Home Auto Gm e Ford tagliano i piani produttivi di auto elettriche

Gm e Ford tagliano i piani produttivi di auto elettriche

40
Il Suv Chevrolet Equinox, uno dei modelli elettrici del gruppo GM.

GM e Ford tagliano i piani di produzione di auto elettriche. I due colossi di Detroit sono alle prese con diverse criticità, interne di di mercato. E ora frenano.

GM e Ford tagliano i piani
Mary Barra, numero uno della General Motors (foto: GM media).

GM e Ford tagliano i piani, tra difficoltà produttive e di mercato

L’America sta rallentando sull’elettrico e arrivano altri segnali dopo l’annuncio di Hertz di voler ridimensionare della metà il piano di acquisti per 100 mila Tesla. L’ultima correzione rispetto agli ambiziosi target annunciati nel 2022 è stata comunicata dalla General Motors (GM). L’obiettivo iniziale era di produrre 400.000 veicoli a batterie nel 2023, poi il target era stato rinviato a metà del 2024 e ora del tutto cancellato. All’origine del cambio di rotta, annunciato dall’ad Mary Barra, c’è anzitutto la difficoltà nel reggere il ritmo produttivo con la fornitura di un numero sufficiente di celle per batterie. Celle che la GM costruisce specificamente per la sua piattaforma produttiva Ultium attraverso una joint venture con la coreana LG Energy Solutions. Ma alla base della decisione, secondo i media americani, c’è anche la volontà di non legarsi mani e piedi ai target iniziali. Evitando di vendere le auto con forti sconti (e in perdita) pur di raggiungere gli obiettivi.

GM e Ford tagliano i piani
L’Explorer, il nuovo Suv elettrico della Ford.

I due big vogliono evitare di continuare a vendere in perdita

A questo punto, secondo il direttore finanziario Paul Jacobson, GM punta sulla “produzione di un milione di auto elettriche entro fine 2025, rispettando i nostri obiettivi di margini”. Ma i tagli vanno anche più in profondità: il colosso di Detroit ha deciso di accantonare il piano di investire 5 miliardi di dollari su diversi nuovi modelli entry-level. Rinviando anche  la ristrutturazione dello stabilimento di Orion Township, che avrebbe dovuto costruire pick-up elettrici, risparmiando 1,5 miliardi di dollari. E lo storico modello elettrico di punta, la Bolt, sarà riprogettato e venduto con batterie LFP, a basso costo. Anche Ford nei mesi scorsi era stata costretta a rivedere i piani per l’elettrico, ritardando al 2024 l’obbiettivo di produrre 600.000 EV all’anno. La Casa di Deaborn stima che la sua divisione elettrica, Ford Model e, chiuderà il 2023 con una perdita operativa di circa 4,5 miliardi di dollari (4,25 miliardi di euro).

  • I veri costi dell’energia? Non sono certo quelli che leggi sui social e sui media: il VIDEO di Paolo Mariano

Apri commenti

40 COMMENTI

  1. Confermo che in azienda stiamo subendo un tracollo degli ordini (componentistica) da parte dei costruttori europei per il 2024…quasi il 50% in meno rispetto il forecast !

    • Interessante. Di quale componentistica? Quella per auto elettriche, per auto termiche o per entrambe?

      • Buongiorno Massimo , mi perdoni se per privacy aziendale non posso fare dettagli specifici ma la componentistica a cui faccio riferimento va ad asservire PHEV , MHEV e BEV con queste ultime che pagano il prezzo più alto in termini di riduzione del forecast24…clienti coinvolti sono Europei (Germania in primis ma anche Francia e Svezia oltre che Usa) 🙁

        • Se fosse Magneti Marelli non mi sorprenderei, ma non le chiedo conferma. Tutti i fornitori sono in difficoltà, anche quelli di materie prime, al momento i prezzi di cobalto e litio (e parliamo di Cina) stanno calando parecchio perché la domanda scema …

          • Non è Marelli nella mia fattispecie anche se in qualità di fornitori automotive “Tier 1” stanno pure loro in mezzo alla tempesta 🤷‍♂️

    • corretto, io che sono dalla parta opposta della barricata stiamo tagliando volumi anche lato agricolo e movimento terra tanto da mettere a piazzale prodotti che non dovevano andare in produzione prima di Marzo 24; dove fatichiamo a star dietro alle commesse è la parte dedicata alla difesa la potrei far straordinari ad oltranza

      • La luce in fondo al tunnel!

