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La Germania si svena per la fabbrica di batterie Northvolt

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GERMANIA NORTHVOLT
Due addetti di una fabbrica Northvolt (foto dal sito aziendale).

La Germania si svena per avere la fabbrica di batterie Northvolt: mette sul piatto 902 milioni (aiuto approvato dalla UE) e porta a casa un altro grande impianto.

GERMANIA NORTHVOLTProdurrà pacchi per quasi 1 milione di auto all’anno

GERMANIA NORTHVOLT
Peter Carlsson, CEO di Northvolt.

Anche nell’elettrico la Germania si conferma il cuore produttivo d’Europa. Anche a costo di esborsi enormi da parte del governo federale, che già è riuscito ad attirare diversi grandi impianti, tra cui la fabbrica Tesla di Grunheide.

Ora la Commissione UE ha approvato una misura tedesca da 902 milioni per sostenere Northvolt, società svedese partner di Volkswagen, nella costruzione di una Gifafactory per produrre batterie. L’aiuto è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per la crisi e la transizione sugli aiuti di Stato. Quadro adottato dalla Commissione per sostenere misure in settori fondamentali per accelerare la transizione verde e ridurre la dipendenza dai combustibili.

L’impianto avrà una capacità annua di 60 GWh, con batterie quindi in grado di equipaggiare da 800.000 a 1 milione di veicoli elettrici all’anno, a seconda delle dimensioni della batteria. Inizio produzione nel 2026, piena capacità produttiva nel 2029.

GERMANIA NORTHVOLTLa Germania si svena: 902 mln (con benedizione UE) per strappare la fabbrica agli USA

Secondo la misura, l’aiuto assumerà la forma di una sovvenzione diretta di 700 milioni di euro e di una garanzia di 202 milioni. Secondo la UE, senza l’aiuto la Northvolt installerebbe lo stabilimento negli Stati Uniti, dove il sostegno è stato offerto nell’ambito dell’Inflation Reduction Act.

“Questa misura tedesca da 902 milioni di euro è il primo aiuto individuale approvato per evitare che un investimento venga distolto dall’Europa. Nell’ambito della nuova possibilità offerta dal quadro temporaneo di crisi e transizione dal marzo 2023“, commenta Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione e responsabile della politica di concorrenza.

Permette alla Germania di sostenere la costruzione dell’impianto di produzione di Northvolt impianto di batterie per veicoli elettrici. Si tratta di un passo importante per l’elettrificazione dei trasporti, preservando al tempo stesso la parità di condizioni nel mercato unico“.

— Leggi anche: la Cina va alla carica con le nuove batterie al sodio

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32 COMMENTI

  1. qualcuno ha detto silk-faw?

    tutti grandi imprenditori coi soldi “aggratis”

    “faremo”, “daremo”, “fabbricheremo”.. quanto “emo” che tanto non costa nulla pronunciare 👍

  2. Siamo quelli che non facciamo nulla in casa nostra e tutto all’estero.
    Ho letto proprio ieri un articolo di tre mesi fa dove l’Enel ha costruito una fabbrica di pannelli fotovoltaici in Texas, nella capitale del petrolio (non ricordo più la città).
    La manodopera statunitense costa meno di quella italiana?
    Penso proprio che siamo uno Stato allo sbando oppure che impoverirci e diventare schiavi sia il modo per farci ripagara in nostro immenso debito pubblico.

  3. Basta togliere tutti i bonus alle auto (Che non fanno altro che storpiare il mercato e disincentivare l’abbassamento dei prezzi) e dirottare i soldi verso questo tipo di investimenti green. Magari tra qualche anno avremo auto da 350Km di autonomia a 20mila euro (Senza incentivi).

