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Nel mercato libero scegliamo chi produce da rinnovabili

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Nel mercato libero scegliamo chi produce da rinnovabili: è la proposta di Marco, un lettore che vede nella fine della “maggior tutela” questa opportunità. Vaielettrico risponde. Le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

Nel mercato libero Basterebbe che la metà di chi deve uscire dai contratti “maggior tutela”…

“Voglio entrare nel dibattito che avete creato con i vostri due recenti articoli sulla fine del mercato tutelato dell’elettricità. E’ una grande opportunità per il singolo cittadino di cambiare il sistema energetico nazionale. Basta semplicemente che la metà delle famiglie che sono ancora nel mercato tutelato scelgano di passare a operatori che forniscono energia solo da fonti rinnovabili. I vantaggi di questa scelta avrebbero effetti positivi per tutto il sistema energetico nazionale per i seguenti motivi:

  • Utilizzando energie rinnovabili dovremo importare meno combustibili fossili con guadagno per la bilancia commerciale. Saremo meno dipendenti dall’estero e i prezzi non più condizionati dall’Opec o da conflitti in aree in cui si concentrano risorse fossili
  • Le rinnovabili sono più economiche, di conseguenza ci sarebbe una diminuzione generalizzata delle bollette. Aumentando la domanda di rinnovabili per la legge di mercato aumenterà la quota di energie rinnovabili nel nostro mix energetico
  • Non ultimo accelereremo la transizione energetica, mitigando gli effetti del riscaldamento globale.
nel mercato libero
(foto dal sito di Arera – Autorità per l’Energia)

Nel mercato libero si può risparmiare scegliendo energia solo da rinnovabili

Personalmente sono passato al mercato libero nel 2019. Scegliendo un operatore che mi certifica annualmente che l’energia elettrica che mi viene fornita viene dalle centrali idroelettriche del Trentino. Ho avuto un vantaggio economico, perché c’è stato effettivamente una diminuzione delle bollette. La mia non è stata solamente una scelta di ordine economico, ma soprattutto di carattere ideologico: avendo una casa zero gas ho ridotto al minino l’impatto sui cambiamenti climatici. Se in questo momento storico molte altre famiglie facessero la mia stessa scelta, potrebbe aumentare la nostra indipendenza energetica con i vantaggi sopra citati. Un saluto e complimenti il vostro la lavoro di divulgazione sulla mobilità elettrica in generale. Marco Di Paola

Risposta. Siamo sempre affascinati da chi vede in ogni cambiamento una grande opportunità e quindi giriamo ai lettori la proposta di Marco. Resta un tema di fondo sul quale ritorneremo: chi certifica e controlla che chi sostiene di fornirti energia solo da rinnovabili in effetti mantenga la promessa?

  • Saranno il leasing sociale e i suoi 75 euro al mese a far decollare l’auto elettrica? Il VIDEO di Paolo Mariano

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31 COMMENTI

  1. Purtroppo in Italia il prezzo del energia elettrica è condizionato dal prezzo del metano, se fossimo come in Portogallo che non ha questo meccanismo l’elettricità la pagheremo molto ma molto meno cara, perché da noi non è legata dalla produzione di energia green

  2. La produzione di elettricità nel 2022 da fonti rinnovabili è poco più del 30%, ed in calo rispetto al 2021.
    Ovvio che tutti vorremmo usare solo elettricità pulita, ma se non siamo capaci di produrne a sufficienza tutti gli altri discorsi perdono senso.

    • nel 2022 ci sono stati problemi con l’idroelettrico (siccità storica) ma ora sono rientrati, i bacini idroelettrici sono di nuovo pieni

      nel 2023 sono riprese anche le installazioni di rinnovabili

      a fine anno vedremo i dati del 2023, sembra saranno al 35% del carico nazionale ( e al 42% della nostra produzione nazionale)

  3. Ho solo un dubbio: il mio attuale fornitore produce energia al 100% da fonti rinnovabili. All’atto del passaggio dal vecchio fornitore mi offrivano 18cent/kWh in fascia diurna e 5cent/kWh in fascia notturna. Passato l’anno canonico “acchiappaclienti” oggi pago esattamente come chi ha un qualsiasi altro contratto, le differenze sono al massimo di 1-2cent/kWh.
    Credo che anche da questo punto di vista ci sia poco controllo sul mercato italiano. Esattamente come i costi delle ricariche “pubbliche” che in certi casi arrivano anche ad 1euro/kWh…con abbonamento e prezzi “esclusivi”. Mah!
    Lavoro in una centrale termoelettrica a gas e so per certo che il kWh prodotto bruciando gas naturale costa molto, ma molto di più dello stesso kWh “rubato” alla natura. C’è qualcosa che non va nel sistema Italia.