        Quando dico che servirà un rene per fare un pieno di benzina o gasolio anche solo tra una decina d’anni.

        E improvvisamente l’ OPEX farà impallidire il CAPEX

  2. Il realismo della Toyota si diffonde. Giustamente. P.S.: in Australia è vietato pubblicizzare le elettriche come auto ad emissioni zero. Semplicemente perché, nel loro intero ciclo produttivo non lo sono. Senza contare lo sfruttamento del lavoro, anche minorile, nelle miniere africane. Soprattutto da parte dei cinesi. Quelli che secondo voi “elettrofili” dovremmo imitare.

    • Perché scade in battute tipo “voi elettrofili”? Siamo qui a discutere, rispettandoci a vicenda

    • Commento “ignorante”, cioè che ignora come funziona il mondo industriale, postato già altre volte

      il grosso delle estrazioni minerarie sono fatte con grandi attrezzature e organizzazione industriale, mica a mano con il piccone

      il 100% delle terre-rare (si usano per i magneti dei motori, in molte vetture Bev, ma anche in tutto il mondo industriale) poco concentrate nel terreno, è estaibile solo in modo industriale

      esistono anche miniere illegali e con lavoro manuale, per alcuni minerali più prezzati/concentrati per cui risulta convenientre anche l’estrazione più improvvisata, succede per il tantallio ( condensatori per computer) ma anche il cobalto (raffinerie, telefonini, batterie del tipo NCM nelle Bev)

      ogni prodotto industriale è a rischio di generare sfruttamento e estrazioni minerarie parallele illegali, poi alcuni prodotti lo sono più di altri per assenza di certificazioni

      le BEV almeno sono controllate, le filiere di USA, Europa e grandi costruttori cinesi sono certificate, si prova a evitare queste situazioni, Tesla ad esempio a sfidato a trovare una singola illegalità nella filiera che la rifornisce, oltre al fatto che sono materiali che poi saranno riciclabili

      altri settori industriali più tradizionali, meno recenti, non hanno questo genere di attenzioni, e men che meno l’industria petrolifera, che anzi se serve tiene in piedi interi governi e guerre tra popoli lunghe decenni nelle regioni di intesse (africa, medio oriente, asia) e non si ferma neppure davanti all’integrità dei suoli dei propri paesi (fracking in america)

      A me personalmente fa sempre un po’ schifo leggere chi si dichiara ipocritamente e pelosamente preoccupato dello sfruttamento del lavoro, cioè dal calduccio del suo salotto si fa scudo retorico con la pelle altrui, come va di moda sul web, e poi usa tranquillamente benzina, diesel, computer, telefonini, abbigliamento, anche se evidentemente privi di filiera certificata

  3. Alle Case automobilistiche ed alle aziende produttrici di batterie dei motivi della transizione ecologica non frega niente.
    Sono dei banalissimi malati di soldi e potere, invece per i prossimi 15 anni dovrebbero semplicemente lavorare in pareggio senza alcuna distribuzione di utili.

  4. A me le scelte di GM e Ford sembrano quelle di chi si rende semplicemente conto di aver sbagliato i conti.
    La Bolt dovrà essere riprogettata ed uscire con batterie LFP: E se ne rendono conto adesso che Stellantis è uscita con una vettura a “basso” costo e che altri come Renault, Fiat e VW potrebbero fare altrettanto nel giro di 12-18 mesi.
    Questo diventa poi una mossa tutto a vantaggio di Tesla.
    Nei prossimi 3-5 anni ne vedremo delle belle.

