Home Scenari Idrogeno bocciato da Tavares: “Costa il doppio dell’elettrico”

Idrogeno bocciato da Tavares: “Costa il doppio dell’elettrico”

45
Carlo Tavares, numero uno del gruppo Stellantis.

Idrogeno bocciato da Tavares: il n.1 di Stellantis chiude la porta a quella che molti (tra cui il governo italiano) ritengono un’alternativa all’elettrico.

Idrogeno bocciato
La Toyota Mirai, a idrogeno, un clamoroso flop commerciale.

Idrogeno bocciato: “Forse potrà funzionare per le flotte aziendali…”

Le vetture a idrogeno partono dallo stesso presupposto dei veicoli elettrici: sfruttano energia rinnovabile e una tecnologia pulita e conveniente. Bisogna tenere in conto il fatto che è una soluzione più economica, più veloce da ricaricare e più facile da incorporare nei veicoli. Ma bisogna affrontare una sfida enorme in termini di costi“.

Lo ha detto Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, durante il secondo Freedom of Mobility Forum annuale. Spiegando che “ad oggi, vediamo che la tecnologia per la mobilita’ a idrogeno costa il doppio rispetto alle soluzioni Ev (electric vehicle)“. Il tema dei costi, ha concluso, “va affrontato. E temo che per il prossimo futuro il problema dell’accessibilità economica potrà essere un ostacolo importante e un freno. Nel prossimo futuro potrà essere una soluzione per le flotte aziendali, ma non ancora per i normali cittadini“.

idrogeno bocciato
La  Fiat 500 elettrica, prodotta a Torino Mirafiori..

Nuovo allarma sul made in Cina: “Produce a costi inferiori del 30%”

A proposito di costi, Stellantis ha anche lanciato l’ennesimo allarme sul pericolo rappresentato dall’aggressività delle auto made in Cina. L’ha fatto per bocca di Davide Mele, responsabile corporate affairs del gruppo in Italia: “La competitività di costo è un argomento essenziale per l’accessibilità del prodotto e per la sostenibilità della filiera automotive italiana“, ha detto Mele.

Spiegando che “il quadro competitivo sta diventando sempre più complesso, con l’ingresso sul mercato di nuovi protagonisti… In particolare di marchi ed aziende cinesi che al momento hanno un vantaggio competitivo di costo di circa il 30% rispetto ai costruttori Europei. Questo a parità di contenuto tecnologico e di innovazione“.

Un ragionamento che si applica anche al futuro della 500 elettrica, che potrebbe arrivare a superare le 100 mila auto prodotte all’anno a Torino. A patto che il quadro industriale italiano resti competitivo.

– Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico

Webinar
Apri commenti

45 COMMENTI

  1. C’è un altro motivo per cui l’idrogeno non sarà il futuro della mobilità: la sua pericolosità. L’idrogeno è un gas esplosivo e pensare ad autocisterne che girano per le strade a rischio incidente che potrebbero causare un’esplosione ingente

  2. Poi dite che io sono …

    Tavares: “Temo che, per il momento, l’accessibilità economica sarà uno dei principali ostacoli per l’idrogeno. Per il prossimo futuro, forse sarà una soluzione per le flotte delle grandi aziende, ma certamente non per i normali cittadini.”

    Un secondo dopo, sempre Tavares: “Dovremmo allontanarci da un pensiero dogmatico in cui un’unica soluzione va bene per tutti. Non penso che funzionerà. Quello che vorrei aggiungere è che gli attuali veicoli elettrici possono essere una soluzione per alcune delle nostre società.”

    Cioè, ha detto, l’idrogeno non è per tutti ma solo per alcuni e l’elettrico non è per tutti ma solo per alcuni. Come mai la seconda parte non viene riportata?

    • Perché avrebbe dovuto dire a cosa si riferisce. Quali sarebbero queste “soluzioni alternative”? Se si riferisce a ibride e ibride plug-in praticamente sta rimestando nel bidone del petrolio, non si va molto lontano. Ma se lo dicesse apertamente e chiaramente sarebbe facile smentirlo, invece dice cose vaghe che non significano nulla, e allora a nulla vale riportarle, o se non altro non vale neppure la pena parlarne.

