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Il problema siamo noi, non le auto elettriche

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La foto inviata da Cesare: la colonnina più utilizzata di Cecina, una Enel X, inutilizzabile da almeno 9 mesi, possibile?

Il problema siamo noi, non le auto elettriche: dalla provincia di Livorno ci scrive Cesare, tracciando un quadro desolato di quel che non funziona. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Il problema siamo noiIl problema siamo noi, perché tanto disinteresse quando basterebbe poco per…?

Il problema non sono le auto elettriche, il problema siamo noi. Ogni volta che mi imbatto in discussioni pro o contro la mobilità elettrica, esce fuori sempre la stessa cosa. Che, per quanto la tecnologia riesca a venirci incontro, la burocrazia, le regole e di conseguenza le persone, fanno di tutto per riportarci al punto di partenza. L’auto elettrica è per sua natura di una semplicità disarmante, potrebbe veramente costare pochissimo, ma no, non si può… L’energia dovrebbe costare pochissimo, ma non si può. Deve eguagliare la benzina o perlomeno deve andarci vicino. Le colonnine potrebbero essere ovunque (basta un palo della luce) ma no, devono costare 80 mila euro e poi appena si guastano le riparano forse dopo 9 mesi… Questa stazione di ricarica in foto è la più usata nella mia città, Cecina (Li). Sono almeno 9 mesi che è così. Perché ingegneri, tecnici e scienziati si scervellano per trovare nuove soluzioni più Green, quando un dirigente qualunque azzera tutto perché non sa o non vuole fare il suo lavoro?“. Cesare Pascucci

Il problema siamo noi Ricariche k.o., dovrebbe muoversi il governo, ma campa cavallo…

Risposta. Sottoscriviamo parola per parola quel che ha scritto Cesare. Ci si scervella per costruire ricariche sempre più potenti, fino a 400 kW, o auto con autonomie sempre più estese, fino a 800 km. Ma poi tutto si rivela inutile se le colonnine non funzionano e le auto non hanno la possibilità di ricaricare. In Italia siamo arrivati a 54.154 stazioni già alla fine del primo trimestre 2024, cifra sulla carta più che sufficiente in rapporto a un parco circolante ancora modesto.

Ma troppo spesso si tratta di colonnine ancora da attivare o fuori uso per un guasto. Con un tasso di mancato utilizzo che non ha eguali nel resto d’Europa. Servirebbe una commissione d’inchiesta per capire com’è possibile un disservizio del genere e dovrebbe essere il governo ad attivarsi per fare luce. Ma nessuno si muove, il che fa capire che, come scrive giustamente Cesare, “il problema siamo noi“.

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36 COMMENTI

  1. Il problema e voler obbligare tutti all’ acquisto di un mezzo che magari non risponde alle tue esigenze di mobilità, anche tralasciando i difetti di gioventù di questi mezzi, anche facendo finta che il costo d’acquisto non sia poi così più alto dell’ equivalente termico, anche soprassedendo alla carenza di infrastrutture attuale, ingoiando il fatto che devi regolare i tuoi ritmi alle esigenze del mezzo, sopportando di dover fare abbonamenti, istallare app, prenotare le ricariche, non considerando che con l’elettrico non ci fai alcune COSETTE che col termico fai a cuor leggero, (RIMORCHIO?) Ci sarà sempre qualcuno per cui un mezzo così è più che SCOMODO.

  2. È sempre troppo facile dire che il governo deve fare qualcosa per le colonnine non funzionare….
    Io vi faccio una domanda molto semplice…. Perché non c’è MAI un disservizio sulle Suoercharger Tesla?
    Perché sono di una affidabilità incredibile e le altre no?
    O sono concepito male, o qualcuno non fa il suo lavoro. Ma peggio di tutto, i fornitori di energia e delle colonnine non sembrano essere molto preoccupati e gli vanno bene perdere business di vendita di energia.
    Non capisco. Qualcuno ha la risposta?

  3. Il lettore mi sa che ammanchi di qualche legge delle fisica basilare… anche ponendo di porre a bassa potenza 20 lampioni lungo una singola strada, ora 20×11 = 220kwh di energia. Che non è proprio banale, facendo due calcoli probabilmente occorre raddoppiare la capacità di carico e tutta l’infrastruttura.

