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Le auto costano troppo? Sono cresciute troppo

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Crescita inarrestabile: la prima Golf GTI a confronto con la GTI elettrica in arrivo.

Le auto costano troppo? Certo, sono tutte carie, fuori portata per molti italiani. E non solo le elettriche. È che per dimensioni sono cresciute a dismisura…

le auto costano troppo
I connotati dell’Ami, una macchinetta: 2,41 di lunghezza.

Le auto costano troppo? Sono sempre più grandi…

Qualche giorno fa la Volkswagen ha annunciato che è in arrivo la versione GTI delle sue auto auto elettriche, le ID. E, a corredo dell’annuncio, ha pubblicato uno schizzo in cui compaiono appaiate la prima Golf GTI (mi pare di ricordare sia del 1976) e il nuovo modello atteso per i prossimi anni. Potete fare un confronto voi stessi: dovrebbero essere due auto della stessa categoria, il segmento C, e invece sembrano una quasi il doppio dell’altra. Oppure si può prendere ad esempio quella che oggi è considerata una macchinetta che si guida a 14 anni come la Citroen Ami. Con soli due posti è lunga e 2 metri e 41. La prima Fiat 500, quella del 1957, con quattro posti era solo mezzo metro in più, 2 e 97, e all’epoca era considerata una vera auto, su cui sono cresciute tante famiglie. La 500 di oggi, tanto per dare un riferimento, è lunga 3,57 (con prezzi da 18.500 euro!), la versione elettrica 3,63.

le auto costano troppo
La prima Fiat, del 1957, era lunga meno di 3 metri. Oggi…

Stanno diventando un oggetto per pochi, non va bene

Certo, l’altezza media degli italiani nel frattempo è cresciuta, ma non in proporzione a quanto sono cresciute le auto. Che continuano ad assumere dimensioni sempre più importanti per mille motivi. Questioni di sicurezza, anzitutto, che hanno imposto di imbottirle di sistemi di protezione e anche di progettarle con una serie di accortezze. Questioni anche di moda, con l’affermasi della Suv-mania. E anche la necessità di ospitare i tanti sistemi elettronici che hanno trasformato le auto in altrettanti computer con le ruote. Da un certo punto di vista l’elettrico poteva essere un antidoto a questa crescita inarrestabile. In fin dei conti i motori sono molto meno ingombranti dei propulsori termici e non hanno bisogno di enormi cofani per ospitarli. Ma il costo delle batterie, tuttora salato, ha indotto i costruttori a puntare solo su modelli medio-grandi, per spalmare meglio la spesa. Resta il fatto che o si troverà il modo di invertire la tendenza, e riprendere a costruire auto più piccole dal prezzo abbordabile, o davvero l’auto diventerà un mezzo per pochi privilegiati. O forse ci penseranno gli odiati cinesi a riempire il vuoto…

  • E anche il Pulmino Volkswagen è cresciuto tanto rispetto all’originale: il nuovo video-test di Paolo Mariano

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70 COMMENTI

  1. Mi sono imbattuto in questo articolo perchè, per curiosità (e forse anche per un potenziale interesse), ho cercato quanto costava la Citroen Ami. Un amico mi aveva detto che costava sui 2000 euro. E ci avevo creduto. Una piccola scatolina che non supera i 45 Km/h, 2 stretti posti, senza niente… progettata e realizzata in base al massimo risparmio possibile, persino simmetrica tra fronte e retro, per risparmiare ulteriormente… 2000 euro erano sensati.

    Solo, trovo la sorpresa che costa 8000 euro. Non mi interessa che ci sono gli incentivi. Se un mio zio vince al lotto e mi regala il 100% del prezzo di un bene, per cui io la pago zero, non signfica che il negozio la vende a zero.

    Quel piccolo escreato costa 8 mila Euro, 16 milioni di lire. Un motorino 50 glorificato in forma di scatola.

    Sono rimasto scioccato.

    Sapete anche quando rimango scioccato?

    Ogni qual volta vado a spizzare gli annunci di auto usate, e mi imbatto nelle vecchie Panda. Vedo cariole di fine anni 80, cariole con 40 anni di tempo e usura sulle spalle, vendute a 3000 o anche a 4000 euro. Per non parlare poi se sono le 4×4…
    Veramente gli scrivo via messaggio, tipo su Subito! Si, mi sfogo. Gli dico roba del tipo: Ragazzi, una cosa è se uno ha una vera e propria auto d’epoca, una di quelle che la vedi e dici: “Wow! Quest’auto è antica! Mai vista una roba del genere in giro!”. Pensiamo, ad esempio, ad una Fiat 500 Topolino, una Bugatti, una Fiat Campagnola Ar 59…
    Ma una Panda!!!? Una comunissima e normalissima VECCHIA (non antica!) Fiat Panda 750 o 900 o 1000 o anche 1100. Un bidone di 40 anni, venduta a 3000 o 4000 euro.
    Un mio amico, 2 anni fa, ha venduto una BMW X5 del 2009 in condizioni FANTASTICHE (e sempre tenuta maniacalmente) a 6000 euro ragazzi.
    In proporzione, tutte quelle Fiat Panda dovrebbero essere vendute semplicemente ad una cifra SIMBOLICA: 500, 800 euro, 1000 al massimo…

    O sbaglio?

    Mio padre, buon’anima, vendette la sua Fiat 132 GLS 1600, eccellente (usata solo l’estate per andare in vacanza [negli anni 80 ancora si andava in vacanza] e nemmeno tutti gli anni), a 800 mila lire a meta’ anni 90. Cioè, rispetto ad oggi, il veicolo era meno vecchio (o più giovane) di 30 anni, 800 mila lire. A 400 euro l’ha venduta. E stiamo parlando di una enorme 1600 che, rispetto ad una Panda, è come un ghepardo rispetto ad un criceto. 400 euro. Aggiungi 30 anni di vecchiaia, usura, potenziali rotture ed obsolescenza. Riduci da una 132 1600 4 porte ad un pandino manco 1000 cc… e ti ritrovi 3000 o anche 4000-5000 euro. Dico, allora il BMW X5 2009 del mio amico a 6000 euro cos’e’? Un glitch della matrice?

    Qui ci stiamo bevendo il cervello.

    8 MILA EURO quella scatoletta della Citroen? 16 Milioni di lire! Ma di che parliamo?

  2. “quella che oggi è considerata una macchinetta che si guida a 14 anni come la Citroen Ami. Con soli due posti è lunga e 3 metri e 41”. In realtà la AMI, come correttamente indicato nel disegno che riporta le quote, è lunga 241 cm e quindi ben meno della vecchia 500. Strano che nessuno l’abbia notato

  3. Sostengo da almeno 5 anni che il maggior prezzo di una BV a questi livelli è una bufala o meglio, una truffa intellettuale, pazzesca che si trasforma nella pratica in ladrocinio.
    Per questo sostengo che le auto elettriche dovrebbero rimanere invendute nei piazzali unitamente alle termiche.
    Che le aziende vivano di profitti è naturale ma a tutto c’è un limite ed deve essere molto molto più basso.
    Si parla di EV ma lo stesso discorso si può fare, anzi forse peggio, per chi vende energia o cibo o vestiario o servizi (con mille clausole vessatorie).
    Divago per far presente che si tratta di un sistema, non di un singolo “furbone”.

    • Con le auto elettriche sta succedendo né più né meno quello che è successo con tantissime tecnologie, ad esempio gli smartphone. All’inizio c’è chi li vuole ed è disposto a pagare un sovrapprezzo per averle, man mano che i concorrenti arrivano e l’offerta cresce i prezzi si riallineano maggiormente ai costi di produzione, e i costi scendono per via dei volumi.
      Con l’auto elettrica c’è il fattore incentivi che influisce ma sono necessari per costringere i produttori a smettere di produrre motorizzazioni inquinanti al posto delle elettriche.

