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No alla pubblicità delle EV come “emissioni zero”

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No alla pubblicità delle EV come “auto a emissioni zero” nel Regno Unito. L’ha stabilito l’autorità pubblica che vigila sulle campagne pubblicitaria, l’ASA.

no alla pubblicità delle EV
L’annuncio della decisione dell’ASA sul sito di Auto Express.

No alla pubblicità delle EV come emissioni zero: lo stop nel Regno Unito

L’ASA (la sigla sta per British Advertising Standards Authority) non è nuova a interventi che colpiscono campagne pubblicitarie di marchi che vendono auto elettriche. In precedenza aveva già vietato di inserire negli annunci e negli spot televisivi il dato di omologazione relativo all’autonomia, il WLTP, ritenendolo ingannevole. Troppo generoso rispetto alla percorrenza reale su strada.

Ora è arrivato il bis: l’Autorithy ha bocciato le pubblicità di BMW e MG, che includevano nelle pubblicità il messaggio che le auto elettriche sono “a emissioni zero“. L’ASA ritiene che queste affermazioni diano una “rappresentazione fuorviante dell’impatto ambientale dei veicoli. Anche se abbiamo accertato che questo è vero durante la guida, abbiamo stabilito che questo era fuorviante in quanto producevano ancora emissioni quando venivano prodotti o, a seconda della fonte elettrica, durante la ricarica“. Con riferimento, chiaramente, al modo in cui si produce l’energia.

No alla pubblicità delle EV
Una MG 5: anche la Casa cinese è stata sanzionata dalla ASA.

“Le emissioni ci sono durante la produzione e anche nell’energia per la ricarica”

Conclusione dell’accertamento: “Abbiamo quindi vietato questi annunci e abbiamo detto a BMW e MG di assicurarsi che non facciano affermazioni simili senza prove solide in futuro“, ha detto il portavoce dell’ASA, Toby King, alla testata inglese Auto Express.

Il provvedimento dell’ASA è riferito a un annuncio che BMW aveva pubblicato su Google con la affermazione “Auto a emissioni zero – Scarica la tua brochure oggi“. La MG, a sua volta, aveva utilizzato lo slogan “Zero Emissions” in una pubblicità sempre su Google. In realtà gli annunci erano andati in onda nell’agosto scorso e la pronuncia, verosimilmente, è arrivata su denuncia di una Casa concorrente o di una lobby del petrolio.

BMW e MG non ne sono state particolarmente colpite e hanno fatto sapere che si adegueranno senza difficoltà alla raccomandazione. Ma resta il significato simbolico della decisione. Visto anche che spessissimo nella comunicazione delle Case si parla di “emissioni zero” per le elettriche.

– Leggi anche: MG 4 con il bonus della Casa, 11 mila euro

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59 COMMENTI

  1. Il provvedimento è palesemente vessatorio. La procedura WLTP prescrive l’indicazione delle emissioni di CO2 allo scarico espresse in g/km. Le auto termiche indicano questo valore senza tener conto della CO2 emessa durante la fabbricazione.
    Per i veicoli elettrici quel valore è ZERO. Questo è quello che le pubblicità dicono. Dov’è la violazione?

    • quello che lei dice secondo me è molto corretto: andrebbero aggiunti quei valori anche al caso dei veicoli a combustione interna.

      In questo modo si renderebbe l’informazione chiara e si offrirebbe al consumatore l’opportunità di capire quanto comunque si impatta sull’ambiente con spostamenti che spesso – non sempre, ovviamente – potrebbero essere fatti a piedi o in bicicletti.

      • Oppure, come fatto finora, dato che sono anche difficili da misurare, tenerli fuori dal conto e considerare le emissioni allo scarico. Che è quello che si è fatto finora. Ma siccome il confronto con le “Emissioni Zero” è imbarazzante, si è agito come abbiamo visto, immagino su pressioni delle solite lobby…

        • si ma non possiamo nasconderci dietro ad un dito. Quello che conta sono i FATTI. E i fatti sono che il problema dei veicoli – BEV o ICEV – è che generano una enorme quantità di greenhouse gases, e che quindi va incoraggiato soprattutto la transizione ad una vera mobilità sostenibile.

          A scanso di equivoci, mi è perfettamente chiaro che in un numero sempre crescente di casi BEV è meglio di ICEV. Ma incoraggiare verso l’uso di trasporti pubblici, (e)bike, pedoni, etc. e verso una generale trasformazione della mobilità, soprattutto urbana, è ancora meglio. Per questo ogni tendenza ad informare meglio va incoraggiato.

