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La colonnina dei sogni (forse) c’è: a Borgo d’Ale e ricarica a 0,17 euro

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Incredibile ma (forse) vero: la colonnina dei nostri sogni c’è ed è in funzione da tre giorni. Si trova a Borgo d’Ale, nel vercellese, e vende energia elettrica “verde” in corrente continua a 0,17 euro al kW. E’ segnalata da uno dei principali network di ricarica europei, NextCharge, e sui social circola anche una foto, per la verità abbastanza confusa. Eccola qui sotto

colonnina dei sogni
La colonnina dei sogni (0,17 euro per kWh) come è apparsa in rete

La colonnina dei sogni? Su NextCharge

L’avrebbe installata un piccolo operatore piemontese, Semm, nella sede del gruppo Enermill che controlla le due società Geonovis Impianti Geotermici e Soland Srl.. Così, almeno, si legge dalla App di NextCharge.

Stando ai post che troviamo in rete sarebbe alimentata direttamente da un impianto fotovoltaico ad inseguimento solare, bypassando la rete elettrica. Questo spiegherebbe una tariffa di appena 5-6 centesimi superiore  al PUN. Incredibile.

LEGGI ANCHE: Comal ha un’idea meravigliosa: colonnine “off the grid”

Un campo fotovoltaico per alimentarla?

L’impianto fotovoltaico è collocato a ridosso dello stabilimento Geonovis, come si vede dalla foto qui a fianco. E’ stato realizzato dalla Soland Srl, che ha sede al medesimo indirizzo. Ha 40 dipendenti, progetta e realizza campi fotovoltaici e, con la divisione e-mobility, stazioni di ricarica.

Ma c’è il giallo: sui siti dei protagonisti…

Diciamo subito che la notizia è tutta da verificare. Tanto più che nel sito di Geonovis, in quello del presunto gestore Semm  e della stessa Soland non c’è traccia della nuova colonnina fast a prezzi stracciati.

In rete, però, si trovano foto dello stesso sito attrezzato con una colonnina lenta in AC e la documentazione di una ricarica in Ac risalente alla scorsa estate. Eccole:

Una risposta al “giallo” l’avremo solo lunedì, contattando i diretti interessati.

Intanto possiamo ricostruire le storie dei protagonisti. Geonovis (qui il sito) nasce nel 2009 come divisione del gruppo Enermill.

Nel suo track record vanta 436 impianti geotermici realizzati, e tra questi il condizionamento dell’avveniristica sede di Green Pea di Oscar Farinetti, a Torino.

Quella filiera di start up piemontesi

Semm by Iscat fornisce impianti di ricarica, domestici e pubblici in Ac e DC, e gestisce una piccola rete di colonnine nelle province di Cuneo e Torino. Iscat (qui il sito) è una società di ricerca e sviluppo, spin off del Politecnico di Torino. Nata nel 2005, si occupa di progetti sul fotovoltaico e sulla mobilità elettrica.

La rete di colonnine installate da Semm adotta il software di gestione e fa parte della piattaforma THOR sviluppata da Smartbit, un’altra start up piemontese, sede a Cuneo, che raccoglie un gruppo di ingegneri e informatici. Sviluppa e produce hardware e software per la ricarica di veicoli elettrici, dalle bici alle auto.

Italia dei no watt, c’è posta per te

Insomma: Italia dei no watt, oggi c’è posta per te. Che sia vera o no la notizia dell’ Eldorado della ricarica, infatti, questa storia testimonia del fermento che circonda la transizione elettrica. Producendo innovazione, idee e lavoro anche nella misconosciuta provincia di un’Italia così riottosa a condividerla.

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39 COMMENTI

  1. invece, collegandomi con “Next charge”, vedo che “EnelX” si prende anche il gettone “costo avvio ricarica” a soli €0,49.
    Se avesse chiesto € 0,50, le avrei dato della “ladra”

  2. Posso confermare che la stazione di ricarica esiste con tanto di tettoia. Fino all’altra settimana c’erano solo le due postazioni AC a 22kW ,che uso regolarmente ,ma da qualche giorno ci sono anche due postazioni DC a 120 kW,che però con la Kia Soul non funzionano.

