avverso (anche in tv, sono spazi di visisbilità regolati con cura, non lasciati al caso)

      ===

      Non è che siamo necessariamente stupidi,
      ma anche il “clima” (vedi ad es. praticamente l’invito pubblico a occupare le colonnine di ricarica con auto termiche, in assenza di circolari chiare per le autorità locali, anzi il non detto a non sanzionare) e la comunicazione (dubbi , paure, incertezze, scossoni di tariffe) psicologicamente un po’ pesano nelle valutazioni di aquisto

      A me piace pensare che ci siano molti italiani che stanno solo aspettando ( facendo durare un usato termico) che infrastruttura e listini si perfezionino

      Ma anche ne vedo molti che continuano a comprare (o forse sono leasing?) auto termiche nuove (e costose) ogni pochi anni e altri che simpatizzano per le campagne polarizzanti.. mah

      Insomma situazione variegata

      =====

      WHAT IF

      in assenza di questo contorno avverso che vuole dividere e cerca di saturare i canali di comunicazione con pubblicità negativa, anche in italia forse avremno avuto entusiasmo generalizzato (non plarizzato come ora) per le BEV, sia pure per molti aspettando il momento proprizio per comprarle a miglior prezzo, per il fattore stipendi che citavi

      e nel modo del lavoro si sarebbe corso con creatività per farne un’occasione (creazione di servizi, supporto, filiera, etc) come forse sapremmo fare se ci fosse un quadro amministrativo più favorevole ?

      • So che è uscita la nuova Spring da poche settimane, chiaramente l’analisi dei dati di vendita fa riferimento al vecchio modello. Per il resto condivido tutto, l’amministrazione francese è stata più brava a strutturare gli incentivi in modo che siano premianti, non a caso Macron è stato eletto con un programma, che ha attuato, di promuovere l’auto elettrica con una spesa di 100 euro al mese (ovviamente la scelta è limitata ai modelli più economici). Ecco, avrei preferito un’analisi precisa sul programma di incentivi francesi contro quelli italiani piuttosto che invece puntare il dito sugli italiani come se passassimo la vita a rivedere le puntate di Porro e sulla presunta disinformazione in Italia. Ho guidato fino a 4 anni fa solo auto a gpl o metano, non sono riuscito a convincere mai nessuno (tranne una collega) a fare altrettanto. E non c’era né Porro né un giornale italiano o neanche un fumetto che abbia mai parlato male delle auto gpl o metano, anzi, direi il contrario.

        • Beh, ora ci sono. Se vuoi ti faccio un elenco completo. E ci sono i partiti politici anti elettrico e anti ambientalisti che fanno il pieno di volti. Collega i puntini e scoprirai la differenza fra la politica sull’auto elettrica della Francia e dell’Italia.

          • Massimo indubbiamente ci sono ma tanto le persone non comprano quello che gli dice la tv o peggio la politica ma quello che gli dice la testa. Diversamente cammineremmo tutti a gpl e nessuno acquisterebbe auto cinesi. Io non vedo nessuna differenza tra la penetrazione in Italia di auto gpl e auto elettriche, dove queste ultime sono penalizzate da un maggior prezzo d’acquisto. Gli incentivi italiani sono peggiori di quelli francesi? Certamente sì, è verissimo. Ma sono anche migliore di quelli attuali tedeschi che oggi offrono max 3000 euro (e non fino a 5000 euro come noi, oltre incentivi regionali) e solo per le vetture fino a 40000 euro (e non fino a 42700 euro come noi) e solo ai privati (come noi). Certo, in passato i loro erano migliori, ma hanno anche una cassa diversa. Onestamente a meno che non troviamo una miniera d’oro non sarei felice di un aumento degli incentivi all’auto elettrica (e sì che mi farebbero comodo, e non scherzo): se penso ai tempi di attesa della sanità pubblica, un qualunque sforzo extra dell’Italia andrebbe fatto sul fronte sanitario, le auto elettriche scenderanno di prezzo da sole e se ne venderanno di più nei prossimi anni anche da noi, ne sono convinto, a breve anche la Panda andrà in pensione per lasciare spazio alla versione elettrica … la strada è tracciata.

