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Eolico galleggiante e fotovoltaico, una Sicilia da record

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Eolico e fotovoltaico: la Sicilia fa il pieno.  Via libera al più grande parco eolico off shore “galleggiante” del Mediterraneo al largo di Trapani, mentre è già in costruzione il più grande parco fotovoltaico italiano, nella parte occidentale dell’isola. 

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Fonte: foto ANSA

Con le pale galleggianti anche in Mediterraneo si può fare

Per recuperare il distacco con l’Europa del Nord ci vorranno ancora anni e non pochi megawatt da installare. Ma se non altro è un debutto: il primo impianto eolico off shore galleggiante al largo delle coste italiane ha appena passato l’esame al ministero dell’Ambiente ottenendo la Via, la valutazione di impatto ambientale.

Si tratta di un parco “galleggiante” a 25 miglia al largo di Trapani, in Sicilia. E’ il primo dei cinque progettati nel Mediterraneo da 7Seas Med, società creata da GreenIt, una joint venture tra Plenitude (lo spin off del gruppo Eni dedicato alle rinnovabili) e Cassa Depositi Prestiti assieme al fondo danese  Copenaghen Infrastructure Partners.

Venti pale al largo della Sicilia per 340 MW: è il più grande in Italia

Questo primo “lotto” è composto da 20 aerogeneratori con una potenza da 12 megawatt, la cui particolarità è quella di non essere fissati a blocchi di cemento sul fondo del mare ma soltanto ormeggiati.

E’ una delle ragioni per cui mentre nel nord Europa l’eolico off shore è in pieno sviluppo (oltre 3 gigawatt di potenza installati soltanto nel 2023), in Italia finora è stato inaugurato un solo impianto di piccole dimensioni di fronte al porto di Taranto (non per nulla definito “near shore”).

Tutto dipende dal fatto che il Mar Mediterraneo è molto più profondo (1370 metri la media) rispetto al Mare del Nord, al Baltico per non parlare dell’Atlantico. Anche i venti soffiano meno impetuosi e per intercettare correnti favorevoli bisogna andare molto al largo. Per cui in Italia è stato necessario lo sviluppo della tecnologia dell’eolico “galleggiante”, dove le pale vengono issate su piattaforme ancorate al fondo, a differenza dell’Europa settentrionale dove bastano plinti di 30-40 metri fissati su blocchi di cemento.

Lo sviluppo tecnologico dell’eolico off shore permetterà così anche all’Italia di recuperare il tempo perduto. I progetti della società 7Saes Med ne sono un esempio; complessivamente tra Sicilia Lazio e Sardegna l’obiettivo è arrivare a installare fino a 3 gigawatt di potenza nei prossimi anni, per una produzione che potrebbe soddisfare i bisogni di elettricità di 2,5 milioni di famiglie.

siciliaUno studio: dall’eolico off shore quasi due volte il fabbisogno italiano

Ma non sono i soli. Secondo uno studio dei consulenti di The European House Ambrosetti, le potenzialità dell’off shore in Italia nei prossimi 25 anni potrebbero generare un giro d’affari di 25 miliardi a dare lavoro a 1,3 milioni di persone.

Numeri esagerati? Detto che le tecnologie migliorano anno dopo anno, rendendo sempre meno necessarie tariffe incentivate, il numero di domande di allacciamenti presentate a Terna, il gestore della rete nazionale, sembra giustificare l’ottimismo. Terna ha ricevuto richieste per 94 gigawatt, di cui più di 14 sono in fase avanzata da parte di colossi come Saipem, Renantis (ex Falck Renewables), Bluefloat, Eni, Renexia (gruppo Toto).

Secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab e il Politecnico di Torino “il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 gigawatt (oltre 34 volte le rinnovabili installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 terawattora all’anno (1,7 volte la domanda elettrica) in termini di generazione”. Se così fosse, Baltico e Mare del Nord non sarebbero poi così lontani.

siciliaSicilia Felix con il mega impianto fotovoltaico targato Iberdrola

Sempre in Sicilia sta patendo la costruzione del più grande parco fotovoltaico  italiano. Lo realizzerà il gruppo Iberdrola,  in accordo con IB Vogt. Il progetto è denominato Fenix e ha una capacità di 245 MW.

E’ un evento senza precedenti nel panorama energetico italiano, che oggi conta solo  60 impianti fotovoltaici da oltre 10 MW di capacità e la media è di 26 MW. All’impianto potrebbero sommarsi altri 60 MW, portando il totale a 305 MW.