  3. Questa cosa sembra molto divertente e anche un po’ Punk (del tipo: noi facciamo un po’ come ci pare), nel nostro panorama con poca concorrenza sui prezzi

    sono curiososo di leggere se è ad oggi utilizzabile anche da estranei a questo prezzo, non mi meraviglierei se come esempio virtuoso desse noia ad altri; comunque quel cartello in una piazzuola colorata lungo statale è già stato un messaggio efficace

    potrebbe essere (?) un sistema di accumulo + pannelli fotovoltaici, che a livello utility (grosse istallazioni) generano kwh a prezzi molto bassi, su cui poi viene caricato il costo dell’installazione e gestione della colonnina DC

    magari messa li per i dipendenti e poi aperta al pubblico per coprire le spese, dare visibilità alla loro attività, magari anche come esempio di intraprendenza

  4. Questa storia ci dice che se l’energia non fosse pagata tutta con il prezzo di quella più cara ma fosse pagata in base a come viene prodotta potrebbe costare molto meno ma al governo non piace questa soluzione, nonostante le promesse di disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas, perciò ci spremono come limoni, mettendo in crisi non solo le finanze dei cittadini ma anche quelle delle imprese, evidentemente i politici preferiscono incassare di più dall’energia e veder morire le imprese … tipica visone miope di chi sa che camperà, se va bene, 5 anni e poi sparirà dalla scena.

    • Se si potesse pagare l’energia al costo vero, comprensivo di tutte le spese per produrlo e distribuirlo …. il passaggio alle FER avverrebbe in 2-3 anni ; senza gli incentivi concessi ai produttori di “fossili” o il mancato / alterato conteggio dello smaltimento scorie nucleari ..

      Con gli attuali tassi di interesse … chi si impegnerebbe seriamente a finanziare la costruzione di una centrale nucleare (15-20 anni minimo prima che entri in servizio) … o di nuove raffinerie … che non sono “alambicchi” in grado di elaborare qualunque tipo di petrolio (visto i repentini cambi di paesi fornitori – tra quelli sanzionati o in guerra, o altri impedimenti di flussi tramite oleodotti o navi petroliere bloccate o costrette a giri lunghissimi a costi molto maggiorati)🙄

    • mi pare che c’è un accoppiamento indiretto tra i due prezzi tramite l’utilizzo del gas per far funzionare le centrali termoelettriche che producono energia

      e tramite in nostro famoso meccanismo di aquisto dell’energia elettrica all’ingrosso tramite il “prezzo di aquisto marginale”:

      in ogni momento della giornata i fornitori chiamati a coprire il carico elettrico nazionale ricevono come pagamento al kwh tutti il prezzo del fornitore con il costo più alto del gruppo, e spesso nel gruppo dei fornitori ci sono anche delle centrali a gas (sono parecchio più care dei fornitori con rinnovabili) che determinano questo prezzo

      il meccanismo non è facile da modificare con un altro, ci sono vari aspetti tecnici, ma neppure sempra esserci la volontà di provarci (per es. copiando regole diverse ma già in uso e rodate in altri paesi), perchè come dici tu genera molti extraprofitti per tutti, sia centrali gas (pagate comne la più cara del gruppo) che anche instrallazioni utility di rinnovabili (tra cui anche l’idrolelettrico)

      nel frattempo una soluzione è installare più rinnovabili nel mix, questo aumenta i momenti dei giorni dell’anno in cui sono loro a stabilire prezzi marginali all’ingrosso del’elettricità più bassi

      già ora, nei momenti in cui le rinnovabili riescono a determinare il PUN, si verifica di fatto nei tracciati orari del PUN un disaccoppiamento tra prezzo gas e quello dell’elettricità, con quest’ultimo che crolla a valori molto bassi (con paradossi commerciali, che mmagino andranno risolti con nuove regole, in cui arriva anche a zero e persino negativo nei momenti di picco)