  2. personalmente trovo il provvedimento corretto, anche se spiacevole da considerare. Tecnicamente è ineccepibile.

    D’altra parte bisogna dare il segnale che comprare un veicolo elettrico, se un vantaggio soprattutto per i centri urbani e in parte in generale, non è la panacea di tutti i mali. In alcune zone, sotto alcune condizioni (per es. basse percorrenze annue o impossibilità di ricaricare da fonti sostenibili) il vantaggio può essere nullo o marginale rispetto a quello di comprare (o tenersi) una piccola auto a combustione interna e usarla il meno possibile.

    Il segnale dovrebbe essere che si, comprando un veicolo elettrico, sotto certe condizioni dai un contributo alla riduzione della produzione, ma non è che “salvi il Pianeta” come sembrava fino a qualche anno fa, grazie soprattutto alla potenza del marketing di Tesla.

    Il problema della mobilità sostenibile, soprattutto urbana, va affrontato seriamente cambiandola da sopra a sotto ovvero cambiando completamente la concezione dei trasporti pubblici, della rete stradale, della mobilità. Come hanno capito in alcuni Paesi (Olanda) e centri urbani (Freiburg).

    C’è stato molto marketing dietro a questa rivoluzione. Spiace, ma le cose vanno chiarite una volta per tutte.

    • scusate, saltato un pezzo:

      “Il segnale dovrebbe essere che si, comprando un veicolo elettrico, sotto certe condizioni dai un contributo alla riduzione della produzione DI GAS SERRA E INQUINANTI”

      • La correggo io: “comprando un veicolo elettrico, nella maggior parte delle condizioni dai un contributo alla riduzione della produzione DI GAS SERRA E INQUINANTI”

  3. Ok, giusto.
    Però dovrebbero anche smetterla con le pubblicità sulle auto a ICE/ibride di dichiarare “*tot* grammi di CO2 al km”, oppure mettere in conto anche le emissioni nella produzione dei veicoli e dell’estrazione/raffinazione del petrolio.
    Non so se ci sono anche in UK

    • “mettere in conto anche le emissioni nella produzione dei veicoli e dell’estrazione/raffinazione del petrolio.”

      Sono d’accordo, anche se dipende strettamente dal luogo geografico e quindi è difficile da valutare (ma una media per paese si può sempre fare). Lo stesso comunque andrebbe aggiunto alla percentuale di energia prodotta con combustibili fossili (gas, diesel, carbone, fuel-oil).

      Aggiungerei a questo il trasporto dei carburanti, spesso molto oneroso se avviene via nave come in alcune regioni.

      Ma proprio per questa complessità dell’argomento l’unica cosa che dovrebbe veramente contare è l’LCA del veicolo.

      • anzi, neanche. In realtà dovrebbe contare l’LCA adattata alle proprie condizioni d’uso previste.

        A me i veicoli elettrici fanno impazzire. Una gran voglia di comprarmene uno per uso privato ce l’ho sempre avuta ma:

        1) faccio pochissimi km all’anno (3000 o meno)
        2) la produzione di energia dove vivo è la più “sporca” – letteralmente – di tutta Europa, al punto che è stato calcolato che in condizioni d’uso medie un veicolo elettrico produce più CO2 di uno a combustione interna. Parlo di una paper pubblicata, non di chiacchiere. Qualcosa come 4 volte più della media nazionale (spagnola).
        3) ho una piccola kia picanto di 4 anni. Se la sostituissi con un EV la reimmetterei nel mercato comunque (mentre probabilmente un veicolo più vecchio uscirebbe dalla circolazione per sempre). Comunque sia ci sarebbe un nuovo veicolo per strada

        Se comprassi un veicolo elettrico sulla base che “non produce inquinanti e gas serra” non farei la cosa giusta. Per questo l’intervento legislativo mi sembra corretto.

        Non è molto meglio cercare di ridurre al minimo l’uso di veicoli elettrici e cercare, come già faccio, di spostarmi ogni volta che posso in ebike?

        E’ per questo che quelle pubblicità sono un po’ fuorvianti, perché pongono l’accento sui veicoli elettrici perché dietro c’è un marketing spaventoso, che dietro ad altri esempi di mobilità sostenibile (per es. ebike, piedi e trasporti pubblici, specie se elettrici) non c’è e non ci sarà mai.

