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Le Free to X di Linate? Usate come parcheggio…

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Finita la ricarica si lascia l'auto parcheggiata nello stallo: accade a Linate.

Le Free to X di Linate? Usate come parcheggio, abusivo e gratuito, da chi ha già finito la ricarica da tempo. Andrea documenta l’ennesimo abuso. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it 

Le Free to X di Linate
Il display delle colonnine di Linate: entrambe le auto sono al 100% di carica, ma continuano a sostare nello stallo (foto inviata da Andrea).

Le Free to X di Linate? Fingono di ricaricare e vanno a pranzo

“Segnalo la solita genialità italiana. Aeroporto internazionale di Milano Linate, dieci (10 !!) stalli ad alta velocità di Free to X occupati. Otto dei quali bloccati da vetture con carica terminata da molto tempo, magari con pochissimi kWh caricati. La FURBIZIA italiana: perché pagare un posteggio a pagamento a quasi 2 euro l’ ora, se posso lasciare lì la vettura senza che nessuno mi possa dare la multa??? Magari con una  vettura che non arriva nemmeno alla velocità della colonnina e potrebbe tranquillamente stare in una ricarica lenta. Non importa se qualcuno magari deve ricaricare la vettura per tornare a casa e ha bisogno di qualche kWh ad alta potenza, ci sono i fessi che occupano e vanno a pranzo …Ma dove vogliamo andare? Da noi non basta la transizione energetica/ ecologica, ci vuole la transizione di cervello!“. Andrea

Dovrebbe scattare la multa, ma quasi mai accade…

Risposta. È desolante vedere che non sono solo gli automobilisti “termici” a usare gli stalli di ricarica come parcheggio. Gli stessi “elettrici” ne abusano, lasciando l’auto in sosta ben dopo la fine-ricarica, soprattutto in luoghi in cui lasciare l’auto è un problema come Linate. In realtà la Polizia Locale sarebbe tenuta a sanzionare questi abusi. Il Codice della Strada prevede che il divieto di sosta “vale anche per gli stessi veicoli elettrici che non stanno effettuando la ricarica. O se hanno completato da oltre un’ora l’operazione“. Il problema è che i vigili quasi sempre sono in tutt’altre faccende affaccendati. E, se anche intervengono, raramente sanzionano (e tanto meno decidono per la rimozione), come dimostra anche il VIDEO riprodotto qui sopra. Non è facile appurare da quando la ricarica è terminata e così si lascia correre. A perderci sono in due: chi veramente deve ricaricare, come Andrea. E chi le colonnine le ha installate, con investimenti cospicui, perdendo incassi. 

  • Leggi anche: Free to arriva X a 100 stazioni di ricarica, in autostrada e fuori

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29 COMMENTI

  1. A mio avviso potrebbero essere automatizzate anche le multe.
    Mi spiego, nelle colonnine potrebbero essere messi dei contatori per indicare che il veicolo è nella sosta a pagamento post ricarica (che dovrebbe costare di più delle soste a pagamento limitrofe) in più potrebbero essere predisposte delle telecamere che in automatico fotografano la targa dei veicoli in sosta vietata e li invii direttamente agli organi di polizia locale al fine di multare il proprietario del veicolo.
    Diciamo come i semafori con rilevatori d’infrazione automatica.

  2. O si aumenta drasticamente il costo al minuto.per chi lascia la macchina parcheggiata finita la ricarica o si sgonfiano i pneumatici a futura memoria. In Italia funziona così ..

    • Tempo fa un lettore pubblicò su Vaielettrico un articolo in cui lamentava il fatto che A2A a Milano gli aveva fatturato una ricarica dal costo astronomico a fronte di una ricarica da pochi KWh calcolando il costo sul tempo di permanenza nello stallo e non sui KWh caricati (per sua ammissione aveva fatto il furbo rallentando la velocità di ricarica, ed era stato punito dal “karma”).
      Dovrebbe accadere a tutti i furbacchioni….

  3. Certo che anche uno che occupa una fast per risparmiare 2 euro ora mentre mangia o e’ un miserabile o impiega 10 ore a ,angiare.

  4. Sapete cosa costa al minuto ,dopo aver finito una ricarica nei caricatori Tesla ,costa un euro, si un euro al minuto,e tutti si levano dalle palle subito chissà come mai , basta poco copiate da Tesla.