      PS: eolico, idrolettrico, biomassa, biogas, sono rinnovabili che vanno anche di notte e alcune sono anche programmabili

      integrando più tipi di rinnovbili con il generoso picco diurno fornito dal fotovoltaico, si coprono le 24 ore con molti meno pochi momenti in cui serve il back-up a metano o con necessità di accumuli energetici molto più piccoli di quanto uno penserebbe ad intuito facendo i conti della serva tagliati con l’accetta

      • (scusa ritardo <R.S.) … Poi ci sarebbe da vedere se le nostre sperimentazioni dell'energia prodotta con i movimenti delle correnti marine all'Elba (ma in europa ce ne son tante in corso, alcune purtroppo fallite… legate però alle maree) producono i risultati sperati; anche le correnti marine son continue giorno/notte, di intensità costante o almeno prevedibile, abbiamo pure a disposizione oltre 7000km di costa dove metter le turbine subaquee … Non so se te hai letto qualcosa ultimamente ….
        Ciao

  5. Non ho la possibilità di verificarla, ma uso la piattaforma thor di semm, ìn quanto in prov. di Cuneo hanno tante colonnine sparse in verie località montane. Ho avuto modo di vedere la loro serietà, anche tramite whatsapp, ed ho verificato che in quel posto hanno 2 stalli dc 120kw a 0,17. Il sistema le danno online. Quindi sono abbastanza sicuro che sia tutto vero! Ottimo veramente

  6. // …avveniristica sede di Green Pee di Oscar Farinetti, a Torino. //

    Ehm… redazione, il nome corretto è Green PEA, non “pee” (che significa “pipì”…) 😬

  7. Anche la SEMM legge Vaielettrico.it!
    Infatti su NextCharge, giusto stamattina 21 gennaio 2024 alle 10:14, la SEMM, nell’assegnare 5 stelle alla colonnina 😇, ha pubblicato il seguente nuovo commento:
    «Stazione di ricarica funzionante tramite QRCODE che indirizza all’applicazione my.thor.tools oppure tramite RFID SEMM da richiedere all’email semm@iscat.com – il circuito NEXTCHARGE segnala la stazione ma non permette di attivare la ricarica.»

    • SEMM dovrebbe dirci se ha installato davvero una nuova colonnina fast in DC o se siamo ancora fermi a quella lenta precedente (che non ha molto senso, in mezzo al nulla)

      • Mi lascia perplesso il fatto che NextCharge, al contrario della stazione in AC, per quella DC non indichi la potenza di carica né riporti alcuna recensione o foto di utenti.
        Temo quindi che sia una colonnina interna delle 4 ditte di impianti FER che hanno sede lì, ma è giusto chiarire la cosa perché NextCharge indica quella DC come ad accesso pubblico (quindi uno durante un viaggio la vede e ci si dirige…) mentre in realtà potrebbe non essere così.
        Grazie!

  8. A Vercelli città, tutte le colonnine operate da Iren (app IrenGo) sono a 20 centesimi in AC 22kW. Sono certo che presto le aumenteranno ma nel frattempo…. Costa meno che a casa. Occhio! Passando dal roaming (Nextcharge ecc) le fa pagare più di 70c!

    • Ci dev’essere qualche accordo con il Comune di Vercelli o un contributo comunale, perché Iren chiede 0,59 €/kWh + 0,01 €/minuto nelle sue colonnine di proprietà in altre città, come ho avuto modo di verificare a Reggio Emilia e Parma… 🙁

  9. Qualunque capannone sfitto / abbandonato in zone industriali o limitrofe potrebbe facilmente ospitare un “tetto fotovoltaico ” adeguato a fare una stazione di rifornimento a costi “popolari” …

    io lancio l’idea … così … senza brevetto 😉😂 … spero che qualche “energico” ed illuminato imprenditore la prenda in considerazione … 🚙🚙🚙🚙🔋🔋🔋 siamo in Italia, paese del 🌞

    nb: magari fornisca almeno AC11kW … e carica max 80% .. Tesla docet !