    • Si, hanno sbagliato i conti, hanno sovrastimato la domanda di BEV e sono assolutamente in buona compagnia, tutte le case stanno operando tagli sul versante BEV perchè le vendite sono in netto calo. C’è chi taglia sui prossimi modelli come GM e Ford (ma non sono le uniche) perchè hanno comunque un listino termico su cui appoggiarsi, c’è chi invece taglia sui listini per mantenere le linee produttive in funzione, ma per far questo deve rinunciare pesantemente ai profitti (Tesla, -44% nell’ultimo trimestre). Quindi non so quanto possano essere mosse a vantaggio di Tesla, che sta nella stessa barca perchè il comune denominatore è che è il mercato delle BEV nel suo complesso a scricchiolare.
      Forse Toyoda non ha tutti i torti quando osserva che saturata la domanda degli early users, gli altri (che son la maggioranza) aspettano tempi e prodotti migliori.

    • La Bolt è un caso a parte. La storia di questo modello è questa: esce come alternativa low cost alla Tesla ma va sempre peggio nelle vendite finché GM non dichiara la morte del progetto da lì a poco. Coincidenza, dopo anni di vendite calanti, le vendite si impennano per cui GM prima rinvia la morte del modello, poi cerca di capire come intervenire per migliorarne i margini. Pensa che al momento le concessionarie americane, che sono un po’ dei cani sciolti rispetto alle nostre, applicano markup di 5000 dollari sulle Bolt in pronta consegna (le ultime rimaste).

      Per quanto riguarda le elettriche l’interesse è alto come le previsioni avevano previsto (siamo a oltre il 51% di americani che vorrebbe comprarle) ma ci sono 2 problemi negli USA: il primo è che i produttori hanno proprio cannato i costi (anche Tesla ha cannato di brutto col Cybertruck), erano convinti di riuscire a stare entro certi margini ma poi arrivati al momento della produzione hanno dovuto gonfiare i listini e rinviare i modelli base, con grossa delusione da parte del pubblico (prepariamoci a uno scenario simile, in piccolo, anche noi con la Renault 5 che secondo me non avrà i 400 km WLTP promessi nella versione base). Gli americani già si indebitano per la loro auto (spendono oltre 50000 dollari mediamente) ma per quella cifra voglio versioni full e top (comprano muscle car con V8 e oltre 400 cv, pickup enormi, etc.): gli stessi modelli, in versione elettrica, costano molto di più e gli americani non sono disposti a svenarsi ulteriormente.

      Senza considerare che manca proprio una parte di offerta: in questo momento negli USA sono introvabili, perché ricercatissimi, i pickup midrange ed elettrici semplicemente non esistono …

      • Da quel che so , il costo negli Usa dei veicoli forse è impazzito ancora più che da noi generando stock di veicoli invenduti presso i vari dealer . Ford f150 elettrico è anche stato stoppato per incendio di una batteria in linea di produzione quindi adesso partiranno tutte le verifiche del caso su progetto ma intanto produzione e consegne ferme

        • Lo stock dei veicoli invenduti è stato causato dalle previsioni sbagliate. Hanno stimato correttamente l’interesse verso i veicoli elettrici ma hanno sbagliato la stima sulla somma che le persone erano disposte a spendere per certi modelli. L’invenduto negli USA delle auto elettriche è terribile, tutti i produttori stanno accumulando stock, ci sono modelli che restano fermi nei piazzali anche un anno, mentre le ibride Toyota restano una settimana. Sono messi tutti male, non solo Ford, anche Mercedes e tanti altri.

          La riflessione che qualcuno si sta ponendo negli USA è questa: perché mai un americano (che è una persona pragmatica) dovrebbe scegliere un veicolo elettrico? La questione ambientale la si può escludere perché per gli americani non è un problema loro, tocca ad altri inquinare meno (e comunque gli USA stanno effettivamente facendo progressi importanti sulla decarbonizzazione in campo energetico, quindi si sento già a posto con la coscienza). E a questo punto qualcuno si sta chiedendo: per la coppia? Gli americani passeranno in massa all’elettrico per la coppia? Insomma tra gli analisti qualche dubbio c’è, questo amore per le elettriche potrebbe arrestarsi anche perché la loro infrastruttura di ricarica è peggiore della nostra, senza considerare che Trump (e quindi i suoi seguaci) è fieramente no elettrico …

          Per questo per convincere le persone a passare all’elettrico serve lavorare non solo per eliminare i difetti (o almeno quelli che le persone percepiscono come tali, altrimenti Massimo qui mi sbrana) ma anche dare un valore aggiunto che non può essere solo co2 e coppia. Serve più innovazione, più software, più gamification, più coraggio, una maggiore differenziazione con i veicoli tradizionali ma non levando “cose”, piuttosto aggiungendo.

