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Dal fumetto alla realtà: nasce la “rossa” elettrica di Akira

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Dall’estro degli spagnoli di Bel & Bel prende vita un nuovo prototipo della moto futuristica protagonista del manga-cult giapponese “Akira”. Per la prima volta completamente elettrico. Si pensa ad una edizione di serie.

Quando la creatività sposa la sostenibilità può nascere sicuramente qualcosa di interessante. Questo devono aver pensato le menti artistiche dello studio creativo Bel & Bel di Barcellona quando hanno deciso di dar vita ad un prototipo di moto full electric decisamente unico.

I catalani hanno scomodato nientemeno che il mondo fumettistico dei Manga giapponesi, costruendo un modello funzionante e a zero emissioni dell’iconica motocicletta rossa guidata dal protagonista Shotaro Kaneda in “Akira”. L’opera cyberpunk degli Anni ’80, firmata da Katsushiro Otomo, è considerata un autentico cult dagli amanti del settore.

Kaneda e la sua potente moto rossa in “Akira”

Bolide a zero emissioni

La peculiarità del progetto dell’azienda spagnola non è tanto nella scelta del soggetto, originale sì ma non esclusivo (questo ‘bolide’ a due ruote in passato ha già ispirato alcuni special in campo motociclistico ed è stato anche riprodotto in Giappone), quanto il suo essere a propulsione del tutto elettrica. Cosa mai realizzata in precedenza, visto che al massimo si era vista una versione ibrida.

Di fatto, è una moto futuristica immaginata quarant’anni fa che diventa realtà ai giorni nostri, assorbendo la naturale evoluzione dei tempi.

Andrà sul mercato?

Da quanto riferiscono alcuni media catalani, pare che Bel & Bel non si sia limitata a creare un oggetto da esposizione ma che intenda sviluppare il suo prototipo per farne una serie limitata da poter acquistare. Si parla già di alcuni ordini in arrivo. La moto dovrebbe costare intorno ai 20.000 euro.

Verosimile o meno che le cose stiano così, la moto in questione è, e rimane, prima di tutto un oggetto artistico. Al di là della tecnologia, a colpire è soprattutto il design, eccentrico, quasi eccessivo, da fumetto Manga appunto. Vedere una moto del genere sfrecciare su strada desterebbe sicuramente molta curiosità.

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L’estro di Bel & Bel

Non è la prima volta che lo studio Bel & Bel (dal cognome dei due fondatori) fa notizia con le sue opere. Fin dagli esordi, nel 2005, l’azienda si è concentrata principalmente sul riciclo di componenti di scooter e auto d’epoca per dar vita ad opere dal design originale ma anche funzionale. Come la sedia d’ufficio creata con materiali di una Vespa o il divano costruito con alcune parti dei vecchi modelli Seat.

Negli ultimi anni, poi, i designer si sono aperti al mondo dei fumetti, trovando ispirazione per riprodurre a grandezza naturale alcuni modelli di moto ben riconoscibili, come la Capsule n.9 di Bulma e la monoruota di Lunch dell’universo Dragon Ball.

Realizzazioni stupefacenti, come la ‘rossa’ di Akira.

Il monoruota guidato da Lunch in Dragon Ball

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6 COMMENTI

  1. Con quella avancorsa lunga un km non oso pensare cosa potrebbe succedere a dare anche solo una frenatina davanti a moto non pefettamente dritta.
    Per il resto che dire? bellissima da vedere, senza dubbio.
    Ma il fatto che nasca da un fumetto e lì dentro sia sempre rimasta non è proprio così casuale.