    • Gli incenti in italia, come altre decisioni, sembrano schizofrenici, senza una programmazione a lungo termine, figli di situazioni contingenti/elettroralistiche

      c’è incoerenza in queste cifre:

      – 200 milioni (spesi solo in parte) nel 2023 per incentivare le BEV
      – 400 milioni a Ibride e Termiche nel 2023

      – 120-160 miliardi in 3 anni per superbonus edilizi

      – finanziamenti a discutibili progetti di trazione ad idrogeno

      – assenza di 3-5 miliardi in cassa da investire per supportare fabbriche di batterie, pannelli solari, filiera nazionale per nuovo eolico off-shore

      – 8-16 miliardi per il Ponte sullo Stretto (ricavati tagliando i fondi ad alcune regioni del sud)

    • Sono d’accordo,

      MA TOGLIAMO ANCHE I 63 MILIARDI DI DOLLARI DI SUSSIDI DATI NEL 2023 AI FOSSILI DALL’ATTUALE GOVERNO (l’anno prima sono stati 43).

      SONO PIU’ DI 1000 EURO A CITTADINO, COMPRESI NEONATI, ANZIANI E DISABILI.

  4. Il governo italiano invece si (anzi “ci”) svena per innevare le piste di sci (200 milioni). Poi ci chiediamo perché stiamo scivolando nel terzo mondo.

  5. Si vede che in Germania la classe politica ha più spessore morale.

    In Italia…………………………………………………………………

    • ciao, mi sa che ti sei confuso tra nomi simili:

      – BRITISHVOLT e ITALVOLT erano del personaggio che dici tu, che girava a caccia di fondi e investimenti, oltre che di quotazioni in borsa, ma poi pare non concretizzasse le fabbriche

      – NORTHVOLT è una realtà nord-europea molto solida e già sviluppata da alcuni anni, collabora con Scania, Volvo, BMW, VW

      produce batterie da camion elettrici (Scania) e ora saranno anche per auto e magari da accumulo, oltre ad avere aziende a lei collegate che si occupano del ritiro e riciclo delle batterie di ogni tipo in nord europa e che contribuiscono a fornirgli le materie prime

      hanno inziato come assemblatori, poi produttori, di batterie NCM, poi credo anche LFP visto che i camion si stanno spostati su LPF, e ora NORTHVOLT ha annunciato che produrranno, i primi in europa, anche batterie Ione-Sodio

      la loro prima sede è in Svezia, poi si sono allargati in Norvegia e Germania; come filosofia e target si sono specializzati nel mettere in piedi filiere produttive di batterie a impatto di Co2 molto basso, combinando uso di energia rinnovabile e materie prime riciclate

      in europa è merito loro la messa a punto negli anni passati delle prime linee di riciclo batterie anche a litio, già con processo a basso impatto di tipo idrometallurgico

      sono stati anche i primi a realizzare celle al litio con materiali riciclati (al limite si giocano il primato con Tesla in america, che pure ha iniziato presto a riciclare)

      se una batteria a litio prodotta da Catl o Samsung in Ungheria ha una impronta di circa:
      – 75 gr di Co2 per wh, ovvero 750 kg ogni 10 kwh di capacità

      loro puntano ad arrivare sino da 75 a -> 50 -> 33 -> 10 gr di Co2 per wh

      sul loro sito, anche se un po’ nascoste da trovare, ci sono un po’ di spiegazioni tecniche che mi ero letto su questi valori di co2 a seconda di come viene prodotta la batteria

      • Comunque, se lo Stato italiano avesse sganciato 902 milioni di euro forse Italvolt sarebbe già in produzione

        • In produzione per venderle a chi se non c’è richiesta? Non è sano che simili industrie non riescano ad essere profittevoli senza incentivi o finanziamenti a fondo perduto. Se ci fosse richiesta lo sviluppo verrebbe da sé. Con 902 milioni si tornerebbe a produrre all’Ilva di Taranto a pieno ritmo l’acciaio che oggi la filiera della meccanica avanzata italiana è obbligata ad importare.

          • Nell’Ilva lo Stato butterà ben di più. Seicento milioni li ha già spesi solo per riprendersela. E ora comincia il bello. Le batterie auto saranno il business del decennio perchè la domanda aumenterà di dieci volte. O le importiamo dalla Cina, oppure ce le facciamo in Europa.