    • non sono sicuro, ci vorrebbe un commerciale esperto del tema

      ma uno dei fattori distorsivi povrebbe essere il meccanismo del “prezzo marginale” di aquisto dell’energia all’ingrosso che abbiamo

      nella sottoreti geografica, es. “centro-italia” o “sicilia”, all’ingrosso la rete compra l’energia dai vari fornitori partendo dal meno caro sino a coprire il consumo istantaneo; l’ultimo fornitore incluso nell’acquisto (con il prezzo più alto nel gruppo degli inclusi) determina il prezzo del kwh in quel momento, con cui però vengono pagati anche tutti gli altri

      poi la media nazionale di questi prezzi margianali diventa il Pun, la cui media nei periodo di riferimento viene usata nel calcolo delle bollette

      il meccanismo delprezzo marginale è scorretto, ma meno di alcune altre alternative che avrebbero altri tipi di distorsioni, non è semplice migliorare questo meccanismo, ammesso che qualcuno ci stia almeno provando, perchè l’interesse è a lasciarlo come è ora, tendenzialmente gonfia/livella verso l’alto leggermente il Pun

      scorretto perchè se il prezzo marginale a una certa ora del giorno viene stabilito da una centrale a gas, automaticamente anche i fornitori di rinnovabili dello stesso distretto energia possono essere pagati allo stesso prezzo (salvo canali che non passano dalla borsa energia), anche se producono e potrebbero vendere anche a costo più basso

      comunque la presenza delle rinnovabili nel paniere permette di scalzare dal gruppo di scelta almeno le centrali a gas o di altro tipo più care in quel momento e già questo fa abbassare leggermente il prezzo marginale

      se poi in un certo momento tutto il carico è ricopribile solo con rinnovabili, in quella parte delle giornata il Pun scende brutalmente ancora di più, in Germania si sono visti anche momenti con prezzi negativi, gli impianti regalavano l’energia rinnovabile sovrabbondante piuttosto che disconnettersi

      in alcune aree di italia capita in alcuni momenti di primavera ed estate che il prezzo crolli in modo netto per esuburo del FT o dell’eolico rispetto alla richiesta:

      https://www.energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=IT&interval=week&year=2023&week=20

      per fare in modo che più giorni all’anno il prezzo marginale dell’energia sia più influenzato o persino stabilito da una rinnovabile con basso costo, occorre aumentare anche in italia le installazioni di rinnovabili, facendo la media su un anno il prezzo risulterà leggermente più basso per ogni percentuale di rinnovabile aggiunta

      cosi almeno per come la ho capita io; e anche togliendo il meccanismo del prezzo marginale, avremmo comunque una sorta di media tra i vari costi di aquisto all’ingrosso

    • Anche in Germania quando nella giornata ci sono molte rinnovabili a coprire buona parte del carico il carico, il prezzo all’ingrosso cala; lo fa in modo più proporzionale che da noi, forse non usano il meccanismo del prezzo marginale e avranno altre regole di aquisto

      questo l’andamento dei prezzi una settimana estiva (con più fotovolt. che eolico), i prezzi istantanei copiano in negativo (scemdono) i picchi del solare:

      https://www.energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=DE&interval=week&year=2023&week=23

      questo l’andamento in una settimana autunnale/invernale (più eolico che fotov.), a metà settimana il vento è più alto e si vede come abbassano ulteriormente il carico delle centrali fossili e anech i prezzi del kwh scendono :

      https://www.energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=DE&interval=week&year=2023&week=47

      fanno abbastanza impressione anche i numeri delle potenze effettive generate, sono tutti carburanti risparmiati, e contributi ad abbassare il prezzo medio del loro kwh

  4. In effetti la questione del 100% da rinnovabili suona un po’ come il bio. Solo la Norvegia arriva a pecentuali di produzione da rinnovabili del 98% (dati ultimi 30 giorni). L’Italia fa un buon 51%, Germania 34%, UK 35%, Spagna 61%. Fonte https://app.electricitymaps.com/zone/IT
    Su base nazionale quindi la meta’ dell’energia prodotta e’ da fonti fossili.
    Faccio presente che la spinta verso le rinnovabili si appoggia alla capacita’ di export della Francia della sua produzione da nucleare. Non e’ un pro o contro, solo i dati.
    Quindi quando non tira vento, c’e’ poco sole e la Francia non puo’ sopperire in UK ed Italia si va di gas ed in Germania di carbone.
    PS questo meccanismo non puo’ far scendere i prezzi, da quanto ho letto, perche’ per spingere le rinnovabili si fanno contratti a prezzi garantiti ai produttori e le necessarie centrali di backup si pagano comunque, come il gas o carbone stockato. Ambiente e risparmio per ora non vanno insieme.

