La Jaguar “regala” l’8% di autonomia in più ai possessori di I-Pace. Lo fa con un aggiornamento del software di bordo da effettuarsi in concessionaria, un bel regalo di Natale.
La Jaguar usa l’esperienza delle corse e dei clienti
La notizia arriva dagli Stati Uniti ed è stata rivelata al sito Electrek da un possessore di I-Pace, Malcolm Bird. Quest’ultimo ha ricevuto dalla Casa produttrice una e-mail in cui si annunciava il “Range Enhancement Program”, il Programma di Aumento dell’autonomia. Secondo l’omologazione americana, si passa da 234 a 252,7 miglia di range. In Europa, con il ciclo WLTP, da 470 a 507,6 km. Diciamo che comunque parlare di 400 km “veri” a questo punto diventa un po’ più convincente.
Come ci si è riusciti? In diversi modi. Intervenendo sulla distribuzione della coppia sulla trazione integrale, quando la guida è impostata in Eco-Mode. Ma anche con affinamenti del Thermal Management Control (TMC) in modo da migliorare l’aerodinamica. E anche, importante, ottimizzando il rendimento del pacco-batterie senza inficiarne rendimento e durata nel tempo. Tutti questi accorgimenti deriverebbero da esperienze accumulate con l’attività di racing (la I-Pace da quest’anno ha dato vita a un monomarca che si è corso nei week-end della Formula E). Ma si è lavorato anche sui dati raccolti con l’esperienza dei clienti. Per esempio rimodulando la frenata rigenerativa per tesaurizzare meglio l’energia quando la batteria è carica.
Tesla, Audi…con l’elettrico nulla è per sempre
Come avverrà l’up-grade? I primi acquirenti della Jaguar I-Pace in concessionaria riceveranno un aggiornamento del software. Che porterà anche a una revisione di quel che appare sul display di bordo. L’aggiornamento servirà anche a predisporre la vettura a futuri aggiornamenti da remoto, già possibili per le Tesla e anche per l’Audi e-tron. Proprio la marca dei quattro anelli, recentemente, ha annunciato che i nuovi Suv elettrici che stanno andando in produzione avranno un’autonomia superiore di 25 km rispetto agli esemplari costruiti finora. Il che conferma che l’elettrico è un cantiere aperto. E che, verosmilmente, all’inizio si è preferito procedere con una certa prudenza, proprio perché si entrava in un mondo nuovo.
Anche la Tesla, come si diceva, procede spesso ad aggiornamenti del software. A volte lo fa migliorando l’autonomia, a volte restringendola. O questo almeno è quanto sostiene un automobilista americano, David Rasmussen. Che ha fatto causa all’azienda sostenendo che un aggiornamento aveva portato via oltre 20 km di range al suo Model S (leggi qui). Diciamo in conclusione che, soprattutto con l’elettrico, vale il detto che “nulla è per sempre“. Siamo in presenza di computer con le ruote, il cui cuore tecnologico può essere rivisto in qualsiasi momento. Anche a distanza. Che lo vogliamo o no.