    • Personalmente, oggi (2023) le auto che non comprerei sono le termiche nuove

      Per le elettriche è soggettivo quando comprarle, oggi (2023) le auto elettriche grandi:

      – segmenti E (4,7.m)
      – in parte C (4,3.m)

      hanno già prezzi interessanti anche in europa, infatti le vendite stanno decollando, con circolo vistuoso per le infrastrutture di ricarica

      prezzi scesi per merito della concorrenza arrivata negli ultimi 18 mesi ( Tesla, MG4, BYD )
      (e anche i costi produttivi sono in discesa, non solo i listini commerciali)

      Sui segmenti A e B (3,6.m e 4.m), si i prezzi europei sono alti, molti aspettano,
      qui la concorrenza estera non è ancora filtrata, ma vediamo nel 2024

    • Sono d’accordo. Aggiungo che la stessa auto termica, spogliata di tutte le componenti meccaniche (motore, cambio, etc…) sostituite con quelle elettriche, nel calcolo del solo materiale, motore e batteria non arrivano mai a superare la controparte termica.
      Per cui la forbice esagerata di differenza che ci ritroviamo a pagare per le BEV, non può assolutamente essere giutificata.
      E’ comprensibile che, come tutte le novità, le case ci stiano speculando sopra, ma questi aumenti sono spropositati e non aiutano alla diffusione dell’elettrico.
      Al momento mi ritrovo a malincuore a dover sperare che il mercato cinese arrivi in massa in europa, perchè lo vedo come l’unica soluzione che può aumentare i volumi di vendita BEV nel nostro mercato e costringere i brand europei a livellare al ribasso i prezzi.
      Anche perchè sto notando sempre più che, per giustificare i loro listini folli sulle BEV, stanno aumentando anche quelli delle ICE nel tentativo di ridurre il gap di costo tra le due tecnologie…..

      • Più che altro, una volta che sono riuscito a convincere tanta gente che la mobilità elettrica è una cretinata, perché non alzare i prezzi e fare margini con la vecchia tecnologia?

        Il destino dei polli resta quello di essere spennati.

  4. per quelli che era meglio quando si stava peggio
    la mia prima auto nuova è stata un R19 16V di fine anni 80a
    1765cc 137 cv iniezione elettronica,cinture di sicurezza , marmitta catatiltica punto.
    paga 24 milioni di lire , oggi con l’inflazione sarebbe costata 24800 eur

    no aria condizionata
    no finestrini elettrici
    no airbag
    no abs
    no esp
    no sensori presione pneumatici
    no allarme angolo cieco
    no frenata di emergenza automatica
    no allarme calo attenzione guidatore
    no sensori/retrocamera parcheggio

    Ford diceva ,
    tutto quello che non c’è non si rompe

    io aggiungerei , ma non costa nemmeno garantirlo e ..
    hai un’auto scomoda

    se la devi usare 10 minuti al giorno in aree poco pericolose ti puoi anche sacrificare
    e magari prenderti un quadriciclo tipo ami per meno di 10000 eur
    ma se ti piace viaggiare comodo ..
    quelli che ho elencato per me sono necessori in un auto moderna

    • Vero, io ero piccolo negli anni 70a mio padre all’epoca nella Ford c’era clima , vetri elettrici autoradio, sedili in pelle chiusa centralizzata. Negli anni 80 e 90 passare alle europee che non avevano quasi nulla era stato un trauma per mio padre ( disperazione soprattutto per clima e la pelle dei sedili) . Per me basta la pelle/cuoio , tanto motore e clima, per il resto sto anche senza.

  5. E’ come dire che Gucci costa di più perché usa più stoffa… Mi spiace ma non sono d’accordo… Come osservato in tanti altri commenti da una parte c’è un problema di perdita di potere di acquisto nel tempo da parte delle famiglie italiane (25 anni di buona carriera avrebbero dovuto aumentare lo stato agitato della famiglia e invece si è sempre tirati a fine mese, e la vacanza al mare ogni anno cala di 1gg). Dall’altra vero che la tecnologia in ogni componente di auto cresce sempre più, ma anche i costi l’elettronica sono drasticamente calati (parlando di computer: 30 anni fa uno scatolone con un 386 con 2MB di ram e 70MB di disco costava 15 milioni di lire, quasi come una Lancia Delta, ora un Cell tascabile medio gamma come Motorola G71 con processore enormemente più potente, 6GB di ram e 128GB di disco e macchina fotografica costa 210 euro… Parliamo di aumento prestazioni x2000 e un prezzo /2000). Le auto invece salgono di prezzo ogni anno: la stessa ID.3 al lancio costava 6k meno di adesso. La Skoda CitiGo al lancio era 19.9k, ora nemmeno la Dacia Spring fatta in Cina costa così (e gli ecoincentivi sono calati)… E parliamo di soli 3 anni fa. Non ci siamo proprio, è una questione commerciale, preferiscono vendere meno pezzi a prezzi più alti finché possono. Altra dimostrazione è che gli stessi modelli in Cina costano meno (Tesla e ID3 incluse) solo perché là la concorrenza lo richiede (e le cinesi lievitano di prezzo arrivando qui).

    • concordo in larga parte
      e aggiungo:
      ma quando fior fiore di soloni ci magnificano il Twiga e annessi e connessi e quanto è figo ammirare quei ricconi
      io non vedo schiere di persone che fanno un ragionamento basilare
      e cioè che se la torta è grande così
      e uno prende un affetta bella grossa
      tutti gli altri prenderanno una fetta piccola piccola.
      a queste obiezioni di solito sento rispondere una di queste:
      a. eeeeh, ma cosa posso farci
      b. eeeeh, ma io prendo la fetta grossa
      c. sei un comunista

      e intanto il Ferrer di turno passa attraverso due ali di folla dispensando fiducia
      e sussurra “adelante, Pedro, con giudizio”
      mentre il popoli o continua a bersela

    • Il parallelo con gli smartphone è improprio… perche?
      perchè il costo del telefonino è fondamentalmente legato alla progettazione. mentre un’auto è “fisica”.
      Mi spiego: su un circuito stampatato puoi mettere ad un costo oramai irrisorrio un sensore giroscopico+sensore di caduta e quello che vuoi oppure una telecamera che costa 10 euro.
      su un’auto è diverso…. se metto un pannello LCD da 14 pollici non può costare 8 euro (come il dispay di un cellulare. contate anche che il software o l’hardware di un cellulare se va “in botta” non succede niente se lo fa un’auto a 130 km/h la musica cambia….
      senza contare che l’auto è una scatola di metallo.. quindi le “economie di scala” hanno il loro peso, ma fino ad un certo punto….
      quindi per fare un esempio per quando i nipoti dei nostri nipoti vivranno su marte… una telefonata terra marte costerà all’inizio 10 dopo 1 e poi zero.. ma il viaggio terra marte costerà sempre 1000.. perchè che sia idrogeno, kerosene, paraffina, cacchetta di cane od acqua il carburante fisico avrà sempre un costo forse in ribasso ma dopo una certa soglia diventerà incomprimibile… come il costo di fabbricazione e manutenzione del vettore almeno fino all’avvento dl teletrasporto….. con quello essere teletrasportarti da qui al supermercato o da qui a marte avrà praticamente lo stesso “costo industriale”; all’inizio bisognerà andare in un centro specializzato a costi doppi o tripli rispetto all’aereo o astronave per farsi teletrasportare in pochi secondi e poi basterà andare nell’edicola sottocasa e pagare con i buoni del supermercato come è successo per i telefonini o pc… e quel giorno qualcuno dirà “ma come è possibile che il teletrasporto Milano New York costi più di una cena in trattoria? è un furto legalizzato!!”

  6. Non è questione di materiali o di dimensioni. 10 anni fa il modello base del Touram diesel costava 25000 euro oggi nei listini…a partire da 39000. Le dimensioni ed i materiali non giustificano questo aumento. In nessun caso.

    • In realtà esiste l’inflazione, che in pochi considerano.
      Anche a parità di tutto il resto, i 25.000€ spesi nel 2010, nel 2023 valgono 30.200€. Si può simulare facilmente in siti come questo: https://www.rivaluta.it/calcolatore-inflazione.asp
      Se all’inflazione ci aggiungiamo tutti i sistemi di sicurezza, le centraline, gli ADAS, i prezzi non sono poi cosi distanti, se indicizzati all’inflazione.
      Paiono molto più alti perchè dal 2011 gli stipendi sono fermi in italia, mentre l’inflazione è cresciuta del 21% complessivo.

      • Quindi tutti questi sistemi (adas, sicurezza ecc.) non sono implementati per offrire un prodotto migliore o più accattivante della concorrenza e vendere di più.
        Al contrario, sono aggiunti per poter aumentare indiscriminatamente il prezzo senza alcuna correlazione con il costo, lavorare di meno e guadagnare di più.
        Insomma una sorta di RdC datoriale-imprenditoriale che preferisce vivere stravaccato non sul divano ma fra le Maldive e Saint Tropez.

        • No. Quella è la tua deduzione.
          Io ho tentato, apparentemente invano, di spiegare il perché i costi sono saliti. Gli adas, la sicurezza aggiunta e l’inflazione portano a prezzi maggiori del passato. Per te è solo un ciclopico complotto del sistema.
          Direi che argomenti comuni per parlare non ne abbiamo.