  3. Leggo che in questo lungo fraseggio, quasi tutti sono contrario all’idrogeno per autotrazione.

    Giustamente i costi di produzione attuali, il basso rendimento di conversione per la produzione e il costo delle celle di conversione al momento se ne sconsiglia l’utilizzo.

    Però è bene comprendere che l’idrogeno sarà l’unico vettore energetico che consentirà di accumulare tutta l’energia prodotta in eccesso da fonti rinnovabili.

    Già nel corso dell’estate del 2023 di energia rinnovabile da fotovoltaico ne è andata persa un bella fetta.

    In Germania si stanno facendo grandi progetti per alimentare l’industria pesante con l’idrogeno.

    C’è ne vorranno centinaia di migliaia di tonnellate l’anno.

    Per questo Italia si appresta a diventare un importante punto di produzione e transito di Idrogeno per il resto dell’Europa.

    Anche i nostri produttori di membrane e macchinari saranno a breve i più importanti al mondo.
    Già oggi siamo tra i primi al mondo.

    Se tutta questa produzione a costi bassissimi, per via di maggiore efficienza di conversione, poi sarà sufficiente per far migrare anche l’auto trazione ad Idrogeno ad oggi è difficile dirlo.
    Ma potrebbe essere…
    Nessuno lo sa, neanche Tavares…

    • No, non è l’unico vettore energetico per accumulo. Ci sono diverse alternative più facili ed economiche dell’idrogeno da mettere in piedi: accumulo termico (con sabbia, oppure sali fusi), cambiamento di fase della CO2 (vedi Energy Dome), batterie al vanadio (ridicola densità energetica ma costi bassissimi e numero di cicli pressoché infinito)…

    • eh ho visto anche io.. idrogeno citato anche per le auto.. o non sa nel dettaglio delel BEV, oppure lo ha fatto di proposito, per non sembrare “estremista” nel contesto della trasmissione che ha mostrato anche una (rarissma) Toyota Mirai ?

      dopotutto in ambito usi industriali la rete di serbatoi e condutture per l’idrogeno che hano descritto e che stanno costruendo al nord europa avrà senso..

      ..e allora magari prima delle elezioni si lascia credere che sarà anche per le auto.. mentre per quanto sappiamo è estremante improbabile per tanti motivi

      PS: per me è stata veloce ed efficace su un paio battute..es. quando ha fatto notare che i due ospiti del petrolio stavano cercando più che altro di spaventare le persone, creare paure sulla transizione energetica

  4. Ma che strano, non era sufficiente sapere che c’era uno spreco di energia dalle 4 alle 5 volte?
    E forse non era nemmeno l’aspetto più controverso.
    Hanno sprecato tempo + milioni, forse miliardi ed ora chiedono che siano i cittadini a pagare.
    Dal loro portafoglio dovrebbero attingere.

  5. C’è arrivato pure lui, per ultimo…. ma lui ripete quello che sente, non è certo farina del suo sacco

    • almeno non ha speso soldi per arrivarci… è stato “alla finestra”… ha visto BMW, poi Honda, Toyota … manca di sapere se riescono a far di meglio in KIA-HYUNDAI …

      In Germania son stati dismessi pesino gli elettro-treni ad idrogeno mesi fa … troppo complessi (e pure costosi) da gestire … (e sarebbero stati forse gli utilizzatori ottimali )…

  6. La neutralità tecnologia è una cosa seria, vanno applicati gli LCA in modo completo e rigoroso. Sennò, appunto, escono fuori delle follie come l’idrogeno per l’autotrazione (o peggio ancora per l’aeronautica) che considerano soltanto le emissioni dell’ultimo stadio di utilizzo, ignorando completamente quello che c’è prima. Oltre alla follia dal punto di vista impiantistico ed infrastrutturale.

    • Concordo su tutto. Si è voluto considerare solamente l’emissione allo scarico perchè l’impianto normativo dell’UE è ideologico. Come giustamente hai fatto notare anche l’idrogeno grigio è considerato ad emissioni zero ed è un’aberrazione dal punto di vista scientifico. Si prende per oro colato normative scritte con i piedi, senza alcun fondamento scientifico e con un impianto altamente ideologizzato.

