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Le stime dell’IEA: l’auto elettrica farà molto male al petrolio

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auto elettrica petrolio

L’auto elettrica farà molto male al petrolio. Secondo il Global Outlook dell’IEA appena pubblicato, dopo un 2023 da record le vendite mondiali saranno robuste anche quest’anno coprendo circa il 20% del mercato. E continueranno ad accelerare per tutto il prossimo decennio. 

auto elettrica petrolio

La svolta elettrica è destinata quindi a “rimodellare l’industria automobilistica globale” e l’auto elettrica contribuirà aridurre significativamente il consumo di petrolio per il trasporto su strada“, si legge nel Global Outlook sulle EV dell’International Energy Agency, ritenuto a ragione il più completo e autorevole al mondo. Che conferma i contenuti del nostro recente articolo sulla presunta e a torto sbandierata “bolla dell’auto elettrica”.

Spazia però su tutte le tipologie di veicoli, camion e due ruote compresi. E registra dati di mercato, prezzi, origine dei prodotti, utilizzo, caratteristiche tecniche dei mezzi finiti e delle batterie. Una massa di dati impossibile da sintetizzare.

Vendite record nel 2023 e il bis nel 2024

auto elettriche petrolio

Il documento stima che le vendite globali di auto elettriche raggiungeranno nel 2024 quota 17 milioni, contro i circa 14  milioni del 2023 (+35% sul 2022). Nel primo trimestre, infatti, le vendite sono cresciute di circa il 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un tasso simile a quello dell’anno precedente. Il numero di auto elettriche vendute nei primi tre mesi è più o meno equivalente al numero venduto in tutto il 2020.

La crescita sarà spettacolare in Cina (circa 10 milioni, con il 45% di tutto il mercato auto). Negli Stati Uniti si prevede che circa un’auto venduta su nove sarà elettrica, mentre in Europa, nonostante le prospettive generalmente deboli per le vendite di auto e la graduale eliminazione dei sussidi in alcuni paesi, le elettriche sono ancora destinate a rappresentare circa una su  quattro vendute.

 

Nel 2035 due auto su tre saranno EV

I sostanziosi investimenti nella catena di fornitura dei veicoli elettrici, il sostegno politico costante e il calo dei prezzi dei veicoli elettrici e delle relative batterie produrranno una crescita ancora più rapida negli anni successivi.

 

Tanto che l’ Outlook prevede che entro il 2035 due auto vendute su tre nel mondo saranno  elettriche. In questo scenario la diffusione dell’auto elettrica determinerà un calo nel consumo di petrolio di circa 12 milioni di barili al giorno, sui cento barili/giorno attuali. E’ l’equivalente dei consumi combinati per il trasporto di Cina ed Europa.

Giù i prezzi delle batterie. Ma la Cina…

«Lo slancio continuo delle auto elettriche è chiaro nei nostri dati, anche se è più forte in alcuni mercati rispetto ad altri», ha commentato il direttore dell’IEA Fatih Birol . E ha aggiunto: «Invece di rallentare, la rivoluzione globale dei veicoli elettrici sembra prepararsi per una nuova fase di crescita. Questo cambiamento avrà importanti conseguenze sia per l’industria automobilistica che per il settore energetico».

In Cina, oltre il 60% delle auto elettriche vendute nel 2023 erano già meno costose da acquistare rispetto alle loro equivalenti convenzionali. Tuttavia, in Europa e negli Stati Uniti, i prezzi di acquisto delle auto termiche sono rimasti in media più bassi, anche se si prevede che l’intensificarsi della concorrenza di mercato e il miglioramento delle tecnologie delle batterie ridurranno i prezzi nei prossimi anni. Anche laddove i prezzi iniziali sono elevati, i costi operativi inferiori dei veicoli elettrici significano che l’investimento iniziale si ripaga nel tempo.

Ma le crescenti esportazioni di auto elettriche cinesi determinerà uno scossone nell’industria automobilistica tradizionale.

Le colonnine? Moltiplicate per sei

Secondo il rapporto, infine, è fondamentale che la disponibilità della ricarica pubblica tenga il passo con le vendite di veicoli elettrici. Il numero di punti di ricarica installati a livello globale è aumentato del 40% nel 2023 e la crescita dei punti di ricarica veloci ha superato quella di quelli più lenti. Tuttavia le reti di ricarica devono crescere di sei volte entro il 2035. Ciò determinerà una maggiore domanda di elettricità che potrebbe sovraccaricare le reti elettriche se non fosse accompagnata da un loro potenziamento.

