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Kaneda elettrica è realtà: la moto del manga Akira verrà prodotta

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Kaneda elettrica è realtà. La moto del manga anni ’80 verrà prodotta da Rapid, un marchio di scooter elettrici supervisionato dalla società tailandese Smartech Motor

Lo scorso gennaio vi avevamo parlato dell’esistenza di un prototipo della moto futuristica Kaneda protagonista del manga-cult giapponese “Akira”. Si trattava del progetto degli spagnoli di Bel & Bel per far diventare reale una moto fantascientifica e farla essere elettrica. Adesso la produzione in serie di questa due ruote pazzesca sembra davvero a un passo.

la mitica moto come appariva nel manga anni Ottanta

A proporla però sarà Rapid, marchio di scooter tailandese che lavora sotto il controllo della casa madre Smartech Motor. Le prime immagini di Kaneda arrivano dal Bangkok International Motor Show. La moto realizzata è bianca e il suo nome è il meno affascinante K-1988. Però l’ispirazione è chiara fin dal primo sguardo e poi il film di animazione diretto da Katsuhiro Otomo è proprio del 1988.

Kaneda elettrica: tanti l’hanno copiata

In tanti hanno provato a copiarla negli ultimi quarant’anni però nessuno ha mai avuto il coraggio di mettere in produzione Kaneda. Una moto troppo sbilanciata con quell’anteriore infinito, una fantasia che andava bene se guidata dal protagonista Shotaro Kaneda in “Akira”. Dicevano. Tutti questi pensieri negativi non hanno evidentemente scoraggiato Rapid. In fondo siamo di fronte a un grande scooter elettrico ma con un sedile decisamente basso, posizione di guida con i piedi in avanti e stile che potremmo definire retro-futurista.

A occhio e croce potrebbe essere una rivoluzione tecnologica. Nello specifico tecnico, l’azienda tailandese fa sapere che il propulsore elettrico include un motore da 15 kW. Il quale consente di raggiungere una velocità massima di 140 km/h, con un’autonomia dichiarata di circa 200 chilometri. Con la presa di ricarica di tipo 2, uno standard in grado di produrre fino a 22 kW, una ricarica completa dovrebbe chiedere due ore. La moto è dotata anche di ABS e controllo della trazione, tutti elementi che fanno pensare che il prototipo sia inteso come un modello di produzione piuttosto che semplicemente come un oggetto che attiri soltanto l’attenzione.

Motore da 15 kW e 200 km di autonomia

C’è un forcellone monobraccio posteriore supportato da un sistema di sospensioni posteriori monoammortizzatore convenzionale. Ma anche un forcellone monobraccio anteriore, che è stato paragonato a quello dell’Italjet Dragster (in foto sotto). Tecnologia insolita, certamente, ma comunque collaudata e alla portata delle moto in circolazione. Come avveniva nella moto Kaneda originale, i forcelloni sono in gran parte coperti da carenature che si estendono fino ai cerchioni per nascondere gli elementi meccanici.

c’è un po’ di Castel Guelfo nell’utopia manga cyber punk

A bordo di questa K-1988 (per noi Kaneda elettrica) ci sono due schermi TFT (Thin Film Transistor). Si tratta di schermi a matrice attiva, in cui ogni pixel è comandato in modo totalmente indipendente da un transistor dedicato. Una scelta fatta in nome di nitidezza e luminosità superiori a quelle di un comune display LCD, oltre che un minore consumo energetico.

Kaneda elettrica: hi-tech e scomodità

I due schermi si trovano uno montato sopra il manubrio, come al solito, e un altro più in basso tra le ginocchia del pilota. Per quanto riguarda il faro questo è nascosto dietro il parabrezza, proprio come nel design originale della moto Kaneda.

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In termini di praticità la Kaneda elettrica è agli antipodi di un normale scooter. Non è previsto spazio per un secondo passeggero e nemmeno per i bagagli. Ma la mancanza di comodità non ha impedito il successo di alcuni tipi di moto. Kaneda di Akira è un’icona culturale, riconosciuta ben oltre la base di fan del manga e del film. Ora dovrà riuscire Rapid a produrre una versione a un prezzo non troppo alto della K-1988. In tal caso si può pronosticare un grande successo tra gli appassionati.

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2 COMMENTI

  1. Bravi. Intanto un bel 10 di incoraggiamento in quanto al coraggio. Buona l’estetica, buona l’idea.

    I miei dubbi riguardano:
    – comodità seduta: il “cuscino” mi sembra troppo sottile e forse non proprio adatto a tutti i fondoschiena. Ma da un buon artigiano si può rimediare
    – cruscotto: brutta la plasticaccia messa lì con i 2 display incollati sopra, potevano fare qualcosa di meglio
    – potenza: 15 kw non sono nulla, il mio 125 aveva oltre 25 kw ed era una piuma. I 140 km/h di velocità massima fanno ridere ma fanno anche pensare: non è che una ciclistica come questa non è in grado di reggere determinate velocità?
    – cintura: chissà come sarebbe venuto fuori il modello se avessero previsto le cinture di sicurezza al posto del casco

    • Per la potenza e soprattutto le prestazioni te l’ho già spiegato: con quell’interasse e quella avancorsa, se tiri una pinzata all’anteriore a moto leggermente inclinata sei in terra. E se vai forte sei morto.

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