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I tre no italiani alle auto elettriche: prezzi, autonomia, ricarica

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Sono il caro prezzi e lo scenario geopolitico incerto a scoraggiare gli italiani all’acquisto di auto elettriche secondo Deloitte. Ma il 78% dei consumatori italiani vuole comunque abbandonare benzina e diesel.

Lo studio Global Automotive Consumer Study 2023 affronta uno dei temi più dibattuti anche su Vaielettrico (leggi): perchè in Italia non decolla l’auto elettrica, anzi arretra nell’ultimo anno, mentre cresce nel resto d’Europa?

Deloitte come ogni anno ha interpellato oltre 26.000 consumatori in 24 Paesi con l’obiettivo di fare luce sulle tendenze e variabili più rilevanti nella trasformazione del settore automotive.

Lo studio Deloitte: una strada già segnata

A livello globale la transizione verso la mobilità elettrica procede con decisione, spinta da nuove tecnologie e normative sempre più stringenti e vincolanti sul fronte ambientale. In Italia si registra una delle percentuali più alte in assoluto per i veicoli alternativi a benzina o diesel (ovvero ibridi o full-electric), che messi insieme salgono dal 69% al 78%, distaccando nettamente altri Paesi avanzati come Germania (49%), Cina (55%) o Corea del Sud (62%). Tuttavia i veicoli elettrici puri a batteria conquistano la quota più bassa tre quelli a basse emissioni, e restano lontanissime dalla diffusione media negli altri Paese.

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In primis per l’accessibiIità economica, sostiene Deloitte. Poi per l’autonomia delle batterie e le tempistiche di ricarica. «Case produttrici e istituzioni pubbliche dovranno unire le forze per affrontare queste complesse sfide e mantenere la rotta verso una mobilità a zero emissioni che, al tempo stesso, sia accessibile e sostenibile anche economicamente» commenta Franco Orsogna, Automotive Leader di Deloitte Central Mediterranean.

Tuttavia, continua  «anche l’edizione 2023 del GACS ci conferma come la strada verso il nuovo paradigma della mobilità elettrica sia ormai tracciata». E il fattore prezzo «può essere controbilanciato anche dal forte desiderio dei consumatori di ridurre sistematicamente i costi di rifornimento e utilizzo del veicolo, un aspetto amplificato dai rincari energetici che hanno contraddistinto il 2022».

Attenti alla qualità, rassegnati ai tempi più lunghi

Quando si tratta di scegliere la tipologia e la marca del prossimo veicolo, le preferenze dei consumatori appaiono ancora influenzate dalla qualità complessiva del prodotto auto (in Italia il 64%, rispetto al 54% dei tedeschi e al 48% dei cinesi). E dalle funzionalità avanzate a bordo dei veicoli (45% rispetto a 32% e 31% per Germania e Cina), che si confermano in testa alla classifica dei fattori decisivi.

Anche gli italiani si stanno rassegnando ai ritardi nelle consegne delle auto elettriche, complice la crisi della catena di fornitua. Un italiano su tre (33%) sarebbe disposto ad aspettare dalle 5 settimane in su. Ma all’estero la “pazienza” è ancora superiore: in Germania il  47%, mentre in Giappone addirittura il 57%. Il che potrebbe diventare un’opportunità per le case auto che potrebbero adottare il sistema “build-to-order“, cioè la produzione su ordinazione, per loro molto meno costosa.

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Sono i concessionari al centro del business

A dispetto di quel che si crede e della tendenza alla vendita on line, la maggior parte degli intervistati ripone la massima fiducia nella concessionaria di vendita o di assistenza. E’ una tendenza particolarmente marcata in Italia, dove soltanto il 14% dichiara di fidarsi  del brand o casa produttrice (rispetto al 36% dei cinesi, al 27% degli statunitensi e al 24% dei tedeschi). Ciò pone la questione della formazione del personale di vendita, riguardo alla tecnologia dell’auto elettrica, come Vaielettrico ha più volte sottolineato.

Quanto alla connettività e ai servizi avanzati gli italiani  apprezzano di più gli aggiornamenti sulla manutenzione o lo stato di salute del veicolo (69%) e il  miglioramento della sicurezza stradale (69%). Seguono la manutenzione predittiva e dagli update su traffico e congestione stradale (64%).

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