          • L’inflazione, fino a qualche anno fa era irrisoria, tanto che l’europa col nostro Draghi prima e con il successore poi hanno fatto di tutto per farla “ripartire”.
            Peccato sia loro scappata di mano, sembra… o forse no ed era il loro obiettivo non dichiarato.

            Quanto al resto, non sono io ad aver scritto che i prezzi dei ricambi possono essere fra 5x e 10x.
            Le mie opinioni sono chiare, le tue a volte, un po’ meno.
            E non è tutta roba così utile ed essenziale, ma quando c’è…

          • Ciao,
            non per fare bastian contrario, ognuno ha la sua opinione

            ma perché personalmente temo le campagne anti-europeiste, non ci vedo razionalità, anzi, potrebbero lasciare via libera a nostri governi italiani di agire in modo economicamente-socialmente peggiore, prova a fare caso a chi le alimenta e valuta se ti sembrano buoni amministratori

            ricordo i periodi Draghi come autorevoli in periodi difficili, anche di come ci avesse difeso dal rischio di attacchi finanziari sul credito/spread

            mi pare che l’inflazione (reale), dopo anni di prezzi sostanzialmente stabili (+3% all’anno), ha iniziato galoppare dopo il primo anno di pandemia, e poi ancora nel primo anni di guerra (+20% +%20 ?)

            prima il costo delle merci ( container dalla cina rallentati e costosi, più speculazione), poi con la guarra i costi dell’energia, da cui in cascata il prezzo di trasporto e produzione di tutte le merci, dei metalli, dei semilavorati, etc era raddoppiato (ora sta tornado normale)

            a margine, come fattore secondario, anche il bonus 110%, che non è del periodo che citi (idea valida per smuovere l’economia durante la pandemia, ma realizzata male, la percentuale di bonus era eccessiva, non metteva in concorrenza sui prezzi e sui lavori da fare il cliente e le ditte) non ha aiutato in questo senso, ricordo in pochi mesi un fiammata del 200-300% dei materiali in edilizia e del 100% della manodopera, che ancora deve riassorbirsi anche ora che i prezzi energia sono scesi

            Mi fermo perché si va un po’ troppo fuori tema

      • @ zi ti

        non estremezzerei
        quasi tutti i dispositivi di sicurezza per quanto ricordo man mano che apparivano sono stati molto desiderati dai clienti, perchè prima ci si faceva più male e più spesso negli incidenti

        ognuno di questi dispositivi inizialmente costava caro ed erano solo su vetture premium, poi nel giro di 4-5 anni circa crollavano di costo, e solo a questo punto sono stati resi obbligatori dalle normative

        ========

        propongo un altro conto della serva, questa volta per un veicolo termico

        + 1000e di costi di produzione per il gruppo dei sistemi di sicurezza

        + 500e di dispositivi antiinquinamento migliorati rispetto a 10 anni fa (e su questa voce i costruttori raccontano una marea di panzane, ingigantendola, ma smentiti)

        + 500e aumento delle certificazioni

        + 1000e di costi per 200.kg di materiali (acciaio, vetro, etc) aggiuntivi se compri un’auto una taglia più grande del necessario (per sfizio, status symbol, pubblicita/marketing, scelta di modelli incompleta, etc)

        + 1000e di costi produttivi in finiture arizigogolate (non parlo di qualità dei materili, ma proprio di stile barocco, sovraccarico, non minimalista) e optionals (es. sedili elettrici)

        + 5000e in 10 anni per l’inflazione come ricordato sopra

        + 5000e ricarico aggiuntivo (rispetto ai costi produttivi aggiunti) che sopra ai costi delle voci precedenti può essere fatto dal marcketing, se non c’è troppa concorrenza tra brand con modello di produzione simile, meno efficente di altri

        Ecco, dispositivi di sicurezza, antiinquinamento, e poi la taglia un po’ costano, non è finzione, ma alla fine per la parte consistente si torna sul discorso:

        – inflazione ( stipendi che non si sono adeguati)
        – listini commerciali gonfiati (basso livello di concorrenza e alto tasso di marketing)

        ad es. anni fa le auto “cross-over” sono arrivate al posto delle station wagon (montavi molle 2 cm piìu alte, gomme piu alte, due codolini in plastica sui paraurti, e il lsitino cresceva di 4000e),

        poi i suv, e a ruota anche le berline dieventate sempre più larghe e alte ben oltre la misure minima di comodità e sicurezza

        hanno permesso di proporre listini più altri su veicoli che da produrre costavano quasi uguale, lo stesso il giochino delle finiture, accessori, optional

        e nessuno obbligava a comprarle, lo si faceva per benessere, età media maggiore, sfizio, staus symbol, potere della pubblicità, ma chi voleva aveva a listino le low-cost e le auto usate

        =========

        Ora c’è questa novità dell’elettico, ha dei vantaggi notevoli, anche già come confort di utilizzo, per molti è già desiderabile, e per certi apetti è anche più semplice da costruire;

        è su questa desiderabilità e novità di prodotto che i costruttori europei stanno tirando la corda con listini gonfiati a livello commerciale (e al momento a me pare anche più di 5000e):

        – scarsità di modelli compatti e utilitarie (dove faticherebbero a giiustificare listini commerciali alti, avrebbero meno margine)
        – ancora relativa scarsità di usati
        – protezionismo (dazi e in francia anche incentivi diversificati) verso brand esteri che propongono listini più bassi

        Ritardando la concorrenza, fai margini più alti per ancora un paio di anni, una azienda ragiona da azienda

        solo che in questo caso delle auto elettriche, la facenda a me e ad altri da più fastidio di altre comuni dinamiche commeciali, perchè il tema è anche ambientale e ancora di più strategico a livello di sviluppo delle nuove filiere tecnologiche

        cioè è un settore dove avere/indurre un ritardo è un danno

        Alla fine comuqnue la concorrenza arriva ( vedi Tesla che nei segmenti alti ) e obbliga i nostri brand sia ad efficentare la produzione, ma anche tagliare i prezzi commerciali gonfiati

        ora vediamo quanto ci mettono le utilitarie elettriche a flltrare da noi,
        e non penso che serva venderne molte, non tutti si fideranno della loro rete assistenza a meno che non offrano garanzie di molti anni (frequente nelle elettriche), ma ne bastano poche vendute per far “magicamente” scendere i listini anche dei nostri brand e produrre anche auto di taglie più piccole

        • @R.S.
          Apprezzo molto i tuoi interventi ricchi di spiegazioni e dati, a volte forse logico-plausibili senza effettivi riscontri, ma sinceramente non trovo molto grande differenza, nell’obiettivo e nel risultato finale, da quanto ho scritto nel mio post in modo succinto e generico.

      • D’accordo l’inflazione ma in 15 anni ldala Skoda Fabia sw 1.4TDI alla “equivalente” Skoda Scala 1.0 c’è stato un aumento da 14k a 22k più di una volta e mezza. La parte elettronica conta per carità ma sensori e centraline elettroniche hanno calato i prezzi nel tempo nonostante l’inflazione. Se consideri che gli stipendi dell’inflazione non hanno goduto nulla (quasi tutti hanno il superminimo assorbibile che azzera ogni aumento legato all’inflazione), i conti non tornano comunque.

  7. Avete colto perfettamente il centro del problema, non c’è alcuna strategia seria delle grandi case per ridurre il costo delle economiche. Pacco batterie condiviso fra più case per esempio. Facilitazioni nella riparazione del pacco batteria. Schemi elettrici open source per incentivare i centri assistenza indipendenti, ecc ecc ecc

  8. Un esempio banale, prendiamo un faro di un’auto degli anni 80 ed un faro di una moderna auto del 2022.
    Design a parte il faro dell’auto anni 80 era i vetro, aveva una parabola ed una lampadina con ingombri molto contenuti, se andiamo a vedere i fari di un’auto odierna ci rendiamo conto sia della tecnologia che incorpora (Led, Matrix, Laser) sia degli ingombri per contenerla.
    O ancora più banalmente apriamo lo sportello di una 500 del 1960 e quello di una nuova e vediamone lo spessore.
    Le auto più grandi non sono un vezzo ma un’esigenza se si vogliono determinati standard e non parliamo degli Stati Uniti dove la grandezza dell’auto è uno status.
    Magari in futuro con le nanotecnologie ci sarà un’inversione di tendenza.