      • Il 51% degli americani queste bev le vorrebbe comprare, mentre il 48% degli americani che ne hanno comprata una (diversa da Tesla) vorrebbe tornare alla benzina.

      • -La Bolt è un caso a parte-

        Esatto. Chiamare un’auto elettrica “otturatore” è una cosa che solo in America. 😂

  5. Troppe voci che si rincorrono su batterie miracolose e autonomie prossime future da sballo…ovvio che la gente stia in finestra e non compri…l’investimento al momento non è indifferente e sulle auto elettriche sono pochi quelli che ci sanno mettere mano…
    il rischio di trovarsi tra 5 anni una macchina sostanzialmente obsoleta (soprattutto se le maledette colonnine autostradali non cresceranno esponenzialmente in quantità e frequenza) è quanto di più concreto possa esistere.

    • per me questa cosa delle batterie che diventano obsolete è un po’ mitizzata

      guardando i dati storici degli anni precedenti, le capacità/autonomie sono cresciute circa +8% all’anno, senza brusche variazioni

      tra 3 anni usciranno auto che nelle versioni di punta avranno un piacevole ma non rivoluzionario +26% di capacità
      ( 1,08 x 1,08 x 1,08 = 1,26 cioè +26% )

      gli avanzamanenti sono stati avvertibili quando si doveva scavallare un limite di autonomia di 250-300 km che si può avvertire in molti usi (ch non ha la ricarica nel box), ma ora che siamo spesso sui 350-400 km di autonomia o anche sopra nei modelli più riusciti, che l’autonomia cresca ancora interessa solo ad alcuni tipi di utenti, altri si fanno bastare anche le versioni con batterie non grandi, vetture costruite con batterie più piccole di quello che questi continui avanzamenti tecnologici permetterebbero (vale anche per e-C3, che imbarcherà 42 KWh di batteria, quando anche se sono LFP tecnicamente ne avrebbe potuto inbarcare di più )

      altro esempio, le “vecchie” Leaf erano già arrivate a 40 e poi 60 KWh

      e lato praticità di ultilzzo ora abbiamo le batterie LPF

      per come la vedo io (un utilizzo non incentrato sull’autostrada), la tecnologia della batteria risulta “trasparente” per chi la usa, quello che conta è che fornisca la corrente per fare il tragitto quotidiano, e in questo vetture elettriche di 10 anni fa ancora fanno bene il loro dovere

      per chi invece ha un utilizzo autostradale (ma quanti sono?) gli avanzamenti ancora contano, ma anche qui, non è che nel 2023 abbiamo già raggiunto il livello minimo di prestazioni accettabile (350-400 km a 130 kmh e ricariche da 18 minuti) e gli incrementi ulteriori sono non cosi stravolgenti nell’uso quoditiano?

      • Hai, ragione da un punto di vista pratico, ma non fai i conti con il cervello umano.
        Tutto il concetto di mobilità elettrica, forse per una questione di marketing, è spinto come se si trattasse di tecnologia di consumo e questo spinge a far percepire un’auto di 2/3 anni già vecchia.
        Quante volte leggiamo proprio nei commenti di questo blog fare paragoni con Apple, Nokia etc

        Il problema non è tecnologico, ma semplicemente di percepito.
        Del resto anche le auto endotermiche invecchiano nello stesso modo, ma il bene è sempre stato proposto come durevole nel tempo. Ricordo quando presi nel 2013 la serie 3 f30 bella accessoriata, dopo qualche anno sono salito su una del 2017 ed era praticamente un’altra auto tra ausili alla guida, multimedia Android auto e Apple car etc etc.
        A pure il motore era diverso seppur stessa versione (era uscito il nuovo diesel bmw).
        Se pensi che l’lfa Giulia ha avuto il primo restyling dopo 7 anni e hanno giusto messo i full led e cambiato il multimedia, eppure non viene percepita obsoleta.
        Però sulle elettriche è proprio la comunicazione che nell’immaginario comune (o di massa) le ha fatte diventare più dei gadget o giocattoli tech che altro insieme alla presentazioni di intere gamme cinesi di brand sconosciuti.