          • Enzo in risposta al tuo commento del 17 Ottobre 2023 at 13:13,
            se proprio volevano i soldi non spesi per gli incentivi alle auto elettriche invece di dirottarle alle ICE le potevano dirottare alla Sanità Pubblica e all’istruzione. Oppure se sono fondi legati alla decarbonizzazione allora passiamoli alla riqualificazione energetica incentivando le Pompe di Calore.
            Io da cittadino l’avrei approvato. Ma passare questi fondi dalle BEV alle ICE non ci sto.

        • Un articolo che compari all aquisto gli incentivi nostri e quelli francesi (2023) in effetti serebbe interessante

          magari anche quelli tedeschi (mi pare incentivino anche le elettriche usate? come in america)

          una parte gagliarda degli lincentivi Francesi 2023 è che tramite il malus sulle termiche a emissioni non basse ci finanziano il bonus sulle elettriche, questo taglia le gambe a ogni polemica

          da noi forse non si può fare, petrolieri e costruttori (a partire da Stellantis) per ora non gradirebbero se gli togli l’incentivo alle vendite del termico nel recinto italiano (e spagnolo?), anzi se gliele gravi di un malus, e il governo non ha la forza/volontà di imporre una linea diversa come in Francia

          ma parlarne sarebbe lo stesso interessante, anche fare quattro conti 🙂

          • Scusa ma resto scettico sul tagliare le gambe a ogni polemica, la vulgata sarebbe che vogliono mandare a piedi i poveri per agevolare i ricchi, e già mi pare che ci stiano marciando bene su questa argomentazione.

    • Enzo, buon dì
      io sono del parere che al posto degli incentivi servono i disincentivi crescenti all’acquisto delle auto più inquinanti e con consumi più elevati. In poche parole più inquini e consumi più paghi.
      Partendo da quest’assunto potrebbe essere prevista una tantum sull’acquisto di auto nuove ed usate in fase d’immatricolazione e cambio di proprietà (in quest’ultimo caso con importi ridotti).
      Questa strada, già percorsa in Francia, è quella più semplice e che invece di far uscire danari dalle casse dello Stato li fa entrare. Si potrebbe iniziare in maniera graduale con incrementi annuali e questo darebbe subito i suoi risultati. Avremo auto che tenderanno a consumare ed inquinare meno senza l’introduzione del regolamento Euro 7 ma soprattutto molte più persone valuterebbero l’elettrico.
      In aggiunta eliminerei ogni forma d’incentivo all’acquisto di auto termiche o al massimo che non superino la soglia dei 60 CO2 (g/km) e lascerei l’attuale formula per le elettriche, al più le Regioni che volessero incentivare dovrebbero agganciarsi al meccanismo nazionale incrementando i fondi per la quota parte destinata ai propri cittadini ad esempio prevedendo ulteriori 1k€ senza rottamazione + 1k€ con rottamazione. Così facendo si eliminerebbero cervellotici ed inefficienti meccanismi d’incentivazione Regionale che sono stati tanto discussi da Nord a Sud dello stivale.

      • In realtà c’è già. In Italia abbiamo ecomalus (per le auto che emettono oltre 190 g di co2/km) e superbollo, per le auto con oltre 250 cv. Non a caso le auto potenti sono sparite dal listino. La Francia c’ha copiato adesso, in ritardo, facendo forse qualcosa di più forte ma che penalizza solo le auto molto potenti che da noi in Italia già oggi non compra nessuno (quindi un identico provvedimento non avrebbe effetto). Io sono favorevole ad una penalizzazione delle auto più inquinanti ma solo se all’interno di una revisione di bollo, superbollo e accise oltre ai km effettivamente prodotti, non si possono continuare a sovratassare ogni anno con nuove tasse i veicoli con motori a scoppio che già oggi pagano in Europa più accise di qualunque altro europeo. Il problema è che se si applicasse questo ragionamento, le elettriche verrebbero tassate e neanche poco. Se si guarda ad una tassa sulla co2 in modo tecnologicamente neutro infatti andrebbe introdotta una tassa all’atto dell’acquisto di un veicolo nuovo proporzionale alla co2 prodotta per la costruzione del veicolo (e quindi l’elettrico pagherebbe più dell’auto a benzina) e poi una tassa per la co2 prodotta per ogni km percorso (e qui le auto a benzina già pagano le accise mentre le auto elettriche no, pur emettendo co2 per camminare sebbene in misura molto minore rispetto alle auto a benzina). A livello di tasse e accise, dunque, le stesse andrebbero riviste per far in modo che il punto di pareggio delle stesse (in euro) corrisponda al punto di pareggio della co2 prodotta che oggi avviene intorno ai 70000 km in base al modello e solo dopo le elettriche dovrebbero iniziare a pagare un po’ meno, finendo, a fine vita, per pagare solo un terzo complessivamente di tasse perché hanno emesso solo un terzo della co2. Come vedi si apre un discorso molto pericoloso …