    • Però il faro in vetro e acciaio, negli anni 80, con i macchinari e i processi produttivi rudimentali dell’epoca, costava e non poco da produrre; lo stesso vale per le portiere e le altre parti

      in Fiat, per farti un esempio, prima e ma anche dopo le prme automazioni, erano ossessionati da risparmiare in fase di progetto per avere anche una vite o una saldatura o un taglio lamiera in meno, ad oggi le lavorazioni e gli stampaggi hanno costi molto ridotti rispetto al passato

      giusto se ne risparmi 300 di tagli lamiera e saldatura (come Tesla con i gigacast) risparmi qualcosa, e più che altro risparmi per il meno tempo che serve in stabilmento per produrre l’auto

      c’è stato un efficentamento enorme in tutta la filiera, che poteva assorbire anche i costi di abs, airbag e ads, ma che purtroppo però il marketing e lo stile di progettazione “premium” si è mangiato, anzi aumentando i listini e le liste di parti optional, con auto costruite in modo persino barocco

      Un esempio sul faro:

      ad oggi, fare un faro in plastica (per carità plastica speciale che deve resistere alla luce per anni) e a led, con schedina elettronica e mille finezze tecniche dovute a tanti anni di evoluzione, penso costi molto meno di un faro Carello rettangolare in vetro/plastica (neanche vetro/acciao) da 3 kg anni ’90

      Il faro a led completo industrialmente magari ti costerebbe 50e, poi come ricambio lo venderesti almeno a 120-150e per i vari costi di magazzino, trasporto, addetti, margiene, etc,

      Però ogni anno voui fatturare di più, perchè hai un modello di azienda e azionariato che costa,

      allora anche per una auto compatta, il faretto in plastica ti inventi di disegnarlo a forma di Z, lungo mezzo metro, magari con l’aggiunta di un profilo cromato sotto e uno in plastica nera con texture sopra

      ti viene a costare un po’ di più, non troppo, es. 70e, poi però perdi più tempo in produzione a montare l’auto; comunque l’auto la prezzi di più, la fai assomigliare a un’ auto barocca, piena di finiture finto status simbol, anche una utiliatria che sciimmiotta una Rolls, invece di tenere linee semplici e pulite

      Poi come ricambio, perchè è in una posizione che si rompa facile, ora il faretto arzigogolato lo puoi vendere a 300-600e;

      il consumatore tendenzialmente dovra pagare anche una assicurazione kasco, perché una bottarella con colpa, ormai sulle auto recenti può costare 3000-5000e

      Lo stesso discorso del faro, vale per le mascherine, i paraurti, i sensori, etc, sono sovraprezzati rispetto ai costi di produzione affinati, con il motivo, parziale motivazione e parziale scusa, di averli resi più “barocchi”

      ===

      Il gioco regge se l’auto è uno status symbol

      Si faceva anche molta pubblicità in Tv, per avvalorare in generale l’idea che anche una utiliatra per essere bella e funsionale dovesse essere anche “barocca” nelle finiture (e costosa nel listino)

      sennò socialmente saresti uno sfigato, invece di uno intelligente, e passare per uno sfigato è letteralmente pericoloso nel nostro paese, rischi una serie di soprusi in diversi ambiti, per cui se con il marcketing riesci a saldare il concetto che un segnale di persona “importante” sia spendere per un’auto costosa, un pò è fatta, ci sarà chi per sentirsi meno fragile/esposto farà anche le rate per aquistare un’auto poi importante del necessario (nelle finiture barocche pacchiane come la termica X500 o l’elettrica Fiat 600), oppure in generale di taglia più garnde, magari anche suv, del necessario, come assicurazione personale, pur non girare con un auto vecchia o low-cost

      questo è il modello che è passato negli ultimi 20 anni con le auto termiche in italia, mentre ci impoverivamo, era sempre più importante sembrare ricchi per non scivolare ancora più in basso

      modello che non esiste in tutti i paesi, ci sono posti dove puoi essere realizzato, pieno di lavoro/contatti/famiglia/benestante, ma se ti va perchè ti piace muoverti leggero, senza grosse preoccupazioni, usare auto low cost o usate, i segni di potere sociale sono spostati su altro, non sulle auto, oppure c’è più senzazione di sicurezza sociale

      è lo stesso paradosso del gioco dazzardo, che aumenta quando l’economia va male

      modello di status simbol che i brand europei tenderebbero a riproporre anche con le elettriche, almeno con le persone grandi,

      alcuni ragazzi giovani forse non hanno più tanto questo lavaggio del cervello, poca Tv, hanno altri tipi di problemi al limite per esposizione ai social; se devono muoversi e parcheggiare in città capiscono che una utilitiaria o una e-bike gli svoltano la giornata invece di spostarsi con un suvvettino e relativi costi

      • Non commento le sue idee, però le do un parametro reale. negli anni 2000 lavoravo presso un grande fornitore di una primaria industria automobilistica. Il prezzo dei particolari di nostra produzione (erano impiegati su vetture di normale produzione) venivano venduti come ricambi dalle concessionarie esattamente a 10 volte il prezzo che veniva riconosciuto a noi. Per ovvi motivi di riservatezza non posso spingermi oltre, ma le chiedo di credermi sulla parola.

      • Si capisco,
        non stento a crederci che ci siano particolari che arrivano a 5x e in qualche caso anche a 10x, ogni step/passaggio di mano/magazzino è un ricarico, e se è un rcambio indispensabile e senza concorrenza, possono prezzarlo molto caro, non importa quanto fosse il costo iniziale di produzione

        Per hobby in famiglia restauravano auto d’epoca, un idea vaga della variabiltà del settore, costi industriali e al dettaglio, la avevo

        La stessa pompa di benzina alfa romeo prodotta dalla bosh, costava:

        – 550e in concessionario Fiat
        – 350e su ebay con scatola codice ricambio Fiat
        – 150-200e su ebay con scatola codice ricambio Bosh
        – 60e sottomarca asiatica (possibile fornitore di Bosh)
        – 35e senza marca asiatca (penso meno durevole)

  9. il desiderio di possedere un auto l’hanno capito le case automobilistiche per cui, se la vuoi la paghi .
    poi faccio questo esempio : 10 anni fa su autoscout si vedevano 3.000.000 di annunci pubblicitari .oggi forse arriviamo a 400.000 e l’usato costa come un auto nuova a listino di 10 anni fa .

  10. 1° Dimezzare i prezzi di vendita delle auto elettriche
    2° Decuplicare il numero delle colonnine in giro e renderle compatibili, universali
    3° Portare l’autonomia reale di un’auto elettrica almeno a 500km
    4° Garantire almeno per 10 anni le batterie, senza clausole tipo vessatorie o simili
    5° Tariffa elettrica di ricarica fast (100KW) prezzo max 0,50 € al Kwh
    Solo in questo caso la gente le comprerà.
    Per le dimensioni, sinceramente non vedo che siano cresciute, oppure davvero minimamente… c’entra nulla il discorso delle dimensioni in questo caso…

  11. Non condiviso questa tesi. Provo a spiegarmi pacatamente. La Golf GTI del 1986 (successiva a quella del 1976) è 4 metri, la ID. GTI appena presentata è 4,10 metri, la Golf GTI del 2000 era più grande, 4,15 cm e così tutte le versioni successive. In pratica la ID.GTI è la “Golf” GTI più piccola degli ultimi 23 anni. Questo dimostra che la tesi è sbagliata, ma porterò altre motivazioni.

    La ID.3 in Cina parte da 17000 euro. In Italia da 42000 euro, ovvero 2 volte e mezzo il prezzo. La ID.4 in Cina parte da 20000 euro (e VW dichiara di ricavarne comunque utili). In Italia 54000 euro, ovvero quasi 3 volte il prezzo cinese. Signori non provate a convincermi che importare una ID.4 dalla Cina all’Europa costa 34000 euro.

    De Meo di recente ha dichiarato, tutto tronfio, che da quando c’è lui si vendono meno auto ma i guadagni per Renault sono impennati.

    In Cina, dove pure gli utenti sono molto attenti a come spendono i loro soldi, il segmento C non esiste (è considerato un “vezzo” degli europei) e non è che le famiglie cinesi sono famose per avere 3 figli ognuna: eppure da loro le berline non scendono quasi mai sotto i 4.8 metri e sono comprese quasi tutte tra i 4.8 e i 5 metri (e per via di queste dimensioni non riescono a rifilarcele perché per noi sono troppo grandi). Le fanno così lunghe perché per loro non c’è risparmio a farle più grandi.

    E allora cosa causa l’aumento del prezzo? Non certo le dimensioni bensì le strategie commerciali. L’andazzo nel mondo automotive è:
    1. differenziare i margini in base ai paesi, quindi margini bassi in Cina, margini medio-bassi negli USA, margini ultrastellari in Europa
    2. continuare ad aumentare i margini su ogni modello fintanto che la curva dei guadagni aumenta.