 

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29 COMMENTI

  1. Trovo sempre queste statistiche confusionali.
    Mi spiego, è un errore di continuare ad includere i PHEV. Sappiamo che spesso sono SUV e che molto spesso la gente non le carica come ci vuole. Conclusione, consumano di più dell’equivalente senza il plug-in.
    Questi hanno un effetto negativo sul consumo del petrolio. Cioè fanno crescere il consumo.
    Io le escluderei totalmente delle statistiche e comunque pian piano andranno nel dimenticatoio…. perché è un controsenso come tecnologia. Combinare il peggiore (termico) con il migliore (elettrico) ma limitato.

    Comunque, il consumo del petrolio continuerà a diminuire. In bel esempio essendo la Norvegia che registrava già l’anno scorso una diminuzione del 3% del consumo carburante.
    Sembra poco, ma andrà ad accelerare e con l’effetto cumulativo, la Norvegia “perderà” una bella quantità di petrolio. Loro sono avanguardista. E noi in Europa seguiremo lo stesso trend con più o meno ritardo. l’Italia in coda come spesso….

    E viva il mondo senza veicolo termici e ritroveremo le nostre città respirabile. Quanto mi dà fastidio sentire l’odore del gas di scarica quando passeggio in una città. Non parliamo de due ruote a 2 tempi. Disgustoso.

    • Che ingenuità: “la Norvegia ridurrà del 3% il suo consumo di petrolio”, “loro sono avanguardista (?)”. In Norvegia continuano ad estrarre e vendere petrolio ed idrocarburi a più non posso. La diminuzione del 3% dei consumi del loro piccolo mercato interno è risibile. Ed il bello è che con ingenui come lei la Norvegia passa per essere uno stato ecologista e che rispetta l’ambiente. Il più grande produttore di idrocarburi di tutta Europa.

  2. La cosa interessante sarebbe capire questo: se la richiesta di petrolio calerà abbastanza velocemente da qui al 2030/2035, che conseguenze ci saranno sui prezzi alla pompa? perchè va detto che non appena gli investimenti nel settore energetico rallentano (estrazioni, raffinazione, ecc) subito i prezzi tendono ad incrementare. Ci potremmo dunque trovare con la sgradita sorpresa di un litro di benzina a 3€ o 4€ nel prossimo futuro? Se è così forse qualcuno dovrebbe iniziare a dirlo……..

    • Tranquillo Gio, il settore petrolifero in questo momento ha fermato tutte le nuove ricerche perchè attualmente ha dei problemi di sovraproduzione.
      Stanno indietro anche con le estrazioni proprio per quello.
      Le dinamiche dei prezzi risentono più dei numeri dell’estrattivo piuttosto che della reale disponibilità.
      Di petrolio ad oggi ce n’è ancora una quantità spaventosa, di gas forse ancora di più.
      Quello che in qualche decennio verrà meno sarà il “petrolio facile”, quello che si estrae/lavora relativamente senza problemi.
      Poi rimane quello “difficile” e infine quello “politicamente troppo sconveniente”.
      Va da sè che non è un buon motivo per bruciarlo tutto fino al’ultima goccia, sia chiaro.
      Ma di base i prezzi non risentono al momento di una carenza di materia prima.
      Se andassimo avanti come nulla fosse, quello succederà di sicuro, ma fra qualche decennio, suppergiù una cinquantina d’anni minimo.
      Che d’altronde per molti versi è come dire domani mattina, quindi al di là del clima ecco un altro un ottimo motivo per cercare per tempo delle alternative e far partire seriamente sta benedetta transizione.

      • A fine decennio il fracking americano sarà al capolinea e l’America tornerà ad importare oil & gas. vedrai lo sconquasso.

        • C’è il Venezuela che di fatto è fermo però.
          E l’europa, che parrebbe aver parecchie risorse se usasse il procedimento, il fracking lo ha vietato prorpio
          Comunque sì, senza dubbio lo sconquasso ci sarà eccome.
          Perchè non metto in dubbio la cosa, dicevo solo che il problema non è così imminente su scala mondiale a spremere il limone fino all’ultima goccia.
          Rimale il fatto che spremere il limone all’osso senza pensare al dopo, sapendo che non ne rimane già troppo, è semplicemente stupido.
          Al netto di ogni sacrosanto discorso sul clima.