        • 190g/km è come non metterlo. Proviamo ad abbassarlo a 100 e riparliamone, e diciamo che sopra i 200 smetti proprio di circolare.

          • 190gr/km:

            sono 12,6 km al litro di benzina (emissioni misurate senza contare la filiera del carburante, nle gergo: Tank-To-Wheel), prenderebbe l’incentivo anche un alfa-romeo anni 1980-90 a carburatori

            Well-To-Tank sono 15,6 km al litro, e anche qui ci rientrano macchinoni termici, specie con i dati “ufficiali” di omologazione un po’ ottimistici

        • Ciao Enzo,
          ci torniamo spesso: il punto di pareggio ad oggi “mediamente” è a 30.000.km,
          come discutemmo insieme sul sito GreenCap (ma anche altri aggiornati), e con le batterie prodotte in europa nel 2024 scenderà ancora

          quanto agli incentivi Francesi, non direi che copiano i nostri (i nostri di fatto incentivano le auto termiche nella fascia più comune dei consumi, con il paradosso che diamo più incentivi all termiche che alle elettriche)

          quelli francesi sono molto radicali, ricordo un post di Alessandro, si parlava di migliaia di euro di malus per i modelli termici, e che crescevano rapidamente sino a valori notevoli; e allo stesso tempo il bonus sulle elettriche è alto (sino 7000e ?)

          comunque,
          per me sarebeb positivo se da noi venisse fatto un meccanismo bouns / malus tarato su Co2 produzione e Co2 utiizzo, fatto bene, senza distorsioni, che quindi aiuti prima e di più le utilitarie e le auto di taglia media a basse emisioni complessive (le elettriche e qualche utlitaria idrida più riuscita delle altre)

          fatto bene pero, ci vorrebbe la volontà politica..invece sento che stanno parlando di fare qualcosa in chiave di favore in generale Stellantis (termiche comprese) con la scusa del rischio invasione cinese

          cosa potrebbe mai andare male se lo schem adi incentivi preparano i tecnici di Salvino o degli altri al governo, che per ora preferiscono ossequiare le veccchie produzioni ? eh

          • guarda, non discuto il punto di pareggio, per me è ok anche 30.000 euro, mi riferivo al principio della tassazione e della co2. Tu scrivi “per me sarebeb positivo se da noi venisse fatto un meccanismo bouns / malus tarato su Co2 produzione e Co2 utiizzo, fatto bene, senza distorsioni, che quindi aiuti prima e di più le utilitarie e le auto di taglia media a basse emisioni complessive (le elettriche e qualche utlitaria idrida più riuscita delle altre)”. Concordo al 100%, il problema è che se lo fai le elettriche finiscono per costare molto di più delle auto a benzina, indubbiamente, perché tutta la co2 emessa ad oggi non solo non è tassata ma prendono anche gli incentivi. In un approccio tecnologicamente neutro, che tassa le auto per ogni grammo di co2 emesso dalla culla alla bara, penalizzerebbe le auto elettriche, senza se e senza ma.