    Spieghiamolo con un semplice esercizio. Ipotizziamo che la Golf abbia un costo di produzione di 18000 euro e la VW la vende a 20000, con un margine di 2000 euro. Ipotizziamo che venda in un anno 1 milione di modelli in Europa. Quindi sono 2 miliardi di guadagno.

    Adesso ipotizziamo che VW decida di vendere la stessa auto a 30000 euro. Il guadagno su ogni modello venduto sale a 12000 euro, ovvero 6 volte tanto. Questo significa che le basta vendere 166.667 auto in un anno per guadagnare di più.

    Ma non finisce qui. L’aumento del prezzo di un singolo modello potrebbe dirottare la clientela in massa sulla concorrenza. Ma se si crea un “cartello silente/indiretto” con un sistema protezionistico che tra normative e dazi impedisce l’ingresso di nuovi player, abbiamo che il consumatore, non avendo altre opzioni, continuerà a comprare auto indebitandosi di più. Quindi se tutti i competitor di VW aumentano i loro listini, magari della Golf di cui sopra non venderanno più 1 milione di esemplari ma 700.000 ma per VW è tutto grasso che cola perché a questo punto anziché guadagnare complessivamente 2 miliardi ne avrà guadagnati 8,5. Quindi moooolto di più senza far nulla, senza migliorare il prodotto, senza rischi, senza ricerca e sviluppo, senza sperimentazione, senza nuove assunzioni e senza colpo ferire. Tra l’altro guadagna di più lavorando meno: felici loro, felici le concessionarie, felici gli azionisti.

    Nota a margine: ma possiamo vivere in un mondo in cui ci costa meno importare tramite una agenzia una ID.4 dalla Cina che comprarla qui da noi, arrivando a pagarla la metà? E a quanto pare non è un’idea così teorica. https://www.24auto.de/news/id-3-china-vw-grau-importen-saic-elektro-auto-haendler-92041109.html

    • Sono d’accordo con te e se fosse possibile comprare un’auto su Aliexpress o Bangood lo avrei già fatto.
      Pensa che sono 20 anni che acquisto auto e moto fuori regione dove trovo occasioni migliori (sia nuovo sia usato).
      Nella mia provincia sono esosi ma quello/a che firma e acquista lo trovano sempre

      • Le mie ultime 3 auto erano i modelli esatti che cercavo ed erano venduti al prezzo in assoluto più basso di tutta Italia, tutte e 3 acquistate fuori regione (una km 0, una nuova d’importazione (mai immatricolata) e una di queste era usata, quindi con meccanico dietro come consulente a cui ho pagato la giornata).

        2 ulteriori note a margine, a ennesima dimostrazione di come il prezzo sia esclusivamente una variabile del marketing e non c’entra nulla:
        – MG4 XPower Italia: 33844 Euro + 22% Iva. MG4 XPower Germania: 39487 + 19% Iva. Come si spiega una differenza di 5643 Euro a vantaggio dell’Italia? Perché da noi l’auto costa il 15% in meno? Neanche a dire che da noi ne vendono di più, quindi c’è una “scontistica” per i grandi volumi, è l’opposto. Dopotutto chi ha lavorato in azienda lo sa, il prezzo è una variabile calcolata “a braccio” dal reparto marketing, studiando i listini della concorrenza e più lo si gonfia più gli uomini del marketing si sentono dei fighi
        – l’associazione della componentistica italiana ha appena smentito l’acea, dicendo che il passaggio all’euro 7 è indolore per loro perché i componenti costano uguale e l’aumento previsto di 2000 euro sul listino dell’auto non è giustificato da nulla, visto che loro, i fornitori, non stanno aumentando i prezzi. Questo significa che la lamentela contro l’Euro 7 è un’altra scusa per aumentare ulteriormente i margini sulle auto a benzina. Ma il problema, come dici tu Fares, è che la gente entra e firma, sono loro che rovinano il mercato …

        • Allora propongo una nuova rubrica per Vaielettrico:

          Gruppo di Acquisto Auto Solidale (il caso vuole diventi GAAS)

          Quando arriviamo al numero di bev sufficiente a riempire una nave porta container dalla Cina, parte l’ordine e vissero tutti felici e contenti 😂

        • Per l’acquisto io guardo spesso all’estero; spesso in Spagna si trovano offerte più buone che in Germania ; anche Olanda/paesi bassi e qualche occasione anche in Romania

    • Il modello venduto in Cina e solo in Cina è frutto della joint venture con la cinese FAW, grazie alla quale il Gruppo Volkswagen ha potuto tagliare il prezzo di listino della sua ID.4, che ora parte da 20.000 dollari.
      Il costo della batteria per un produttore di una full elettrica incide moltissimo sul prezzo finale.
      Quei 20.000 dollari che WV risparmia in Cina te li fa pagare in Europa.
      Per questo avere delle Factory per la produzione di batterie in Europa rappresenterebbe una svolta unica.
      A dicembre del 2022 a Civitavecchia sono state sequestrate ID.4 indebitamente importate e sottocosto rispetto al loro valore di vendita.

      • VW dichiara di guadagnare dalla vendita di elettriche in Cina e non di perdere o compensare con le vendite europee. Non capisco cosa ci sarebbe di strano a produrre in Cina e a vendere in Europa, è una pratica diffusa, dopotutto la Model 3 venduta in Europa è prodotta in Cina. VW potrebbe produrre qui altri modelli, la ID5, 6 e la Buzz e importare dalla Cina la ID3 e 4. Però dobbiamo essere chiari: non è che la ID3 e la ID4 in Europa costano il doppio perché la manodopera è più alta, questo è un mito da sfatare. Se poi in Cina VW co-produce con FAW o altri importo poco o niente, semplicemente spende la metà e guadagna la metà, è una scelta.

        Prendiamo Tesla: se la Model S Plaid in Europa è scesa a circa 100.000 Euro è perché nel frattempo l’auto è scesa di prezzo negli USA. Se si guarda Tesla si nota che i suoi listini sono pressoché identici in tutto il mondo, con variazioni minime (in Cina costano solo un po’ meno) tra un paese ed un altro. E’ una politica di prezzo che trovo onestissima e corretta, tant’è che a nessuno viene in mente di importare tramite canali paralleli le Tesla da un’altra parte del globo, fatta eccezioni per modelli non venduti nel proprio paese (in Italia qualcuno potrebbe voler importare il cybertruck se non venduto tramite i canali ufficiali). Tra l’altro Musk negli anni sta puntando al mass market andando a diminuire e non aumentare i margini su ogni veicolo venduto, tanto da passare dal 20% di margini al 10%, una contrazione e non un aumento.

        VW non è diversa dagli altri costruttori europei, anche lei ciula nel manico e gonfia i listini aumentando i guadagni in modo esagerato. Ogni scusa è buona per gonfiare i prezzi: mancano i chip, crisi energetica, guerra in Ucraina, Euro 7, mamma ho perso l’aereo, mi è aumentato l’abbonamento di Netflix.

        La buona notizia per noi è che secondo alcuni osservatori con l’avvento in massa dei cinesi alla fiera dell’auto di Monaco si potrebbe preannunciare una stagione di guerra commerciale anche qui da noi: finora i cinesi non hanno fatto sul serio ma l’auspicio è che ci sia un cambio di passo e possano portare qui da noi in Europa la “guerra dei prezzi” che c’è in Cina, fomentata da Musk. Io non mi sarei sbilanciato in questa previsione, al più avrei definito questo un auspicio, ma secondo alcuni analisti dal 2025 dovremmo assistere finalmente ad una competizione sui prezzi. Mah, vedremo, l’Europa (e la Francia) stanno già cercando di mettere i paletti ma i cinesi stanno venendo a costruire le macchine e le batterie qui da noi, superando così di fatto qualunque ostacolo normativo: CATL, Saic, Nio, Great Wall e presto BYD, per non parlare di Magna che è pronta ad offrire i suoi stabilimenti ai cinesi.

          • -Meglio “ciurla nel manico”-

            Ma Enzo lo sa, è solo un refuso…

            Enzo, dai, mettiti comodo… non fare complimenti, dai… prendi, prendi una cadrega… 🤭🤭🤭😉😉😉

      • Una batteria a VW costa non più di 7/9000 $
        La rivendono a?
        E perchè devono guadagnare su ogni singolo componente e non sul prodotto intero finito?
        Se al costo della batteria togli tutti i risparmi sul lato dell’alimentazione termica finisce che rispetto ad una termica molte EV sono sovraprezzate quasi del 100%.
        Per una volta concordo in pieno con Enzo, il prezzo non ha niente a che fare con il costo.
        Che poi ci siano dei costi aggiuntivi è certo (ad esempio il cambio di linee di produzione, fabbriche nuove, ecc) ma che vogliono… forse che i primi 200.000 acquirenti li ripaghino in pieno degli investimenti?