      • a me risulta che l’approccio EU è basato sui calcoli LCA, finora ogni studio che ho visto pubblicato è impostato al criterio LCA, l’approccio più razionale

        mi sembra che di ingannevole ci sono state comunicazioni e studi presentati da parti in causa, es. Eni e altri colossi del fossile o delle infrastrutture, che facevano dei giochetti per falsare l’efficenza” e le “impronte carboniche” di biocarburanti e idrogeno non verde e etntare di ampliarne gli ambiti di utilizzo che saranno ammessi

        ma non attribuirei i tentativi di pressione di Eni e soci, alla EU come entità astratta capro espiatorio di ogni male in terra

        le commisisioni hanno il compito non facile di verificare gli studi e mediare tra i desiderata di tante popolazioni diverse e anche industrie che fanno pressioni con motivazioni anche economiche..

        possiamo sostenerla e allo steso tempo sorvegliarla informandoci.. se gli diamo addosso a prescindere indeboliamo proprio il controllore..facciamo il gioco delle compagnie oil.. secondo me..

        • No, purtroppo l’approccio della UE è completamente ideologico, basato su Tank To Whell e che porta alla menzogna della vettura a zero emissioni. E poi gli LCA devono considerare la produzione della vettura, cosa che a Timmermans e soci non è mai andata giù. Qualche tempo fa partecipai ad una tavola rotonda riguardante l’argomento e c’era un Prof. di Energetica (amico del precedente ministro dei trasporti e che era stato messo a fare un po’ di consulenze) che diceva che LCA non era un criterio ammesso a livello europeo…. Gli abbiamo ovviamente riso in faccia. Ovviamente è stato buttato fuori.
          Saluti

          • però vedo studi EU basati su LCA.. che considerano anche la produzione della vettura e la filiera dei carburanti

            sui ministri italiani recenti stenderei un velo pietoso.. non mi sembrano rappresentativi degli studi EU o della sostenibinilità in generale, ma più dei lobbisti

            ad es. Cingolani è già passato alla storia per le posizioni discutibili contrarie allop sviluppo rapido delle rinnovabili e per tentativi di forzare le normative.. ma per me lui non è la EU.. difende alcuni settori (es Eni) ponendosi contro la EU

            era stato beccato pure a modificare documenti già sottoposti in bozza ad approvazione..se ricordo..per cercare di far passare come ammissibile a finanziamento progetti di idrogeno fatto con il metano?

          • Per RS
            Hanno fatto vedere di considerare gli LCA quando sono stati messi di fronte all’evidenza (nonché all’attuazione di alcuni procedimenti legali…) ma le normative attualmente vigenti le hanno scritte PRIMA di tale “ravvedimento” Purtroppo il danno era già fatto per l’industria. In nome delle “razionalizzazioni ed ottimizzazioni industriali necessarie a contenere l’attacco delle industrie cinesi” hanno permesso a Stellantis di abbandonare l’Italia o di ottenere un mare di soldi per restare. A questi gli serviva solo un pretesto valido e l’elettrico era perfetto. Una conversione industriale impossibile da sostenere, senza materie prime, knowhow e brevetti, insomma una guerra persa in partenza. Come dico sempre, abbiamo voluto aprire un ristorante di pesce sopra le Dolomiti…. Un grande successo di pubblico.

          • Salve Piero,
            è che a me come programma le auto elettriche mi sembra che stavano andando bene già nel 2019-2020.. una banale wv e-up da 3,6 metri, 1250kg, e 37 kwh di batteria, era già una soluzione “moderna”.. poi c’è stata:

            – pandemia
            – crisi logistica sulle fonitiure di un po’ di tutto
            – guerra russa (speculazione gas)
            – U.S.A che ci hanno soffiato metà delle fabbriche batterie in programma in europa dandogli i sussidi con i fondi I.R.A.

            industrialmente sono andati persi un paio di anni di tempo.. avremmo più fabbriche di batterie in europa pronte, invece ce ne sono solo 3 o 4 grosse e le altre entrano in funzione quest’anno e il prossimo

            ma non la vedo tragica, è un ritardo ma si risolve..avremo la produzione batterie anche localmente in europa.. per i motori elettrici ormai già c’è la produzione locale.. e in caso di emergenze logistiche ci sono anche modelli senza magneti

            poi il mondo intero si sta organizzando per differenziare le forniture di grafite, litio raffinato, polveri precursori catodi, per evitare proprio di dipendere dalla Cina

            cioè, alla peggio non avremo le batterie all’ultimissimo grido, perche ne vengono sviluppate di nuove ogni anno in Cina, ma di penultima generazione le possiamo fabbricare.. un po’ è già ora così

            per me alla fine il confronto è sempre rispetto ai “costi” della filiera oil.. anche li abbiamo una dipendenza e anche costosetta