          • @Leonardo. Se tu tassi un grammo di co2 talmente tanto da far sì che un litro di benzina arriva a costa 4 €, allora è estremamente probabile che le auto elettriche nuove arriverebbero a costare talmente tanto (a causa della tassazione sulla co2 prodotta in fase di acquisto, con pari costo per grammi di co2 emessa) che alla fine se le potrebbero permettere solo qualche migliaio di persona in Italia …

          • @Enzo lo stesso della CO2 emessa per produrre le batterie: se il punto di pareggio è a 30.000 km e poi a svantaggio delle termiche.

            In ogni caso:
            1 litro di benzina emette 2420 grammi quando combusto e 720 grammi per produrlo = 3140 g/l
            1 litro di gasolio emette 2670 grammi quando combusto e 640 grammi per produrlo = 3310 g/l

            In ogni caso se il punto di pareggio è a 30.000 km il costo in più sull’acquisto dell’ auto elettrica sarebbe praticamente azzerato arrivato ai 30.000 km

          • Se rifai i conti (per curiosità qualche volta li ho fatti) anche con Co2 di produzione, le elettriche continuano ad essere molto favorite

            è la base di tanti report tecnici e scientifici, la rimetteiamo in discussione ogni volta?

            Già il punto di pareggio chilometrico ti da un indizio

            Ma anche un raffronto a spanne:

            costruire un auto sono 8-10-14 tollennate (elettrica circa +4) ma poi usandola: se è termica emette altre 40-50-60 tonnellate, elettrica solo 10-12-15

            perdi il vantaggio, vai a pari, solo se fai chilometraggi esageratemente bassi, simbolici, ma quante auto vanno solo 30.000 km prima di essere rottamate?

            Piìù ceh altro, se aggiugiamo la Co2 in fase di produzione, andremo a premiare più di adesso le elettriche di taglia più compatta, sarebbe anche corretto

  10. Questo capita in un paese dove si incentivano le auto a ” bassa emissione di CO2″ e non a zero emissione come in Francia.

  11. Il 4% di geni poliedrici hanno comprato il Dyson con le ruote e il 96% di bifolchi illetterati che spesso ascoltano quel subdolo mentore di Porro hanno comprato un’auto normale.
    Che fenomeni che siete, se non ci foste occorrerebbe inventarvi. Circa i ghiacciai che si sciolgono per colpa della Panda ci sono ottimi psichiatri.

      • Caro Sig. Massimo,
        Caro Sig. Massimo,
        lasci stare gli odiatori seriali che abbracciano l’efficienza del 24-30% dei motori ICE rispetto al 90%
        e piu’ di motori elettrici preferendo le sensazioni di onnipotenza che regala una qualsiasi ICE portata al limitatore
        ed affumicare i propri figli e nipoti con macchine diesel a cui han tolto il FAP per evitare di mettere UREA.

        Lasci stare gli odiatori seriali che insistono sul postulato che tutti gli automobilisti percorrono 500km al giorno
        e che quindi la ricarica toglie tempo essenziale alla vita (rispetto ai dati ISTAT che dicono che il 49.6% degli Italiani usa la macchina per percorsi urbani 2-10km
        e solo il 2.2% fa piu’ di 50km -dati 2022-)
        e che sono felici di consumare 12km/l (dati alla mano di una 500L 1.4 90cv nuova 2022) regalando in inefficienza soldi a stato e grandi sorelle,
        rispetto una qualsiasi macchina elettrica che fa 80km/l equivalente che chi ha poi la fortuna di caricare a casa o in ufficio a tariffe
        agevolate (o in colonnine HPC qualche volta a tariffe elevate), incomincia ad essere non solo conveninte ma anche rivoluzionario – prodursi il carburante in casa, chi non lo ha pensato?.

        Facciamoci pagare le accise da questa maggioranza di signori che non ha ancora capito che la macchina (sia essa ICE o meno) non e’ una rendita ma una perdita se si considera il capitale iniziale,
        le tasse ed il TAEG oltre manutenzione ed usura.
        In questo le Elettriche hanno performance migliori in termini economici rispetto le ICE in quanto, considerando il capitale iniziale,
        gli incentivi e i tassi inferiori permettono, a mio avviso, di perdere meno (ma da considerare sempre una perdita economica… mai un investimento) e che se sfortunatamente la batteria
        arrivasse a fine vita (280.000km per arrivare all’ 80% della capacita’ iniziale per limiti della chimica inferiore al decadimento delle componenti meccanici di una ICE) e le cui batterie possono essere riutilizzate
        (una volta smantellate e per buona pace dell’ economia circolare – ebay e’ pieno di inserizioni) per accumulo.