          • Io mi aspetto un aumento dei prezzi non oer mancanza di materia prima ma per riduzione del volume commercializzato per abbassamento dei consumi…
            Chi guadagna sul petrolio vorrà continuare a guadagnarci come oggi anche quando se me utilizzerà la metà… ergo I costi “fissi” ed I guadagni verranno suddivisi su meno unità e perciò “peseranno” di più sul singolo litro… se oggi un operatore del settore gli va bene guadagnare pochi centesimi al litro domani, quando I litri da vendere saranno la metà, ne chiederà il doppio perchè alla fine il suo guadagno vorrà mantenerlo…

          • Come detto,

            Le dinamiche dei prezzi risentono più dei numeri dell’estrattivo piuttosto che della reale disponibilità.

            Almeno nel medio termine.
            Quindi siamo d’accordo

          • @Moreno
            infatti.. i costi della filiera sono alti e sostenuti peso in parte dal prezzo alla pompa e in parte dai sussidi (accise).. e il calo di volume dei consumi di petrolio era già iniaziato anni fa, ora un po’ alla volta prenderà più velocità

            c’è da sperare che entro pochi anni arrivino non solo più BEv, ma anche i camion elettrici, per iniziare a mettersi al riparo da sbalzi inflattivi dovuti a rincari dei carburanti camion nel settore distribuzione merci, o altrimenti il carburante per camion andrà sussidiato dallo Stato ancora più di adesso ma allora alzando i balzelli per le auto

      • Anche io mi son fatto la stessa domanda se le ev diventeranno maggioranza, da una parte caleranno ovviamente i distributori (nella mia zona vedo già spariti da anni quelli piccoli a favore di quelli senza personale con anche 14 pompe dove vado io di solito), il prezzo in teoria dovrebbe salire, dall’altra parte io vedo ogni giorno un prezzo del petrolio tenuto su in maniera artificiale dai prezzi fatti dall’opec (tempo fa lessi una ricerca di una banca americana che senza tagli il barile andrebbe sotto i 40 dollari, che è più o meno il prezzo al quale la Russia vende all’india sottobanco, parlavano di 35 dollari). Alla fine la materia prima in sé non costa molto, in Italia ci sono montagne di tasse sopra, stessa cosa per il metano, se guardate un grafico settimanale del natural gas i prezzi si sono schiantati dopo i rialzi post invasione sovietica dell’Ucraina. Non saprei davvero.

        • Si potrebbe scrivere un libro su questo argomento.
          Mi limito a considerare che gran parte delle guerre fatte negli ultimi decenni sono state fatte per assicurare che il petrolio scorresse copioso verso occidente. Man mano che si va avanti le guerre dovrebbero aumentare perché chi vende ha tutto l’ interesse a vendere soltanto a chi è disposto a pagarlo di più.
          Il senso dei tagli alle produzioni è quello: perché produrre di più se posso guadagnare lo stesso producendo meno e facendo durare i pozzi più a lungo?
          Finora un po’ di bombe sganciate nei posti giusti hanno fatto in modo da tenere le produzioni sotto controllo occidentale, ma nel frattempo ci sono Cina e altri paesi che vorrebbero partecipare al banchetto.
          Quindi cosa facciamo? Ci armiamo fino ai denti e ci impegnamo in continui conflitti all’ estero? Inutile dire che diventerebbe tutto molto più costoso e insicuro rispetto a utilizzare auto e riscaldamenti elettrici alimentati da fonti rinnovabili.

    • Gio, perché dirlo?
      Creeresti solo panico e proteste in Italia e in molti paesi con mentalità simili.
      Le istituzioni potrebbero perdere fiducia.
      D’altra parte ce lo stanno dicendo tra le righe con questi obblighi verso la transizione energetica. Transizione osteggiata da chi vede margini di profitto molto alti con un aumento dei prezzi dei carburanti dovuti ad una minore disponibilità.
      Quindi, per me abbiamo due problemi, il molto probabile aumento dei prezzi dei carburanti fossili e il cambiamento climatico causato dalla combustione di questi idrocarburi.
      Abbiamo soluzione? Sì. Costa molto attuarla, non costa molto ma costa. Possiamo programmarla? Sì. Ma il programma è condiviso dal popolo? No
      Che facciamo? Attendiamo e quando i prezzi saliranno il popolo si muoverà e i costi della transizione schizzeranno per la gioia degli speculatori.

      • È per questo che dico spesso che le pecore stanno bene tosate. No BEV, no watt, costa troppo, mi devo fermare troppe volte, e così via a crogiolarsi fino a Pasqua.