            Discorso a parte l’umore, specie in italia..tante persone giustamente arrabbiate per l’inflazione monetaria avuta durante la crisi e che non si recupera (per definizione stessa di inflazione) con i salari bloccati; molto commerci ci hanno speculato nella crisi, e ora ci si mettono pure i prezzi alle colonine, il colpo gobbo di questa estate; ci si mette anche il sovranismo che mischia politica con i temi tecnici..alcune parti politiche cercano di dirigere lo scontento verso capri espiatori..è un metodo che funziona nelle competizioni elettorali in mancanza di temi “in positivo”.. la Eu o la Cina o quello che capita, l’immigrato, etc come “nemici” da combattere, per radunare elettori astensionisti.. finché non passano le elezioni di giugno mi sa ci sarà un clima da tifoserie di stadio.. difficile discutere di studi LCA

          • EGR. RS,
            è un fatto anche culturale che manca in Italia. Ieri sera guardavo Piazza Pulita ed ho capito ancora di più che in questo Paese è inutile insistere su certi argomenti. La sperimentazione non deve essere a carico del popolo, poiché il prodotto deve essere già pronto e competitivo, possibilmente economico. Non ci sarà mai la spinta verso qualcosa di diverso, che magari non è il massimo da subito. Nel mondo della ricerca non c’è stata 15 anni fa la spinta iniziale che già allora discendeva da semplici considerazioni energetiche ed emissive. Di lì la mancanza di scuola sullo specifico argomento. Mi creda, mi fanno sorridere alcuni colleghi che vorrebbero allinearsi allo stato dell’arte in tre o quattro anni. Sono persone che cercano soltanto finanziamenti e visibilità, per poter poi dire un giorno “non me lo hanno fatto fare…”. Quel treno è perso e quindi va ricercato qualcosa di diverso, anche perché il concetto elettrico imposto da Cina e USA non ci appartiene e non porta a vantaggi straordinari. Tra qualche anno vedremo finalmente su strada una nuova tipologia di ibrido (anzi no, perché sono delle elettriche cosiddette ENGINE ASSISTED). Fidatevi, il massimo risultato con il minimo sforzo.

          • Sì, sì, voglio proprio vedere… il cimitero delle idee (non) rivoluzionare è pieno di cose del genere.

          • Egr. Leonardo,
            l’unica cosa che vedo in questo momento nel cimitero delle idee (almeno in Italia) è questo specifico concetto di auto elettrica (al 2% e senza dare la colpa agli incentivi, poichè le ibride si vendono lo stesso).
            E da come vanno le cose in Germania (anche politicamente parlando) prevedo un anaolgo finale anche lì. Ho fatto notare in queste pagine che la quotazione di Ampere Renault è stata rimandata sine die (un autentico suicidio dal punto di vista commerciale e di immagine) e De Meo farà sicuramente le valige per questo passo falso di aver puntato/buttato miliardi di euro sulla R5. E Volkswagen non sta messa meglio, anzi. Il phase-out del 2035 esiste ancora soltanto sulla carta e nella testa di qualche politico che continua a pensare che in Italia al 2030 ci saranno 6milioni di veicoli elettrici (dovrebbero venderne un milione all’anno su venduto nazionale complessivo di poco superiore…). Abbiamo assistito ad un piece di follia/ignoranza politica che per fortuna verrà definitivamente cancellata tra qualche mese (rileggere il discorso della Von Der Leyen di qualche settimana fa).