    • spesso un risposta in più punti:

      1) ti segnalo che hai letto male i dati nella app
      gli ultimi 30 gg (novembre) la Germania ha prodotto il 59% (!) da rinnovabili, non il 34%

      penso sul sito ” energy maps ” avrai selezionato grafico “30 gg” e allora il dato che leggi spostando il cursore sul grafico è relativo alla media di 1 giorno; riprova selezionando “12 mesi”, e allora ogni istogramma ti darà la media di 1 mese

      un altro sito con ancora più informazioni e grafici dettagliati è ” energy charts “

    • 2) l’energia a gratis (esempio 1 cents a kwh) non esiste, ma i mix per alimentare una rete nazionale completa e affidabile, i meno meno costosi, entro 8-10 cents a Kwh, li ottieni puntando sulle rinnovabili, specie quelle su grande scala, poco o per niente incentivate, sennò chiaro perdi il guadagno, esempio tipico è stato il bonus 110%

      per spendere meno di 8 cents a kwh devi essere il proprietario di giacimenti di gas e petroli, oppure aspettare altri 3-5 anni quando le rinnovabili saranno scese ancora di più di costo,
      oppure essere una nazione con molto idroelettrico (Norvegia)

      le rinnovabili sono anche mix che non fanno aumentare i costi durante le crisi geo-politiche, in questo senso sono meno intermittenti delle fonti classiche

      Costo medio di produzione del kwh negli ultimi undici mesi 2023:

      – Italia, quota più bassa (35%) di rinnovabili
      -> 13 cents a kwh

      – Germania con 57% rinnovabili
      -> 9,8 cents a kwh

      – Lituania con 58% rinnovabili
      -> 9,5 cents a kwh

      – Portogallo con 60% rinnovabili
      -> 9 cents a KWh

      – Danimarca con 77% di rinnovabili
      -> 8,8 cents a Kwh

      https://energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=IT&interval=year

      i prezzi dei contratti per le rinnovabili di grande taglia installate dai privati sono si garantiti, ma in una fascia di prezzo molto bassa, esempio:

      – in germania l’eolico viene pagato 7 cents a Kwh
      – in Inghilterra circa 5 cents a Kwh
      – sul solare non ho dati di aste recenti, ma in Spagna 2021 pagavano 2,5 cents (!) a Kwh

      – i back-up a metano non hanno grossi costi fissi (gli impianti costano relativamente poco e comunque si usano le centrali già esistenti), il costo è quasi completamente solo in “carburante”, se lo usi per l’equivalente di 15 giorni l’anno, paghi e inquini poco;
      e ogni anno lo usi meno, ma questo ti rispondo nel punto 3 sulle le “intermittenze”

      – le nazioni sono già ora interconnesse e si stanno potenziando le connessioni, una volta meriterebbe fare un articolo su questo

      Inghilterra del tuo esempio può scambiare energia direttamente o indirettamente con tanti Stati; sta anche posando un cavo sottomarino sino al Marocco per avere altra energia eolica + FT da un fuso orario differente + energia da accumuli a batteria e idrogeno; altre connessioni sono in posa nel mare del nord

      oltre ad avere vicino i bacini idrici della Norvegia che sono una batteria naturale

      e oltre al fatto che si stanno già costruendo i gas-dotti per l’idrogeno verde (in europa e in progetto anche dall’azerbaigian e dall’africa) che dal 2030 diventerà una fonte del mix quando anche il resto degli impainti (desalinizzatori e idrlizzatori) scenderà di costo

      l’idrogeno se ne usarà il meno possibile, come l’ultimo dei back-up (es. 5% del mix),al posto dell’ultimo metano, ma le filiere fossili ci puntano molto per essere ancora della partita, loro vorrebbero portarlo al 20% del mix europeo e tentare poi di aggiungere anche quote di idrogeno grigio (ma visti gli sviluppi non sarà necessario)

