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Eolico offshore, a Taranto la prima turbina del Mediterraneo

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eolico offshore

Nel giorno in cui la Camera approva definitivamente la modifica della legge costituzionale che inserisce la tutela dell’ambiente entra in Costituzione, davanti al Porto di Taranto sono iniziati i lavori per l’installazione del primo impianto eolico offshore italiano, e il primo di tutto il Mediterraneo.

Le operazioni di posizionamento della prima turbina di Beleolico, questo il nome del parco che comprenderà 10 aerogeneratori da 3 MW ciascuno, sono iniziate al largo del molo polisettoriale.

La concessione prevede una durata di 25 anni. L’impianto sarà realizzato da Renexia, società del Gruppo Toto attiva in Italia e negli Stati Uniti nelle energie rinnovabili. Produrrà energia green per 60mila Mwh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone. In termini ambientali vuol dire che, nel periodo di riferimento, consentirà un risparmio di circa 730mila tonnellate di Co2.  L’obiettivo della società, si legge nel comunicato di Renexia  «è quello di creare una filiera tutta italiana e poter agire in futuro, con forniture nazionali, contribuendo a creare una manifattura che oggi ancora non c’è».

L’eolico offshore? E’ il petrolio d’Italia

L’eolico offshore, cioè in alto mare, è sostenuto dalle principali associazioni ambientaliste come una delle più promettenti alternative alle centrali fossili per la produzione di energia pulita. Anche se i mari del Nord e gli oceani beneficiano di un maggiore disponibilità eolica, il nostro paese ha un grande potenziale. In totale, l’Italia dispone di ben 11.686 km² di superficie marina adatta all’eolico offshore; le zone ideali sono soprattutto quelle dell’Italia centro-meridionale, con in testa, appunto, la Puglia.

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Signficativa anche la scelta di Taranto, città martoriata dall’inquinamento prodotto dallo stabilimento Ilva di Taranto e dall’Arsenale delle Marina Militare. Attualmente sono state presentate al Ministero della Transizione ecologica (MITE) 64 manifestazioni di interesse per 40 progetti di parchi eolici offshore. Assieme allo sviluppo del fotovoltaico, potrebbero garantire all’Italia una quota di energias rinnovabile vicina al 72% fissato come obiettivo del governo al 2030.

E l’ambiente fa il suo ingresso in Costituzione

Frattanto, come dicevamo, la Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che, modificando due articoli della Carta, il 9 ed il 41, sancisce l’ingresso della tutela dell’ambiente in Costituzione.  Il testo è passato con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti, tutti di Fratelli d’Italia.

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Il ministro Enrico Giovannini

«Questo voto del Parlamento segna una giornata epocale: testimonio qui la presenza del governo che crede in questo cambiamento, grazie al quale la nostra Repubblica introduce nei suoi principi fondanti la tutela dell’ambiente» ha commentato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Identica soddisfazione ha manifestato il ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini. «Lavoriamo _ ha aggiunto _ per rendere infrastrutture e mobilità più sostenibili e resilienti per questa e per le future generazioni».

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1 COMMENTO

  1. Concordo con le parole del ministro (che quando vuole dice cose sensate) e penso che non ci sarebbe stato modo migliore per festeggiare questo traguardo se non quello di concretizzare tutte le parole spese fino ad ora.
    Forse la parte che preferisco in assoluto sono i 468 voti a favore, mi danno l’idea che abbiamo davvero capito la gravità della situazione e la necessità di intervenire.

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