  6. Il problema, secondo me, è che l’investimento di oggi potrebbe non rientrare mai a causa dell’evoluzione della tecnologia. Se io investissi oggi 12 miliardi di dollari per fare i centri di sviluppo delle batterie arrivando a perdere anche oltre 35000 dollari su ogni auto venduta, non è detto che raggiungerei mai il pareggio di bilancio perché con l’arrivo di nuove batterie e tecnologie gli investimenti dovrebbero ricominciare da capo. Inoltre questo bagno di sangue nell’elettrico cozza con i guadagni facili delle auto a benzina, tant’è che in Germania in questo momento ci sono diversi mal di pancia sull’abbandono del motore a scoppio, definito da alcuni una mossa suicida, come se i produttori di auto stessero segando il ramo su cui sono appollaiati.

    L’incubo del costo degli investimenti si riflette sull’impossibilità di avere dei prezzi bassi finendo per fare il gioco dei cinesi: si crea un hype pazzesco sulle auto elettriche, le persone vanno nelle concessionarie ma si rendono conto che non riescono a raggiungere gli importi richiesti, quindi a quel punto guardano i modelli cinesi che sono a portata delle loro tasche. E quindi i produttori occidentali stanno facendo il gioco dei produttori cinesi.

    Senza considerare la contrazione della domanda dovuta proprio ai prezzi alti: il TCO di un’auto elettrica, anche in presenza degli incentivi statali, resta superiore a quello di un’auto a benzina, soprattutto nel mio termine (+30% nei primi 4 anni) e proprio il prezzo d’acquisto rappresenta oggi il principale scoglio dei produttori. Ad oggi l’unica via di uscita a breve termine sembra affidarsi ai cinesi: produrre le auto lì a bassissimo costo e poi importarle qui. La strategia di Elon Musk con la Tesla Model 3 ora ripresa anche da Stellantis.

    • A mio avviso il suicidio è quello collettivo (come ha più volte scritto e detto il segretario delle nazioni unite Antonio Guterres) che stiamo mettendo in pratica continuando a bruciare e ad emettere CO2.

      In Europa i trasporti cubano il 30% delle emissioni di CO2 (senza contare i veleni cancerogeni) e le auto sono il 70% di questo 30% (e senza contare tutte le emissioni dell’indotto – estrazione, stabilizzazione, trasporto, raffinazione, ri trasporto e poi dentro nel ciclo otto o nel ciclo diesel per far uscire quello che respiriamo quotidianamente).

      Cavoli ho letto che il solo diesel gate crea 5000 morti all’anno solo in europa, e qui invito utti ad una riflessione: ma se una differenza di emissione su di un componente ha creato tutti questo morti, la combustione di tutto il processo cosa sta causando???? Peggio di tutte le guerre!!!

      Sto petrolio per i trasporti fermiamolo il prima possibile!!!

      Se chi produce auto a bisogno di soldi una soluzione c’è: che gli stati smettano di regalare sussidi all’industria petrolifera (quest’anno la sola italia ha regalato 63 miliardi di dollari) e li diano a costruttori di auto.

      Cribbio sarà ben più importante la vita delle persone e la vivibilità del pianeta rispetto ai profitti dei petrolieri.

      • Una cosa è il riscaldamento globale e quindi l’emissione di climalteranti, un’altra sono i vari studi sulla mortalità. Se guardi quegli studi scoprirai che tutto produce migliaia di morti: fare sport, non fare sport, il cibo integrale, stare troppe ore davanti la tv, il cibo in scatola, pure il troppo caldo in estate uccide migliaia di persone. Tra l’altro se la prendono tutti col diesel ma i diesel moderni non sono più inquinanti del benzina già da diversi anni [ https://www.fleetnews.co.uk/news/environment/2018/06/22/new-diesels-found-to-be-71-cleaner-than-petrol-models ], a differenza dei vecchi diesel. Ma non è questo il punto, essendo assodato che le elettriche emettono meno climalteranti.

