Home Auto Il kit per la vecchia R5 a 15.900€

Il kit per la vecchia R5 a 15.900€

29

Il kit per la vecchia R5 a 15.900€: la Renault ha annunciato il costo (in Francia) per rendere elettrico uno dei suoi modelli più iconici. A pochi mesi dal lancio del nuovo modello, atteso nel 2024 sotto le cure della nuova divisione Ampere.

Il kit per la vecchia R5 Il kit per la vecchia R5, omologato e immatricolato

La Renault assicura che “i kit retrofit 100% elettrici consentono agli appassionati di circolare con le proprie auto da collezione. Unendo piacere di guida, risparmio ed affidabilità“. E che il veicolo potrà disporre di certificati di omologazione ed immatricolazione per circolare ovunque, soprattutto nelle zone a traffico limitato. In particolare il kit retrofit 100% elettrico per la Renault 5 è omologato per le R5 TL e GTL, a 3 e 5 porte (tipo 139700 e 122700). Ė disponibile all’ordine da R-FIT (per ora in Francia) a partire da 15.900 euro IVA inclusa (compresa installazione). Due veicoli retrofittati, una Renault 4 e una Renault 5 saranno esposti al Salone Epoqu’Auto nello stand The Originals Renault – La Collection. La collezione è conservata e gestita da Renault. Sul posto, i visitatori potranno scoprire l’offerta ed effettuare l’ordine.

Il kit per la vecchia R5 Batteria da 10,7 kWh per un’autonomia di 80 km

Il kit retrofit 100% elettrico per Twingo sarà, invece, disponibile in un secondo tempo, sempre per il mercato francese.Ma ecco la scheda tecnica del kit retrofit 100% elettrico per la Renault 5:

  • Mantenimento della trasmissione meccanica originale
  • Motore sincrono tipo brushless
  • Batteria al Litio Ferro Fosfato (LiFePo)
  • Distribuzione del peso molto simile a quello della versione termica
  • Autonomia di circa 80 km
  • Ricarica completa in 3 e mezza con presa 16A – 220V
  • Indicatore elettronico di ricarica
  • Pack batteria da 10,7 kWh con una tensione di 105V
  • Potenza motore 22 KW
  • Garanzia 2 anni
  • Per passare all’elettrica devi avere il fotovoltaico e almeno 10 kW di fornitura? Senti Paolo Mariano… VIDEO

Apri commenti

29 COMMENTI

  1. Tutte le nuove auto (non solo EV) sono molto più sicure, davvero SENZA SENSO questi retrofit, io sono agente di commercio e la sicurezza è fondamentale, stiamo parlando di salvare la vita delle persone. Mi fa specie che la redazione non faccia un minimo commento in tal senso.

    • Siamo d’accordo, Gianluca, ma è evidente anche dall’autonomia che queste sono auto nate per fare pochi km in ambiti ristretti, spesso in località turistiche, non certo per fare centinaia di km in autostrada.

  2. Il costo di un restauro eseguito a regola d’arte x i veicoli d’epoca non si discosta molto da questi prezzi. Quindi xké no?
    Io ho già fatto retrofittare la mia vespa dalla Motoveloci di Alex Leardini.
    E appena disponibile un kit valido, toccherà alla mia vecchia e cara peugeot 205, attualmente immobile da diversi anni.

  3. per me si tratta di un pericoloso “divertissement” (per i francesi) o “sfizio” per gli italici possessori di auto storiche disposti a massacrarle pur di “ronzare” in giro e far girare i curiosi

    data la difficoltà di spengere gli incendi in batterie di BEV ben progettate (generalmente migliori di moltissime ICE equivalenti se ricordo bene gli ultimi test nCAP ) avrei grossi dubbi nell’autorizzare la circolazione di vetture modificate solo nel power train, dato che il loro telaio non reggerebbe neppure lo scontro con una moderna utilitaria senza riportare gravissime deformazioni strutturali (e enormi pericoli per gli occupanti).

    lasciamo le auto storiche in pace !! con il loro fascino e bellezza (o bruttezza) immutate ..

    ( se proprio uno vuol divertirsi a trasformarle… che lo faccia per fare un giretto in aree private chiuse al traffico … senza creare pericoli per se ed altri utenti della strada… grazie)

  4. Spesa assurda per spesa assurda, allora tanto vale non mettersi limiti e c’è la Totem GT Electric su base Alfa GTAM. Nessun compromesso su bellezza, prestazioni e…. prezzo! Circa 500.000 Euro, per gradire.