        • Mah, lei ci racconta un caso unico (3.000 km anno, residenza nella zona dove l’elettricità è tutta sporca, come se la rete elettrica non fosse nazionale…) e ne trae conclusioni generali. Lei fa benissimo ad andare in biciletta, ma chi non può fare a meno dell’auto inquinerà sempre meno con una elettrica che con una termica. A meno che non sia suo compaesano… E non parliamo di lobby, per favore, perchè quella del petrolio è la più potente al mondo.

          • primo, non ne ho mai tratto una conclusione generale. Ho fatto un esempio di un caso di nicchia, ma ce ne sono tanti di casi di nicchia, che vanno considerati.

            Secondo, vivo in un’isola, separata dal network spagnolo e che, purtroppo, va a “fuel oil”, con un misero 10% di energia rinnovabili. E sto battendomi qui, insieme a molti miei colleghi per cambiare le cose.

            Terzo, e più importante: perché non cercare di rispettare gli altri e di discutere con calma? Quel “per favore” e quel parlare di lobby – che non ho mai citato – non c’entrano niente. Impariamo a discutere decentemente, rispettando i vari punti di vista e senza mettere in bocca agli altri cose che non hanno mai detto. Su molte cose sono d’accordo con lei (e in generale sono molto d’accordo con l’approccio razionale di VaiElettrico, che non si nasconde molti dei problemi delle BEV, senza atteggiamenti da fanboy)

            Concludo infine facendole notare che (come sanno anche gli amici di Vaielettrico, con cui ho anche contatti privati) sono il responsabile per la mia impresa del settore di mobilità sostenibile, quindi non un totale ignorante sulla materia. Per anni ho fatto campagna in loco perché qui si cambino le cose, studiando l’argomento al di là di tanti facili luoghi comuni, in un senso e nell’altro. E proprio per questo sono perfettamente d’accordo con la necessità di rendere trasparente vantaggi e svantaggi della mobilità elettrica, così infarcita di messaggi promozionali che spesso non raccontano le cose nella maniera giusta, e di puntare verso una VERA sostenibilità della mobilità.

          • capisco il ragionamento per chi fa 2000-3000 km, tenersi ancora l’auto usata è l’impatto minore

            MI ha incurisito il dettaglio sulle emissioni dei generatori del’isola

            effettivamente guardando sulle mappe on-line ci sono alcune delle isole Canarie (non ancora raggiunte dai nuovi impianti eolici) con 1080 gr di Co2 al kwh

            è molto peggio della famigerata Polonia (circa 700 gr di Co2 al kwh), dove già risiulta meno inquinante girare con una elettrica alimentata con il mix polacco ricco di carbone

            mi chiedo come fanno ad arrivare sopra 1000 usando dei generatori a combustibile (che almeno un 25% di efficenza lo fanno).. o al posto del diesel usano combustibii di scarto “pesanti” come le grosse navi, oppure la catena energetica ha anche altre inefficenze

            speriamo anche queste isole installino come altre hanno gia fatto per es. un po’ di eolico ed accumuli.. mentre non so se lì vedono di buon occhio il fotovoltaico

    • Buongiorno..sono d’ accordo…
      Ma il pianeta e soprattutto la nostra salute si salverà solo introducendo regolamentazioni alla produzione e informazione al consumatore
      in qualsiasi ambito
      Agricoltura, Industria, Turismo, costruzione edifici e conduzione degli stessi…(anche i famigerati impianti di climatizzazione estiva / invernale – O.T.)

  4. che una EV sia a emissioni zero (mentre sta circolando) direi che è ovvio.
    Forse che mentre sta circolando in una città emette inquinanti ? Altro discorso il suo ciclo di vita e la provenienza dell’energia con cui viene alimentata ma santa pazienza mentre circola in una città appestata dallo smog siamo tutti d’accordo oppure no nell’affermare che non ha il tubo di scappamento e non emette nulla ??? Infatti i cari amici Inglesi mi hanno rilasciato gratis il pemesso ULEZ con cui lo scorso Agosto con la mia Skoda Enyaq ho circolato gratis nel centro del centro di Londra parcheggiandola a 100 mt dall’hotel in cui siggiornavo a Covent Garden. Tra l’altro il traffico di Milano francamente mi è sembrato peggio di quello della city a parità periodo. E guidavo a sinistra…Se vi interessa il mio viaggio cercate “il mio fantastico viaggio in Belgio e a Londra” su Google.
    Va beh vorrà dire che per non offendere nessuno monterò una finta marmitta con tubo di scappamento…