        Quello di cui parlavo prima è la difficoltà dei produttori occidentali di essere competitivi nei prezzi come i cinesi. Ti faccio un esempio: vatti a vedere [ https://www.google.com/search?q=GAC+AION+S+MAX&tbm=isch ] la nuova GAC AION S MAX, berlinone full electric di 4,86 metri simile alla VW ID.7 (e GAC è un brand serio). La versione base ha un motore da 204, 0-100 in 7.5″, batteria da 60 kWh. Prezzo? 19.300 euro.

        Il problema è questo, i cinesi dominano incontrastati, noi a 19.300 euro neanche la Panda elettrica riusciamo a proporre …

        • Ciao Enzo, perdonami ma faccio qualche pulce alla difesa del diesel

          l’articolo sui diesel 6d linkati cita in modo confuso la ricerca originaria, che a sua volta non è accessibile on-line; una parte la spiegano in modo semplice qui:
          https://www.sicurauto.it/news/diesel-euro-6-puliti-e-sporchi-nei-test-ci-passa-il-70-di-nox-in-piu/

          uno studio autorevole simile a quello (emissioni su strada per diesel sino a 6d T) è questo, ma tira conclusioni diverse:
          https://www.trueinitiative.org/blog/2021/november/brussels-study-reveals-first-real-world-emissions-results-for-the-latest-diesels-and-it-s-not-great-news

          ancora più famoso è lo studio di T&E fatto fare ai consulenti di Ricardo Engineering (gli stessi consulenti dei test del diesel gate), che ogni tanto cito e che all’epoca si opponeva alla narrazione di una serie di notizie un po’troppo ottimistiche diffuse dalla stampa sui diesel euro 6; è un pdf in inglese:

          https://www.transportenvironment.org/wp-content/uploads/2021/07/2020_01_New_diesels_new_problems_full_report.pdf

          secondo me ci sono tanti aspetti rimasti problematici con i diesel (e in secondo ordine anche con i benzina) che in definitiva hanno mosso le amministrazioni a limitarne l’uso nei centri città per le versioni sino euro 4, e in certe città euro 5 se ho capito bene, salvo una serie di deroghe e scappatoie all’italiana:

          – i nuovi diesel hanno abbattuto le polveri visibili, e i più recenti anche parte del particolato fine (pm5 – pm2.5), ma continuano a emettere particolato ultrafine (sotto una certa misura non è neanche misurato nei test di omologazione), che è qualcosa di innaturale per noi, non abbiamo difese, entra direttamente in circolo sanguigno dagli alveoli, e l’incidenza di malattie croniche dubito sia paragonabile ai cracker integrali

          – diesel recenti perdono l’efficenza nominale dei filtri che hanno quando testati da nuovi di pacca; nei test rilevano molta variabilità da un’auto all’altra sia nell’efficenza del filtro che nella messa a punto del motore

          – le fasi di rigenerazioni non sono incluse nel test di omologazione e questo cambia molto i risultati di omogazione rispetto all’uso reale

          – producono NOx (euro 7 doveva dare una stretta, ma per le auto si è scelto di soprassedere, e ci può stare per i noti motivi); NOx sono dirtettamente dannosi per chi li respira, e poi in atmosfera formano altre polveri sottili (chiamate secondarie, perchè si riformano)

          – la metà (?) delle auto che fanno più chilometri fa rimuovere adblue, e già che c’è modifica la mappatura per avere ancora più coppia, e i parametri dei gas di scarico tornano indietro di un paio di normative

          – qualcuno rimove direttamente anche il filtro, per avere meno spese di manutenzione, e meno stress al motore, e al solito qualche cavallo in più, abbinato a mappatura e i parametri dello scarico tornano euro 0

