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Gateway è la batteria dei record: ma è boom in tutto il mondo

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LS Power ha inaugurato Gateway, il più grande impianto di stoccaggio di energia elettrica al mondo. Basato su batterie al litio LG Chem, con inverter SMA e Nec responsabile del design complessivo. 

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L’impianto Gateway in California di LS Powar

Gateway ha una batteria da 250 MW. E’ situato a East Otay Mesa, presso San Diego (California). LS Power, che lo gestirà, è il principale operatore in America. Ha in pipeline l’impianto Diablo Energy Storage da 200 MW a Pittsburg, l’impianto LeConte Energy Storage da 125 MW a Calexico, California, e l’imponente progetto di accumulo di energia Ravenswood da 316 MW in fase di sviluppo nel Queens, New York.

Un primato che durerà pochissimo

Gateway è destinto però a cedere presto il primo gradino del podio. La scorsa settimana, Vistra Energy ha ottenuto il permesso per espandere un sistema di accumulo di energia in costruzione presso la sua stazione di generazione di Moss Landing, a Monterrey, sempre in calofornia, portandolo a 1.500 MW, diventando così di gran lunga il primo al mondo.

C’è anche l’imminente progetto Florida Power and Light Manatee da 409 MW, che sarà il numero uno sulla costa Est degli Stati Uniti.

Business da 9 miliardi di dollari nel 2025

Dopo una flessione nel 2019, il volume totale delle installazioni di accumuli di sistema nel mondo ha ripreso a salire quest’anno, nonostante il Covid. Oltre agli Stati Uniti, anche Cina (seconda al mondo), Francia, Australia e Regno Unito stanno aumentando gli investimenti in stoccaggio. Tanto che l’altro ieri la società specializzata di business intelligence IHS Markit ha stimato che la capacità installata salirà entro il 2025 a 15,1 GW – 47,8 GWHh, gli investimenti saliranno dai 4,2 miliardi di dollari di quest’anno e 9,5 miliardi. Contemporaneamente il prezzo dei moduli della batteria scenderà del 32% nello stesso periodo.

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A capeggiare la classifica resteranno gli Stati Uniti, a maggior ragione se le elezioni di novembre porteranno alla Casa Bianca un presidente più attento all’ambiente. La crescita degli impianti di stoccaggio a batteria, infatti, va di pari passo con lo sviluppo delle energie rinnovabili non programmabili, che richiedono continui bilanciamenti della rete nei picchi di richiesta e nei momenti di interruzione della produzione.

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Phoenix
Vesper
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16 COMMENTI

  1. Anche questo è vero, però certe cose si decidono nei salotti buoni dove magari c’è anche da favorire il business di ENI?

    • Beh Eni ed Enel hanno lo stesso azionista di riferimento: il Tesoro italiano. Possono farsi la guerra?

  2. In Italia pultroppo vi è Enel e Edison che fanno muro, pur essendo proprietari della gran parte di sistemi di pompaggio in Italia per 8,5 GW (altra dimensione rispetto a quanto scritto in articolo) li tengono disoccupati per spingere ed imporre le loro centrali turbogas come stabilizzatori di sistema. Cosi loro ci guadagnano e, se si deve emettere un po’ di co2 bruciando gas ed impedendo di immettere in rete energia pulita (tanto i produttori sono pagati dalle nostre bollette per la NON produzione), a loro non importa… che schifo

  3. C’è anche da considerare che la rapida espansione di questo mercato di giganti batterie attaccate alla rete elettrica pubblica, mercato chiaramente poco o per nulla “visibile” a noi consumatori finali, ha però come effetto collaterale di mettere ulteriore pressione sui produttori di celle agli ioni di litio, che già faticano a stare dietro alle richieste dei produttori di autoveicoli.

  4. Credo che in MW si misuri la potenza. non l’energia (immagazzinata).
    Immagino che le varie volte che compare MW si intenda MWh.
    Se mi sbaglio ditemelo.

    • Su alcuni articoli in lingua inglese la cosa è un po più chiara, in genere in fianco alla potenza vi è anche la capacità delle batterie dove in alcuni casi il valore assoluto è identico ma in altri è ben diverso. Consiglio alla redazione di aggiungere i dati mancanti per una migliore comprensione.