    • 3) “intermittenze”

      le intermettenze non sono una complicazione finchè non si arriva all 70-80% di rinnovabili, in questa fase, in cui il limite vero è ancora solo la velocità con cui si riesce a istallare nuove rinnovabili, semplicemente si modula il metano per integrae quando serve e seguire il carico elettrico sulla rete

      l’idroelettrico e il metano sono ottimi per fare questo (in attesa di aggiungere accumuli di altro tipo, come le batterie al Sodio in commercio da quest’anno) perchè sono modulabili in pochi secondi e gli impianti sono giò presenti sul territorio

      noi siamo lontano da questa fase del 70-80%, per cui per ora (per anni) avremmo convenienza a dare priorità al solare, che produce a costi molto bassi, circa 4 cents a kwh, in discesa inpochi anni verso 3-2 cents al kwh

      e in seconda battuta, partire più lentamente con le installazioni di eolico off-shore lasciando che scenda ancora di prezzo ( al momento 10-7 cents a kwh) e con le batterie anceh queste in discesa rapida di prezzo ( al moento restituiscono 1 kwh accumulato al costo di 5 cents )

      ne avremo già risparmi sul prezzo di produzione dell’energia (in italia ora circa 13 cents, vedi gli esempi che ho postato nel precdente messaggio), prezzo che comunque nelle fasi di calma centra sino a un cento punto con il prezzo commerciale in bolletta ( 25-30 cents), mentre abbiamo visto può schizzare in alto nei momento di crisi se mancano le rinnovabili

      Fase successiva: rinnovabili che salgono oltre il 70-80%

      quando mettiamo tra 10-20 anni si arrivasse anche in italia all’ 80%, per salire al 95%-100% e gestire le intermittenze, si adottano diverse strategie

      alcune sono banalmente senza costi accessori, cioè si usa il mix delle fonti e delle diverse aree geografiche (tramite elettrodotti tra le nazioni già in potenziamento a ritmi serrati)

      altre (accumuli) hanno oggi o avranno domani (quando serviranno, non oggi che ancora non ci servono) bassi/modesti costi accessori, accumuli ad acqua, batterie, idrogeno, che man mano si sostituiscono al metano

      la Germania per esempio ha 4-6 giorni al mese di poco vento ( e ogni detrattore va a scegliere questi giorni per dire che non c’è vento) ma sta pregettando di usare i bacini idroelettrici nella Norvegia come batteria

      guarda la scala delle energie (!) relative al grafico dei bacini delle Norvegia, è la madre di tutte le batterie (altri bacini idrici sono in svizzera, austria, etc):

      https://energy-charts.info/charts/filling_level/chart.htm?l=it&c=NO

      ==============
      Previsione dettagliata di una settimana tipo – Germania al 2045

      prova a guardare i dettagli di questo questo grafico, è la previsione per la Germania nel 2045, con 700 GW (!) di rinnnovabili installate e un mix al 95-100% rinnovabile

      hanno simulato il carico elettrico futuro (il doppio dell’attuale, a seguito dell’elettrificazione e abbandono dei combustibii fossili) e ipotizzato la peggiore settimana possibile, cioè con 2 giorni su 7 senza vento, nella legenda è indicato come viene composto il carico elettrico ora per ora di tutta la settimana:

      https://energy-charts.info/charts/remod_power_profiles/chart.htm?l=it&c=DE

      a parte che le rinnovabili fanno scendere i costi, e la spiegazione che dai è fallata

      • PS: nel mix delle rinnovabili della Germania c’è pure un 9% di Biomassa,
        è una fonte rinnovabile non intermittente

        insomma il back-up per il vento e il sole salta fuori dalla somma di tanti contributi e strategie, non è solo idroelettrico, o solo interconnesioni, o solo batterie (soprattutto stazionarie, più una quota minore potrebbe venire anche dalle auto), o solo idrogeno, etc

        usare più un sistema o un altro sarà una questione di minimizzare i costi sul momento, ma per i tecnici che disegnano questi scenari pare che insomma non sia un problema

        a me sembra più un tormentone su internet presente su articoli scritti da fonti che vorrebbero “spingere” soluzioni diverse e più costose rispetto alle rinnovabili

        • Si, corretto, avevo preso il dato sbagliato per la quota rinnovabili.

          Sul costo pagato per non produrre, cioe’ quello che in UK si paga ad esempio ai produttori per tenere centrali ferme ed anche rinnovabili non connesse?