      • Ah bella questa, mentre per i dati falsi di emissione delle auto diesel invece che va avanti da anni e anni, invece continuano a non dire nulla????
        Le misurano già false solo per quanto emettono di regola le marmitte, figuriamoci quando le marmitte catalitiche esplodono nuvole pazzesce di particolato (per la grande gioia di chi è nei pressi in quel momento). Queste infatti non le hanno mai considerate, lo scandalo degli scandali, da non credere. E avevano pure la vergogna sfacciata di chiamerle le ecodiesel. Follia criminale pura!

      • Anche respirare non è a emissioni zero.

        La conseguenza logica della sua affermazione è che dovremmo tornare ai cavalli e alle mulattiere, anzi meglio direttamente nelle caverne e ridurre la popolazione a qualche centinaia di migliaia di individui.

      • si restano quelle emissioni ,ma anche lei le produce con la sua termica , e cosi i suv da 2 tonns e i furgoni e i camion e i treni quando frenano fanno particolato ferroso e i treni quando vanno a corrente la corrente la facciamo col metano etc etc etc .stiamo tentando di avere un mondo migliore anche per lei ! capito !

  5. Credo che il bilancio elettrico 2023 Italia, calcolato sui “consumi nazionali”, sia circa:

    36,5 % rinnovabili, quota sulla nostra “produzione nazionale”
    43,5 % rinnovabili nostre e importate (tra cui idroelettrico Svizzero)
    50,5 % rinnovabili nostre, import rinnovabili e nucleare (Svizzero, anche se in dismissione, e Francese)

    Da annotare che è soprattutto negli ultimi mesi del 2023 che da noi sono ripartite più installazioni di rinnovabili ( +5,8 GW nel 2023); l’intensità carbonica del kwh italia 2023 non è scesa molto, a seconda delle stime circa 290-330 gr Co2/kwh; sarà a fine 2024 che i dati mostreranno un miglioramento più evidente e ci accorgeremo che anche da noi sta partendo la corsa all’autoproduzione nazionale con rinnovabili

    Andando alla pagine Terna:
    https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/transparency-report/actual-generation

    e selezionando un periodo di soli 4 giorni per vedere meglio i dettagli, si vede come rinnovabili italiane inizino a coprire una parte consistente del carico diurno e notturno, anche in inverno; notare anche che il fotovoltaico è indicato in Giallo e in Grigio, il Grigio è la quota di “autosconsumo” e da quest’anno è diventata una voce vistosa nel grafico

    e altre rinnovabili, sia impianti domestici che parchi grandi, sono in arrivo; per i grandi parchi, Terna specifica che ha richieste di valutazione per 340 GW di impianti di rinnovabili (mi pare che 1-2 anni fa, i progetti in coda erano 120 GW ); nel sito Tena, ci sono anche pagine, video, PDf scarcabili, con spiegazione degli scenari e dei lavori di ammodernamento della rete elettrica già partiti per supportare queste previsioni

    MIX EUROPA

    In Europa invece le installazioni hanno preso velocità già dal 2020, e il mix rinnovabile nel 2023 è arrivato a 44% ( 46% su EU allargata) secondi i dato del “Report Europa 2024 Ember”
    https://ember-climate.org/insights/research/european-electricity-review-2024/

    in un solo anno è stata eliminata una buona quota del carbone europeo (quella aggiunta durante l’emergenza ed altra), le emissioni di Co2 in valore assoluto sono scese del 19% in un solo anno, in parte (circa 1/3) per minori consumi ( efficentamento e/o minore produzione industria), in buona parte (2/3) per l’aumento delle rinnovabili; l’intensità carbonica media dell’ elettricità europea è scesa:

    da circa 290 gr Co2/kwh (2022)
    a 242 gr Co2/kwh (2023) è un salto notevole

    come altre volte le previsioni sulla velocità di adozione delle rinnovabili sono state sottostimate, il loro calo di prezzo progressivo aumenta la velocità di adozione ogni anno