        • Leonardo con i recenti aumenti alla colonnina e l’eliminazione degli abbonamenti lei invece non viene tosato?

          • Guardi Marco, data la posta in gioco non mi sarei mai aspettato di avere gioco facile, come in effetti sta accadendo. In realtà non sto usando gli abbonamenti da quando li avevano “rimodulati” e avevo già iniziato a evitare le compagnie che hanno fatto questo disastro, sicuramente plenitude non l’ ho più usata, mentre EnelX soltanto indirettamente (tramite Wroom, se qualcuno ha capito il business model…).
            Credo che se stanno arrivando a tanto in così poco tempo significa che temono enormemente la mobilità elettrica e che hanno bisogno di tenere le pecore nell’ ovile più a lungo possibile, ma a me poco importa.
            In uno scenario di questo tipo io posso ancora installare la wallbox nel garage in altro condominio, dovrò sostenere i costi di acquisto e installazione e i costi fissi di un contatore dedicato per cui finora non l’avevo preso in considerazione. Il bello dell’ elettricità è che c’è un po’ ovunque, però anche in questo settore le cose stanno andando particolarmente piano soprattutto qui in Italia, ma da quando c’è stata la crisi del gas ho spostato i contratti delle case su enostra con contratto prosumer in quanto rimasto molto deluso dal mio vecchio fornitore 100% rinnovabile che ha pensato di legare al PUN i nuovi contratti (anzi ha cercato di cambiarli prima della scadenza, cosa che ho gradito ancora meno), fatto assurdo visto che dicevano di produrre soprattutto con idroelettrico, secondo me segno che si sono comportati da broker anziché da produttori. Come dico sempre è una questione di scelte, comportarsi da pecore è la posizione più comoda, tra l’ altro nell’ ovile sei più protetto dai lupi. L’ altra via, quella della libertà, è più pericolosa ma secondo me ne vale ampiamente la pena.
            Per concludere: c’è chi sta bene tosato e chi no e io non amo particolarmente la tosatura (per questioni lavorative sono ben abituato a districarmi anche al di fuori della mia zona di comfort) e più andranno avanti su questa strada suicida più mi sentirò motivato ad evitare di consumare combustibili fossili.

  3. Francamente… dopo 150 anni di uso sfrenato del petrolio… ed un pianeta Terra stravolto…
    mi auguro tanto che non sia solo l’adozione dell’auto elettrica/elettrificata a diminuirne, se non proprio “far sparire” l’uso di idrocarburi…

    La forte concorrenza internazionale dovrebbe portare in primis tutte le industrie energivore (acciaierie, vetrerie etc etc) a puntare velocemente su ogni F.E.R. disponibile, per mera questione di riduzione di costi e “sopravvivenza ” nei confronti delle imprese concorrenti che vi fanno abbondante ricorso (v. acciaierie con F.E.R. a Dunkerque).

    Le normative europee sulla riduzione dell’uso della plastica e la realizzazione di sempre più prodotti sostitutivi con materiali non derivati dal petrolio ma da scarti agricoli ed altro potrebbero dare una forte spinta al decremento di derivati del petrolio nell’industria imballaggi e materiali per componenti auto o mobili etc

    Voglio anche segnalare… giusto perché è cosa buona, che la Solvay ha recentemente messo a punto un nuovo ciclo di produzione di un nuovo ammorbidente per polimeri che non inquina e danneggia l’ambiente..

    rif. : https://www.iltelegrafolivorno.it/cronaca/nasce-il-lievito-per-le-plastiche-rivoluzionaria-scoperta-alla-solvay-ca3bf32a

    Cerchiamo però tutti quanti (sostenitori BEV o ICE non importa..) di diminuire il più possibile l’uso di prodotti plastici e comunque di conferirli negli appositi centri di recupero per smaltimento o riuso… ne va della nostra salute e sopravvivenza..

  4. “l’ Outlook prevede che entro il 2035 due auto vendute su tre nel mondo saranno elettriche”

    l’endotermico sarà estinto prima del 2035

  5. Questi dati dovrebbero far riflettere le persone sul fatto che è abbastanza ovvio che l’industria del petrolio sia preoccupata e non starà di certo a guardare impassibile la transizione. La campagna di disinformazione contro l’auto elettrica è palesemente sostenuta in qualche modo da questa industria che ne vede una minaccia senza precedenti. Personalmente sono molto orgoglioso del fatto di aver smesso da dicembre 2023 di acquistare direttamente idrocarburi e di non essere più loro cliente. Forse la più grande soddisfazione del guidare solo elettrico

    • Le scelte che facciamo sono importanti, lasciarsi condurre all’ ovile come pecore è un errore gravissimo.