    • ricordo discussioni tra tecnici qui su vaielettrico, magari c’eri anche tu a scrivere, e secondo un po’ di progetti pare fattibile (e all’estero in parte lo stanno facendo)

      però puntando a potenze d 3 kw oppure 5-7 kw, 11 è un po’ esagerato (poi se fosse possibile tanto meglio); in alcuni casi la rete dei lampioni andrebbe bene, se necessario aumentando gli armadi di derivazione (?)..in altri casi si dovrebbero sostituire i cablaggi aerei o nelle canaline interrate, e spesso non sarebbe necessario rifare le canaline stesse, se già di diametro appropriato a far passare i cavi

      • Non dimentichiamo che i cablaggi e gli armadi sono dimensionati su lampade a iridescenza, oggi tutte sostituite con led. Quindi gli impianti sono sovradimensionati. Concordo sul fatto che 5-7 kw sarebbero pure troppo, considerando che molte auto caricano in Ac a 3,5 (le plug in) e molte elettriche a 7,4. E se anche la potenza fosse suddivisa tra più auto, in una decina di ore si fa tanta roba.

      • Per esperienza diretta in u.k lo stanno facendo. In strada hai la possibilità di caricare direttamente dai pali della luce. Ma le difficoltà sono enormi, ed i costi pure. Parlando con un collega tedesco ingegnere elettrico mi ha confermato che per il 2035 è semplicemente unfeasible. E non dimentichiamoci che la maggioranza dell’energia elettrica in italia è prodotta tramite fonti fossili. Quindi in sintesi: spendiamo miliardi di euro per spostare il problema da un altra parte, magari a pochi km

  4. Prendo d’esempio la zona dove ho vissuto tanti anni, estremo nord Italia: Poche ricariche pubbliche nei paesi limitrofi (solo lente), ubicate in aree commerciali fuori dai centri abitati, la HPC più vicina è a circa 30km di distanza… Ma è sempre fuori uso. La successiva, dista oltre 40km. Con queste premesse, come può qualcuno di passaggio (la cittadina è anche relativamente turistica) pensare di ricaricare agevolmente la propria EV? Come può chi non ha modo di caricare a casa, anche solo valutare l’acquisto di una BEV?
    Le colonnine pubbliche sono tante e sono più di quante servano, ma occorre valutare anche quante di queste sono in funzione e soprattutto la loro disposizione; chi vive nelle grandi città non ha problemi, gli altri dipende.
    Oltrettutto per chi viaggia, servirebbero HPC ad ogni stazione di servizio autostradale. Questo so che è previsto, ma permettetemi di santommasizzarmi e dire che finché non vedo, non credo.
    Posto che secondo me l’infrastruttura è il problema numero uno, nel calderone aggiungiamo gli incivili che sostano sulle colonnine (e difficilmente vengono multati), il fatto che le segmento A e B elettriche siano tendenzialmente, salvo rari casi, meno interessanti rispetto alle controparti termiche per questioni di prezzo -esclusi incentivi- o autonomia, mettiamo una percezione sulle auto elettriche in Italia generalmente negativa dovuta perlopiù a disinformazione, condiamo con dei limiti di una tecnologia ancora in fase di sviluppo che esistono e non si possono negare e completiamo con dei costi di ricarica su strada più alti rispetto al resto d’europa e legati a formule ballerine che spiazzano il consumatore e lo costringono praticamente ogni mese a rincorrere sempre l’offerta migliore…
    What else?

    • Aggiungerei che il petrolio anche se non sembra e tutti fanno finta di niente è al capolinea, vedremo se riusciranno a tenerlo stabile ancora per un po’ oppure no. Poi si vedranno i Paesi che si saranno preparati e quelli no. Noi con questo andazzo saremo certamente tra i secondi, poi ci potrà salvare soltanto la mitica italica capacità di salvarci nelle situazioni più complicate.

      • Il petrolio dovrebbe salire sempre di più, a maggior ragione in Italia si dovrebbe smettere di considerare la mobilità elettrica come una scelta di serie B ed attribuirle una sua dignità. La mia paura invece è che continuando così, la capacità tutta italiana di svicolarsi all’ultimo dalle situazioni più complicate a questo giro non vi salverà.

        • Sicuramente più di qualcuno si farà male, per la maggior parte persone confuse dalla disinformazione.
          Da come ha scritto lei non vive (più?) in Italia?