    CALCOLATORI ON-LINE DI CO2 AUTO DA AGGIORNARE

    per esempio il buon calcolatore on-line di emissioni di automobili di ” LCA Greenncap ” sta diventando obsoleto, quando esegue i calcoli su 10 anni di utilizzo dell’auto, stima quale sarà l’intensità media del kwh su questi prossimi 10 anni, visto che il valore diminuisce ogni anno; all’incirca si può usare il valore previsto tra 5 anni, il 2029;

    prima di fare i calcoli e i grafici, chiede di selezionare il mix energetico da usare per i calcoli, ad es. ” Europa ” o “Italia” o ” United Kingdom” , etc e mostra il valore di intensità carbonica che stima in base a tabelle di previsione che sono state inserite nel programma qualche anno fa, ma che erano troppo conservative, le installazioni di rinnovabili nella realtà sono cresciute più in fretta

    per l’Europa suggerisce il valore 282 gr Co2/kwh, come stima per il valore europeo tra 5 anni

    ma già nel 2023, le emissioni europee sono più basse, ovvero 242 gr, è chiaro che usando 282 gr sovrastimerebbe le emissioni indirette di una auto elettrica

    secondo me per usare meglio il calcolatore:

    – per il “mix europeo” (vero) stimato futuro tra 5 anni, bisogna selezionare ” Austria” (sua previsione per l’Austria) cioè 190 gr di Co2/kwh

    – per il “mix italiano” stimato tra 5 anni, bisogna usare quello che chiama mix “Belgio” cioè 238 gr ( ci aiuterà ad arrivarci anche la chiusura delle ultime centrali a carbone)

    https://www.greenncap.com/lca-tool/

    In pratica, si sta avverando più velocemente del previsto che le auto elettriche hanno sempre meno emissioni indirette nell’uso, e anche in produzione, visto che le fabbriche usano l’energia più pulita; anche i punti di pareggio chilometrici si accorciano;

    nel 2023, molto a spanne, una BEV nuova pareggia il debito in Co2 per costruirla

    – rispetto a compare una auto nuova ICE a benzina/diesel, circa 20.000-40.000 km
    ( la porzione di debito Co2 di fabbricazione per il peso aggiuntivo rispetto a una ICE, in pratica la fabbricazione della batteria)

    – rispetto a tenersi un’auto ICE usata e sfruttarla ancora, circa 60.000-100.000 km
    ( debito CO2 per fabbricare la batteri e il resto della scocca)

    Nel 2024, i punti di pareggio si sarnno acoriati ancora un poco e cosi via
    ===

    Come promemoria veloce, personalmente mi tengo a mente queste approssimazioni, in cui acciaio, alluminio, vetro, plastiche, batteria, nell’insieme hanno all’incirca la stessa intensità carbonica di fabbricazione per kg di massa; come prima approssimazione pare sia abbastanza valida; chiamiamola approssimazione del salumiere, al peso:

    1) produrre e riciclare ogni auto nuova ( ICE o BEV compresa batteria), produce un debito inziale di circa:

    Europa:
    (peso totale auto in quintali) x 0,7 = Tonn Co2 fase produzione auto

    Cina
    (peso totale auto in quintali) x 1 = Tonn Co2 fase produzione auto

    14 -18 tonnellate di Co2 per una Bev segmento D, e 9-14 Tonn Co2 per una ICE;
    meno se consideriamo vetture più piccole, esempio una Spring che pesa solo 10 quintali, una Twingo da 12 quintali, o una E-C3 da 14 quintali

    Questo coefficente approssimato legato al peso (approssimazione del salumiere) scende ogni anno man mano che è più pulita l’energia usata nelle fabbriche

    2) poi c’è l’uso su strada, la BEV, con un mix energia europeo, e aggiungendo un 22% di dispersioni di rete e di ricarica, ha altre emissioni indirette ( es. 45 gr Co2/ Km) che in tutta la sua percorrenza anche elevata rimangono limitate, ad es. 9 Tonn di Co2, e anche questa stima scende ogni anno perchè il mix energia usato per ricaricarla migliora

    mentre una ICE nell”uso su strada ha emissioni di circa 170-230 gr/km considerando anche le emissioni aggiuntive del +25% nella filiera carburante; esempio, dato WLTP di 135 gr/km –> 170 gr/km effettivi; nella sua percorrenza totale aggiungerà altre 34-46 tonn.di Co2

    mettendo su un grafico ( o sommando i calcoli, produzione + uso) si arriva ai punti di pareggio citati sopra

    Vada sè che tra una BEV relativamente più leggera, rispetto a una BEV alla Tedesca Premium più pesante, la prima è ancora più sostenibile, risparmia alcune Tonn di Co2 già all’inizio; comunque entrambi sono molto meglio della ICE