        Insomma Lasciamoli crogiolarsi nelle loro false certezze e approfittiamone finche possiamo.

  12. Che l’ignoranza dilagante sia una brutta bestia, son assolutamente d’accordo, che non aiuta… Anche.. E sicuramente una dose aiuta le cavolate sulle bev…
    Pero in giro parlando con le persone tutta sta dose di scempiaggini non le vedo, non ai livelli di cui stiamo parlando almeno, si qualcuno che ancora pensa che non si riciclano le batterie ma si risolve facile spiegandoglielo, fin ora giusto una persona di tale livello ho incontrato, ho rinunciato presto a mettergli le cose in prospettiva (10km tra andata e ritorno da lavoro) ma uno su decine e decine di persone in un paio di anni abbondanti.. Piuttosto tanti che “si ma ora come ora costano un po troppo e non son sicuro valga la pena per quei soldi”, mai nessuno preoccupato per la sicurezza, o l’affidabilità dei motori o delle velocità o sprint… Semplicemente tanti non han sbatta di ricordarsi di attaccare ogni sera in carica col patema che va giù la corrente e il giorno dopo arrivano tardi per caricare alla colonnina.

    Peronalissima opinione, perché si vedono più Fiat che spring… Per più di un motivo… Da una parte hai Milano con un milione di pendolari che di punto in bianco ha detto ciaone all’auto presa 5/6 anni prima e o hai ibrido o non entri.. Si euro 6 ma sai già che ti fottono tempo altri 3 anni massimo 4..ibrido è meno un azzardo magari fai a tempo ad andare in pensione, gli stessi pendolari dei 150km mal contati invernali della spring si mettono a ridere. Mettici che tutte le più grandi città han adottato o han promesso di farlo brevissimo misure del genere… 8mila Fiat sembrano anche poche.
    Non ho la più pallida idea di come sia la Fiat ibrida, non seguo termiche da tempo e ibride tantomeno, ma oggettivamente, oggi, la spring è la peggior elettrica che si possa comprare sotto tanti punti di vista.. Carica fast optional, batteria non climatizzata, è una delle prime elettriche nate dal boom elettrico ed era già vecchia quando è uscita (giocoforza tenere i prezzi bassi), pompa di calore nemmeno se ne parlava quando è uscita, per nulla togliere a chi sela e portata a casa con i giga incentivi di due anni fa, quello era il suo valore e nulla più.

    Poi si tra le persone con cui parlo cenè diversi con elettrica, chi contento, chi molto contento chi ultra contento, stranamente tutti con tesla, tutte long range.. ma ahimè con tanta gelosia nessuno di questi rappresenta il ceto medio italiano.

    • “Semplicemente tanti non han sbatta di ricordarsi di attaccare ogni sera in carica col patema che va giù la corrente e il giorno dopo ”

      Questa di certo è da mettere nel campionato delle pigrizie mentali che contribuiscono al declino costante e inesorabile del Paese, un Paese che va a patemi anziché affrontare la realtà per quella che è.

      • Ma infatti il problema non è l’ignoranza, è il menefreghismo. Molti dei contrari capiscono benissimo che in realtà le BEV sono più efficienti, meno inquinanti, e tutto quel che si sa già. Semplicemente, nel loro piccolo orticello stan bene con l’auto diesel che da poco sbattito, fa 1200km a tratta e permette di fare brumbrum.
        Già non si preoccupano di dopodomani se non per dove andare in vacanza o a cena, figurarsi pensare al futuro misurati in anni di figli, conoscenti o peggio ancora di altri esseri umani sconosciuti.