  6. IEA leggo è stata creata nel 1974, dopo lo shock petrolifero del 1973, per fare analisi e previsioni a beneficio (previsioni dei consumi e delle crisi) dei paesi forti consumatori di petrolio

    i report IEA storicamente a me è parsa autorevole ma abbastanza conservatrice, in passato era un bastione delle fossili (o almeno del metano) e del nucleare, con dati ottimistici e datati su costi, tempi, emissioni; sulle rinnovabili al contrario ricordo hanno sempre sbagliato al ribasso le previsioni di sviluppo, perchè come altri enti “ufficiali” un po’ ingessati, come metodo di analisi devono usare dati consolati (in pratica con uno sguardo più al passato), e oggettivamente nel campo delle rinnovabili i ribassi dei prezzi e gli sviluppi si succedono velocemente e questo tipo di errore nelle previsioni di sviluppo fatte al ribasso è abbastanza comune

    in questo nuovo report per esempio per il 2023 indicano che il prezzo delle batterie al kwh in Cina sarebbe 100e /kwh, sembrano indietro quasi di un anno sui dati, oppure appunto di un intervallo di valori possibili, hanno usato quello più conservativo, per “pararsi” diciamo

    negli ultimi report comunque IEA ha ratificato i dati e le previsioni esplosive sulle rinnovabili, e le previsioni di riduzione dell’uso delle fossili, e a questo punto inziando a parlare di riduzione persino dell’uso del metano, fino a poco tempo fa incensato perché non c’erano alterative

    essendo i report IEA un punto di riferimento, apriti cielo.. leggo che in America non sono stati aumentati per il futuro i permessi di esportazione di gas gpl (quello che anche noi compriamo via nave da loro a seguito dlele crisi del 2022) in base alle (tante, non solo IEA) previsioni di minor uso anche del gas nei prossimi anni, e i lobbisti conservatori hanno attaccato il direttore di IEA per deleggimarlo, “colpevole” di aver pubblicato stime al ribasso sui consumi futuri del metano e di crescita delle rinnovabili (ma come detto IEA ci va persino troppo piano in queste previsioni secondo me, confrontandoco altre analisi)

    qui la storia della bagare dei consevatori americani:
    https://www.huffingtonpost.it/green-and-blue/2024/04/09/news/iea_combustibili_fossili_usa-422451260/

    attacchi non nel merito, ma in stile teppistico (gli hanno dato della cheerleder) come va di moda nella politica polarizzata e sotto elezioni; IEA a risposto con diplomazia, spiegando che elaborano scenari per la sicurezza energetica e che in generale non possono essere certi che siano precisi, ma anche ironico, hanno ringraziato per il “feedback” 🙂

    lo stesso direttore in altri casi quasi se le era cercate queste rogne (gli va dato atto), avendo in Novembre fatto dichiarazioni in cui inviata anche l’italia a pensarci due volte prima di avallare fuori tempo massimo, oggi, grandi progetti di nuovi gasdotti metaniferi, viste le previsioni di calo dei consumi di metano in europa, e progetti non adatti per percorso e tipologia a conversione futura all’idrogeno; è la stessa analisi critica che è stata spiegata più in dettaglio nella recente puntata di Presadiretta “A tutto idrogeno” del 08/04/2024

    https://www.raiplay.it/video/2024/04/A-tutto-idrogeno—Presa-Diretta—Puntata-del-08042024-59a5bed6-49cb-44f6-b687-9486e3842edf.html

    • “in questo nuovo report per esempio per il 2023 indicano che il prezzo delle batterie al kwh in Cina sarebbe 100e /kwh” temo che tu abbia frainteso il grafico: hanno fatto 100 il prezzo in Cina e mostrato quanto siano più costose negli altri paesi, tutto in termini relativi (tra aree) senza parlare di prezzo al kWh.
      Per gli “attacchi non nel merito, ma in stile teppistico (gli hanno dato della cheerleder)” , è l’ennesima conferma che Idiocracy ci ha azzeccato davvero tanto 🙂

      • si hai ragione avevo letto male.. oggi mi sono guardato con calma il PDF e sui prezzi restano ancora più vaghi, ma ci può stare, vista la velocità del settore

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