          • Ufficialmente risiedo ancora in Italia ma ancora per poco. Lavorando all’estero e riuscendo a rientrare sempre meno spesso, entro fine anno dovrò per forza trasferirmi. Comunque in quei giorni al mese in cui sono a casa, vivo appieno la realtà italiana coi suoi pregi e i suoi (ahimè) difetti

      • Con tutto il rispetto, da cosa evinci che è al capolinea????? Non dimentichiamoci che senza accise il litro di benzina costerebbe 0.6.

        Prova ad immaginare quando lo stato italiano (o in generale l’europa intera) trasferirà il gettito da accise provenienti da benzina e diesel sul kw elettrico 😀

        • Caro Nicola, le accise sono generalmente appannaggio dei beni che si acquistano all’ estero e che peggiorano la bilancia dei pagamenti. Generalmente per noi l’ energia è gravata da accise per limitarne l’ uso all’ essenziale perché quegli 0,6 € da lei citati se ne vanno all’ estero e non possono più produrre valore in Italia.
          Lo stesso vale per l’ energia elettrica, se prodotta attraverso idrocarburi importati, ma se non altro fanno lavorare le nostre centrali. Un altro buon motivo per passare alle energie rinnovabili è che questo flusso di denari che se ne vanno per sempre all’ estero andrebbe se non altro a ridursi.
          Mi pare ovvio che ci sia una resistenza estrema alla conversione energetica dal momento che c’è chi ci guadagnerebbe (la nostra economia) e chi perderebbe un mucchio di soldi (i paesi esportatori e l’ industria dell’ estrazione e raffinazione).
          E, ultima ma non meno importante considerazione, non è assolutamente scontato che le accise saranno trasferite all’ energia elettrica, e comunque molto prima di ciò dovranno essere ancora aumentate sui fossili per ragioni ambientali.

        • Santo cielo, Nicola: sta postando gli stessi commenti da un anno, riproponendoci sempre gli stessi luoghi comuni. Le legge le risposte? Legge gli articoli?

          • beh noto con piacere che mi leggete…. anche se in realtà posto molto raramente essendo, fortunatamente, impegnato su altri fronti.

            Mi posti due commenti identici. Sto solo facendo presente (come circa il 30% di chi commenta) che l’elettrico è un test tutto in divenire estremamente complesso dal punto di vista infrastrutturale ed il cui esito è tutto fuorché scontato. E’ bastato un pochetto di cartello fra gli erogatori di colonnine e già l’elettrico non è piu particolarmente conveniente

    • “Prendo d’esempio la zona dove ho vissuto tanti anni, estremo nord Italia […] Con queste premesse, come può qualcuno di passaggio (la cittadina è anche relativamente turistica) pensare di ricaricare agevolmente la propria EV?”

      E questa è un’altra dimostrazione del vero “patriottismo” di chi sta gettando bastoni su bastoni tra le ruote dello sviluppo della rete di ricarica italiana.
      Siamo il paese più bello e più turistico del mondo, il turismo straniero porta in Italia miliardi su miliardi di euro ogni anno ed è in ulteriore crescita rispetto al pre-pandemia. Eppure il cieco furore ideologico di chi è contro la transizione ecologica e la mobilità elettrica fa sì che ai turisti stranieri che dal resto d’Europa scendono in Italia con un’auto elettrica, o che, guidatori abituali nel loro paese, decidano di noleggiarla qui, si presenti questo bel quadretto:
      — ricariche HPC FreeToX in autostrada che costano quasi 1 €/kWh (e immagino che, per molti turisti stranieri, non sia facile informarsi dall’estero se esistano operatori alternativi più economici per le FreeToX – io sto cercando di informarmi per il Portogallo e dall’Italia non riesco a trovare informazioni);
      — località turistiche in cui le colonnine AC sono poche, quelle poche piazzate a casaccio e per un 20% non funzionanti, o addirittura sono del tutto assenti per intere zone del paese;
      — tante colonnine sono occupate abusivamente da veicoli termici o “ricaricatori giornalieri” di proprietari incivili.
      “Patrioti” dei miei stivali.