  10. La notizia è molto interessante e non solo per i 17€cent a KWh ma per la fattibilità del progetto.

    Qualunque parcheggio attaccato alla città potrebbe replicare questo modello. 22KWAC e in 3/6h ricarichi da 0 la maggiorparte delle BEV da 60KWh. Anche fosse che hai maggiori costi ecc mettila a 25€cent a KWh ed è comunque una affare sia per chi ricarica che per chi cede.

    • Non allo scopo di alimentare delle colonnine ma piuttosto di produrre energia elettrica per la collettività generale, in Francia è entrata in vigore lo scorso 1° luglio 2023 la legge 2023-175 che prevede l’obbligo, per tutti i proprietari di parcheggi con area superiore a 500 m², di installare entro il 2028 delle coperture fotovoltaiche su almeno il 50% della superficie.
      Un primo calcolo, fatto per la stesura originale della legge che prevedeva l’obbligo per parcheggi di oltre 2500 m², indicò che si sarebbe raggiunta una potenza installata di oltre 11 GW, cioè quanto due-tre centrali nucleari ma ad una frazione del costo di installazione e soprattutto per sicurezza e manutenzione ed in appena 5 anni.
      La legge, in fase di approvazione in parlamento, venne addirittura migliorata abbassando a 500 m² l’area minima dei parcheggi interessati all’obbligo: non ho cercato previsioni aggiornate sulla potenza installata a regime, ma l’abbassamento da 2500 a 500 m² dell’area dei parcheggi interessati sicuramente porterà a potenze finali ben oltre gli 11 GW stimati in prima battuta.
      E in Italia cosa si aspetta – soprattutto i partiti di sinistra, in teoria molto più attenti alle questioni ambientali – a proporre una simile legge???

      • Questo è molto interessante. La cosa importante è che i “parchi fotovoltaici” non vadano a occupare terreni agricoli liberi (non importa se coltivati o meno), ma che puntino invece sull’uso intelligente di aree già utilizzate ( o mal utilizzate).

        • e perchè mai non su terreni non coltivati?
          sono propro le installazioni che abbassano di più il costo delle’energia

          non comportano consumo di suolo in quantità rilevabili, è una vecchia bufala sparsa per fare opposizione, e te lo posso spiegare con dei numeri

          in italia abbiamo terreni agricoli per 165.000 km2, di cui 35.000 km2 sono non coltivati

          per alimentare l’intera nazione 2 volte (conando i consumi futuri dati dall’elettrificzione di molti servizi) servirebbero 1000 km2 di pannelli su aree già coperte + 1000km2 di pannelli su terreni non cementati (prati e terreni non coltivati), cioè una briciola della quantità di terreni non coltivati

          considera che ogni anno terreni non coltivati e non valorizzati economicamente con i pannelli vangono utilizzati per le coltivazioni di colza e simili per produrre biocarburanti per generatori diesel che erano stati economicamente incentivati, e queste coltivazioni “non alimentari” hanno un impiego di suolo 40 volte quello dei pannelli a parità di energia ottenibile;

          oppure in assenza di redditività terreni non coltivati trasformati in edificabili tramite cambio di piano regolatore, per fare cementifcazione e speculazione edilizia sul valore del terreno

          per questo non volere i pannelli sui terreni è ideologico e pure dannoso; purtroppo è una delle cattive informazioni che vengono diffuse sul web