    • ciao, non so se ho capito bene cos aintendi, ma l’asse di sterzo in questi casi non corre vicino al mozzo come sulle moto tradizionali, ma viene fatto passare vicino al punto di contatto della ruota con l’asfalto, con solo un piccolo scarto, per dare un equivalente normale dell’avancorsa..ci ho già sbattuto la testa con i reclinati a pedali

      rimane che a basse velocità la moto è meno manegevole,più ceh altro da tenere in euquilibrio si fa più fatica, il busto andrebbe spostato di più del normale per fare da contrappeso di bilanciamento nelle piccole oscillazioni

      alla fine una sintesi tra poco facili moto reclinate prototipi avveniristici del passato, e le moto tradizionali dove si guida a testa in avanti, la hanno fatta silenziosamente gli scooter, con trasmissione automatica ed ora elettrica, e la posizione di compromesso “seduta”, o al limite in certi casi sugli scooteroni solo leggermente reclinata

      Un po’ che gli uccelli, che zitti zitti ma sono un po’ i discendenti dei dinosauri

      • No mi spiace, ma la moto di Akira la conosco bene, conservo ancora il VHS del film pensa te. Ha un avantreno tipo chopper. E se uno la rifà in maniera fedele, quello deve fare. Infatti se guardi bene le foto, tutta la carena anteriore “bascula” con l’avantreno. Su un fumetto non crea problemi ovviamente, e chiaramente da un punto di vista scenico è una figata assurda. Ma sai perfettamente che sui chopper “originali” il freno davanti manco ce lo mettevano. E non era per fare i ribelli, ma per non ammazzarsi.

  2. Gran bel post, a tema leggero ma anche con una osservazione che colpisce: un mezzo immaginato 40 anni fa è ora più facilmente realizzabile; come scritto ne avevano già fatte di repliche con motori a scoppio (es. di grossi scooter) un poco forzate, ma la trazione elettrica ci calza più a pennello

    tempo fa si parlava di “recumbent”, bici e moto a 2-3-4 ruote con posizione di guida semi-sdraiata (gambe rivolte in avanti) per migliorare l’aerodinamica, mi ci appassionavo e costruivo prototipi prima che fossero importabili in europa dall’america mezzi industrilalizzati per la produzione in serie sempre più rafinati come realizzazione

    per le bici, un’ostacolo all’uso pratico rimaneva la limitata potenza del pedalatore, che su un mezzo parzialmente carenato (più pesante di una bici normale) non aiutava alle basse velocità e in accelerazione; anceh perche la posizione semireclinata permette di sviluppare un poco meno di energia rispetto alla bici classica, es non dopo allenamento, insomma roba un poco da fanatici

    per le moto, un ostacolo è minore la manovrabilità a basse velocità, ovvero nel traffico

    Con l’arrivo della trazione elettrica si va a migliorare entrambi questi due problemi, magari qualche mezzo a posizione semi-reclinata rimarranno di nicchia ma li vedremo in giro (visti alcuni turisti nordici che girano l’europa con bici reclinate a pedalata assistita)

  3. Se cercate su Google “moto Akira” troverete tante repliche già create negli anni passati (proprio come scritto nell’articolo). Ma questo a memoria è il primo progetto “di serie”. Io lo adoro, letteralmente. Se non fossi sposato con una donna che ha il terrore che faccia incidenti (e che quindi non mi consentirà mai più di tornare a cavalcare una moto) questa qui la comprerei. L’ho sempre amata e mi sono sempre chiesto perché mai nessuno l’abbia prodotta e commercializzata.

    Secondo me dovrebbero prevedere 2 livree/versioni/carrozzerie: una “replica” che è quella che hanno realizzato, “fedele” all’originale, e una “restomod” che va ad aggiornare leggermente le linee in modo un po’ più moderno, mantenendo comunque il 90% delle linee originali. Personalmente avrei preferito proporzioni diverse (la moto appare troppo piccola, probabilmente per non sacrificare troppo la maneggevolezza nelle curve strette) e un progetto più coraggioso: ad esempio come quello immaginato da Haoyu Qiu , forse meno pratica ma decisamente più “spaziale” https://www.youtube.com/watch?v=3y6BkFKoEHw

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