          – su you tube ci sono interi canali dedicati alle officine che pubblicizzano il servizio di dafappura/mappaura etc, anche divertenti da vedere, ma poi quelle auto girano in strada

          Era solo per precisare, specie se non girano molto in città (dove peraltro il motore diesel con i filtri tende a soffrire) non ho niente contro il diesel in modo particolare, soprattutto auto già vendute, che avranno un ricambio spontaneo del parco auto usato nei tempi e valutazioni di ciascuno

          mi fa un po’ più specie vederne ad oggi diesel venduti nuovi, visto che ormai i turbo benzina si sono avvicinati come minori consumi e sembrano meno delicati, e sui segmenti alti e auto per fare molti km annui ci sarebbe anche una certa scelta di BEV

          come combustione abbastanza pulita come emissioni di particolato, anni fa aveva senso il GPL (lo usai un bel po’ di anni) e il metano (prima delle BEV e della priorità invece sulla Co2)

          PS: sacrosanta analisi sui diversi costi delle auto cinesi, l’esempio della Gac che hai trovato poi è estremo, siamo a 1/3 del costo di vettura europea; per quel che capisco non è solo minori costi di manodopera, è anche una scelta commerciale quanto prezzare un’auto, ma mi pare in parte lo pensassi anche tu

          • Come riporta anche sicurauto c’è un divario tra gli ultimi euro 6d-temp e i gli euro precedenti, così come all’interno dello stesso euro 6d-temp c’è un divario da modello a modello. Il confronto col benzina dipende molto da cosa si guarda, mediamente il diesel emette meno co2 anche se emette più nox. A titolo di esempio, comunque, il motore Skyactive D di Mazda è un diesel talmente efficiente che riesce a emettere pochissimo nox addirittura senza avvalersi dei sistemi di trattamento allo scarico [ https://www.mazda.com/en/archives/skyactiv/skyactiv-d/ ], con un motore progettato per avere un rapporto di compressione meno spinto e una combustione ottimale che non raggiunge i picchi tipici dei vecchi diesel che favorivano la formazione di nox. Ancora oggi tra diesel e benzina trovo il diesel molto più piacevole per via dell’enorme coppia disponibile in abbondanza già dai bassi regimi (i 320 nm disponibili in basso della mia Giulietta turbodiesel sono molti di più dei 250 nm della mia Abarth turbobenzina) e dei consumi notevolmente più contenuti, anche se alla fine preferisco la benzina quando si parla di guida sportiva. Il diesel (o l’elettrico) è l’auto perfetta per mia moglie (che ha una guida veloce senza accorgersene e senza sforzo, grazie alla generosa coppia in basso che spinge forte), la benzina (o l’elettrica che simula il motore a benzina e le marce – come farà Toyota) è l’auto perfetta per me.

            Oggi tutti quelli che levano il fap e il resto non capisco perché lo fanno, è sufficiente fare un ciclo di pulizia con l’idrogeno e il diesel torna nuovo (e non è che va fatto a ogni tagliando, la mia ha 100000 km e ancora devo farlo perché va ancora come un orologio). Così come spero che chi trucca l’auto sia consapevole del rischio che corre oggi, ovvero in caso di incidente il perito della propria assicurazione può far scattare la rivalsa se trova che la centralina è stata elaborata (e si vede) e anche per chi usa le centraline aggiuntive “sganciabili” il rischio c’è sempre perché se a seguito dell’incidente rimani incosciente la centralina aggiuntiva non la sganci …

            Per il pricing delle cinesi sì, c’è di fatto una scelta commerciale, ma è anche vero che Ford ha presentato conti impietosi: credo che la differenza grossa oggi la facciano i costi di sviluppo, in Cina sono più efficienti, poca spesa tanta resa, la spesa è concentrata dove serve e tutto il resto è tagliato (anche i loro siti web sembrano fatti in poche ore da un unico ragazzino che c’ha lavorato gratis), in Europa e negli USA è l’opposto, si spreca tanto in immagine e altre menate e poi si pensa di poter scaricare quei costi sull’utente finale. Ma l’Alfa Romeo, anziché aumentare del 25% i suoi listini, non poteva risparmiarsi l’avventura in Formula 1 e concentrarsi su come ridurre i costi? Mah …

        • Caro Enzo, benzina, gasolio sono veleni bestiali (la benzina con i suoi aromatici IARC 1 fuori dall’italia ha il teschio sulle pompe), la loro filiera è devastante (a dire poco) prima li eliminiamo meglio è per tutti.