    Trasformare una vecchia utilitaria in un quadriciclo, spendendo di più di quanto necessario per acquistare un quadriciclo nuovo è cosa assai discutibile ma non tutti i gusti sono alla menta e, come si dice, ad alcuni piace persino il tamarindo.

    • occhio che un “quadriciclo pesante” (cioè quelli con velocità circa 80 km/h, non 45) oggi costa una follia, 15.000-19.000e

      e non è più sicuro, ne più “bello”, di una utilitaria retrofittata, che almeno ha la scocca in lamiera a deformazione programmata e qualche centinaio di kg di peso in più

      • Beh, ai 15.900 Euro devi comunque aggiungere la R5. Facciamo un minimo di 4-5.000 Euro per averne una che non sia marcia (sono stato basso, le quotazioni di quelle in ordine sono anche più alte) e vedrai che, al massimo, si va a pareggiare col costo di un quadriciclo nuovo. Tra l’altro, un veicolo nuovo è in garanzia per le parti di carrozzeria, sterzo, sospensioni etc., mentre una vecchia R5 ovviamente no.

        Sulla robustezza intrinseca della R5, poi, io me la ricordo come una simpatica scatoletta da meno di 800 kg (precisamente 785) che nella versione turbo, comprata usata da un amico, raggiungeva a stento i 700 kg potendo rientrare a pieno titolo nella categoria delle bare su 4 ruote. Molto divertente, 7,3 secondi da 0 a 100 che, per l’epoca, erano tanta roba, ma pur sempre una scatoletta che richiedeva gesti apotropaici prima di ogni viaggio:)

  5. Beh.. da socio ASI mi permetto di dire che l’originalità conta. Altrimenti l’omologazione (targa Oro) te la sogni.

    Quindi il bivio è:
    1-motorismo storico
    2-tutto il resto

    Imho sono assolutamente contrario a questo tipo di soluzioni perchè non ricadono nè nel collezionismo (custodia di un patrimonio storico) nè nel beneficio del nuovo che avanza.
    In pratica ti prendi il peggio di una macchina vecchia con una tecnologia nuova ma adattata e scarsa, il tutto ad un prezzo folle. Che senso ha?
    Se una domenica le fai fare 20 km a benzina, non rovini l’ambiente in modo significativo.
    Penso invece che queste trasformazioni siano un perfetto esempio di rimessa WTW

  6. Ho guardando meglio sul loro sito:

    – 9.000e kit per Citroen 2cv
    – 12.000e kt per R4
    – 16.000e kit per R5

    >> incentivo 6000e / 2500e (+ altri 1000 oppure 5000 in alcune località)

    • Ecco, incentivo, parola magica.

      Vuol dire che di per sè il kit costerebbe molto meno, ormai sta cosa va data per acquisita.

      • i componenti si trovano on-line, un kit minimale cinese adattato/migliorato (motore 22 kwh, battereria 10 kwh, elettronica) spendi circa 4000-5000e, facciamo 5000-6000e con flangia motore e cassa batteria su misura

        poi 2000e di montaggio, 1000e (?) per fornirti assistenza grastuita nel periodo di garanzia, siamo già a 9000e,

        il resto copre è il fatto che sono riusciti ad avere l’omologazione, che non è poco in effetti, ci hanno investito tempo e fatica, almeno in italia è tosta

        PS: forse prendono incentivi anche loro, l’officina intendo, in Francia pare abbiano preso la cosa seriamente, anche il retrofit che in teoria fa comprare un’auto nuova in meno, bravi 🙂

  7. Bellisima notizia, spero sia la prima di una serie

    kit non più artigianali e che formiscono l’omologazioone ( in Francia )

    lato prezzo costicchiano, ma è sempre così, i primi prodotti sono mirati a clienti “entusiasti” dispositi a spendere e da avere una soluzione chiavi in mano

    PS: hanno anche KIT per la 2CV a 9000e

    il risultato dei questi kit standard è l’analogo a un quadriciclo pesante, sia il costo che la velocità massima ( 80-90 km/h), ma con il “guscio esterno” piacevole di un oggetto di design retrò (e costruito con cura in lamiera invece che in pannelli di plastica su teli a tubulari da scooter)

