Home Nautica Il motore elettrico sul veliero d’epoca. La storia originale di Gometra 1925

Il motore elettrico sul veliero d’epoca. La storia originale di Gometra 1925

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E’ possibile motorizzare elettricamente una barca a vela d’epoca? Certo. E in Italia abbiamo un esempio molto particolare: Gometra, costruita da Alfred Mylne su commissione dell’Ammiraglio James Farie nel lontano 1925 ed entrata nella leggenda per aver contribuito a salvare l’oro norvegese dalle grinfie naziste. Una storia tutta da conoscere.

Nel 2008 mio padre passava per Nizza quando intravvide la prua di Gometra1925. In quel momento solo un relitto abbandonato, papà ne restò affascinato e lasciò un biglietto da visita, dopo due settimane la barca era da noi, al sicuro in Ligura“. L’ingegnere Andrea Rossi, figlio di Matteo l’armatore di Gometra ed ex presidente  dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca, ricostruisce per VaiElettrico il risorgimento di questo prestigioso pezzo di storia grazie all’intuito del padre. A distanza di quasi dieci anni, dopo ben 8 di certosino e filologico restauro, quel “pezzo di legno” oggi, grazie al lavoro di Andrea, è un monumento nautico ammirato quando veleggia nelle più prestigiose regate dedicate alle barche d’epoca.

Il varo con motore elettrico di Gometra1925

 

A bordo l’oro norvegese, in fuga dai nazisti

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al 1925, in Scozia, quando l’ammiraglio James Farie  commissiona  Gometra ad uno dei  maggiori architetti navali, Alfred Mylne, che la costruisce nel cantiere di Bute Slip Dock. Dopo il varo l’ammiraglio partecipa con buoni risultati a numerose gare agonistiche, poi deve vendere e nel 1939 –  quando la Norvegia è attaccata dai nazisti- Gometra viene  scelta per trasportare al sicuro, in Canada, le riserve d’oro della Corona Norvegese. Una traversata di successo per la Gold Ship. Finita la guerra mondiale resta in acque tranquille, diventa l’ammiraglia del Royal Vancouver Yacht Club e si fa onore nei campi di regata. Infine negli anni sessanta cambia ancora di mano, partecipa a regate transoceaniche e nel 2006 rientra in Europa. Una storia travagliata e tutta da leggere, nei dettagli, nel sito dedicato.

Una foto d’epoca di Geometra nel suo periodo canadese

La svolta elettrica

“La motorizzazione elettrica ce la siamo inventata noi” racconta Andrea, che ricorda come Gometra1925, al momento del ritrovamento, montasse un motore diesel Yanmar da 35 cavalli. Inadatto. “Ci balenò l’idea di una propulsione innovativa e quindi via con la scelta dell’elettrico” sottolinea l’ingegnere e imprenditore, socio della start-up Hytem Srl dedicata alla nautica elettrica, che spiega: “Si tratta di un motore inglese a corrente continua. L’abbiamo scelto per la semplicità dell’impianto di alimentazione e le ridotte potenze richieste. Inoltre per la leggerezza e le dimensioni che meglio si adattano alle geometrie interne dello scafo”. Questa la spiegazione di Andrea che nel sito mette a disposizione disegni e tutte le specifiche del motore, destinato alle manovre e ai piccoli spostamenti: “Siamo sempre stati consapevoli del suo carattere ausiliario, ci è andata sempre  bene. Abbiamo 13 Kw, equivalgono a 20 cavalli, ma sono d’avanzo per le nostre esigenze. Alla velocità minima possiamo contare su un’autonomia di circa 30 miglia”.

Il disegno e i principali dati del motore

L’alimentazione è assicurata da un banco di batterie al litio da 15kWh di capacità. “Una scelta dettata dalla tecnologia più evoluta del litio, le abbiamo volute già  preparate e pensate per un’ applicazione marina. Il sistema composto inoltre  ci permette in futuro, quando saranno presenti sul mercato batterie più performanti, di cambiare solo l’alimentazione e di tenere tutto il resto”. Un gran vantaggio. Per i tempi di ricarica Andrea parla di circa 8 ore utilizzando la tradizionale  colonnina da 220 del posto barca che “soddisfa le nostre esigenze. Si fa la ricarica in una notte”. La conferma, senza grandi pretese, che anche una barca a vela di quasi un secolo può montare e navigare con un motore elettrico.

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