        • Buongiorno AntonioR
          di preciso onestemente non saprei, si mischiano aspetti “commerciali” da addetti ai lavori, con i costi veri produttivi; le scrivo quel poco che so oggi, ma magari studierò la cosa un po’ alla volta, l’argomento mi interessa

          molto a spanne a seconda del tipo di impianto ci sono:
          – costi di installazione e costi fissi di mantenimento
          – costi “carburante” (non per le rinnovabili)

          avere costi bassi in generale delle fonti energetiche e assenza di grossi costi fissi (credo valga anche per le centrali a metano) quando gli impianti sono disconnessi o sotto-utilizzati, non è ancora garanzia ma è almeno una premessa utile necessaria a tenere bassi i costi commerciali

          poi si passa al sovra-strato dei costi commerciali, i contratti sulla borsa energia, su base annua i costi commerciali ovviamente devono almeno coprire i costi veri; ci sono tante forme di contratti, nelle aste all’estero esiste anche il prezzo di aquisto minimo garantito (può essere molto basso per le rinnovabili, perchè sono bassi i costi reali da coprire per garantire profittabilità ai privati investitori) o per alcune altri fonti il prezzo garantito può essere alto e anche prevedere priorità di aquisto dell’energia pergarantire il rientro dei costi;

          un caso estremo sono le centrali di Hicley Point C in Inghileterra, ai costruttori subentrati (consorzio cinese), in aggiunta al fatto che lo stato aveva giè sovvenzionato parte dei costi dei installazioni, e probabilmente pagherà lo smantellamento, è stato garantito l’aquisto di energia a circa (ad oggi) 20 cents a kwh per 30 anni con rivalutazione automatica con inflazione; questo operazione (inzialmente decisa tanto tempo fa) ad oggi non si sta rivelando buona per le bollette inglesi, ma comunque poi nel mix hanno anche molto eolico che compensa

          mentre su base giornaliera invece i costi commerciali possono fare tante stranezze, anche i costi zero o leggermente negativi incaso di esubero di potenza sulla rete e sconvenienza tecnica/economica a scollegare/modulare per tempo gli impianti; senza che i prezzi zeri siano un problema reale, perchè sono episodici, fittizi

          onestamente non so in base ai vari paesi europei e accordi / aste se i costi per la disponibilità degli impianti ( quando non producono) venga retribuita (o sovvenzionata) a parte (magari a una piccola frazione del costo di quando vanno) o se piuttosto sia tutto incluso nel costo del kwh quando aquistato

          in regime di libero mercato lavorerebbero di più gli impianti con i costi più bassi, ma poi ci sono sicuramente delle mitigazioni utili a questa regola al fine di mantenere la rete stabile (instante per istante il carico deve uguagliare la produzione e tenere la frequenza stabile a 50 Htz)

          una tendenza generale in alcuni mercati è che se manca una quota di elettricità, questa viene pagata anche in base alla prestazione delle fornitura, chi arriva a colmare un gap fornendo una certa quota di potenza (piccola o grande, ci sono vari slot) e con un tempo di intervento più o meno rapido viene pagato tendenzialmente di più in quel momento ( anche una azienda che possa sfruttare capannoni per mettere FT e batterie dpotrebbe proporsi come fornitore della sua energia in eccesso)

          le centrali a metano hanno almeno due prezziari:
          fornitura standard con turbine a ciclo combinato, sono due giranti (una a gas e una a vapore) accoppiate termicamente, la modulazione dei giri motore si può fare ma con tempistica dei minuti, per tenerle più o meno “sincronizzate” nei flussi di pressione e termici; credo possano passare da 0% a 100% in 20 minuti; vanno bene per fare il groso del lavoro e per seguire le oscillazioni del carico nazionale nella giornata; PS: molti impianti (se c’è spazio per aumentare il diametro delle tubature) sono direttamente convertibil a funzionare a idrogeno senza grosse modifiche, e comunque il costo di revamping o di una nuova centrale a gas è relativamente modesto, infatti ogni tot anni aggiornano e turbine per averle con rendimenti più alti e nuove, non usurate

          poi c’è fornitura “rapida” , fatta con turbine a ciclo semplice, spesso presenti in aggiunta a quelle a ciclo combinato; queste sono avviabili e modulabili rapidamente quasi in pochi secondi, in attesa di far partire quelle a ciclo combinato; in pratica sono simili ai motori di un aereo; vanno bene per seguire i piccoli picchi rapidi e magari localizati del carico istantaneo (pagata meglio);

          in italia il programma Enel (prevista evoluzione rinnovanili + metano) era (è) di avere circa 20 centrali a metano distribuite sul territorio, a ciclo combinato ( aggiornate a rendimento 60-63%) e con anche ciclo semplice (aggiornate a rendimento 41-43%), e alcune sono già accoppiate a bacini idroelettrici singoli o doppi per aumentare la versatilità e abbassare i costi