  5. Alla fine forse il sistema migliore sarebbe sfruttare il pagamento della ricarica: se finita la carica entro 15 minuti non stacchi l’auto parte l’addebito di 50 cent per ogni minuto di stallo occupato senza ricarica. Forse qualcuno si sveglierebbe. E comunque questo conferma che se uno è maleducato non è che passa a guidare una elettrica diventa un signore

    • L’art. 158 C.d.S. consente una permanenza nello stallo a fine ricarica fino a 60 minuti: ecco perché sia il divieto di sosta che la penale del gestore scattano dopo 60 minuti.
      Non credo che un gestore possa applicare una sua penale prima dei 60 minuti a fronte della legge che invece considera legale una permanenza di 60 minuti.

      • Credo che se il gestore della colonnina, chiunque esso sia, scrive nel contratto che la penale scatta dopo es. 15 o30 minuti, e il contratto è comunque accettato dal proprietario, la penale scatta in ogni caso, non scatta la contravvenzione per divieto di sosta dei vigili urbani prima dei 60′.
        Tanto è vero che Tesla fa partire la penale mi pare dopo 5 minuti, e nessuno si è mai sognato di contestarla.

        • Ci ho riflettuto anch’io su questo fatto, e mi domando: non è che Tesla possa farlo perché l’area dei SuC è proprietà privata, non suolo pubblico?

    • Qui si gioca evidentemente sul termine di 60 minuti, previsto dall’art. 158 C.d.S., concesso senza penalità a chi ha terminato di ricaricare prima di essere costretto a spostare l’auto dallo stallo di ricarica se non vuole incorrere nell’infrazione di divieto di sosta.
      Sfruttando ad arte questo termine, quindi, anche qualora la ricarica effettiva duri anche soltanto pochi minuti (o addirittura uno solo), si hanno comunque 60 minuti di tempo con l’auto nello stallo di ricarica prima che scattino la penale di occupazione della presa e l’infrazione di divieto di sosta.
      È, come scrive Andrea, “la solita genialata italiana”, che si riassume perfettamente nell’arcinoto proverbio “fatta la legge, trovato l’inganno”.
      E Andrea ha di nuovo ragione, purtroppo, quando chiude scrivendo “…Da noi non basta la transizione energetica/ ecologica, ci vuole la transizione di cervello!“.

      • Non si deve confondere il cuscinetto di 60min dalla fine carica per il divieto di soste, con la tariffa di fine carica. Su quelle HPC, A2A fa pagare 0,18€/min. Purtroppo dopo 60min, mentre dovrebbero accorciare a 10min sulle fast/HPC.

  6. sono reduce dall’ennesima lite presso la colonnina francobollo di Busalla già più volte segnalata. I vigili urbani che hanno gli uffici al di là del muro che dà sulla colonnina erano impegnati fuori sede (sulla porta il numero cellulare da chiamare). Quando è arrivato il proprietario della ICE (scusandosi), purtroppo ho sclerato (mi scusi un c**0, sono furibondo)- Dopo un’oretta al mio ritorno c’erano 2 vigili ed una Panda a rioccupare lo stallo e sgattaiolata via davanti ai loro occhi. Questi hanno candidamente ammesso di conoscere anche i proprietari che solitamente occupano gli stalli. Se la sono presa con coloro che la hanno messa proprio lì (nota bene: E’ centrale ed è comodissima, per una volta che non è isolata in campagna). Mentre ero ancora su di giri, il vigile che conosco meglio mi ha detto che cosa succederà (se e) quando le auto saranno tutte elettriche: la centrale di distribuzione di Busalla è già stracarica. Ho citato la stupenda idea di caricare presso i pali della luce, ma secondo loro va messo sottosopra l’intero villaggio (non so come definirlo) per distribuire tutto questo carico Ho Implorato ALMENO di sanzionare: sissi, ciao..
    Prima di leggere questo post, sbollendo la rabbia, ero giunto alla conclusione che il ragionamento dell’occupatore è : “se non ce la metto io ce la mette un altro, quindi meglio che ce la metta io, intanto ci sto 5 (c**0 di) minuti” chi vuoi che abbia un’auto elettrica … a Busalla.
    Il ragionamento vale a Linate: “ci sono altri stalli vadano a caricare su quelli”… lato vigili invece colgo che non c’è sufficiente sensibilità e la comprensione per il tuo problema viene fagocitato da mille altri problemi locali a più alta priorità.
    La buona notizia è che, sbollita la rabbia, a 64 anni non posso aspettare le batterie da un chilo che garantiscono oltre 1000km e mi godo la mia ID.3 così come è, non genero inquinamento che respirano i miei nipotini. E il 23 novembre le farò spegnere la sua prima candelina.