    Le BEV prodotte in Cina sono svantaggiate in fase produzione per esempio per +3 Tonnellate di Co2; ma conta anche la taglia dell’auto, una Bev “compatta” cinese è pari da produrre a una Bev più grande europea, e in europa buone utilitarie e compatte BEV ancora scarseggiano con il risultato che si comprano più ICE; al solito, entrambi le BEV, europe o cinese, sono molto meglio di una ICE compatta o grande ai fini della Co2 nel ciclo di vita

    • Si continua a trascurare (ignorare per ignoranza o malafede) che ogni 1% di miglioramento mix energetico nazionale significa diminuzione dell’1% della produzione CO2 da parte del 100% dei veicoli elettrici, dei piani cottura e delle pompe di calore indipendentemente dal modello, tipologia ed età. Immediata e totale (intesa come diffusione ed efficacia) propagazione del miglioramento, senza sostituire alcunché.

  6. Sono fuorvianti e ingannevoli anche le pubblicità dei veicoli a benzina e gasolio, perché omettono che potrebbero avvelenare tuoi figli, i vicini e i figli dei vicini, i tuoi genitori, tuoi suoceri (potrebbero avvelenare anche te che comperi l’auto, ma non ci interessa, basta che ci dai i soldi).

  7. Il problema delle emissioni in fase di produzione supporta il mio pensiero…
    Sforziamoci di acquistare auto usate anche se sono meno incentivate!

  8. È un caso che sia in Regno Unito, dove dicono già che loro non vedono motivo di smettere di vendere auto a combustione interna nel 2035?
    Sbaglierò io…

    • Il Regno Uito aveva decretato il ban alle auto elettriche nel 2030 e l’ha posticipato al 2035, come l’Ue.

  9. Nel regno unito nel 2023 la quota di bev è passata dal 16.6 del 2022 al 16.5 del 2023 (aumentano le plugin). Per il paese che vuole anticipare la morte delle auto a benzina tira una brutta aria, c’è un po’ di pessimismo …

    • Sono stato in Inghilterra un paio di anni e posso dire che sono abbastanza petrolhead (ero a Preston, non a Londra dove le cose potrebbero essere diverse). Il calo in questo momento credo sia del tutto fisiologico, in molti credono o hanno creduto di poter sostituire le auto tradizionali con le elettriche senza cambiare abitudini. Ecco, se vogliamo siamo nella curva dell’hype dove si scopre che ogni nuova tecnologia non ha soltanto vantaggi. Il prossimo scrollone verrà quando i produttori di petrolio passeranno da una strategia soft (sostenendo le tecnologie ibride e tenendo i prezzi relativamente bassi) alla strategia hard (monetizzando i consumi incomprimibili).

  10. Se alle ICE mettiamo in conto anche le emissioni per estrazione, raffinazione e distribuzione di gasolio e benzina…

  11. Mi sembra veramente una questione di lana caprina fatta evidentemente per mettere i bastoni tra le ruote.
    Basterebbe scrivere “zero emissioni mentre guidi” o qualcosa del genere che riferisca le zero emissioni all’auto in funzione e neanche questi legulei potrebbero bloccarne la pubblicità.
    Ciao

  12. Allora non esiste nulla ad emissioni zero, neppure una mela, a meno che non vai nudo a piedi a coglierla su un albero selvatico in mezzo al bosco.

    • In effetto sarebbe interessante un confronto reale tra l’inquinamento in fase di produzione tra una bev e una termica.

      • Oltre a quello sarebbe anche interessante il confronto con la generazione e l’utilizzo dell’energia utilizzata per muoversi, cioè calcolare l’inquinamento del mix di corrente elettrica (non considerando sempre 100% rinnovabile) e l’estrazione, trasporto e raffinazione del petrolio. Tutti sono sempre lì a criticare l’auto elettrica perché inquina durante la produzione, ma benzina e gasolio non sono prodotti che si trovano così in natura

        • …se poi si calcola il ciclo di suo ICE tenendo conto delle crescenti difficoltà (e )oro inquinamento)di ricerca.estrazione (fracking .o peggio!) trasporto navale (coi relativi incidenti e sversamenti in mare e perdite da oleodotti).. raffinazione (con enorme consumo di energia e devastazioni ambientali )..etc

          la reale carica nociva delle motorizzazioni termiche farebbe veramente spavento.