            Tutto questo fa parte del cimitero delle idee, non gli ibridi, che sono al 40% del mercato (ed in costante crescita)
            E’ stato bello sognare.
            Saluti

          • Caro Piero,
            lasciamo perdere per il momento l’ Italia che si barcamena tra un’ industria automobilistica che sta collassando, una politica debole e, al solito, orientata dai venti del momento e una massa di cittadini con poche idee e a cui stanno facendo il lavaggio del cervello, operazione che risulta oltretutto facile visto che basta lasciarli nella loro comfort zone per ottenere i risultati voluti.
            Dal punto di vista globale le cose sono decisamente più interessanti e secondo me anche molto preoccupanti.
            Tesla e BYD mostrano i muscoli e si stanno preparando ad una sfida che non riguarda una nicchia ma il mercato automotive nella sua globalità.
            I produttori europei non hanno capito un’ acca sulla mobilità elettrica, hanno fatto perlopiù modelli per tentare di rassicurare i loro clienti pensando ad esempio che il fatto che le Tesla siano spartane e non particolarmente curate nella qualità costruttiva sia una debolezza di Tesla, quando è uno dei punti di forza (è più importante la capacità di innovare i processi produttivi per ridurre i costi).
            Temo che le ibride siano un fuoco di paglia che può durare cinque, massimo dieci anni.
            Poi saremo al 2035 e chi sarà in grado di fare auto elettriche bene, mentre gli altri saranno sulla stessa traiettoria di Kodak, Nokia, e tutti gli altri incumbent che non hanno capito che il mercato cambia e i prodotti che fanno diventano obsoleti velocemente.
            A rischio ci sono realtà che non ci sembra possibile oggi che siano a rischio: Toyota, Stellantis, Volkswagen.
            Faranno gli ibridi invece che elettriche credibili? Avranno il loro bagno di umiltà.

  7. Che l’idrogeno per le auto sia un buco nell’acqua lo dimostra la realtà, non servono i soloni di turno: il primo mercato per le FCEV era la Sud Corea, nel 2022 più di 10000 nuove Nexo e qualche Mirai, poi hanno fatto i conti al distributore e nel 2023 le immatricolazioni sono crollate del 56%, meno di 5000, perché l’H2 costa troppo. L’altro grande mercato è la California, nel 2022 avevano 100 stazioni di rifornimento e fare il pieno alle loro Mirai costava poco più che farlo alle ICE. AvantiFast forward a gennaio 2024: le stazioni di rifornimento sono diventate 55, la rimodulazione dei carbon credits ha stangato chi produce H2 col reforming del metano e il prezzo alla pompa è più che raddoppiato e così oggi rifornire una FCEV in California costa 2 volte e mezzo che rifornire una ICE, sono imbestialiti, addirittura parlano di class action (assurde) contro Toyota e lo Stato, ergo: anche in California nel 2024 ci sarà un crollo delle immatricolazioni come è avvenuto in Corea nel 2023. Di conseguenza nel 2023, a livello globale, si sono vendute meno di 15000 FCEV rispetto alle 20000 del 2022. Nel trasporto leggero, l’H2 per ogni passo avanti ne fa due indietro.
    Per il trasporto pesante, beh, Volvo ha annunciato a settembre di avere chiuso coi test sull’H2 perché l’H2 costa troppo e la fuel cell costa troppo e dura troppo poco, e in 6 anni di test su BEV e FCEV ha venduto 7000 camion BEV e 0 camion FCEV. Nikola fa numeri ridicoli, Quantron, Kenworth e Hyzon idem, in pratica il trasporto pesante a H2 è fermo al palo. Adesso puntano al segmento light duty: chi ha fatto un giro oltralpe ha visto quanti furgoni sono BEV mentre gli FCEV sono solo una manciata. L’H2 per i prossimi 10 annetti andrà bene solo per le industrie hard-to-abate e, forse anche oltre il decennio, per l’aviazione adesso che Zeroavia collabora con un gigante come Airbus. Chi vuole l’H2? Chi vuole continuare a tenerci legati a chi da decenni ci vende gas, che poi sono gli stessi, o i fratelli degli stessi, che troviamo ai distributori di carburante. E Felpini ovviamente è già chinato a lucidargli gli stivali…

  8. Ora è partito il trend del 30% di costi in meno della produzione cinese. Io mi domando: ma quanto margine di profitto hanno i marchi cinesi? E i marchi europei? Perché forse il problema sta tutto lì: ridurre i margini di profitto per tornare a essere competitivi. Gli azionisti rinunceranno (ma forse non c’è ne sarà nemmeno bisogno, se torni a vendere) a qualche dividendo, mentre l’intero comparto europeo beneficerà dei volumi recuperati.