          L’unica cosa che ti posso dire a favore del gasolio è che (purtroppo ho la tremenda sfortuna di vivere a 4 km da una strainquinante raffineria) la guerra contro il diesel non è figlia del fatto che sia più velenoso della benzina (ovvio che se evidenzi certi composti che nella benzina non ci sono e chiaro che il gasolio diventa colplevole) ma è figlia del fatto che da un barile di petrolio si estraggono 45 litri di gasolio e 70 di benzina, ed essendo il parco auto troppo sbilanciato verso il gasolio (ricordiamoci che a gasolio ci sono anche i trasporti) hanno iniziato a fare questo can can per aiutare a riequilibrare i flussi delle raffinerie.
          Ad avvalorare questa tesi ho pure le confidenze del mio ex benzinaio di fiducia che veniva assillato telefonicamente tutti i giorni per sapere quanta benzina aveva venduto (in quanto tutti facevano gasolio).
          E gli italiani (e non solo) se la sono bevuta svendendo il vecchio diesel è acquistando una vettura a benzina che consuma pure di più (facendo guadagnare di più tutta la filiera – governi compresi).

    • Esattamente Enzo. Inoltre negli stati uniti non so se hai letto di quanto dovranno alzare la paga oraria… Auguri ai produttori. Ciò che mi frena dall’acquisto dell’auto elettrica, oltre al zero risparmio rispetto all’auto che posseggo è il discorso della batteria, comprare oggi per avere magari tra 3 anni batterie molto più performanti

      • Il mondo sta andando velocemente verso 2 innovazioni:
        – gli 800 volt con ricariche HPC moooolto più veloci, con batterie 4C, 5C e 6C. Tra qualche anno arriveranno anche in Italia (in Cina già ci sono) batterie che quindi ricaricano agevolmente a 300 kW con una curva di ricarica che resta alta fino all’80%. Il loro costo sarà pari alle batterie attuali. Il vantaggio? In un viaggio di 1000 km in autostrada a 130 km/h fatto da un noto youtuber con una MG4 base il tempo passato a ricaricare ha incrementato la durata del viaggio del 50% (con una ricarica che raggiunge un picco di 88 kW). Abbattere questo tempo è compito di queste nuove batterie
        – il passo successivo saranno le batterie a stato solido il cui principale vantaggio sarà la maggiore densità, quindi batterie capaci di rendere le auto più leggere a parità di kW con tutti i vantaggi annessi (piacere di guida in prima). Qui è difficile fare una previsione sui costi perché secondo alcuni produttori saranno di gran lunga inferiori, secondo altri di gran lunga superiori

        Questa è una fase di transizione, le batterie di oggi saranno desuete in tempi rapidi, ma non è detto che comunque non vadano bene: occorre commisurare alle proprie esigenze. Se si pensa di tenere l’auto a lungo e non si pensa a rivenderla dopo qualche anno, l’acquisto potrebbe comunque avere un senso. C’è anche un’altra strategia che si può applicare: comprare oggi un’elettrica usata (quindi già pesantemente svalutata rispetto al prezzo del nuovo), cercando di trovare qualcosa di accettabile non superiore a 20000 euro (esempio da AutoScout24: Peugeote-208 Allure 54000 km a 17800 euro), per poi rivenderla tra 4 anni sapendo di perderci non più di 10000 euro circa.

        Io comunque come te aspetto …

  7. Condivido tutto quanto sopra scritto, speriamo non sia un: “se a questo gioco non vinco allora non gioco più”, con relative pressioni sulla politica per restare sul termico.

    p.s.: e intanto la CO2 aumenta e noi siamo legati ai capricci di chi non ha investito per tempo nell’elettrico ed a quelli che non vogliono perdere il potere economico (o il regalo sottobanco da chi detiene il potere economico).

Rispondi