          oggi servono per il grosso del carico, un domani progressivamente diventerebbero sempre più un “back-up” (mantenendo alta potenza di picco complessiva, in grado se necessario sùdi sostenere anche quasi tutto il carico, ma di fatto verrebbero utilizzate sempre meno) a metano e magari poi a idrogeno; il revamping degli impianti (credo da 55-57% al 60-63%) è stato fatto in parte, poi si è fermato durante il covid;

          ora mi pare sia in standby, cosi come altri nuovi bacini idroelettrici progettati da Enel; Ansaldo settore turbine è andata in crisi perché le commesse previste non sono poi state ancora chiarite dai governi attuali, le ultime notizie è che tentavano di vendere le turbine aggiornate all’estero

          questo della stabilizzazione della rete è uno dei vari extracosti ( es: alcuni kwh vengono pagati 15 cents invece di 7-10) ma immagino modesto facendo una media dell’energia

          la fornitura della quota di energia “rapida” è ambita tra centrali a metano, il super economico idroelettrico ( aggiornando le pompe e le turbine per poterle far lavorare a velocità variabile) e ormai anche dalle batterie; in linea di principio potrebbe essere contesa anche dalle fonti rinnovabili collegando /scollegando gli impianti (possono farlo in pochi secondi), gli impianti raggiungono costi sempre più bassi e risultano profittevoli per il gestore privato anche lavorando meno tempo del possibile

          in giornate movimentate chi regola la rete e agli aquisti può decidere di scollegare per prime le rinnovabili essendo relativamente economiche, ad esempio per non penalizzare i reattori francesi, lenti a modulare e costosi (specie se usati a basso carico, non fatturerebbero abbastanza kwh, preferiscono piuttosto vendere all’estero extra-corrente sottocosto), però questa soluzione “semplice” risulta in un costo non ottimale per il consumatore locale

          oppure fare l’opposto, modulare le centrali, è possibile farlo con le centrali a metano che costicchiano ma relativamente, se ridotte di carico con una modulazione oraria (non del tipo ultrarapido, diciamo fattobile al 90% dagli impianti a ciclo combinato) non aumentano più di tanto di costo al loro kw, e lasciare andare il più possibile le rinnovabili

          il futuro è un’aumento delle modalità di stoccaggio o utilizzo energia con desalinizzatori e idrolizzatori (oltre che modulazione oraria dei consumi programmabili tramite tariffe orarie variabili, per es per alcune industrie), cosi da non scollegare mai le rinnovabili, non sprecare energia ma riusarla in altro momento, anche quando le rinnovabili saranno sempre più vicine a coprire tutto il mix e per forza avranno una potenza nominale installata di picco sempre più sovra-dimensionata rispetto al carico medio nazionale; questo è già considerato nei calcoli dei costi, già tramite il “capacity factor” (rapporto tra potenza media tipica e potenza di picco; vale circa 0,23-0,53 per l’eolico, per il solare 0,13-0,18 da noi )

          c’è poi la fornitura di energia ultra-rapida (fosse anche per durata e quantità modesta di corrente e localizzata) per stabilizzare la rete che può essere pagata ancora di più

          questa parte è già appannaggio delle batterie (che dislocate in più punti della rete possono avere hanno tempi di reazione di frazione di secondo) ed è il motivo per cui in molti paesi i megapack Tesla e prodotti simili si vendevano già gli anni scorsi, prima che scendessero di prezzo; erano competitivi perché chiamati a fornire “pochi (relativamente)” ma pregiati kwh “rapidi”, pagati anche 18-20 cents l’uno

          ad oggi il prezzo degli accumulatori a batteria LFP ( e sono in arrivo le Ioni-sodio, a livello ambientale ancora più accettabili) è sceso molto e stanno diventano diventando convenienti anche per accumuli di tipo normale, non ultrapido ma che forniscono invece grossi carichi, in Australia stanno già installando tanti parchi con decine/centinaia di megapack accumulatori per far rendere di più il mix delle rinnovabili e iniziare a usare meno potenza (impegnata o effettiva) delle centrali classiche; per ora il cotributo batteria nel sito energy maps ( mi pare Australia sud o ovest) è piccolo, si vede poco, ma stanno per entrare in linea più impianti

          sicuro avrò scritto qualche imprecisione, ma per dare l’idea di come sia un mercato complicato