          • Gentile R.S. sono d’accordo solo parzialmente con lei. Abito nella pianura emiliana, tra Bologna e Ferrara, e qui, purtroppo, ho visto proliferare campi fotovoltaici, anche di notevole estensione (ad esempio nel Comune di Poggio Renatico, ma non solo) su terreni in precedenza coltivati a cereali e/o foraggere, acquistati da imprenditori che offrono ai possessori il doppio e più (90.000 Euro/ettaro) del valore commerciale medio di tali terreni. Per confermare questa situazione, pochi mesi fa il notiziario del FAI (Fondo Ambiente Italiano), della cui attendibilità non ho motivo di dubitare, stante la serietà delle sue iniziative, segnalava una situazione simile in Puglia: offerte elevatissime, anche tre volte superiori al valore medio in commercio, per terreni coltivati. Ora, dato che purtroppo l’Italia è ampiamente deficitaria per tante derrate (ad esempio, se dovessimo alimentarci solo con il grano da noi coltivato arriveremmo solo a dicembre, ma si possono fare tanti esempi simili) è necessaria a mio avviso la massima attenzione nel ipotizzare tali trasformazioni: non possiamo cibarci di energia elettrica, e dipendere dall’estero per l’alimentazione è ancora più pericoloso, forse, che esserlo per l’energia

          • Buongiono,
            quelle che lei segnala sono concentrazioni localizzate (non intaccano la produzione nazionale agricola, ma solo quella dei terreni interessati), e la percezione che ne ha avuto, forse anche in base ad una serie di articoli di stampa di contrasto che erano usciti gridando “allo scandalo” perchè gli affitti o la vendita dei terreni erano ben pagati, con tanto di agenti che si occupavano di trovarli

            in realtà lo scandalo era riferito all’utilizzo errato (da sanzionare) rispetto alla normativa già vigente, di aree con vincoli paesaggistici molto stretti, ad es. alcune delle aree assegnate in Sicilia (esempio, se venisse realizzato un parco FT proprio affiancato a due parchi archeologici greci, o in generale in posizioni visibili a distanza, ci sono regole anche su questo)

            ma poi il tema è stato trasformato in una fake-news (dal solito gruppetto di disinformazione che abbiamo in italia) del tipo “con questa convenienza a fare FT, gli agricoltori preferiranno smettere di coltivare e affittare/vendere i terreni per guadagnare di più”

            .. a parte che non è così vero che convenga sempre.. dipende.. da cosa c’era coltivato, o fintamente coltivato fosse anche prato ( per prendere incentivi europei )..mi spiegava un mio amico birraio che aveva anche dei terreni

            ma prima di tornare ai numeri, le propongo anche un paio di spunti:

            la fake-news sarebbe insinuare scenari fantascientifici, con moltissimi terreni usati per FT, cioè molti più di quanti ce ne servano, perchè “si guadagna di più”;

            in realtà la cosa non può sfuggire di mano in questomodo già perchè man mano che le installazioni aumentano, il prezzo dell’energia all’ingrosso scenderà dai 11 cents /kwh attuali a circa 7 come in Portogallo; è l’effetto tipico delle rinnovabili dei grandi parchi; il kwh verrà pagato di meno, per cui gli installatori non offriranno più prezzi cosi allettanti per affittare o comprare i terreni come è stato nei primi anni per FT ed eolico, l’incentivo economico è “auto-limitante”, più si installa e più diminuisce

            inoltre i permessi per le grandi installazioni di fatto sono concessi dallo Stato, al rallentatore e in base ai piani di sviluppo, non sovradimensionati, anzi asmatici; e raggiunta l’autosufficenza energetica, i rubinetti delle concessioni si chiuderanno

            altro spunto, provi a usare google maps sulle aree che mi ha citato, senza avere già un indirizzo preciso su cui puntare maps, potrebbe fare fatica a individuduare i panneli solari nelle foto aeree di un Comune, da tanto sono rarefatti nel territorio

            ora torno sui numeri:

            al massimo (se avessimo governi favorevoli) in 20 anni si arriverebbe ad utilizzare per il fotovoltaico su terreni 1000km2 (corrispondono a 100 GW di pannelli su terreni; e altri 100 GW su aree invece coperte/cementate)

            idealmente questi 1.000 andrebbero trovati all’interno dei 35.000 km2 di terreni non coltivati

            mettiamo il caso peggiore, che questri 1.000 km2 siano invece trovati tutti nei circa 130.000 di terreni coltivati causa di effetti speculativi, sarebbero lo 0,7% dei terreni coltivati (PS: e una parte di queste installazioni poi sarebbe agrivoltaico, in cui la coltivazione permane)

            in questo scenario estremo e irrealistico, lei riuscirebbe a notare la diminuzione di produzione agricola, che passerebbe da 100% a 99,3%?