          • Non c’è richiesta?
            Che oramai in tutti i paesi industrializzati (salvo l’Italia) la vendita di auto con batteria supera il 50% del mercato te ne sei accorto?

            Secondo me è solo lo smacco dei no-Watt, che perdono un nuovo argomento. Faceva comodo dire: con l’auto elettrica dipendiamo dalla Cina. Beh, se l’industria occidentale si sveglia dai sonni profondi forse no, questa è la dimostrazione!

          • anche ipotizzando di non saper fare buone batterie per auto senza la collaborazione di Catl o Samsung (come avviene in Ungheria)

            anche una umile linea produttiva di LPF o Ione-Sodio cpn prestazioni medie, anceh no di punta, da usare per accumulo statico, sarebbe quasi oro averla in casa

            con filiera certificata, componenti standardizzati, garanzia commerciale in casa, possibiltà di incentivarle per le case, le industrie, la rete etc, anche perchè l’elettronica di contorno già la produciamo anche in Italia, si darebbe un impulso notevole

            in alternativa importiamo dalla Cina , o dall’America, e alla fine della filiera commerciale gli accumuli da noi costano ancora cari rispetto ai prezzi di fabbrica “retail” che si vedono on-line

          • @Mattia1984
            guarda che il mondo non finisce al Brennero e a Lampedusa,
            c’è vita fuori, e che vita…

        • Bah, sono d’accordo con Massimo.
          In Italia non c’è lungimiranza sugli investimenti a medio/lungo termine da parte dello stato ma anche della collettività.

          Chiariamoci ci sono una serie di fattori che contribuiscono a questo continuo essere borderline:
          -corruzione in primis ancora ampiamente esistente, i progetti si fanno solo pee rubare denaro pubblico
          – ignoranza e incompetenza, la politica non si affianca di tecnici e chiuqnue parla della qualunque senza capirci una fava
          – incapacità di avere una visione di business e industriuale che siano batterie, gelati, profilattici
          – anche il privato tende poco a investire se non ha la spinta pubblica, si vuole fare gli imprenditori senza rischi. Specialmente oltreoceano laddove lo stato non aiuta ci pensano i provati quando fiutano l’investimento.

    • C’è una variabile molto differente nel progetto, cioè la nazione; aggiungiamo un investitore eccellente (lo stato), presupposti completamente differenti. Italvolt ha aspettato iter burocratici infiniti nel totale disinteresse, per non dire opposizione perché sarebbe un’illazione gratuita, delle istituzioni. In fondo se non sei una squadra di calcio o non sei di proprietà di un parente di un ministro e hai i bilanci in passivo, non c’è molta scelta, se non il fallimento.

    • Italvolt
      inizialmente era stata pensata a Scarmagno, Ivrea, nell’area ex-olivetti, sperando anche di avere finanziamenti anche già per il recupero indiustriale di questa area storica; per la fabbrica parlarono di un investimento di 3,5 miliardi (sono le cifre tipiche per questi stabilimenti) e 2500 posti di lavoro, ma ci sono stati problemi:

      – nell’area non c’erà un collegamento energetico abbastanza forte, Terna avrebbe dovuto costruirne uno appositame (con tempi e csoti non chiari)

      – citano anche (?) costi eccessivi per soddisfare i requisiti ambientali dell’area

      Poi mi pare ipotizzarono di realizzare lo stabiimento al Sud Italia; l’impressione che hanno dato alcuni articoli sul capo progetto, è che (come già con Britishvolt) non fosse in grado di far partire progetti sostenibili se non dopo aver ottenuto finanziamenti importanti e condizioni favorevoli, un pò come sta avvenendo ora in america, dove è più facile avere ad es. ampi incentivi fiscali per questi settori strategici, in americami pare gli incentivi coprono 1/3 (?) dei costi

      c’è da dire che in Italia è cascato male, infrastruttura non adatta ( oppure lui non ha saputo trovare una sede migliore), in generale alti costi (ma qusto si supera se il progetto è soido), e probabilmente poche/nessune mano tese con finanziamenti-incentivi, e lui di suo forse (?) non aveva attratto abbastanza investitori privati