  5. io ci credo cosi’ tanto che ho messo i pannelli e ho quasi azzerato il consumo da marzo a ottobre ovvero pago 0 di energia . tutto quello che e’ esubero ( tanto in percentuale per quello che producono i miei pannelli ) lo butto in rete e qualcuno lo utilizza come energia rinnovabile ,quindi non e’ utopia, quando ti propongono energia da rinnovabili qualcuno la produce effettivamente . nei mesi invernali se c’e’ sole la cosa cambia di poco ,se nuvolo ovvio che si attinge da altre fonti tipo idroelettrico ( che quest’anno soffre meno per la siccita’ visto che piove abbastanza spesso in quota ) ed eolico e come ultima risorsa arriva il gas e o il carbone . quindi la possibilita’ di usare verde c’e’ . vedi anche https://www.lifegate.it/portogallo-record-rinnovabili

  6. Anche io sono da anni nel mercato libero e avevo scelto proprio il gestore citato nell’articolo. Però, c’è un però: la siccità abbassa i livelli dei laghi e dei corsi d’acqua e secondo me in Italia l’idroelettrico non funzionerà ancora per molto. Nella pratica ho notato che l’anno scorso improvvisamente la bolletta è raddoppiata, perché? Probabilmente perché quel gestore non ne produceva abbastanza per cui la comprava e la rivendeva a me…
    E allora ho cambiato gestore scegliendo una cooperativa che produce da fotovoltaico, vi saprò dire come va più avanti.

  7. Ma, se me è solo un’illusione quella di pensare di usare solo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili!!!
    L’energia elettrica non viaggia come internet su fibra con un indirizzo.
    La rete di disteibuzione è unica.
    Nel mio quartiere c’è un’unica cabina elettrica.
    Per qualche illuso questo vuol dire che io a casa mia utilizzo enegia da fonti rinnovabili mentre il mio vicino utilizza quella da fonti fossili e l’altro vicino da enercia nucleare impirrata dalla Francia.
    Spegatemi l’inganno!!!

    • Nessun inganno…
      Solo logica.
      Se la somma dei consumi degli utilizzatori di energia elettrica da rinnovabili è inferiore o uguale alla produzione immessa in rete, allora in rete è stata effettivamente utilizzata quell’energia rinnovabile e non ha importanza da chi, per l’ambiente…
      Quando chi vende energia da rinnovabili ha esaurito la propria capienza, non può più accettare nuovi clienti con garanzia di certificati verdi e vende energia “normale”.
      Nessuno le garantirà mai (e nessuno lo fa o l’ha mai fatto!) che sta usando elettroni provenienti da atomi presenti su pannelli fotovoltaici, sarebbe un po’ complicato…

    • Finalmente qualcuno che scopre l’inganno e le balle che ci raccontano: le varie centrali sia rinnovabili che fossili, immettono in una unica rete e gli elettroni non sono targati (fossili/rinnovabili) per poterli scegliere !

      • Quale inganno? Se compro energia verde qualcuno la produce e la consuma al posto di quella fossile, abbattendo di fatto la quota di produzione da fossili e le relative emissioni.
        Poi, ci pensi bene, se veramente fosse un inganno non crede che i produttori di fossili avrebbero già denunciato la cosa? E invece si affannano a trovare la soluzione per sequestrare la CO2 che emettono, non potendo negare l’evidenza.

      • Oh, ci mancava il sapientone che conferma che l’altro espertone ci sta rivelando quello che non cielo dikono!!! 🤣🤣🤣

          • Caro Stefano,
            per quanto vedo da mesi Eugenio è una persona molto affidabile

            ma qui sul forum ci sono anche (pochi) detrattori che per noia o per malizia commentano in modo fantasioso ogni giorno usando tanti nick name diversi o impersonando vari personaggi, sono dei giocherelloni

            usano a rotazione gli stessi argomenti e spesso anche le stesse frasi identiche o si auto-commentano da soli cambiando nick

            peccato per loro, perchè potrebbero commentare anche in modo ostile ma più trasparente e partecipare meglio, invece facendo così “sembrano” giusto dei troll, annoiati in cerca di attenzioni,
            oppure professionisti come quelli organizzati su web da alcuni partiti

          • chi lo conferma?
            mah….
            ……per esempio
            le leggi,
            i regolamenti,
            i contratti,
            tipo quello che “firmi” quando dici al panettiere “un kg di pane, grazie”
            lui te lo prepara, lo pesa, te lo sporge con lo scontrino che certifica domanda e offerta, e tu intanto paghi.