            questo per dire che la produzione alimentare nazionale italiana nemmeno a volerlo fare apposta è possibile intaccarla con il FT, non basterebbero i pannelli prodotti da tutta la Cina

            mentre qualche punto percentuale diproduzione agricola lo si perde con le coltivazioni di colza (biodiesel), che usnao moto terreno in proporzione, e per la continua cementificazione italaina dei terreni di cui sono a rischio i terreni che non hanno molto rendimento

            per asurdo, le installazioni su terreni prevengono il rischio di cementificazione su terreni “marginali” altrimenti a scarso rendimento economico; e le instalalioni prevedono che al termine della concessione (es 30 anni), se non rinnovata, i pali delle strutture vengano rimossi, il terreno viene restituito pulito come era in origine

            =====

            In sostanza, penso che diciamo cose simili ma con un equivoco:

            concordiamo che ogni singola installazione viene assoggettata a regole e permessi già molto già strette da noi

            e che localmente siccome siamo in italia sono possibili anche abusi nel rilascio dei permessi (alcuni già successi), da sanzionare caso per caso

            è la spiegazione che diamo di questa necesità di regole che è diversa (forse anche in base ad alcuni fake che girano in rete)

            per me numeri alla mano la produzione agricola non centra niente; i problemi si possono avere a livello di non rispetto delle regole che abbiamo sulla paesaggistica

      • In questo momento le aziende C&I, proprio quelle oggetto di questa ipotetica legge, stanno investendo già moltissimo sul fotovoltaico difatti siamo riusciti a raggiungere quasi 5GW di nuova capacità installata nel 2023.
        Al momento una legge del genere potrebbe essere controproducente secondo me, la filiera di installatori fatica già a stare dietro alle richieste normali quindi un obbligo porterebbe ad un inutile e deletereo aumento dei prezzi. Sarebbe da valutare solo nel caso il ritmo di installazioni rallentasse o diminuisse in questo 2024, dando tempo alle aziende del settore di espandersi.

        • Spunto interessante, già il superbonus aveva creato distorsioni (un quasi raddoppio sui prezzi) nel 2022-2023, però per le installazioni piccole, domestiche; i parchi utlity forse seguono altre filiere differenti

          comunque se ho capito bene, la tua idea interessante per una buona “pianificazione”, potrebbe essere lasciare crescere il numero di piccoli e medi installatori (che in parte si occuperebbero anche dei parcheggi) e la filiera nazionale nel 2024, e piazzare la legge sui parcheggi fotovoltaici invece nel 2025

          personalmente non aspetterei molto perché poi tanto queste leggi non prevedono l’adeguamento immediato, ma piuttosto graduale

          PS: è buona la crescita di installazioni (+5 GW) del 2023 contando la situazione degli anni prima, poi c’è da dire stiamo ancora puntando bassi, il ritmo per l’Italia secondo i vari piani energetici sarebbe +12 GW annui di rinnovabili, e il 2024 si apre con il prezzo dei pannelli praticamente dimezzato, da approfittare..

          la Germania (che come consumi energetici è quasi il doppio di noi) punta con decisione a +20 GW annui e ci sta riuscendo

          • Ho parlato con colleghi, clienti e vari amici consigliando di installare fotovoltaico in ambito residenziale, spesso la risposta è che hanno chiesto preventivi ma ricevuto troppo spesso tempi di 12/18 mesi per le installazioni.
            La domanda secondo me adesso non manca visti i numeri del 2023, mentre le aziende del settore non trovano personale formato. Se non si risolve prima questo GAP, non arriveremo mai ai 10/12 GW necessari alla transizione.