  13. Le auto elettriche al momento non sono minimamente convenienti da nessun punto di vista, smettetela di dire che una sub utilitaria da 25mila euro e con 150km di autonomia è un affare altrimenti sembra che vi pagano.
    Inoltre non sono nemmeno sostenibili con colonnine ipercare e introvabili. Ci risentiamo quando una utilitaria si troverà a 12mila euro…

    • Sig Francesco, giusto lo scorso martedì sono passato da un concessionario e per curiosità ho fatto un prevertivo per una DR 1.0 EV.
      Lei mi dirà che è una cinesata, ma le posso assicurare che in zona le sto iniziando a vedere come incrocio molti quadricicli leggeri dello XEV YoYo.
      Premetto che non vivo in una metropoli ma in una provincia del centro Italia.
      Il punto è che la DR 1.0 mi sarebbe costata 18k € con la rottamazione. Una panda 13/14k €.
      Ora ho fatto due conti. Solo di Bollo regionale e consumi carburante la Panda hybrid in 5 anni mi costerebbe circa 5.000€ (ipotizzando 1,9€/lt per la benzina).
      La DR per 5 anni è esente da bollo e di energia mi costaterebbe poco meno di 2.000€
      A queste spese si devono aggiungere i tagliandi che per un ICE hanno costi doppi e l’RCA che è leggermente superiore per la Panda.
      A conti fatti io in 5 anni male che mi può andare percorrendo 8.000 km/anno ci andrei pari. Ma dato che io un’auto la tengo per più di 5 anni e che il bollo per la DR dopo 5 anni lo pagherei su 5 dei 20 kW ovvero circa 16€ al posto dei 163€ su 52kW della Panda, mi ritroverei che dal 6° anno la DR 1.0 avrebbe un costo complessivo tra acquisto e gestione inferiore alla Panda.
      Se non piace la DR 1.0 a quel prezzo o forse meno ce la Dacia Spring e se si ha pazienza tra qualche ora verrà presentata la nuova Citroën e-C3.
      Come vede il 2024 promette bene anche per i segmenti A e B, ovvero quello a cui lei fa riferimento.
      Sinceramente anche cercando su autoscout24 una panda nuova a meno di 11k€ non si trova, in più occorre considerare che per quel prezzo si è costretti ad aprire un finanziamento che a conti fatti fa schizzare il prezzo a ben più di 15k€.
      Quindi i conti bisogna farseli prima di sentenziare contro una BEV. Se poi a lei non piacciono, continui tranquillamente a comprare Panda o similari.
      Io nel frattempo guiderò la mia BEV.

      • Si discute di auto, di un mezzo di trasporto che permette di andare dal punto A al punto B senza ansie.
        Il tragitto dell’italiano medio potrebbe essere quello che ho letto e quindi 33km al giorno o meno,però la vita reale non è una media.
        D’estate vado al mare e la meta che a me piace dista 78km, una Dacia spring non sarebbe adatta o comunque non sarei tranquillo.
        Che fare? Devo comprare un’auto da 40mila euro perché d’estate vado al mare? Devo noleggiare l’auto per l’estate? Devo ricaricare sulla spiaggia se la colonnina c’è e funziona? E se non funziona rimango in villeggiatura? 🤣

        • Francesco, le consiglio di informarsi un minimo. Dacia Spring ha un’autonomia reale, testata anche da noi, di 180 km. Sui 78 km del suo percorso verso l’ameno luogo di villeggiatura troverà almeno 10 colonnine di ricarica (scommessa al buio, ma ci indichi il tragitto e potrò dirglielo con esattezza. Mal che vada può ricaricare da una normale presa con il “carichino” in dotazione. Di cosa parliamo?

          • Parliamo del fatto che il blog o sito o quello che è fa il suo lavoro e lo fa in modo egregio, però rifornire 15 euro di benzina ci metto 3 minuti, rifornire la spring con il carichino ci metto 20 ore senza esagerare.
            Inoltre… Dove la trovo per la strada una presa casalinga?
            Ci vediamo quando la situazione migliora,
            Buon lavoro.

          • Dacia Spring ricarica in 40 minuti da colonnina fast in corrente continua a 30 kW; in circa 3 ore da una colonnina in Ac a 7,4 kW; in meno di 6 ore da una normale presa domestica a 3 kW. E ora, per favore, la smetta di sparare dati a casaccio.