        C’è una sola soluzione! smettere di comprare auto.

        • Volkswagen ha sempre fatto la cresta sui ricambi molto più che le altre marche di auto.
          Ricordo un articolo di 4ruote di oltre 40 anni fa che valutava il prezzo di un’auto VW, e la stessa auto smontata a pezzi e i pezzi rivenduti singolarmente: il rapporto era 1:20 (a pezzi laveva 20 volte il valore dell’auto montata).
          Il paragone con le auto FIAT di allora era impietoso, le FIAT a ripararle costavano pochissimo in confronto alle tedesche.
          Quindi i tedeschi non hanno perso il vizio (sul pelo non lo so).

      • I costi delle batterie a fine 2022 a spanne si trovano:

        > 115-145e al kwh per NCM
        > 95-115e al kwh per LPF

        ed erano gli strascichi cari nel 2022 del picco pandemia/guarra

        per quest’anno (2023) non ci sono molti dati, ma indirettamente:

        > 105-120e al kwh per NCM
        > 80-100e al kwh per LPF

        Una batteria LPF 50.kwh compresa di involucro, e anche BMS (+10% costo),
        costerebbe industrailemnte più di 5500e;

        poi c’è magari un problema di brevetti/accordi commerciali (sino al 2021-22 le LPF erano usabili solo dai cotruttori cinesi per brevetto) e di saper calibrare il software per le LPF , i nostri brand sembrano un po’ arretrati, preferiscono restare sulle NMC

        Facciamo allora una NMC da 54.kwh

        – costo industriale 6500e ?
        – mettaimoci poi che inverter-motore.elettrico-riduttore ti costa meno di un motore termico-cambio-centraline-fap-catalizzatore-marmitte-turbo-etc, 2000e in meno ?

        Anche perché Stellantis ed altri brand non di punta, non usano inverter ad alta efficenza (carburo di silicio), ma quelli più base da 300-200e ? (efficenza 92% invece di 98%);
        stesso discorso per i motori, è materiale abbastanza orientato al budget

        Se i conti fossero corretti, costruire un’auto elettrica con batteria di taglia media (50-60 kwh) industrialmente ormai non sono più di 4000 aggiuntivi di una termica, e i costi scendono abbastanza rapidamente, andrebbero ricalcolati ogni 6 mesi

        Mettamo che a un brand europeo per ora la batteria da 50-60.kwh costa 1000e aggiuntivi perché comprare ad es. dalla coreana LG,

        Siamo +5000e rispetto ai costi produttivi di compatta termica, es. a una opel corsa benzina che viene venduta (con ricavo) ad un prezzo di listino 18.000e

        Però non vedo a listino una compatta B elettrica con 54.kwh a circa 18+5= 23.000e,

        Opel e-corsa (batteria 51.kwh) circa 34.000e, con sconto e incentivi 28-29.000e,
        un po’ meglio fa MG4 (cinese)

        ====

        oppure manca una segmento A con 46.kwh a circa 15+4= 19.000e,

        la Spring 45-65cv parte da 22-23.500e con 28.kwh, arriva a 18 con gli incentivi,
        e non ci sono altri modelli low cost (a parte i brand cinesi, se arrivano)

        ===

        Son conti della serva,
        ma anche se aggiungi altri 2000e sul conto delle compatte (ipotizzando che il power train elettrico non ti faccia risparmiare suille migliaia di componenti che hai nel vano motore di una termica) vedi che siamo ancora molto bassi rispetto ai listini

        il costo delle batterie (e dei vari componenti da trovare) era alto nel 2021-2022, ad oggi insomma fa un po’ acqua.. considera anche che ormai motori e inverter già da un anno se li producono da sé, non li comptrano più fuori, sono a regime.. fa sempre più acqua questa storia dei costi

    • A me pare evidente ci sia un cartello sui prezzi, le auto le trovo sempre più cheap, con materiali scadenti ma basta siano nero lucido e fa figo, poi basta che guardate gli utili che fa una stellantis, produttrice di auto quasi tutte uguali e con piattaforme condivise. I prezzi delle auto sono ridicolmente alti, a partire dal parco usato dove propongono utilitarie con 13 anni alle spalle a 8/9 mila euro.

    • Enzo, in Italia puoi acquistare vetture giapponesi, americane, francesi, tedesche, cinesi (Volvo) eccetera. Sul serio mi stai dicendo che fanno cartello? Ma ci hai mai lavorato in quell’industria?

  12. PREZZI PIU’ ALTI – AUTO PIU’ GROSSE – MOTORI PIU’ PICCOLI – MARGINI PIU’ ALTI – L’AUTO DURA MENO.
    Un pò quello che il costrutture vuole. Accontentare il cliente con una dotazione più grossa. Far durare meno l’auto così si cambia più spesso. Costringere l’aquirente a fare manutenzione dai concessionari con pezzi personalizzati e installabili solo da personale autorizzato. Far durare di meno il prodotto e affibiare un servizio altrimenti resti a piedi.
    Chi, invece, sta arrivando dall’esterno con prezzi e qualità superiori? Lo bloccano perché il nemico è la Cina. Il nemico di chi? di chi pretende di vendere perché vuole mantenere le sue quote di mercato.
    CONSERVATORI. Non aiutano all’evoluzione, conservano le loro ricchezze sulle spalle dei riformisti e dei futuristi.

    LA DACIA…
    La dacia nel 2000 se la compravano i disperati. Oggi le strade sono piene di Dacia con l’illusione che sia un’auto conveniente. Invece è fatta dalla stessa Renault perciò compriamo una bevanda dolce che non ha scritto sopra coca cola ma che ha quasi il gusto della coca cola. Su quella, nonostante il prezzo più basso per noi, il venditore ha un margine di guadagno ben superiore.
    Niente contro chi si compra una Dacia, sia chiaro. E’ solo un modo per spiegare il passaggio macroeconomico in modo popolare.
    La stessa cosa è successa con Skoda o con Mini.

    • “Far durare meno l’auto così si cambia più spesso” TI invito a consultare una qualunque prova di durata di un’auto degli anni 70 o 80 e paragonarla a quella di un’auto attuale. Oggi una vettura fa almeno 250.000 km senza problemi. In casa abbiamo un’utilitaria (una Mito) che ha quasi 300.000 km e non ha mai avuto guasti seri (a parte il solito sensore del servosterzo, sistemato con una spesa ridicola). Motore perfetto. E ti parlo di un’utilitaria, non di un’ammiraglia.

      • Diciamo che va anche a fortuna … io ho da 9 anni un?alfa Romeo Giulietta. Al momento ho 150.000 km, e mi si è rotta per 3 volte la pompa del gasolio … 1.500 euro a botta, di cui, fortunatamente, una in garanzia

      • Per quel cho ho visto, oltre al fattore fortuna, auto che fanno molti km in pochi anni, e specilamente se fanno molta autostrada/strade extraurbane, necessitano di meno manutenzioni

        Usando l’auto in città, invece la meccanica di un’auto termica viene “tritata” più velocemente (motore lavora più demoltiplicato e con tanti stop e ripartenze) le manutenzioni sono più numerose (anche l’usura interna del motore, che avviene in parte anche all’avvio, valvole, fasce e bronzine) e poi coinvolgono anche gli accessori (frizione, volani bimassa, motorino avviamento, alternatore, marmitta, turbina, kit distribuzione, candele/iniettori, pompa carburante specie si si trova carburante inquinato, etc)

        In questo, le elettriche dovrebbero essere un notevole avanzamento, anche usate in città non soffrono, cosi come all’opposto pure farci tanti km all’anno non è un problema, anzi;
        in pratica rimane il degrado per il tempo (carrozzeria, climatizzatore, batteria, cablaggi) e quel poco di ciclistica (gomme, ammortizzatori, braccetti)

        Poi sulle termiche alcuni brand programmavano l’obsolescenza (cedimento) di alcune parti (rivestimenti sedili, radiatorino riscaldamento abitacolo, plastiche, cablaggi, etc) più in anni/ore di uso che in km, un certo numero di componenti costosi o antipatici da ripristinare poteva cedere tra 10 e 15 anni, scoraggiando dal tenere ancora l’auto,

        Non è escuso che gli stessi brand potrebbero farlo ancora, anche cambiando motorizzazione, sui componenti accessori; c’è da mettere in conto che una parte delle elettriche, magari tra 12-15 anni, finirà riciclata anche se ancora con power train funzionante, e non lo considero uno scandalo, avviene con tutte le auto;

        alla fine l’obsolescenza è un misto di più fattori, non solo ripsarmi o trucchi del costruttore, ma anche danni e usure che si accmulano alla carrozzeria e agli interni e le caratteristiche tecniche e diomologazione che dopo 10-15 vengono abbondantemente superate dai nuovi modelli

        • Secondo te a livello di software on line non faranno nulla per simulare “problemi fittizi”?
          Si accende una spia, si blocca un qualcosina… la porti dal concessionario et voilà tutto risolto.
          150 € grazie.