  5. Incredibile.

    Ho caricato anch’io in quella colonnina di Cecina durante un mio viaggio verso il Lazio.
    È posta lungo l’A12, in una zona dove non c’era molta scelta (anche se poco dopo hanno aperto una piccola stazione Ionity qualche km dopo).
    C’era la coda per la ricarica e una buona pasticceria di fronte.
    La consideravo una stazione redditizia a tutti gli effetti.
    Ma evidentemente produrre reddito dalle colonnine non è la mission principale di Enel-X.

  6. Secondo me l’errore riguarda la strategia dei produttori. La diffusione dell’elettrico doveva partire dalle città con auto piccole ed economiche, riducendo al minimo quelle tecnologie che hanno portato a sviluppare auto di grossa taglia e di fascia alta. L’elettrico doveva essere per molti e alla fine è diventato uno sfizio per pochi. Negli anni 60 è stata la 500 e simili a diffondere l’uso dell’auto. Pensate a Porche quando ha inventato il maggiolino…

    • Peccato che prima della 500 le auto erano per pochi da fine ‘800.
      Purtroppo ogni nuova tecnologia per prima è per pochi.

    • Fiat 600 elettra… uscita anzitempo. (tralascio la panda elettra anni 90).
      le tre sorelle Citroen C-Zero – Peugeot I-on – Mitsubishi I-miev . (la mia è del 2018)
      bmw i3
      Dacia Spring
      500 elettrica.
      Renault zoe
      Smart Fortwo

      Qualcosa c’è/c’era… se ci si orienta sull’usato, si possono fare buoni affari, considernando (sgrat sgrat) la robustezza del prodotto EV.

      • Il costo delle batterie è il fattore limitante che incide particolarmente sulle auto piccole.
        Per poterle rendere concorrenziali, le batterie dovranno scendere ancora un po’ di prezzo, a spanne ancora 3/5 anni.
        D’accordo sul fatto che l’ elettrico doveva partire dalle città ma non ci sono mai state le premesse tecnologiche per farlo.
        Le nuove tecnologie si dividono in tre grandi categorie: quelle che cambiano le regole del gioco, quelle che abbattono drasticamente i costi e quelle che fanno entrambe le cose. Le auto elettriche sono del primo tipo (come gli smartphone o i televisori a schermo piatto, per capirci).

    • Ho sempre pensato e, lo penso tutt’ora, che l’auto elettrica dovesse diffondersi nelle città fosse un errore.
      Prima di tutto per l’obiettiva difficoltà di implementare in tempi brevi strutture di ricarica capillari a servizio dei molti che non hanno un garage o un posto auto a disposizione.
      In secondo luogo perchè chi in abita in città spesso vi lavora, fruendo dell’auto per pochi Km oppure addirittura usandola solo per nei fine settimana.

      Al contrario, milioni di abitanti di paesi e paesini, spesso usano l’auto per parecchi Km (sempre nel range), magari per recarsi proprio nelle congestionate ed inquinate città e non solo per lavoro.
      Spesso nelle famiglie vi sono più auto, molto spesso hanno il posto per la ricarica e nei condomìni, generalmente di dimensioni ben inferiori, volendo ci sarebbe la possibilità di installare qualche kW di fotovoltaico.
      A parere mio le condizioni perfette per passare senza indugi (possibilità economiche permettendo) all’elettrico.

      Purtroppo è passata l’idea che l’EV è un’auto da città.

      • Mi vengono un paio di riflessioni.

        La prima è che l’ infrastruttura di ricarica nelle città, a bassa potenza, non sarebbe poi così difficile da implementare, a parte alcune criticità che sarebbero facilmente superabili con un po’ di buona volontà.
        La seconda è che sul resto sono assolutamente d’accordo, ma l’ idea che le EV siano auto prettamente da città in genere è sulla bocca dei dretattori, e molto meno di chi l’ auto elettrica la usa e che sa che è perfetta in città e ottima anche fuori città.

        • Concordo sulla ricarica a bassa potenza che ho sempre sostenuto ma, come possiamo vedere, non c’è alcun interesse (per ora) ad implementarla.
          Tocca a noi cittadini fare, con raziocinio, di necessità (riscaldamento globale + inquinamento) virtù (scelta di EV + altri accorgimenti) cercando di confidare quanto meno possibile su uno Stato bellamente disinteressato.