    Secondo me c’è mercato anche in italia

    ========

    Qui in italia mi pare per circa 12.000e (meno incentivi) è possibile avere “chiavi in mano e omologato ” retrofittato ad es un pandino o un maggiolino, batteria 10 kwh o 20 kwh, motori sono cineserie da 20-25 kwh (proporzionati a una erogazione 2-C dalle batterie piccole da 10-15-20 kwh) ma per un uso urbano fanno il loro lavoro

    spero escano i primi esemplari omologati anche per vetturette come Fiat Uno (dovrebbero essercene ancora in giro), 127, etc, Fiat Seicento, Golf prima serie, etc

    ci sono circa 5000-6000e di materiali ( comprese batterie), poi la mano d’opera (2-4 giorni di officina ma questo dopo che il kit è stato già perfezionato una volta precedente), e l’omologazione (un’officina che ne fa più di una uguali, poi ha la strada è spianata, oppure alla peggio bisogna portare l’auto ad omologare in germania)

    appunto spero prendano piede e i prezzi vengano limati un po’ quando avessero ammortizzato i costi di partenza che pure sono alti (il tempo e le spese inziali) e di omologazione

    chi ha il coraggio di far da sè ovviamente può avere a minor costo specifiche tecniche migliori, ma deve mettere in conto mesi di lavoro per imparare tutti i passi, specie lato gestione elettronica, e per omologare all’estero

    per es. lato batterie in realtà ad oggi è abbastanza facile (ed ecomico) inbarcare 22-26 Kwh invece di 10 kwh, e in conseguenza anche motori più potenti

  8. E la batteria?
    Nel bagagliaio.
    Eh beh, certo.
    Nel bagagliaio.
    Tanto a cosa seve?

    16.000 euro per recuperare un mezzo di almeno 30 anni (che poi: mica saranno tutti lindi e puliti di carrozzeria, che facciamo andiamo in giro con il motore nuovo e lo chassis conciato?), che alla meglio fa 80 km ed è senza bagagliaio…

    Boh, sempre più basito.

    Poi santo cielo: il “gesto atletico” lo trovo anche adorabile, lo sapete benissimo.
    Ma di qui a dire che abbia senso il salto logico è notevole.

    • Bisogna tenere conto che per i francesi la R5 è un pó come la 127 o la Uno per gli italiani, un modello con i suoi difetti ma che è rimasto comunque nel cuore.. Detto questo, in effetti non capisco la batteria nel bagagliaio, non tanto per la capacitá di carico (chi ci andrebbe in vacanza con valigie al seguito o la userebbe per piccoli trasporti come un quadriciclo ?) ma per l’esposizione agli urti… Basterebbe un tamponamento neanche troppo violento per bloccare l’auto sul posto. Se non altro la chimica LFP eviterebbe problemi ben peggiori..

      • Va bene Luigi, facciamo cosi: lei li spenderebbe 16 mila euro per retrofittare in quel modo una 127 del 1986?
        Dai, sinceramente…

        • Sinceramente : io non lo farei mai ma penso che non dispiacerebbe ai club di auto d’epoca o semplici appassionati con la grana.. Del resto avevo precisato che l’utilitá pratica non mi sembra il punto forte dell’auto per via della batteria nel bagagliaio.

          • Esatto, perché quello è.
            Il metro Fit sulle automobili è un piacevolissimo passatempo per chi se lo può permettere.
            Lo sbaglio, a mio avviso, e pensare che possa essere qualcosa di strutturale per un eventuale passaggio alla mobilità elettrica.
            Del resto cosa ne penso e cosa si può fare a mio avviso l’ho già detto mille volte.
            Sui camion più o meno piccoli invece la cosa un suo senso ce lo può avere, perché comunque partiamo da mezzi che già di suo non costano poco e che comunque permettono di ammortizzare l’investimento perché vanno a resa.
            Ma se parliamo di auto è sostanzialmente un hobby

      • Di solito la cassa messa nel bagagliaio è più addossata al sedile posteriore, e si lascia dello spazio tra la cassa e la zona del paraurti posteriore

        Qui la veture è crta, ma dalla foto sembra ceh siano riusciti a lasciare 40 cm di spazio, come notavi tu, per evitarre che un tamponamento rovini anche la cassa delle batterie

        Piuttosto, soli 10,7 KWh in quel volume, vuol dire che non hanno usato le batterie LFP più dense disponibili ad oggi, non so perchè

        • -Piuttosto, soli 10,7 KWh in quel volume, vuol dire che non hanno usato le batterie LFP più dense disponibili ad oggi, non so perchè-