          • Sì in teoria è fattibile ma dovrebbero fare molta attenzione ai whistleblower

        • @ zi ti
          questo secondo me no

          obsolescenza programmata la puoi fare su sedili che non resitono oltre 10-15 anni, chè è scomodo da ripristinare ma non ti blocca, ma non puoi fare cose vessatorie, con la velocità delle comunicazione ceh c’è, ti faresti la fama di un prodotto che non funzioni, o ancora peggio essere beccato su truffe (perché di smanettoni capaci di mettere le mani sul software e vedere come funionano c’è sempre qulacuno), commercialmente e anche legalmente è controproducente, se lo fai sei un’azienda che poi è spacciata, in risarcimenti (che poi gli chiedono tutti) e in mancate vendite future

          vedi cosa è successo a Vw (e altri) per un trucco infinitamente più lieve (lieve dal punto di vista del guidatore), il software che modificava le impostazioni motore durante i test delle emissioni, hanno sborsato un fracco di multe e velocizzato la chiusura dei diesel..figurati se avessero usato una spia centralina motore termico che simulava guasti, li avrebbero beccati e spellati

          • Non pensavo a qualcosa di fisso già presente nelle centraline ma a qualcosa di aleatorio, che arriva da fuori ed una volta sistemato non lascia traccia.
            E’ pura speculazione.

          • Per me, sarebbe controproducente, oggi pesa tanto la reputazione di un brand, bastano poche auto difettate e hanno pubblicità negativa, anche se non beccati come malevoli, classificati come tasso di difettosità; ancora peggio se un competitor ci monta sopra una campagna virale sui social, già lo fanno

            e l’assistenza spende risorse per correre dietro ai difetti segnalati,
            on-line ci sono pagine che elencano i richiami delle auto fatti anche in via precauzionale, fa abbastanza impressione, si impegnano molto, ogni ombra di difetto segnalato diventa un costo

            giusto come pura speculazione, diciamo da film:

            si potrebbe già fare sui software delle auto termiche recenti, ma anche sulla meccanica, che un competitor non si limita a diffamare su internet
            ma potrebbe spingersi a simulare la difettosità su singole auto del brand avversario, sempre per fargli perdere reputazione

            Mi immagino le ditte impegnate a blindare al meglio la sicurezza dei software, e anche dei log, per poter ricostruire, in caso di difettosità, sia cuase genuine, che operazioni improprie svolte sulle proprie auto

            le ditte se sono in gamba (es. Tesla, ma anche gli altri non saranno prorio tonti), trovano altri sistemi più regolari per aggiungere guadagni, ad esempio offrire upgrade, accessori aftermarket, abbonamenti, servizi aggiuntivi, per chi ci tiene a spendere; servizi che puoi vendere se il cliente rimane con l’auto del tuo brand, per cui almeno l’auto è meglio che funzioni

            sempre Tesla (spiace citare sempre loro ma questo è) in caso vengano chiamati telefonicamente per problemi, è in grado di fare già una prima diagnosi ed intevento da remoto, sino al momento dell’assitenza (magari con un furgone presso casa tua); e per chi non ama questo sistema connesso, ci sono auto elettice più basiche che ne sono prive

            Anni fa, senza i socials, e ancora prima senza internet e forum, la situazione difetti era molto meno trasparente, a me pare è migliorata

            ad esempio i costruttori la passavano liscia per decenni con difetti evidenti e trascurati anche su tutte le vetture (i servosterzi elettrici del gruppo fiat, che poi oltre che pericolosi erano anche una bella spesa in officina) o difetti abbastanza voluti, come i radiatorini del riscaldamento abitacolo costruiti in econonomia calcolata per bucarsi a circa 12-15 anni (lo stesso per molte guarnizioni testata, hanno aspettato a lungo per decidersi a passare ad usare materiali senza scadenza) e farti spendere in officina, o darti la spinta a cambiare l’auto un’auto di quell’età

    • Simpatico refuso! 😂
      E ho riso ancora di più quando mi è partita l’associazione con i dentisti, visti i prezzi che praticano…

  13. Mah…

    Che il tema abbia i suoi buoni motivi non lo nego.
    La cosa è ogettiva e non si discute
    Ma fatta tara merce, credo che l’aumento delle dimesioni sia una problematica tutto sommato “marginale” alla voce costi.
    Resta che attorno alla progettazione e alla costruzione di qualsivoglia veicolo gravitano una tale e tanta quantità di “incognite” che è davvvero complicato stabilire la causa univoca di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti.

    Se da un lato è vero che le dimensioni sono aumentate, dall’altro è altrettanto vero che i processi costruttivi sono diventati mille volte più efficienti della classica “catena di montaggio” dove centinaia di individui assemblavano i veicoli.

    Se la progettazione informatizzata ha aiutato tantissimo nell’avere prodotti sempre migliori ad un prezzo minore o almeno uguale ai precedenti, è altrettanto vero che la quantità di partiolari da progettare e inserire nel veicolo è letteralmente esplosa rispetto alla 500 R che aveva mia mamma (e che odiava…)

    E via discorrendo.

    Il prezzo (vero, economico, monetario) da pagare ad argomenti come maggior sicurezza e minor impatto ambientale esiste e non si discute. Personalmente ritengo che tutto sommato meriti di essere pagato, rimane sempre in vigore una delle regole fondamentali di qualsivoglia commercio: puoi fare il prodotto oggettivamente migliore del mondo e statisticamente privo di difetti, ma se costa veramente troppo rispetto a quanto il tuo target è disposto a pagartelo, finirai con il tenertelo in vetrina.

    Quindi o si trova il modo di far scendere i prezzi, o come giustamente detto qualcun’altro riempirà il vuoto.
    Anche perchè certe politiche su un reale e sostanziale decremento del parco circolante alla fine a mio avviso lasciano il tempo che trovano.
    Chiaro che possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che in effetti di auto ne circolino davvero un po’ troppe, ma ho come il timore (vista la testa dell’essere umano medio, tra cui tutto sommato mi metto pure io) che se davvero la proprietà di un’automobile diventasse un bene difficilmente accessibile scatterebbe un regionamento del tipo “se gli altri devono prendere i mezzi è progresso, se li devo prendere io è sfiga”.
    E quando uno si sente sotto attacco, prima o dopo reagisce.
    (cercate di capire che è iperbole prima di mettermi in croce)

  14. È esattamente quello che spesso e volentieri penso, quando vedo una giovane coppia con un figlio piccolo su macchine come la Dacia Sandero. Ero possessore della prima versione e l’attuale è più lunga e soprattutto molto più larga.
    Ristringendo la riflessione a un lasso temporale molto più breve di quanto descritto nell’articolo, banalmente da quando le segmento b costavano poco a quando le stesse costano troppo, e tra poco manco esisteranno più, è sorprendente come molte siano cresciute di misura, con le Polo che si avvicinano per misura a delle Golf, che non sono più delle utilitarie, ma quasi delle vetture polifunzionali, capaci addirittura di alloggiare una piccola famiglia senza troppe esigenze di spazio, concedendo anche la comodità necessaria al viaggio lungo.

    La stessa Sandero, costa 5 mila euro in più rispetto alla prima serie, tuttavia ha un motore più potente (nella variante a GPL passiamo dal vetusto 1.4 75ciucci a un moderno 1.0 turbo 100puledrini) e anche internamente ha fatto passi da gigante dal trattore che era. Mi ricordo che la sandero di una volta era anche molto più angusta internamente, quasi quanto la panda che l’ha sostituita, nonostante i molti cm in più: il modello più recente offrendo la stessa capacità di carico, offre un’abitabilità decisamente migliore.

    A mio avviso i prezzi non sono troppo alti, sono bensì giusti. Non sono alla portata questo sì, ma per me il problema sta nel fatto che l’utente medio non ha bisogno di tutto quello spazio o di tutta quella potenza che viene offerta, e oggi tutto ciò ha un costo più elevato rispetto a prima.