          • Con l’auto elettrica spesso non perdi nemmeno quei tre minuti, perché si carica a una colonnina AC mentre sei al mare a sciallartela. Che ci metta tre minuti o tre ore è assolutamente ininfluente.

    • “Le auto elettriche al momento non sono minimamente convenienti da nessun punto di vista, smettetela di dire che una sub utilitaria da 25mila euro e con 150km di autonomia è un affare altrimenti sembra che vi pagano.”

      La mia sub utilitaria ha percorso Bologna-Cesena A/E senza soste di ricarica. È stata presa per sostituire una Fiat Punto (seconda auto di famiglia) e dopo 18 mesi e 16000 km nessuno sente la mancanza di quest’ultima. Ho un foglio di calcolo dove segno ricariche e costi. Solo di “carburante” risparmio 0.10 euro/km. Quindi si…. è vero….. mi pagano…. ma sono le mie scelte a farlo

      • Mi dispiace aver provocato con la mia affermazione scorretta da tutti i punti di vista, non era mia intenzione e mi dispiace.
        Attualmente le auto elettriche economiche o sono per la città o sono per piccoli spostamenti, non porto fonti perché non servono.
        I 150km quando va bene è meno dell’autonomia che si fa con 15 euro di benzina.

    • Utilitaria a 12 mila euro non si trova più neanche a benzina. Non risponda adesso con “eh ma io nel 2013 l’ho pagata…” perché quegli anni sono passati ed è cambiato il mondo dopo il covid

      • La Dacia Sandero costa quella somma, la spring giusto il doppio! Per ammortizzare 12.000 euro serve tantissimo tempo!

        • Dacia Sandero, prezzo di listino 14.500. Dacia Spring, prezzo di listino 21.450. Differenza 6.950 euro. Con incetivi rottamazione
          Dacia Sandero 12.500, Dacia Spring 16.450. Differenza 3.950 euro. Dove sarebbero i suoi 12.000 euro? La sua, Francesco, è disinformazione o provocazione?

          • La ringrazio per le sue spiegazioni, io sono un appassionato di elettrico, fotovoltaico e di nuove tecnologie. Dal basso della mia ignoranza alzo timidamente il mio stupido sguardo e le dico che quando i tempi saranno maturi torno, per il momento rimango nell’ignoranza . In bocca al lupo per tutto.

  14. Bravo Marco!
    È assistente quello che sostengo da qualche tempo.
    La mancanza di istruzione della gente in Italia.
    Magari direi qualcosa in più.
    Visto che spesso sono i maschi a scegliere l’auto e probabilmente influenzano la moglie, compagna o sorella.
    Se non mi sbaglio, il livello di istruzione dei maschi è poco sotto 20%.
    Basta. Per me spiega tutto.

  15. Come dice un famoso cantante: “basta poco per essere intelligenti, basta pensare che son tutti deficienti!”

  16. Io qualche settimana fa ero a cena con degli ingegneri, uno di essi possessore di un’auto elettrica, l’altro docente universitario, entrambi sostenevano che ad oggi per inquinare meno e per risparmiare il mezzo migliore è il diesel.
    Il possessore dell’elettrica stesso riteneva che i vantaggi ambientali e economici ci sono solo se si può ricaricare da casa attraverso i pannelli fotovoltaici (cosa che lui faceva altrimenti non avrebbe preso l’elettrica), ho provato a ribattere che persino la mia ibrida forse inquina meno (faccio 100 km con 3,6 litri di benzina al 52% minimo in elettrico) del diesel ma niente…
    Probabilmente ci sono centinaia di studi che dicono tutto e il contrario di tutto.
    Perché si crede a quelli che condannano l’elettrico?
    Semplice: l’imposizione della UE.
    La logica è di tre tipi, primo: “se fosse migliore si sarebbe imposta da sé come l’auto sul cavallo un secolo fa”; secondo: “le lobby che vogliono imporci certe scelte sono potentissime tanto da fare genuflettere il parlamento europeo” (spesso qui si parla di lobby del petrolio ma per ora l’unica scelta politica forte mi pare contraria al petrolio… se c’è una lobby che vince non è dei petrolieri); terzo : “non è democratico che una minoranza imponga alla maggioranza le sue scelte” (perché c’è un problema di democrazia, visto che la maggioranza del persone se ne frega delle auto elettriche, come può una minoranza chiedere spazi, contributi e persino investimenti enormi per loro, quando la maggior parte degli italiani ha auto di seconda mano?).
    A mio parere l’elettrico si sarebbe imposto da solo, nel momento in cui però lo si fa per legge e chiedendo anche risorse, chi non ha un’auto nuova, si incazza; chi vede le lobby dietro tutto (e questo vale pure per molti qui dentro), s’incazza; chi vede le minoranze dominare sulla maggioranza s’incazza.
    Se la UE cambia registro forse qualcosa cambierà, di questo passo altrimenti cambierà il parlamento europeo e le macchine a combustione interna resteranno per altri cento anni!!!!!