          • Lo Stato bellamente disinteressato si troverà a dover gestire grandi sfide in futuro (chiunque ci sarà a trovarsi col cerino in mano).
            Quando i produttori di petrolio passeranno alla cassa, e prima o poi lo faranno come ora si stanno accanendo sulle ricariche elettriche, penso che molti cittadini si sentiranno più che presi in giro.
            Se l’odio attuale verso le auto elettriche è 10 probabilmente l’ odio per chi le avrà ostacolate sarà 100.
            Ma la cosa più triste è che a farne le spese più grosse, purtroppo e come al solito, saranno le fasce più deboli della popolazione.

  7. Non ho la competenza per dire di chi sia colpa se l’elettrico non è ancora decollato da noi come alcuni prevedevano. Quello che posso dire è che, tolti ovviamente i frequentatori di questo sito che non conosco però dal vivo, tra le persone che conosco direttamente (diciamo molti colleghi avvocati e commercialisti, clienti ed amici in genere) gli unici ad avere delle bev sono un ingegnere ed una personache vive in Lussemburgo! Poi, certo, a Milano girano parecchie Tesla ma le persone del mio “giro” non usano auto elettriche, anche quelle che potrebbero usare una seconda o terza auto per i viaggi lunghi.

    A dirla tutta, nel mio giro di conoscenze sono il più pro-elettrico di tutti in quanto a fine Nlt dell’ibrida attuale dovrei con massima probabilità passare ad un’elettrica, e questo può anche stupire perché io stesso non sono pro bev sempre e comunque (nel senso che la praticità del passaggio non mi sembra uguale per tutti). Quasi tutti, quando manifesto il mio apprezzamento per le elettriche, mi rispondono con scarso entusiasmo: autonomia, prezzo…. Ed anche quelli che possono permettersi 3 o 4 auto e che di elettriche ne hanno provate a guidare parecchie, lamentano che senza rumore non gli piace.

    Non pretendo di chiamarmi Luca Istat, però è una statistica sincera, pur se su un un campione di poche decine di persone ed è stata ripetuta in varie chiacchierate per un paio d’anni senza che io abbia riscontrato un miglioramento dell’accoglienza delle bev. Anzi, per molti è solo una rottura di scatole e quelli che si preoccupano del clima sono virtualmente assenti.

    La freddezza verso le bev mi stupisce anche un po’, visto e considerato che buona parte di quelle stesse persone inseguì le novità e gli pseudo status symbol della mela morsicata, mentre Tesla e company paiono non attecchire secondo lo stesso modello.

    Io temo che noi qui (e mi ci metto anch’io) stiamo a parlarci tra persone che per vari motivi, quali spirito ecologico, passione per la novità od altro, hanno un particolare interesse per le elettriche, mentre il resto dell’Italia non è sulla nostra sintonia. E’ un po’ come parlare di quanto sia bello usare Gnu Linux in un forum di utenti di Windows: non ne vedrebbero i vantaggi, ma solo gli svantaggi.

    Mi verrebbero in mente anche altri esempi, ma sono un po’ volgarotti e li tralascio:)

    • Eh, è interessante ciò che dici.
      Credo che in quel tipo di cerchie contino molto i blasoni e sicuramente Tesla non rappresenta un blasone in confronto ai marchi preferiti (BMW, Mercedes, ecc.). La questione dei blasoni funziona anche in Germania, che frequento abbastanza per lavoro, per loro è molto difficile anche per questioni di orgoglio non comprare i marchi locali rispetto a Tesla.
      C’è poi il filone “motoristico” molto radicato in Italia ma anche in Germania.
      Passare a iPhone è stato molto più facile perché non c’erano fattori legati alla tradizione da disintegrare: prima c’erano i telefoni e dopo c’era l’ iPhone che si connetteva a internet e aveva le applicazioni come un computer, tutta un’ altra cosa.
      Al momento non è altrettanto facile comprendere quanto l’ auto elettrica stia cambiando il prodotto auto, qualcuno lo percepisce a pelle, ma ne ha l’ effetto contrario, di repulsione anziché di attrazione.
      Anche le auto elettriche avranno il loro momento di gloria che sarà dettato principalmente dal percorso insostenibile dei combustibili fossili e che sta accelerando sempre più.
      Poi c’è il capitolo guida autonoma che potrebbe cambiare ancora più radicalmente l’ approccio all’ auto, ma per questo serve ancora qualche annetto.