  6. Nel mentre in Italia il ministro dei trasporti accusa le auto elettriche di essere il mezzo per consegnare il mercato dell’automotive in mano ai cinesi e si continua ad ostacolare la transizione energetica. Ma avanti così tanto basta fare una bella finanziaria regala-soldi ovviamente in deficit che tutto ripartirà alla grande

  7. Ma noi abbiamo il problema delle pensioni…..
    Se andiamo avanti così altro che pensioni ci tolgono anche gli stipendi.
    Bene l’Italia è sempre un passo avanti a tutti 😭😭

  8. Cercano di “attrezzarsi” al massimo … per il futuro .. (magari .. a guerra finita)
    Domandiamoci costa sta succedendo in tutti quegli stabilimenti ex Mercedes, Renault, Volkswagen etc dislocati in Russia e nazionalizzati dopo le sanzioni occidentali…
    Sicuramente i produttori di auto russe non hanno competenze nè tecnologie per sfruttarle…. Ma se fanno joint-ventures con le “amiche” Case auto cinesi ………. tra qualche anno rischiamo di avere alle porte d’Europa un enorme potenziale produttivo pronto ad invadere i nostri mercati..

  9. Non c’è niente da fare.
    L’Italia è un paese vecchio, non solo anagraficamente, i grandi cambiamenti sono sempre visti con paura.
    Siamo sempre costretti a rincorrere gli altri.

  10. Bravi che sono riusciti a pesare/contrattare il giusto contributo, quanto basta per non lasciar andare la fabbrica negli USA, che con i loro incentivi hanno già strappato molti progetti strategici all’Europa

    tra auto/camion elettrici e accumuli statici per la rete elettrica, ogni fabbrica di batterie piazzata in europa e con linee produttive aggiornabili alle varie evoluzioni delle batterie, potrebbe essere una “licenza per stampare soldi”, come dice il buon Eloisio Muschio

    un po’ come anche ogni parco utility di fotovoltaico ed eolico, che infatti in Germania vanno forte.. si stanno disegnando un buon futuro

  11. Perchè “SVENA” ?
    Avrei usato “si aggiudica”, “si accaparra”, “strappa”, “vince”, è un investimento con un ritorno ENORME!

  12. A me paiono “SOLO” 902 milioni, altro che esborso, svenarsi o termini simili. E’ un affarone, bravi i tedeschi. Noi italiani vogliamo spenderne 12 volte tanto per fare un ponte per velocizzare la percorrenza tra due regioni quasi prive di autostrade.

    • Esatto! il nostro ministro dei trasporti dovrebbe prendere esempio. Potrebbe fare lo stesso sponsorizzando la costruzione di una mega fabbrica di batterie e poi, per renderla ancora più green, potrebbe avere la scusa per costruirci vicino una centrale nucleare in grado di alimentare quella fabbrica e chissà quante altre.
      Il tutto magari anche in uno dei siti rimasti in ballo come possibile destinazione del deposito unico nazionale per le scorie radioattive.
      PS: Per fortuna Salvini non legge i nostri commenti….

      • Il nucleare è in perdita mostruosa, oltre ad essere argomento che Salvino usa per fare caciara; farebbe fallire in partenza ogni progetto, devi scucire 25 miliardi di soldi pubblici solo per avere la corrente e tra 15 anni, più i 3 miliardi di investimenti prviati e poubblici della fabbrica

        l’abbinamento agile e relativamente facile da realizzare a basso costo e tempi rapidi, che all’estero già si fa spesso, sono fabbriche che si sostengono con FT installato sui capannoni e sui parcheggi, ed eventualemnte accumuli, ma anche scambio di energia cola rete

  13. Noi sempre avanti , GNL americano ,GPL turco e benzina / gasolio da non si sa dove , i più furbetti siamo sempre noi ma chi ci frega.

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