    • Nessuno dopo il 2035 vieta di circolare con le termiche.
      Se guarda la bolletta vedrà che oltre il 42% dell’energia proviene da rinnovabili ed il 40% proviene da centrali a metano.
      Come lei sa le centrali hanno una resa doppia rispetto al motore a scoppio.
      Come lei sa la filiera del metano é immensamente meno impattante dal punto di vista ambientale rispetto al petrolio (estrazione con fracking/sabbie bituminose, stabilizzazione, trasporto, raffinazione, ritrasporto e combustione con emissioni cancerogene (nei centri urbani dall’arrivo della verde e dall’aumento dei mezzi circolanti sono aumentati i casi oncologici negli animali di piccola taglia e nei bambini)).
      In italia anche chi non ha i pannelli solari se possiede un’auto elettrica inquina meno di una termica sia in termini di CO2 che di veleni.

      L’auto elettrica è una necessità, ha mai sentito parlare di riscaldamento globale? Li vede i ghiacciai che fine stanno facendo? Ha sentito quest’estate dei fenomeni estremi che si sono verificati in italia e nel mondo? E quelli degli anni precedenti?

      Comunque come ho già scritto chiunque può acquistare nel 2034 una bella turbodiesel e tenersela per altri 20 anni minimo.

      • “Comunque come ho già scritto chiunque può acquistare nel 2034 una bella turbodiesel e tenersela per altri 20 anni minimo.”

        Sarà oltremodo interessante scoprire dove e a che prezzo sarà possibile rifornirla.

    • Lei conferma solo che l’ignoranza non dipende dalla laurea, nemmeno quella in ingegneria. E’ vero che di studi ce ne sono a centinaia, ma dicono tutti che le auto elettriche emettono almeno la metà di quelle termiche. Le cito solo l’ultimo: https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC119036 Dica ai suoi amici di leggerselo, sono solo 248 pagine. La solita tiritera sugli obblighi europei è una falsa scusa, resa ancora più grottesca dal fantasma della lobby elettrica. Tenga la sua sostenibilissima full hybrid e vada in pace.

    • Sbaglio o è un messaggio infarcito di false premesse e della retorica/propaganda politica sovranista? Anche oggi somministrate la dose quotidiana di campagna elettorale populista ?

      “si incazza di qui, si incazza di là”… lupo ululì lupo ululà (citazione per i più bravi)

    • Salvo morire prima tutti “gasati”. È probabilmente l’urgenza e la lungimiranza che costringe a scelte apparentemente poco comprensibili ad una maggioranza che non percepisce la.prima e non è molto forte.nella.seconda

  17. Proprio Nicola Porro, secondo Wikipedia è “Laureato in economia e commercio con 110 e lode presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con una tesi in tecnica industriale e commerciale”

    Chapeau!

    • avevo visto questa spiegazione di cosa era stato valutato per farci meritare la scarsina posizione in classifica:

      – in parte perché un giornalista può essere minacciato se si occupa di criminalità organizzata e/o indagini che coinvolgono la politica

      – in buona parte per il trascorso storico di poca pluralità e confiltto di interesse delle tv
      (non ricordo se era stata valutata negativamente o meno anche la situazione dei giornali)

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