    • ciao Luca …
      mi è piaciuto anche il tuo paragone LINUX/WINDOWS … l’Italia è da sempre il paese delle tifoserie contrapposte… (stile Guelfi e Ghibellini) ed anche in questo caso .. gruppi di pressione se ne sono approfittati .. dopo il macello comunicativo VAX/NOvax … e prima … boh .. non ricordo più .. ne inventano 1 nuovo ogni 3 mesi … (e cmq ricordo le battaglie sul casco in moto, le cinture in auto… tutte con la stessa animosità ).
      Per la guida autonoma credo che sarebbe ancora peggiore (e forse giustamente) lo scontro… visto che le nostre antiche città hanno strade ben lontane dalle “semplici griglie” all’americana … sono molto, molto mal mantenute (ed io devo “bisticciare” parecchio con gli ADAS della mia BEV che non capiscono quando non seguo le righe in strada.. le buche/voragini ancora non le interpretano..).
      Ti ricordo che fino a pochi anni fa parlare di cambio automatico in Italia equivaleva a bestemmiare…
      Aspettiamo ancora un po’ (sperando che tolgano la sensazione di obbligo ai clienti – tanto gli investimenti dei costruttori sono già partiti.. ormai devono seguire il resto del mondo).
      Noi , da bravi amanti della tecnologia, vediamo di tenerci aggiornati, seguire le evoluzioni, e… dare l’esempio … che vale sempre più di mille parole..
      Ciao

  8. Mi associo completamente alle parole di Cesare, non avrei saputo esprimere meglio il concetto che il fattore umano è il lato oscuro e capriccioso che può rovinare qualsiasi avanzamento tecnologico prodotto dall’inventiva umana.

  9. “Chi fa da sé … fa per TRE !”

    E’ un bello spot a dotarsi di Fotovoltaico e PdC a casa…e, se possibile, pure l’auto elettrica o plug-in…
    In questo modo, se non totalmente, si farà progressivamente a meno di:

    1) ENEL e simili, per almeno il 70/80% dell’energia consumata in casa
    2) ENI Plenitude & soci … e pure il 70/80% di gas riscaldamento/cucina si può tagliare
    3) DISTRIBUTORI carburanti, per rifornirsi da Soli … col Sole

    perché son veramente tanti quelli che potrebbero… io ne conosco… nel mio quartiere e vicinanze persino i palazzi anni ’60/70 (ben prima della L.122/1989 detta “Tognoli”) hanno tutti garage + spazi coperti, oltre a tutte le villette singole o a schiera, che potrebbero dotarsi di “quanto sopra”; non tutto e subito, programmando un po’… come ho fatto io, con banale stipendio da dipendente.. non da CEO di multinazionale.

    Lo so … tanti non possono … Io mi rivolgo a “tutti quelli che POTREBBERO” … conviene a loro, converrebbe per tutti … sia sul piano economico/finanziario che salute e ambiente (ma qui si vien bollati di nazi-green).

    Le colonnine pubbliche? se le installano e non le faranno funzionare… peggio per “Loro” (ENEL X, BeCharge etc) … che han messo cospicui budget, perso tempo in progettazioni e richieste autorizzative .. e poi non le mettono in funzione per riprenderne almeno i costi !

    Vabbè … male che vada, un giorno magari si farà avanti un certo E.M. e ricomprerà con due spiccioli i posti per i suoi kit di SUC installabili “in giornata” …

    • Magari un giorno le CER evolveranno in CERR (Comunità Energetiche Rinnovabili e Ricariche) e si potrà acquistando una quota del fondo accedere alle colonnine della comunità con tariffa da autoproduzione.
      E magari si potranno anche segnalare i luoghi dove servono le colonnine.

      • tempo fa avevo letto dell’app di Comunità delle Renautl BEV che in Francia si “scambiano” ricariche alle W.B. (forse quelle allacciate a F.V.) ..

        Se ” a titolo gratuito” non credo lo possa vietare neppure l’astrusa legge italiana…

        comunque la tua idea è buona, va visto come lasceranno sviluppare le CER ( e magari le C.E.R.R. che proponi)

        Tesla chiede dove gli utenti vorrebbero trovare i SUC (non sono utente.. perché dove mi sposto io non ci sono … o son troppo distanti) … magari comincerò a fare richieste … l’app Tesla ce l’ho da tempo… non si sa mai !

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