          Azzardo: perchè poi avrebbero dovuto chiedere ben più di 15.900 euro, sapendo che già quella cifra è assolutamente “fuori mercato” rispetto al mondo reale?
          (con 16.000 euro e un po’ di pazienza oramai una Twingo usata si trova, dai…)

          • Guardano le foto sul sito, forse usano delle vecchie LFP “corazzate” (si usavano per accumuli di impianti solari) e certificate/rodate

            dovrebbero essere a prova di incidente e guasto, al massimo se vanno in corto si gonfiano un pò, non dovrebbero fare nemmeno fumo

            diciamo che si vogliono tutelare, però dubito che le celle superino la densità di 125 wh/kg

            80 kg di celle e un certo volume importante, che forniscono solo 10 Kwh

            con batterie LFP prismatice after-market CATL – EVE più recenti la densità arriva a 185,

            anche 195 comprando delle LPF Blade BYD

            con 110 kg di celle, più il peso della/delle cassa/e, si possono avere 20 Kwh di batteria

      • Ma certo, ci mancherebbe.

        La questione è dire a gran voce “che bello, che furbo, che figata!”
        Ecco… no. Secondo me fatto così non è nè bello, nè furbo nè una figata. Titto qui.

      • Secondo me, più che risparmiare, con un retrofit si cerca di andare a pari rispetto all’aquisto di una BEV usata, o di un quadricilo pesante BEV nuovo, e tenersi una scocca di un’auto di famiglia a cui magari si è affezionati (la malattia dei collezionisti/ nostalgici/ amanti del design vintage)

        si fa per dvertimento, per piacere di usare un oggetto in latta di design retrò, e per la soddisfazione anti-consumistica di non aver sprecato risorse energetiche a costruire un’auto nuova

        soddisfazione più psicologica che oggettivamente ecologica, visto che la produzione in serie di una (utilitaria) BEV nuova o di un quadriciclo BEV è abbastanza efficiente e ti darebbe un prodotto più funzionale

        però la soddisfazione resta

        Altro fattore notevole:
        è anche una BEV con pochissima elettronica, l’equivalente di un motore a carburatori, e su cui se sei appassionato puoi anche mettere le mani da hobista

        per regolare i parametri del BMS, dell’inverter, del caricatore, oppure sistemare i componenti fisici, un domani anche upgradare la batteria con 1500-2000e di celle comprate on-line, senza dipendere dalle logiche di prezzi dei brand auto

        • Infatti.
          Certo che non è la soluzione economica all’acquisto di un’auto nuova. Fosse stato così “facile”, lo avrebbero fatto subito, no?
          Piuttosto è un “proof of concept”, un gioco per appassionati, un business basato sulla passione e sul divertimento: per fare un paragone, nessuno si sognerebbe di andare in giro per strada a cavallo, eppure l’equitazione è un fiorente mercato mondiale.

          Il dato vero che leggo in molti commenti ad ogni post è che come società non riusciamo ad essere sereni sul mondo della mobilità elettrica: ad ogni battito di ciglia, ad ogni notizia come questa, per ogni novità riusciamo ad erigere barricate per cercare di trovare ragioni che giustifichino l’esistente.
          Invece di gioire divertiti per inutili figate come questa, o come la notizia di quello che ha fatto un go-kart col trapano avvitatore, riusciamo a mettere in piedi castelli di puntacazzismo che la metà basta.
          Rilassiamoci e facciamocela, una risata: il nuovo avanzerà, che ci piaccia o no. E mediamente sarà un bene. Per tutti, compresi gli oppositori.

        • Vero, il gusto del fai date lo provai a suo tempo retrofittando una bicicletta, non un gran telaio, elettrificandola. Divertimento assicurato, autonomia di circa 60 Km con 700 Wh di batteria.

  9. Mi sembra una cosa assurda. Una Renault 5 così trasformata conserva solo l’apparenza del modello originale. Molto meglio lasciarla in un garage riparato, magari su 4 martinetti, a memoria delle tecnologie del passata

    • Questione di punti di vista : ad alcuni puó piacere ammirarla da ferma sapendo che è ancora intatta meccanicamente, altri possono preferire vederla (anche) in movimento spinta da un motore elettrico che fra l’altro non avrebbe bisogno di manutenzione durante le lunghe soste fra un uso e l’altro. Una soluzione non esclude l’altra..

Rispondi