          • Esatto, ma la maggior parte delle persone a tutto questo non pensa e crede che l’auto elettrica inquina di più solo perché ha litio e cobalto nelle batterie senza andare a pensare a quello che serve per creare benzina e gasolio

  13. A volte ci si vuole proprio perdere (per scelta) in un bicchiere d’acqua (inquinata).
    Bastava aggiungere la parola “locale”: a zero emissione locale.
    Un po’ come tutta la questione lessical-semantica sui matrimoni omosessuali: bastava cambiare le paroline “tra un uomo e una donna” in “tra due adulti” nel codice civile, fine.
    In entrambi i casi è abbastanza evidente che il fine non sia quello di rispettare alla lettera (alla parola) i termini, ma altro.
    Perchè poi accettiamo “L’elettrica senza spina”, quello va bene e non è ingannevole.

    • Ho dimenticato di aggiornare lo slogan in UK del Qashqai E-Power: “A unique electrified experience now unplugged.”

      • Aggiungerei Toyota che ha fatto un mantra del suo ibrido che permette di viaggiare a zero emissioni in elettrico. In varie salse, ma la promozione si è sempre incentrata su quello.

    • Sono sicuro che lei lo ha sempre saputo e non ha mai professato il contrario rispetto alle EV, ma i commenti su questo forum ci confermano che è meglio specificare che le EV non sono ad emissioni zero

      • No, fintanto che non sono capitato su Vaielettrico credevo che le EV crescessero sotto ai cavoli e la corrente la producessero i criceti correndo sulla ruota nella gabbietta, poi ho scoperto l’amara verità, sconcertante.
        Seguo il mondo EV dal 2013 quando un fornitore mi fece provare una delle prime Model S arrivate in Italia. La pagò quasi 100.000€, aveva una batteria da 85kWh con cui percorreva a malapena 400 km in extraurbano, era finita malissimo ma lì ho capito che sarebbe cambiata il mondo. Sono passati più di 10 anni, il mondo è già cambiato ma non nel senso che credevo io: il clima, che non ha pregiudizi e nemmeno abitudini, ha seguito il suo corso, gli umani no.

        • Ok, l’elettricità non si produrrà al 100% da fonti rinnovabili, ma crede che la produzione di benzina e gasolio non sia inquinante? Basti guardare quello che è successo un paio di giorni fa a Trinidad

  14. L’ASA ha scoperto l’acqua calda. Da quello che leggo molti ancora non hanno compreso il sotttile collegamento che c’è tra il rubinetto con il colore rosso e la temperatura dell’acqua che ne esce.

  15. Capire se un veicolo è a zero emissioni è abbastanza facile: ti chiudi nel box o nel garage di casa, lo accendi e aspetti: se dopo quattro ore sei ancora vivo e non ti sei intossicato è a emissioni zero. 😎

  16. Ci sta: da sempre si sa che “zero emissioni” vale soltanto durante la guida, mentre i LCA indicano correttamente che anche le auto elettriche “emettono” CO2 — pur se in media “appena” il 50% rispetto ad un’equivalente auto termica.
    Mi domando però come reagiranno quando scopriranno che c’è un’auto che addirittura ha le zero emissioni nel nome, come chiaramente indica la targhetta sul baule 😲… sto ovviamente parlando della Renault Zoe.
    Imporranno un cambio di nome pena la proibizione di circolare con quel nome “sbagliato”? 👮‍♂️
    Ad ogni buon conto, per fortuna io un bellissimo tour del nord-est della Scozia (circa 900 km) con una Renault Zoe a noleggio me lo sono già gustato con sommo piacere a fine giugno 2023… 😁

    • Bravo avevo pensato la stessa cosa.
      A rigore hanno ragione, ma con questa storia stiamo parlando del sesso degli angeli, anche perché le emissioni che mi preoccupano quando sono in mezzo al traffico sono quelle nocive per la salute.
      La CO2 è un bilancio su LCA, che tra l’altro ha un’ evoluzione per le elettriche che è prevista in diminuzione (produzione di pannelli solari utilizzando energia prodotta da pannelli solari e riciclo dei materiali delle batterie) mentre per il petrolio in aumento (giacimenti sempre più remoti, sempre più difficili da sfruttare e con petrolio di qualità in peggioramento)

  17. Secondo me occorre fare una distinzione, da evidenziare magari con apposita legge:

    1) il dato corretto sull’impronta carbonica dell’auto “alla produzione” , così puoi fare magari una scelta consapevole se comprare un prodotto +/- inquinante , ed un governo può stabilire una tassazione adeguata o una barriera all’importazione (tipo francese) o un incentivo adeguato.