Quando entrerà in funzione, con i suoi 424.638 moduli fotovoltaici, genererà circa 400 GWh all’anno, fornendo energia pulita sufficiente a coprire il fabbisogno di oltre 140.000 abitazioni ed evitando l’emissione di 119.000 tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Creerà occupazione diretta per circa 500 lavoratori e più di 100 posti di lavoro stabili durante la fase di funzionamento commerciale.

In totale, la multinazionale, prima utility in Europa per capitale azionario e seconda al mondo, avrà 330 MW in costruzione in Italia entro il 2024 e altri 40 MW all’inizio del 2025, raggiungendo una capacità installata di 400 MW complessivi.

Gli obiettivi per il 2035 sono di realizzare in Italia oltre 115 progetti, fra eolici, fotovoltaici e di accumulo per una capacità totale di 5 GW.

Ancora in Sicilia Seapower scrl, centro di ricerca partecipato dall’Università Federico II di Napoli, ha progettato l’impianto agrivoltaico Cluster O, che si estenderà tra le colline della Sicilia Occidentale.

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4 COMMENTI

  1. cercando sul progetto, l’ingegnere del progetto lo ha mediatato in tanti dettagli

    Ing. che è italiano, è lo stesso che aveva installato le prime piccole turbine nel porto di Taranto, e che poi dopo aver cercato soci finanziatori, nel 2020-2021 ha presentato questoprogetto per un parco galleggiante siciliano, e altri 2 parchi galleggianti, uno al largo della Sardega e uno del Lazio

    lo spiega lui stesso lo scenario nel video che si trova goglando:
    ” Luigi Severini, Progetto eolico Offshore ”

    la piattaforma galleggiante TetraSpar è scelta perchè è un tipo producibile a basso costo, in impianti produttivi anche non enormi, in pratica gli stessi che saldano il tubo della torre della turbina, perchè i singoli elementi tubolari hanno un diametro limitato, e poi sono trasportabili facilmente su camion sino al porto, dove con le gru vengono assemblati come un “Meccano”, insieme alla torre con la turbina

    il tetraedro che formano ha poi appesa sotto con cavi anche una zavorra triangolare, che può essere fatta scendere una volta arrivati in acque alte, non ostacolando il galleggiamento e il traino fuori dal porto della struttura galleggiante con montata e con già sopra la turbina, che ha un basso pescaggio rispetto ad altri design

    sembra tutto pensato per potersi adattare più facilmente alle strade e agli spazi dei porti italiani, e idelamente anche alle acciaiereie italiane (possibile filiera locale)

    un prototivo dimostrativo della piattoforma galleggiante quasi in cala 1 a 1 (con una turbina da 3,2 MW invece di 12 MW) è stato testato nel mare di Norvegia a partire dal 2021, si trovano dei video in rete goglando:

    “TetraSpar Offshore Floating Wind Demonstrator Project”

  2. mettetevi incasa un impianto fv , e’appagante e fonte di energia pulita ,impagabile vedere quasi azzerata la bolletta …. impagabile ricaricare l’auto . facciamo tutto col sole …. meraviglioso !!!!

  3. Benissimo eolico off shore, ma perché fuori dalle acque territoriali nazionali?
    Ottimo agrivoltaico…
    Per il grande impianto fotovoltaico a terra ho delle perplessità sull’utilizzo del suolo…

    • Buongiorno Massimo

      >> questi impianti con turbine molto alte conviene farli a 35-40 km dalla costa cosi non sono facilmente visibili, oltre che magari prendere zone più ventose; se li fai a 10-15 km dalla costa hai quasi sicuramente l’opposizione di parte della popolazione

      >> sul fotovoltaico, facendo due conti, se si esagera installando 100 GW su tetti e altre superfici già impermeabiizzate, e altri 100 GW su terreni (una enormità), si arriverebbe a impegnare lo 0,6% dei terreni, e lasciandoli quasi intonsi, terreni con sotto del prato, o del pascolo, e un domani ripristinabili con minimo impegno

      anzi dando un valore al terreno, il FT può evitare che un terreno non reddizio venga cambiato di destinazione di uso e magari cementato per costruirci sopra, e allora lo perdi per sempre, non è più reversibile

      la speculazione edilizia cementifica in pochi anni più terreni di quanti ne potrebbe occupare/proteggere il FT in decenni di installazioni

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