    • Cavoli, a Busalla abbiamo anche i vigili elettrotecnici!!!???

      Complimenti per la sua ID.3 Marco, a 64 anni lei è più giovane e assennato di tanti altri concittadini.

      • Grazie, ex concittadini, ora abito a Omegna e la situazione è decisamente migliore anche se sono già riuscito a discutere con i nuovi vigili circa la colonnina prigioniera della ztl che confonde (almeno) i turisti stranieri. Però le colonnine sono generalmente libere.
        Circa la giovinezza invece non so, ho comprato la id3 pagandola sull’unghia giocandomi il tfr. la scommessa è quella di tenermelia per una 20na di anni, magari cambiando la batteria tra 8–10 anni per 5k€. Fintanto che percorre omegna busalla in autonomia… cosi riduco al massimo la mia impronta su questo pianeta. chissà

          • @Bradley
            No non fa ridere.
            Ed è già successo con la Leaf
            Ai produttori non interessa prolungare la vita delle vecchie auto e prezzano i ricambi in modo che non valga la pena sostituire il pacco e che risulti più conveniente sostituire l’auto.
            È un discorso oltre che antieconomico decisamente antiecologico.
            Può metterci una pezza soltanto la comunità europea rinforzando i regolamenti sul right to repair in modo che si possano utilizzare batterie alternative rispetto a quelle del produttore, ovviamente con tutte le conseguenze del caso.

          • Ti capisco, ma lasciami immaginare uno scenario in cui le risorse energetiche per essere umano saranno limitate e sempre più distribuite (Cina, India…) sarà necessario anzi vitale sviluppare un mercato di riciclo tale per cui la batteria sostitutiva me la monterà l’officina del futuro parte di una virtuosa filiera parallela. Non credo al paradigma cambio un’auto in leasing da cambiare ogni tre anni, sopratutto se monoscocca stampata da gigapress, non è sostenibile. Se lo facessero tutti…

          • @Leonardo il solito Bjorn sta da poco collaborando con un’officina di Oslo che di mestiere fa proprio le riparazioni di sole auto elettriche, han già fatto vedere una Tesla S di dieci anni e una eGolf fatte risorgere a nuova vita. Ovvio, servono competenze nuove, ma mi pare un bel business per il futuro.

            PS: se anche tra 10 anni mi costasse 5000€ sostituire la batteria, sicuramente è molto meno che comprarmi un’intera auto nuova, o no?

  7. Su non solo quale numero di Quattroruote hanno provato a testare la prontezza dei vigili urbani di Roma e Milano una volta segnalata l’occupazione abusiva… un disastro ovunque, dal mancato intervento al passaggio dopo ore.
    La questione è solo politica, ai sindaci non interessano gli utenti elettrici, siamo pochi, non facciamo casino, ed il nostro voto si può tranquillamente perdere, esattamente l’opposto degli utenti termici.
    Purtroppo credo che l’unica soluzione, legale, si tentare le vie legali denunciando per omissione d’atti d’ufficio i vari comandi ma a parte il fatto che è oneroso raccogliere il materiale sufficiente per dimostrare l’accaduto, e magari la sistematicità, non è detto che poi si vinca.

    • A Busto Arsizio (si, proprio lui) se fate una cosa del genere gli ausiliari del traffico vi fanno un cu£o a padella. Hanno appena installato in centro una colonnina A2a, tra l’altro non ancora attivata, e magicamente i due posti a parcheggio serviti dalla colonnina sono sempre liberi!

  8. Certo, nelle colonnine dotate di display, quindi praticamente tutte le DC, al termine della ricarica e fino al distacco dell’ auto dovrebbe essere visualizzato l’ orario del termine della ricarica in modo che l’agente possa.verbalizzare in modo appropriato l’infrazione.

    • Stessa proposta che avanzai in questo forum sin dal famoso video di Paolo Mariano sulla sua interlocuzione con la polizia a Riva del Garda.
      E non dovrebbe nemmeno essere un grosso problema implementare la modifica software per mostrare non più il tempo di ricarica (inutile a quel punto), bensì il tempo dal termine della ricarica, dato che questa è la condizione prevista dall’art. 158 C.d.S. per determinare se l’auto elettrica sia in ricarica o in sosta vietata.
      Come possiamo promuovere questa iniziativa presso i proprietari/gestori delle colonnine?
      Possiamo chiedere a Vaielettrico di parlare di questo argomento nell’imminente evento “E-Charge” del 16-17 novembre prossimi, visto che sarà presente con i suoi giornalisti e specialisti?

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