    2) il dato sull’impronta “nazionale” all’uso , e quindi le ricariche : dipende dal mix energetico medio del Paese; la Francia col nucleare o i Paesi Bassi con l’eolico magari avranno impronta “media” più bassa di Polonia o altri stati con forte presenza di centrali a carbone o altri idrocarburi pesanti.

    Se io ho FV e carico per oltre 8 mesi l’anno con il sole … oltre a non spendere .. ho anche un’impronta carbonica molto più bassa di chi è costretto a rifornire a colonnine pubbliche alimentate con mix diverso (in Italia tutte certificano che la quota di corrente erogata corrisponde alla produzione FER … ma il mix italiano lo è solo per il 36% o giù di li (magari @R.S. ha già scritto i dati precisi in altri ottimi commenti).

    • Un appunto: FER sono a basse emissioni ma basse emissioni non sono solo FER per cui al 36% va aggiunta la quota da nucleare importato che è intorno al 10%. Quindi nel mix italiano le basse emissioni dovrebbero essere intorno al 45%. Sono andato a memoria, se necessario e volete correggermi con numeri più precisi non mi offendo.

  18. non capisco il perchè di un articolo del genere su questo sito, senza neppure la firma del redattore nè tantomeno un commento. Vi prodigate in favore della mobilità elettrica e poi pubblicate un articolo di cronaca che interessa veramente a pochi e che mette in cattiva luce le ev. Non riesco a trovare un motivo se non quello di catturare click e creare discussioni (inutili), forse ci sono cascato pure io…

  19. Spero gli inglesi siano altrettanto severi con le altre pubblicità, anche quelle dei petrolieri. In Italia mi sa che non abbiamo un controllo. Ho visto passare delle pubblicità che erano fuori dal mondo. Chi ha qualche anno ricorderà quella dell’apparecchio che riduceva di oltre il 50% il consumo del metano da riscaldamento che è rimasta in auge per un paio d’anni. Poi sono finiti a processo, ma intanto chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce u passato. Almeno per una gran parte dei collaboratori all’imbroglio.

    • Si mi ricordo. .. il tubo tucker…
      Tutto è iniziato nel 2002 con “Striscia la notizia“ Era sponsor della nazionale di calcio
      La “Tucker-story“ inizia nell`ottobre del 2002, quando “Striscia la Notizia“ telegiornale satirico Mediaset comincia a occuparsi del caso Tucker, sponsor ufficiale, in quel periodo, della Nazionale di calcio. Gli inviati di “Striscia“ cominciano a raccogliere le prime testimonianze, le prime lamentele contro il famoso tubo salva energia. Tra le lamentele anche quelle di un`associazione di installatori e termotecnici. Le lamentele sono per il prodotto: non consente alcun risparmio di energia, e anche i guadagni per chi entra nella struttura piramidale lasciano a desiderare. In sostanza il tubo-Tucker comincia a diventare un peso per chi ci ha investito dei soldi. E lasciare la struttura è impossibile. O meglio, è semplice, basta dire addio ai soldi investiti. Viene a galla che lo scopo della società non è alla fine quello di vendere il tubo, ma quello di trovare continuamente nuovi affiliati che dovevano pagare anche più di 7.000 euro per lavorare con la tucker

    • Anche a me il fatto che avessero già “vietato di inserire negli annunci e negli spot televisivi il dato di omologazione relativo all’autonomia, il WLTP, ritenendolo ingannevole” ha provocato una reazione simile: e allora, le auto termiche?
      Anche per quelle si utilizza il WLTP, e tutti sappiamo che i consumi pubblicizzati sono ridicolmente diversi da quelli, ben superiori, riscontrabili nell’utilizzo reale.
      Quindi i consumi WLTP per le termiche sono affidabili, e quelli per le elettriche no?

  20. Penso che siano scaramucce secondarie, un po’ di retrovia. Non credo che l’acquisto o il non acquisto di una bev sia determinato da una comunicazione pubblicitaria di quel tipo, d’altro canto è vero che la precisazione “emissioni zero…. allo scarico” è tecnicamente necessaria, tant’è che è quella già adottata da molti produttori.

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