    • C’è qualcosa di strano nella foto della ricarica con MG 4, perche se fosse una ricarica in AC non caricherebbe oltre gli 11kW, invece segnala ricarica veloce a 21,8kW. Quindi direi che non è AC, o almeno non è solo AC…

  11. La posizione è particolarmente interessante, poiché si trova appena 2,4km fuori dall’ autostrada A4 Milano-Torino, casello di Borgo d’Ale. Quella autostrada infatti è rinomata per essere ancora molto indietro con l’installazione di colonnine nelle aree di servizio. In direzione Torino se ne trova soltanto 1, nell’area di servizio Villarboit nord (EnelX 110 kW), mentre in direzione Milano ce ne sono 2: ADS Villarboit sud (EnelX 110kW) e ADS Rho sud (EnelX 50kW).

  12. La posizione è interessante perché si trova appena 2,4 km fuori dall’autostrada A4 Milano-Torino, che è rinomata per avere pochissime stazioni di servizio dotate di ricarica: 1 in direzione Torino (ADS Villarboit nord) e 2 in direzione Milano (ADS Villarboit sud e Rho), tutte con prezzi 9 (!) volte superiori a questa, di proprietà EnelX.

    • Vero, però occhio che, stando alle foto di giugno e settembre 2023 su NextCharge, ***non è una DC*** ma una normale AC 22 kW: chi desidera una ricarica rapida in viaggio è bene ne sia consapevole.
      Il primo dei 2 commenti su Google Maps riporta:
      «Due colonnine nel mezzo del niente ma funzionanti e intuitive, soprattutto ad un prezzo molto conveniente rispetto alla concorrenza, ad oggi siamo a 0,17€/kWh.
      2 connettori di tipo2 che erogano al massimo 22 kW.
      Non c’è un applicazione ma un portale web comunque abbastanza intuitivo, con una grafica un po’ minimale.
      Le istruzioni sono presenti sul posto. Piccola tettoia non troppo coperta in caso di maltempo.
      C’è un comodo cestino dei rifiuti a 2 passi, sarebbe carino se in futuro mettessero una panchina, giusto per non stare seduti in auto, dato il nulla che circonda l’area e l’impossibilità di fare una passeggiata nel frattempo.»

      • Sì ma la seconda foto dell’articolo ritrae chiaramente una Fast DC che sembrerebbe di ABB. Il posto è lo stesso, pensilina, cartello col prezzo. Sarebbe interessante capire se la colonnina è alimentata da un sistema di accumulo, perché la foto è scattata in orario serale, ma pare che la MG4 stia ricaricando. Quindi potrebbe essere collegata ad un accumulo oppure alla rete. Ma resta il fatto che un prezzo del genere è imbattibile.

      • Se passerò mai di li … mi porterò un cestino da pic-nic … la mia carica AC22kWh … ed in un’ora di relax (che faccio sempre nei viaggi , ogni 200km) … torna proprio comoda 😉👋

  13. Sia NextCharge che Google Maps in realtà indicano la presenza di DUE stazioni di ricarica in quel luogo, che NextCharge indica come della SEMM:
    — una AC (secondo NextCharge, mentre Google Maps non lo specifica) sicuramente accessibile dalla strada, come ben visibile in Google Maps https://maps.app.goo.gl/sagY5JgizjvYnoYp e ancor meglio in street view (ultima immagine risalente ad agosto 2023)
    — l’altra, indicata come DC da NextCharge (mentre Google Maps di nuovo non lo specifica), è localizzata in due posizioni diverse (per NextCharge è a pochi metri dalla prima, ma molto probabilmente all’interno del cancello che delimita il sito delle quattro ditte con sede lì, Soland, Geonovis, Enermill e TecnoLario, mentre per Google Maps è esattamente nel cortile della TecnoLario, un centinaio di metri più a sud) ma molto probabilmente è ad uso interno delle ditte.
    È comunque davvero molto intrigante pensare che quel prezzaccio incredibile sia collegato alla presenza di quel campo fotovoltaico accanto a quel gruppo di ditte tutte operanti nelle FER… una vera e propria “energia a km 0”! 🤩

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