    • @federico…in effetti tutta quella cavalleria certe volte credo non serva a niente ! Ho appena attraversato l’Italia per vacanze come hanno fatto milioni di italiani,… Con 77 CV media 120/130 e incredibilmente sono andato e anche ritornato! Faccio parte della categoria a cui piace l’auto elettrica ma per via dei costi….non me la posso permettere!
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      Aggiungo un punto di riflessione , io faccio circa 5000 km annui tra auto e moto ho quindi due mezzi vecchi ma con pochissimi km, volevo vendere tutto e acquistare una dacia spring, ma pensavo che come impronta ecologica la fabbricazione di una macchina nuova comporti uno dispendio di energia tale che passerebbero anni prima che ne sia valsa la pena produrla , ovviamente questo dovuto ai pochi km che faccio. Che ne pensate?
      E poi la cosa che mi dà da pensare è che solo il 30% degli italiani vive in città con più di 10000 abitanti il resto vive in paesini più o meno lontani dai grossi centri io stesso vivo in un comune con 600 abitanti. Visto che siamo lontani dalla civiltà di ben 8 km, non abbiamo quasi nessun servizio, e la macchina è indispensabile per tutto dal fare la spesa, perché non ci sono negozi, a portare i figli a scuola o semplicemente uscire a fare due passi nella città vicina (3000 abitanti)…
      Ci sono circa 200 famiglie e tutte hanno due macchine se non tre , scooterini o scooteroni o moto praticamente uno a testa usati per risparmiare benzina e per la comodità d’estate.
      Abbiamo una piazzetta dove ci stanno 30 macchine il resto sono messe metà in posteggi privati e l’altra metà lungo le strade…
      Da noi in Liguria lo spazio è poco d’inverno immaginate d’estate…
      Voglio proprio vedere dove metteranno le colonnine per ricaricare tutte le auto…

      • Se fai solo 5000 km all’anno non conviene sostituire anticipatamente l’auto, neppure dal punto di vista ambientale.
        Con un’auto elettrica con autonomia 400 km, 5000 km sono l’equivalente di 12,5 ricariche all’anno, diciamo che farai una ricarica ogni due settimane, il resto del tempo la colonnina è a disposizione di altri. Il problema delle colonnine è un non problema.

  15. Come sempre, dimenticate la cosa più importante: gli stipendi non sono cresciuti in proporzione.
    Il contratto del mio settore, ad esempio, è stato rovinato l’ultima volta nel 2015 … otto anni fa ….

    • Sante parole, questa società capitalistica continua a far finta di nulla, ti bombardano e ti inculcano di pubblicità, di propaganda al massimo del consumismo, facendo finta di ignorare che i redditi della stragrande maggioranza delle persone sono da veramente da fame rispetto al costo di vita di oggi. Per non parlare di tutte quelle persone che hanno perso il lavoro dal periodo di recessione del 2008 ad oggi, e di tutte quelle persone in stato totale di povertà senza reddito, senza soldi che sono aumentate considerevolmente in Italia, ma anche nel resto del mondo.

    • Stavo per far notare la stessa identica cosa: questo problema delle auto troppo costose è italiano, greco, spagnolo, e di alcuni altri Paesi. In molti altri paesi evoluti dell’Europa, questo problema non c’è. Se si viaggia un pò all’estero si vede come le segmento D/E da loro non le comprano gli imprenditori o i top manager, ma le famiglie normali. E sono le stesse identiche auto che si vendono anche da noi.

      Perchè? Per il semplice motivo che gli stipendi all’estero in generale non sono rimasti fermi a 10-15 anni fa. A Copenhagen ad esempio il costo della vita è il doppio che da noi, ma lo stipendio è 3-4 volte almeno, quindi il rapporto finale è comunque a vantaggio dei cittadini.

      • Luca, l’FMI (fonte Wikipedia) dice che i danesi hanno un reddito pro-capite (PPA Parità di potere d’acquisto) del 40% superiore a quello degli italiani, non dice che è di 3-4 volte superiore. Ovvio è che hanno comunque potere di spesa superiore. Se confrontassimo la densità di automobili tra i due paesi, motori1.com dice che in Italia ci sono 616 auto ogni 1000 abitanti mentre in Danimarca 421. Agli occhi di un danese l’italiano apparirebbe più benestante rispetto a loro, ammesso che loro misurino la ricchezza di una famiglia con lo stesso metro che utilizziamo noi altri, e su questo nutro dei seri dubbi.

        • Mah, non conosco la situazione danese, ma magari semplicemente da loro i mezzi pubblici funzionano meglio, e quindi gli interessano meno le auto.
          Dopotutto, se io avessi un collegamento pubblico tra casa, lavoro e supermercato dove faccio la spesa, economico ed affidabile, potrei anche fare a meno dell’auto, o comunque visto lo scarso utilizzo che ne farei, prenderei auto usate e non nuove

        • Uhm, sicuro dei numeri? Io li ho visti diversi: https://www.key4biz.it/stipendi-medi-europa-italia-3-560-euro-di-differenza/431141/ . I danesi sono i secondi dopo i Lussemburghesi.

          Andandoci spesso sia per lavoro che in vacanza la percezione netta è che il potere d’acquisto medio della gente sia più alto, nonostante i prezzi stessi siano maggiori dei nostri. La media dei veicoli che circolano non è la nostra.

          Sicuramente sono statalmente più efficienti (non ci vuole molto..), quindi le tasse che pagano si traducono in servizi molto migliori. Per Mario si, i trasporti sono ottimi, ma anche loro hanno aree rurali dove senza macchina non ci si muove. Certo a Copenhagen, che conta 600.000 abitanti, non si vedono più di 4-5 auto in coda ai semafori anche nel weekend, usano tantissimo le bici (perchè hanno piste ciclabili ovunque, con muretti divisori e non le righe dipinte, e soprattutto i ciclisti hanno la precedenza sulle auto) e i mezzi pubblici. Noi abbiamo preso la tessera turistica da 72 ore, abbiamo girato ovunque e mai ci è venuto il dubbio che l’auto sarebbe stata più comoda. Risultato, aria pulita, zero smog e poco rumore.

          So la critica che potrebbero fare: è facile far funzionare uno stato di 6 Milioni di abitanti, contro i 60 dell’Italia. Peccato che poi in classifica ci sono tedeschi e francesi, che sono più di noi e pure più ricchi (e ci sono anche gli Inglesi, anche se adesso sono usciti dalla UE).

    • Capito il discorso, non fa una piega, ipoteticamente raddrizzando gli stipendi sarebbe risolto

      Poi però anche:

      Italia, Spagna, Grecia, etc, sono mercati abbastanza ampi per proporre con economia di scala anche (non solo) vetture elettriche con allestimenti semplificati, a costi più bassi, invece pare listini e strategie commerciali forzano la scelta a spendere di più anche in questi mercati

      o più banalmente, con un differenziale di 6000e, continuare a far vendere le compatte/utilitarie termiche, queste poi faranno benzina per altri 10 anni

      a volte ho il sospetto che anche i CEO, non solo i politici, con le polemiche ci trollano, distraendo, e che di base la filera del petrolio abbia modo di pesare non solo in politica, ma anche nelle strategie commerciali dei brand strorici, che abbiano accordi economici di vario tipo, leciti ma poco noti ai non addetti

      rallentare se possibile l’aggiornamento/immissione dei modelli BEV dei segmenti bassi, a grande diffusione, che danno meno margine ai brand, ma consumano benzina la km al pari delle auto più grandi e sono più numerose, quando elettrificate saranno il danno maggiore alla filiera dei carburanti

      per assurdo, se fosse vero i nostri brand con non riescono ancora a produrre elettriche a costi più bassi (ma penso stiano trollando), cosa gli impedisce di fatturare facile con un sottobrand a basso costo, rimarchiando piattoforme elettriche cinesi già sviluppate, come fa renault con spring, marginando, magari aggiungendo assemblaggio in europa, da affiancare alle loro elettriche più costose e offrendo la loro rete assistenza?

      Che poi, in passato fare auto accoglienti/belli/funzionali con poca spesa e pochi componenti era tra la sfide preferite dei centri progettisti /designer, volendo si fa, anche se poi devi aggiungere i costi di airbag e adas il costo non raddoppia; progettazione furba, ad oggi direi la fanno bene Tesla e parte dei brand cinesi

      PS:
      guardando nei video gli interni delle low cost cinesi utilitarie e compatte, sono rifinte e accessorate piuttosto bene partendo già dalla microcar.. dura la concorrenza

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