    • Corretto.

      Ma, come riferito da Massimo Degli Esposti, per l’impianto oggetto dell’articolo non è stata comunicata ufficialmente la capacità installata. In rete si trovano stime tra 1000000 e 1500000 kWh (1-1.5 GWh).

      Per l’espansione dell’impianto di Vistra, invece, la capacità finale sarà di 6000000 kWh (6 GWh).

    • No Luigi. Il dato riportato per gli impianti di stoccaggio si riferisce alla potenza. Non erano disponibili dati comparabili e omogeniei sulla capacità.

      • Perché quel dato di potenza è importante più dell’energia immagazzinata? Il motivo è che i sistemi a batteria avranno un ruolo chiave nelle reti elettriche nel prossimo futuro eliminando la necessità di avere centrali elettriche sovradimensionate soltanto per la necessità di gestire i picchi di domanda giornaliera. Queste saranno un incubo per le centrali a gas su cui in Italia la solita combriccola ha tanto investito. E se un giorno vi chiederete come mai in Italia non sorgono sistemi di accumulo a batteria la risposta la troverete in queste righe. Spero di sbagliarmi, ovviamente, ma temo che con i sistemi di accumulo a batteria in Italia capiterà come con le colonnine di ricarica in autostrada.

  5. Insolita ed incoerente affermazione:
    “A capeggiare la classifica resteranno gli Stati Uniti, a maggior ragione se le elezioni di novembre porteranno alla Casa Bianca un presidente più attento all’ambiente.”
    Che vuol dire? Sono 4 anni che Trump è presidente e lo sviluppo delle RE è stato maggiore negli USA che con Obama, con il Texas governato dai repubblicani assoluti leader, chiedetevi il perché. La risposta è facile: fare finta di essere ambientalisti come i si vantano i Democratici e gli storditi candidati Biden e “Cammella” Harris (discendente di uno schiavista nero giamaicano) non significa affatto creare un ecosistema economico in cui le tecnologie RE si sviluppano e diventano finalmente competitive e quindi vanno a sostituire impianti obsoleti come le centrali a carbone da picco di richiesta, che sono il motivo dell’attuale grande richiesta di impianti di accumulo con batterie.
    Evitare FALSE informazioni tipo che un eventuale presidente democratico possa fare meglio rimanda alla DISASTROSA GESTIONE che i governatori e i sindaci TUTTI DEMOCRATICI hanno avuto del Covid-19 e delle proteste violente dei BLM e degli Antifa negli USA. Senza considerare che California, New York ed Illinois, tre stati presi a simbolo di amministrazione Democratica, sono alla più totale bancarotta.

    • Come al solito lei si abbevera a fonti di informazione sostenute dal neo galeotto Bannon e dai suoi sodali. E “opina”, carolei, ben più del lecito. In realtà le norme sulle emissioni delle auto negli Usa sono quelle introdotte da Obama. Che infatti Trump ha appena modificato, allargando di molto le maglie come chiedevano i suoi finanziatori petrolieri e corbonieri. Che Trump capeggi i negazionisti climatici (come lei) nessuno può negarlo, che abbia ritirato gli Usa dall’accordo di Parigi nemmeno. Quindi di cosa parla? Se la mobilità sostenibile avanza anche in America, nonostante Trump, va a tutto merito di quella metà e più di cittadini che la pensano diversamente dal loro Presidente.

      • Signor Degli Esposti,lei mi ha fatto venire in mente un articolo letto su un sito straniero che si occupa di europa orientale.
        Spiegava che ci sono alcuni stati che sussidiano fortemente la produzione di elettricità con le centrali a carbone,le più inquinanti in assoluto (suppongo grazie a corruzione politica).
        Negli stessi paesi la percentuale delle rinnovabili sta aumentando a una velocità mai vista e il carbone continua a perdere terreno.
        Magari dipende semplicemente dal fatto che le rinnovabili non sono mai state così economiche e il carbone così antieconomico.
        Però, volendo, qualcuno potrebbe dire che con i sussidi al carbone si fa aumentare l’incidenza delle rinnovabili ad una velocità mai vista in quei paesi e quindi dovremmo copiarli…

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