    • Purtroppo l’azionista del 2000 ha la lungimiranza di una zecca: pompa sempre più sangue che può fregandosene se finirà per ammazzare il cane, perché se anche il cane creperà la zecca se ne troverà un altro

    • Forse perche’ la’ il costo del lavoro e’ inferiore al ns.? Forse perche’ la’ non ci sono le coperture sanitarie, previdenziali ecc. che ci sono qui e che fanno lievitare il costo del lavoro?
      Abbiamo portato la’ il lavoro per risparmiare. Ora hanno imparato e sono guai fino a quando anche loro non si riallineano alle ns. sicuramente piu’ agiate condizioni di lavoro. Facile fare concorrenza quando puoi contare sugli “schiavi”……… ma glielo abbiamo insegnato noi……

      • Un plauso convinto alla nostra lungimirante imprenditoria e politica.
        Poi però ci pensi e ti rendi conto che loro si sono arricchiti alla grande, hanno impoverito la classe media europea (dell’italietta manco parlarne) ed ora piangono miseria alla ricerca “disperata” di altri soldi da sottrarre alla gente comune.

        • un plauso convinto a tutti noi: quanti comprano a prezzo maggiore pur di avere prodotti made in Europe? Ma gli imprenditori sono ladri mentre noi ci limitiamo a ‘non dare margini di profitto’.
          Alla fine tutto torna.

    • Come il progetto Nuscale americano di SMR chiuso pochi mesi fa perché già in fase di progetto, ancora prima dei rincari in corso di realizzazione, costava 20 cents a kwh.. 2-3 volte il metano e 6-8 volte l’energia rinnovabile..

      mangiata la foglia in America, ora ci provano in Europa, ci sono start-up come Newcleo (nemmeno il nome hanno cambiato molto) che stanno inondando la stampa di comunicati per prendere finanziamenti in europa per la stessa “sola”.. SMR al sodio o al piombo..

      secondo la comunità scientifica producono una ancora più alta quantità di costi e scorie, più dei reattori classici di taglia grande già scartati, ma loro dichiarano esattamente il contrario..è sempre lo stesso gioco da 60 anni..

      Ursus, Fratino, Salvinem, et compagnia circences che hanno l’occhio lungo e le manine veloci sicuro non si faranno scappare neppure questo affarone…se non stiamo all’occhio con i soldi nostri però.. c’è quasi da sperare che ci pensi (anche) Stillantes a mandarli in mona..

  9. Parlare di spreco di denaro pubblico con Tavares è praticamente palese.
    Questo geniaccio dell’imprenditoria automobilistica ha tutto ben chiaro! Si punta sull’elettrico ma i costi se li devono accollare i governi.
    E si perché le auto elettriche costano e la Cina fa concorrenza sleale e quindi Stellantis ha trovato la soluzione perfetta, produce auto elettriche come vuole l’Europa, che costano più delle cinesi, ma i governi devono fare poi gli incentivi per aiutare a venderle altrimenti non le comprano e lui chiude le produzioni e licenzia. È proprio in gamba questo Tavares e in effetti se pensi che con poco meno di 40.000 euro ti porti a casa un bella 208 elettrica come non rimanere perplessi se fuori dai concessionari non c’è la fila? Che roba!
    Confidiamo nella prossima Panda sperando mantenga il appeal di auto per le masse.

    • oramai è partita la “guerra per la sopravvivenza” pure nel mercato cinese .. tra case cinesi ..
      nonostante il governo di Pechino offra una “scialuppa di salvataggio” per non far fallire nessuno (start-up comprese) per non perdere alcuna possibilità tecnologia in sviluppo … credo sarà sempre più complicato mantenere un mercato equilibrato e stabile..
      tra l’altro le case europee rischiano di trovarsi ormai completamente spiazzate pure per le loro produzioni locali, visto che a fatica tengono il passo…
      si rischia di creare tante “gabbie” in cui ogni produttore vende il suo prodotto al suo cliente locale (OEM europee agli europei, le cinesi con dazi .. poche.. come le giapponesi qualche decennio fa… Tesla … ma in difficoltà contro BYD .. se non si sbriga ad aprire la gigafactory in Thailandia o India e uscire col Mod,2 golbal)