            non ci credi?

            boh.
            prova ad aprire una utility che venda energia elettrica, poi ci dici se i regolamenti, le leggi e i contratti sono diversi
            e se è davvero tutto un trucco, tutto un imbroglio.

            a me questi commenti fanno pensare ai complottisti delle scie chimiche: oh, non ne conosco uno che abbia avuto il buonsenso di spendere quattro soldi, munirsi di un drone e fare un prelievo di aria nel mezzo di una scia chimica, per analizzarla. non uno.
            è costoso? credo che con 5000 euro si possa fare senza tanti problemi. è tanto? ci si mette in 50 convinti complottisti, son 100 euro a testa.
            eppure…eppure niente.
            costa meno alimentare teorie comodamente seduti sul divano.
            per sentirsi avanti, per sentirsi vivi, per giustificare la sensazione di avere una vita senza capo né coda. per i complottisti che conosco per lo meno è questo quel che accade.

            attendo con curiosità notizie sul complotto e dell’elettrone rinnovabile

  8. Si tipo A2A che vai sul sito e loro stessi ti dicono che la bolletta costa almeno 100 euro in più del tutelato. E contemporaneamente aumentano le tariffe per l’auto elettrica senza mandare nemmeno una mail.

  9. Un bravo sia a Marco e ancora una volta a Vaielettrico per la risposta.
    Quel produttore del Trentino è anche il mio fornitore da anni proprio perché produrrebbe il 100% da rinnovabili. Purtroppo lo stesso produttore ha pensato bene di modificare il contratto prima della scadenza con la crisi del gas (poi bloccato insieme ad altri fornitori che volevano fare la stessa operazione). E lì mi è sorto un grave sospetto. Va bene che se la produzione di energia da gas aumenta vistosamente di prezzo un impatto potrebbe esserci anche su chi produce da rinnovabili, ma un allineamento tout court con il mercato impazzito non mi è andato proprio giù.
    Le mie non sono questioni ideologiche ma pratiche: se vogliamo sganciarci dalle logiche predatorie delle compagnie oil & gas dobbiamo per forza andare su produzioni nazionali e rinnovabili.
    Per quanto riguarda le certificazioni verdi non sono oltremodo preoccupato dalle falsificazioni, però mi pare che i certificati verdi siano scambiati a livello europeo, e a questo punto mi preoccupo già di più perché potrebbe benissimo essere che un produttore italiano produca da fonti fossili e poi compensi le emissioni con dei certificati verdi di energia rinnovabile prodotta in altri paesi europei. Se fosse questo il caso l’idea di Marco, seppur buona, sarebbe una pallottola spuntata perché i signori del gas e petrolio italiani potrebbero continuare a bruciare indisturbati facendo pagare i certificati verdi ai consumatori: l’energia in Italia è cara, ce lo ricordano continuamente, ma la colpa non è loro, dicono. A me non pare.
    Lascerò quindi anche il produttore Trentino per passare ad una comunità energetica, magari senza grossi benefici economici, ma con la certezza di contribuire all’esercizio di un impianto italiano e che i soldi che pago resteranno sul territorio italiano e verranno utilizzati per realizzare altri impianti in Italia.

    • Temo che in un certa parte la vendita da fonti rinnovabili sia una operazione di marketing e “greenwashing” per vendere energia a prezzi maggiorati. Nella Tua risposta ho ritrovato molti dei miei pensieri sul mercato elettrico italiano.
      L’energia in Italia diventa cara perchè i prezzi vengono allineati, nella Borsa Elettrica, con le fonti energetiche più care, in pratica si sovvenzionano le fonti fossili più sconvenienti (es centrali ad olio combustibile) che però devono restare a disposizione in caso di calo nella produzione o aumento della richiesta energetica non compensabile con le fonti normalmente usate.

      • Al posto delle grosse centrali inquinanti e costose servono batterie (che risolvono quasi tutto, ma non tutto) e una rete di “range extender” di piccola/media taglia diffusi sul territorio alimentati da carburanti bio o synth a gestione pubblica, meglio se in carico alla Protezione Civile perché impiegabile velocemente anche nelle grandi emergenze e per ottimizzare le spese di gestione. Servirebbe insomma un piano nazionale per assicurare energia sempre e quando serve, facendo sinergia con quanto previsto dai grandi piani di emergenza.

    • Un po’ come andare dal venditore sul marciapiede e comperare un Rolex d’oro massiccio “senza badare all’origine?

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