      • Purtroppo Daniele, leggere commenti di quanto sia lungimirante e astuto Tavares per queste dichiarazione e non capire quanto sia invece una questione di interessi economici rafforza il pensiero che l’idea di promuovere l’elettrico in ogni dove annebbia anche le cose più evidenti.
        Stellantis è partecipata dal Governo francese con quasi il 10% mentre i mercenari di Exor (Agnelli/Elkann) sono arrivati a circa il 23%.
        Pensare, come ho già detto che Stellantis, faccia la guerra a se stessa in un Paese noto per la produzione ed esportazione di energia elettrica sarebbe un paradosso.
        Scommettiamo che se il governo francese era tra i primi produttori di idrogeno Stellantis avrebbe benedetto questa tecnologia e ripudiato l’elettrico?
        Il punto non saranno solo le gigafactory ma la tecnologia che ne uscirà, più l’Europa sarà in grado di essere all’avanguardia (vedi batteria a stato solido e sodio) più la competizione con la Cina sarà equilibrata, se si vuole adottare all’elettrico.
        Ad oggi è comprovato che con una guida “normale” un’elettrica ha un’autonomia di circa il 28% di media in meno rispetto all’omologazione WLTP.
        Affidare tutta la mobilità in tutte le sue forme ad una sola tecnologia non è solo inverosimile ma anche pericoloso. Sarebbe una monopolizzazione globale!
        L’idrogeno è un alternativa e ben vengano anche altre.
        Probabilmente quando avremo la fusione nucleare ragioneremo diversamente.

        • Scusa Remo, ma sei proprio convinto della necessità del nucleare in Italia? Io ogni giorno che passa mi convinco del contrario, eppure quando ci fu il referendum sul nucleare votai a favore.
          Oggi non credo serva, per i costi che ha, per le scorie ingestibili e tante altre problematiche.
          D’altra parte ogni settimana che passa vedo come le rinnovabili sono sempre più presenti nella produzione italiana; tant’è che nei fine settimana oltre il 60% dell’energia elettrica è prodotta dalle rinnovabili.
          Cos’è che manca? Semplice, occorre implementare lo stoccaggio del surplus

          • Bob la mia non è una voglia di nucleare in Italia ma un’ esemplificazione che le dichiarazioni di Tavares sono del tutto interessate. Interesse determinato dalla partecipazione del Governo francese in Stellantis. Lo stesso governo che si adopera per la produzione ed esportazione di energia elettrica dal nucleare.
            C’è un forte legame di interessi economici nelle dichiarazioni di Tavares che poco hanno a che fare con il pensiero green, poi ognuno se ne può appropiare per perorare la propria causa.
            Le rinnovabili danno un contributo ma pensare che si voglia alimentare tutto il parco elettrico circolante in futuro solo con le rinnovabili è più che utopistico!

  10. E adesso chi ci ripaga di tutto il tempo perso a commentare che l’idrogeno per auto era una minchiata, mentre i CEO delle case automobilistiche (e i geni al governo) la davano come la soluzione definitiva?

    • Non è stato tempo perso, io sono anni che da “super tecnico” commento le scelte dei miei CEO mal consigliati – evidentemente – che si innamorano dei trend senza fare “i compiti a casa”. Poi i CEO cambiano (e prendono laute buonuscite) e i tecnici restano, anche perché le leggi della fisica prima o poi bussano alla porta e tutti i bluff vengono alla luce.

  11. Ottimo bagno di realtà sull’idrogeno per autotrazione!
    Troppo spesso il concetto di “neutralità tecnologica” porta a ingenti sprechi di denaro molto spesso pubblico.
    Basta ad esempio ricordarsi di:
    -Video cassette formato Video2000
    -Prese di ricarica tipo 3A & 3C

    • Vedi Barisoni su Radio24, ogni giorno pipponi carichi di ignoranza contro l’elettrico sbandierando cazzate si biocarburanti, idrogeno e il concetto di neutralità tecnologica. Si competitivo con le ICE in termini di costi c’è solo l’elettrico a batteria.

      • …c’entra, ha la stessa radice:
        innamorarsi di qualcosa senza riscontri di natura tecnica,
        meglio se ingrassa il proprio portafoglio.

Rispondi